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A funghi tra Otro e l’Alta Valsesia

Cercare funghi tra i paesaggi mozzafiato del Vallone di Otro in Alta Valsesia, tra i colori pastello delle fioriture estive, prati e pascoli, rocce nude che mettono in risalto la particolare geologia del territorio

A FUNGHI TRA OTRO E L’ALTA VALSESIA

CERCARE I FUNGHI TRA I PAESAGGI MOZZAFIATO DEL VALLONE DI OTRO

In questo articolo puoi scoprire uno dei luoghi più incantevoli della Valsesia.

Un itinerario turistico-micologico che ti farà conoscere veri e propri gioielli naturali, non a tutti noti perché, troppo spesso siamo alla ricerca solamente del turismo di massa, quello delle vecchie cartoline, dello shopping anche in montagna, o delle passeggiate, non tra prati e boschi, per amminare il paesaggio, ma tra vicoli di borghi turistici.

Come raggiungere la Valsesia, puoi leggerlo nel precedente articolo → CERCARE FUNGHI LARICINI AI PIEDI DEL MONTE ROSA – L’ALTA VALSESIA, ALAGNA, PEDEMONTE E I RIFUGI AI PIEDI DEL MONTE ROSA.

Dai pressi dell’Antico Forno di Resiga di Alagna Valsesia, parte uno dei tanti Sentieri che raccordano il Tour del Monte Rosa. Una serie di Sentieri che si inerpicano su di uno strettissimo vallone che, nella sua parte finale, non ha subito evidenti erosioni glaciali perché strettamente a forma di profonda ‘V’.

In poche centinaia di metri, passerai dai 1.156 metri delle frazioni Resiga e Casa Giacomolo di Alagna ai 1.650/1.700 e oltre metri, dell’antica conca glaciale di Otro.

Otro e l'alta Valsesia
Il piccolo abitato di Otro in alta Valsesia – foto: Angelo Giovinazzo

A FUNGHI TRA OTRO E L’ALTA VALSESIA

A 1.664 metri la chiesetta della Madonna della Neve di frazione Follu con il quasi adiacente Rifugio Zar Senni. Poco oltre la piccola frazione Dorf, oltre la frazione Scarpia a 1.730 mt con il Pernotto ‘Il Battello’ e la vicina fontana di zampillante gelida acqua del Rosa.

Da qua si può proseguire su di un comodo sentiero verso gli orti di Weng, ed ancor oltre le baite del Pianmisura a 1.844 e 1.848 metri di San Giacomo Maggiore.

Sempre attraverso il comodo Sentiero del Tour del Monte Rosa si può proseguire oltre fino al Passo Foric / Alpe Zube 2.432 mt, a cavallo tra Valsesia e Valle d’Aosta ed ancor oltre al Rifugio Città di Vigevano 2.863 mt presso il Col d’Olen.

Anche in questo itinerario non mancheranno i colori pastello dei verdi prati e pascoli che, tra giugno e luglio sono un’autentica esplosione di colori per le fioriture d’alta quota, alternati agli scuri colori delle nude rocce alpine, anche qua caratterizzate da una caratteristica conformazione geologica alpina.

LA GEOLOGIA SINGOLARE DEL VALLONE DI OTRO

A CAVALLO TRA CONTINENTE EUROPEO E CONTINENTE AFRICANO

Il Monte Rosa fa parte della zona geologica delle Pennidi superiori.

Si tratta di una zona geologica detta a Dominio Pennidico Superiore, caratterizzato da particolari Massicci Cristallini cui fanno parte, oltre al Monte Rosa, anche il Gran Paradiso, e che a loro volta fanno parte dell’antico continente europeo.

Lo stesso Monte Rosa di Alagna però, rappresenta anche lo zoccolo perimetrale Sud dello stesso continente europeo, ovvero sui suoi bordi Sud si trova il confine che separa i due continent.

Proprio sul suo bordo meridionale, in corrispondenza di Alagna, e ad Ovest del Col d’Olen, su più vaste scale a Chatillion, Valtournenche e Zermatt, lo scontro tra il paleocontinente africano contro quello europeo, provocò il sollevamento di vaste formazioni rocciose derivate dai fondali dell’Oceano Perduto che andarono ad incastrarsi contro il paleocontinente europeo.

Queste rocce, facenti quindi parte dell’antichissimo fondale Oceanico, sono oggi riscontrabili tutt’attorno alla cava di Marmo Verde di Isserie in bassa Valtornanche, così come, anche se in forma minore, nelle cave di Feldspati di Alagna Valsesia, dove sono riscontrabili anche Marmo e Pietra Ollare.

Si tratta in massima parte di rocce dette femiche ed ultrafemiche ben rappresentate delle Ofioliti.

Nel vallone di Otro, il colore dominante delle rocce nude è il grigionero, a sua volta alternato però ad una ricca serie di venature e filoni, anche bianchi perché quarziferi, con qualche tocco di colore nero luccicante dei Micascisti, ma soprattutto del verde-blu dei Calcescisti o del verde scuro delle Ofioliti della Zona Piemontese, con venature del rossiccio delle Eclogiti a Granato (Almandino).

Strati di crosta oceanica o continentale che sono stati modificati, sovrapposti, intersecati, o persino metamorfosati, soprattutto durante l’era geologica in cui, tra la medio-bassa Valsesia, il Cusio ed il Biellese orientale si formava il gigantesco Supervulcano del Sesia, con la sua enorme caldera, che oggi viene studiata attivamente da centinaia di geologi di tutto il mondo.

→ Approfondisci l’argomento visitando il Sito ufficiale del Geopark Sesia-Valgrande.

Data la rarità di affioramenti in superficie di porzioni del Mantello terrestre, uno degli involucri concentrici che costituiscono la Terra, che mediamente si trova al di sotto della Crosta terrestre con uno spessore di circa 2890 km, la Valsesia oggi risulta essere uno dei siti geologici più importanti a livello planetario.

I riscontri delle varie stratificazioni che hanno caratterizzato gli scontri, sovrapposizioni, sprofondamenti, subduzioni o affioramenti tra i vari tipi di crosta oceanica o continentale, con ulteriori modifiche ad opera del Supervulcano del Sesia, sono oggi ben visibili in tutta la Valsesia, dal Monte Rosa a Romagnano Sesia, dove si trova il bordo meridionale della Caldera del Supervulcano.

Otro e l'alta Valsesia
Scorcio invernale sotto uno spesso strato di neve presso Otro, sullo sfondo il Monte Tagliaferro – foto: Mirella Giovinazzo

A FUNGHI TRA OTRO E L’ALTA VALSESIA

BOSCHI E BOSCHETTI DA FUNGHI ATTORNO AD OTRO

Otro e l'alta Valsesia
Tra Abeti, Larici e fioriture di Epilobium il grazioso abitato di Otro – sullo sfondo il Monte Tagliaferro

Per quanto riguarda i monti che fanno da cornice al vallone dell’Otro, ti segnalo vari Corni quali il Corno Rosso 3.023 mt, il Corno del Camoscio 3.024 mt ed il Passo dei Salati 2.980 metri.

In tutto questo aspro territorio, agli scuri e variegati colori della roccia nuda, fanno da contraltare i vividi colori pastello del ‘foliage‘ autunnale, anche qua impreziositi dalla presenza di numerosi Larici in tutta la porzione superiore della valle, con misto Larice, Abeti ed alcune porzioni di Faggio scendendo verso Alagna.

La risalita da Alagna alla conca glaciale di Otro è piuttosto impegnativa ma, gli ostinati cercatori di funghi non si fanno mai spaventare da una salita o da un percorso troppo ripido.

Nel volgere di poche centinaia di metri si affronta infatti un dislivello di almeno 500 metri, ma la fatica della risalita è sempre ben ripagata.

Dalla partenza del sentiero fin quasi ai pascoli alpini, il bosco è caratterizzato dapprima da grandi alberi di Frassino, poi da Faggi misti ad Acero montano, Betulla, Sorbo degli uccellatori, qualche Ontano vicino ai ruscelletti che scendono a valle, e qua e là anche qualche Abete Rosso o Abete Bianco.

Gli appassionati di funghi potranno rompere la fatica della salita, testando i boschetti che circondano il sentiero e che, oltre ad una infinità di Russule, Galletti, Trombette dei Morti e Mazze di Tamburo, a volte regalano anche inattesi e paffuti funghi Porcini, ma sappi che, se sei intenzionato a fare super raccolti di funghi Porcini, non è questo il luogo adatto alle tue aspettative.

Man mano che si sale, il bosco diventa più rado ed ai Faggi si sostituiscono i Larici, sempre più presenti e poi, addirittura esclusivi, ma più spesso misti a Betulle e Sorbo montano.

Giunti alla conca di Otro si può tentare di cercare funghi Suillus grevillei (Laricini) nei più o meno piccoli o ampi boschi o boschetti di Larice.

→ Approfondisci la conoscenza dei funghi Laricini in questo articolo monotematico dedicato proprio al Suillus grevillei o fungo Laricino.

Oltrepassato Otro, i camminatori più esperti potranno raggiungere le baite di Pianmisura ma sappi che questa camminata la farai esclusivamente per il piacere di riempirti gli occhi di paesaggi mozzafiato, non per riempire il cesto di funghi, dal momento che, già poche decine di metri oltre le ultime cascine di Otro, a prevalere saranno prati e pascoli, abbelliti da imponenti fioriture di Epilobium angustifolium o Gambi Rossi (in foto) tra gli ultimi Larici isolati che diverranno sempre più radi fino a lasciar spazio al pascolo ed alla flora alpina e nivale.

Otro e l'alta Valsesia
Otro tra i Larici e le fioriture di Epilobium angustifolium o Gambi rossi – foto: Angelo Giovinazzo

Dal Pianmisura di Otro, gli amanti delle camminate alpine, potranno anche portarsi fino al confine con la Val d’Aosta e l’adiacente Val Vogna dove, sul versante Nord dell’imponente Corno Bianco 3.320 mt ed il versante di Nordest della Punta di Netscio 3.280 mt, si trova l’unico Ghiacciaio rimasto semi-superstite in zona: il morente Giacciaio d’Otro con i vicini Cornelli di Tally e gli omonimi Laghi.

FLORA POTETTA DELLA VALSESIA E DEL VALLONE DI OTRO

Tra la flora tipica del territorio, ti segnalo, dalla periferia di Alagna alle quote nivali, alcune tra le SPECIE PROTETTE DALLA REGIONE PIEMONTE che potresti incontrare lungo il cammino.

Prima di cogliere perciò quel bel ‘mazzolin di fiori  che vien dalla montagna‘ ti consiglio di informarti circa i divieti di raccolta dei fiori tipici del posto.

Tra Alagna ed Otro sicuramente ti imbatterai in esemplari di Aconito, una pianta velenosa protetta nelle specie Aconitum anthora, A. napellus e A. variegatum.

Tra gli Agli selvatici: Allium victorialis.

Tra le Primule tutte le specie appartenenti alle Androsace.

L’Aquilegia alpina non è affatto rara ma comunque protetta.

Tra i fiori della famiglia dei Gigli (Lilium) ti segnalo il Bulbocodium vernum, il Colchicum neapolitanum, tutte le specie di Fritillaria, il Lilium martagon o Giglio Martagone, il Lilium creceum, la Tulipa sylvestris, un Tulipano selvatico presente in Valsesia, ma molto raro in alta valle.

Tra la famiglia dei Ranuncoli (Ranunculaceae), Anemone baldensis, Helleborus niger, tutte le specie a fiori violetti della Pulsatilla, Ranunculus alpestris e R. parnassifolius.

Tra le Orchiedee, tutte le specie di Serapias, tutte le specie di Platanthera, Orchys, Ophrys, Nigritella, Gymnadenia, Dactylorhiza, Cyripedium e Cephalantera.

Tutte le specie di Drosera (Droseraceae).

Tra le iridaceae il Crocus medius Balbis, Gladiolus palustris, Iris foetidissima, Iris graminea e Iris sibirica.

Tra le Valeriane (Valerianaceae) la Valeriana celtica.

Tra le Ericaceae il comune Rhododendron hirsutum.

Tra le Campanule (Campanulaceae) la Campanula excisa (→ vedi foto) e C. thyrsaides.

Tra le Genziane (Genthianaceae), Gentiana asclepiadea, G. bavarica, G. brachyphylla, G. clusii, G. pneumonanthe, G. purpurea e G. utriculosa.

Tra le Sassifraghe (Saxifragaceae), Saxifraga callosa ssp. callosa.

Tra le Viole (Violaceae), Viola cenisia.

Tra i generi dei Geranei (Caryophyllaceae) il Dianthus superbus, Lychnis alpina e Saponaria lutea.

Protette anche diverse specie appartenenti alle famiglie delle Solanaceae, Crassulaceae, Compositae (→vedi foto Senecio uniflora all.), Cruciferae, vari tipi di Cardi o simili e pure Thymelaceae quali la Daphne cnereum,  e Daphne mezerum o Fior di Stecco, ma pure le comuni Typha o Tife di stagno (Thypha minima Hoppe).

→ Benché non rientri ancora tra le specie protette, si raccomanda di non raccogliere neppure le Stelle Alpine o Edelweiss (Leontopodium alpinum Cass.), sempre più rare perche da chiunque raccolte indiscriminatamente come ricordino.

→ E’ consentita la raccolta delle Achillee, utilizzate per aromatizzare liquori, mentre ► la raccolta delle Artemisie non è vietata ma si raccomanda di evitarne la raccolta perché stanno diventando specie sempre più rare, a causa di raccolte indiscriminate che non consentono la produzione dei preziosi semi. Tra queste segnalo Artemisia genepi o Genepì maschio, Artemisia umbelliformis o Genepì bianco, e Artemisia glacialis o Genepì femmina.

Flora protetta della Valsesia
Campanula excisa Schleich. o Campanula incisa e Senecio Uniflorus o Senecio Unifloro (a fiori gialli), entrambe specie protette – foto: Angelo Giovinazzo

 

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