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A Funghi in Val Vogna e Alpe Larecchio
In Alta Valsesia, a funghi in Val Vogna – Cercar funghi tra fiammeggianti boschi e conche alpine glaciali, tra paesaggi mozzafiato e i colori pastello della natura che ti circonda
A FUNGHI IN VAL VOGNA E ALPE LARECCHIO
INDICE
CERCARE I FUNGHI IN ALTA VALSESIA TRA I FIAMMEGGIANTI BOSCHI E LE CONCHE ALPINE GLACIALI DELLA VAL VOGNA
Una volta arrivato in alta Valsesia, seguendo l’itinerario descritto nell’articolo: CERCARE FUNGHI AI PIEDI DEL MONTE ROSA, un itinerario turistico-micologico che non posso proprio non raccontarti è quello della VAL VOGNA.
Si tratta di una vallata laterale, in sponda destra del Fiume Sesia. Un gioiellino in cui poter andare a cercare e raccogliere funghi, godendo al tempo stesso di paesaggi mozzafiato.
E’ la Val Vogna con Sant’Antonio, l’Alpe Larecchio ed il Passo del Maccagno, dominati dall’imponente massiccio del Corno Bianco.
La Vallata parte da Riva Valdobbia, da poco diventata frazione di Alagna Valsesia dopo la fusione dei due Comuni.
La parte bassa della valle è caratterizzata dalla presenza di boschi misti sia di Latifoglie che di Conifere.

L’essenza più comune è il Frassino a fondovalle, poi l’Acero montano insieme con Ciliegi Selvatici e qualche macchia a Faggio, Betulla e Sorbo montano, mentre tra le conifere sono abbastanza comuni l’Abete Bianco fino a mezza valle, poi anche l’Abete rosso, e qualche Pino Cembro, ma questi decisamente meno comuni rispetto all’Abete Bianco.
L’ITINERARIO TURISTICO DELLA VAL VOGNA
Una volta giunto a Riva Valdobbia, prendi la strada per la frazione Sant’Antonio.
Se non sei residente in valle devi lasciare l’auto presso la frazione di Ca’ di Janzo in uno dei parcheggi nei pressi della Chiesa di Sant’Antonio Abate, qua ti trovi a 1.345 mt d’altezza.

Da qua prosegui a piedi attraverso le frazioni Ca’ Piacentino, Ca’ Morca e Ca’ Verno. Presso la Chiesetta di Sant’Antonio a 1.381 mt la strada si divide. Un sentiero alto porta in frazione Rabernardo attorno ai 1.400 mt d’altezza, quello basso invece prosegue come Grande Traversata delle Alpi fino al laghetto sul Torrente Vogna, presso la graziosa frazione Peccia dov’è possibile ammirare le caratteristiche baite in stile Walser ( → Scopri il significato di Walser, leggi l’articolo: L’ALTA VALSESIA, ALAGNA, PEDEMONTE ED I RIFUGI DEL MONTE ROSA).
Giunto in frazione Peccia l’arrivo al Ponte Napoleonico è ormai prossimo. Qua il sentiero si dirama.

Salendo a destra lungo il Rio Rissuolo, ti inerpichi su di un ripido sentiero che però poco più a monte si addolcisce leggermente. Si tratta del Sentiero ‘Via Alpina’ per l’Alpe Larecchio.
Nei pressi della Madonna della Neve in località Montata, trovi lungo il cammino un Acero secolare (in foto) dalla circonferenza davvero notevole.

Dopo un cenno di bosco di Latifoglie a prevalenza d’Acero montano, Sorbo Montano e Betulla, il bosco si trasforma rapidamente, passando alla prevalenza di Larice.
Nei pressi dell’Alpe Solivo il Sentiero si divide, il Sentiero per il Corno Bianco scende ed attraversa il Rio Rissuolo e da qua ti consente di salire all’Alpe delle Pile Vecchie ed oltre all’Alpe Rissulo, Lago Bianco, Lago Nero, Lago Verde, mentre dal Lago Bianco puoi salire al Passo dell’Artemisia 2.837 mt ed all’imponente massiccio cristallino del Corno Bianco 3.320 mt, anche noto in zona come il finto Monte Cervino per la sua forma piramidale che da lontano ricorda un po’ la fisionomia del più noto Matterhorn (in foto).

Proseguendo invece lungo la Via Alpina, attraversando il Torrente Valdobbia oppure proseguendo nel fitto bosco di Larici, si giunge poco dopo al piccolo Torrente Plaida e quindi all’Alpe Larecchio.
Si tratta di un’antica conca di origine glaciale in cui è incastonato un piccolo stagno alpino la cui estensione varia col variare del clima, lasciando nei periodi secchi placide paludi erbose dove, allo sciogliersi delle nevi, fioriscono a tappeto i violetti Crocus.

La conca erbosa dell’Alpe Larecchio è circondata da esemplari isolati, boschetti e persino un bel bosco di Larici. Qua cercare e raccogliere in quantità i funghi Laricini (Suillus grevillei) non risulterà assolutamente difficile, soprattutto in periodi a ridosso di buone piogge.
Presso l’Alpe potrai anche ristorarti presso l’Agriturismo Larecchio a 1.905 mt d’altezza. Le formazioni boschive di Larice da qua in su si fanno sempre più rade, con esemplari anche secolari che diventano sempre più isolati oltre i 2.100/2.200 metri.
FOTOGALLERY
Di seguito alcune splendide immagini della Val Vogna ed Alpe Larecchio nelle foto scattate da Mirella Giovinazzo:
Sopra i 2.300 metri gli ultimi Larici a portamento ridotto lasciano spazio ad arbusti a prevalenza di Ginepro e Salice montano-alpino. Una ulteriore conca glaciale ospita ai 2.315 metri il Lago della Balma, mentre poco oltre a 2.460 metri c’è il piccolo Lago glaciale di Plaida.
Fanno da cornice a queste graziose conche glaciali i monti Punta Plaida 2.689 mt, il Colle di Valdobbia a 2.480 mt, il Corno di Valdobbia 2.761 mt, la Cresta Rossa 2.986 mt ed il Corno Rosso 2.740 mt. Prossima al confine con la Val d’Aosta la Punta di Rissuolo 3.102 mt.
Come potrai facilmente intuire dalla toponomastica locale, quassù al verde brillante di prati e pascoli, che in estate fiammeggiano dei mille colori delle fioriture estive, ed al giallo-arancio del foliage autunnale dei Larici, si contrappone il colore rosso di alcune cime che ornano il territorio.
GEOLOGIA DELLA VAL VOGNA
Mentre il Monte Rosa e gli immediati dintorni di Alagna Valsesia rientrano nella fascia geologica delle Pennidi superiori, nella Val Vogna il Dominio Pennidico lascia spazio alle Austridi, un particolare complesso di rocce, dette anche falde australpine o austriache, che sono tipiche delle Alpi orientali ma che, a partire dalla Val Vogna includendo l’intero Biellese fino alla Linea Insubrica Ivrea-Verbano, sono andate a ricoprire le sottostanti falde Pennidiche.
Durante il corrugamento alpino, la spinta del paleocontinente africano contro quello paleoeuropeo, creò uno sprofondamento delle rocce basaltiche che costituivano il fondo della geosinclinale, ovvero le Pennidi. Queste furono quindi ricoperte dalle falde del continente africano: le Austridi del Dominio Australpino.
I riscontri geologici di questi sommovimenti, intersecazioni, sprofondamenti e ricoprimenti, si possono osservare proprio nelle alternanze dei colori delle rocce che qua, più che altrove, variano dal grigio-nero al grigio-verde ma con dominio di vaste porzioni di rocce dal tipico colore rossiccio dei monti che sovrastano l’Alpe Larecchio, e che portano questa caratteristica proprio nel nome di Cresta, Punta o Corno Rosso.
Allo stesso tempo, questi monti di colore rossiccio sono riccamente intersecati da più o meno ampie venature di colore bianco, dovute ai filoni quarziferi (in foto).

Forse ti starai domandando che c’entra la geologia con la ricerca dei funghi…
Ebbene, in un territorio in cui i funghi sono solo una infinitesimale parte del paesaggio, non si può non esser consci di tutto ciò che ci circonda, perché la bellezza non è solamente nelle forme amiche dei funghi Porcini o dei pochi altri funghi a noi noti, ma anche nelle forme più sconosciute di fiori e piante, di rocce e monti che ci circondano.
→ Ricordati che la geologia è una componente essenziale per la presenza, distribuzione e quindi, più o meno importante presenza dei funghi nei boschi ←
Ad ogni tipo di suolo infatti corrisponde una diversa scala di acidità e quindi di un relativo pH che può favorire o impedire la crescita di determinati tipi di funghi.
Per esempio i funghi Porcini edulis non amano vegetare su suoli calcarei, ma necessitano di suoli silicei-acidi che sono più tipici delle Alpi.
DAL PONTE NAPOLEONICO AL PASSO DEL MACCAGNO
A CAVALLO TRA VALSESIA E VALLE D’AOSTA
Lasciato il Ponte Napoleonico, anziché salire lungo l’appena descritto Sentiero della Via Alpina verso l’Alpe Larecchio, si può proseguire lungo il corso del Torrente Vogna sul grande Sentiero Grande Traversata delle Alpi in direzione del Passo del Maccagno.
In tutta questa porzione di alta valle l’essenza dominante è il Larice che, solo a fondovalle risulta ancora misto ad Acero montano e poche altre Latifoglie alpine quali Sorbo montano e Betulla.
Qua la ricerca dei funghi Laricini sarà sempre fruttuosa, da subito dopo lo scioglimento delle nevi fino all’arrivo dei primi freddi autunnali che, a volte possono portare le prime nevi già a fine Settembre ma più frequentemente da metà Ottobre, soprattutto negli anni recenti caratterizzati dai Cambiamenti Climatici.
I boschetti di Larice risultano più estesi lungo le pareti solatie per poi diventare meno estesi salendo in quota, attorno all’Alpe Buzzo Superiore verso i 1.720 metri. Proseguendo oltre, Larici sempre più isolati si incontrano ancora attorno all’Alpe Pioda di Sopra, divenendo decisamente sporadici attorno all’Alpe Camino attorno ai 2.050 metri.
I buoni camminatori potranno poi proseguire oltre, per godersi un paesaggio alpino molto aspro quanto selvaggio, fatto di prati e pascoli che lasceranno posto alla steppa alpina.
Da qua puoi proseguire lungo il percorso, verso la Valle d’Aosta ed il Biellese, come descritti nel prossimo capitolo: A FUNGHI A CAVALLO TRA PIEMONTE E VALLE D’AOSTA.
A FUNGHI IN VAL VOGNA E ALPE LARECCHIO
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