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Abete bianco/Abies Alba/Silver Fir | Gli alberi di funghimagazine.it
L'Abete bianco vegeta in Italia anche spontaneamente tra Alpi ed Appennino
L’Abete bianco o Abies alba (🇬🇧 Silver fir) è un abete che in Italia vegeta spontaneamente, in poche superstiti colonie montane tra Alpi ed Appennini.
É un albero longevo di media-grande altezza. Da giovane si adatta bene al bosco scuro ma da adulto preferisce svettare all’aria aperta.
Per poter vegetare, necessita di ombra, ma ancor di più, di piogge frequenti e di nebbie persistenti. Cosa sempre più rara in epoca di grandi cambiamenti climatici.
Ha un legno abbastanza tenero e leggero che non contiene resina e che ben si adatta per le lavorazioni artigianali.
Meno adatto per le costruzioni, per via dell’alto contenuto di umidità del suo legno. Certamente più adatto per la produzione di cellulosa.
Dove vive, in quale ambiente è più comune, come riconoscerlo ma soprattutto, quali funghi crescono in associazione con l’Abete bianco?
INDICE
- 1 DOVE VIVE L’ABETE BIANCO/ABIES ALBA.
IN QUALI AMBIENTI É PIÚ COMUNE
- 1.1 Ricordati che in Abruzzo l’abete bianco è protetto dalla Legge Regionale 11.09.1979 n. 45
- 1.2 I BOSCHI UFFICIALI DA SEME, DI ABETE BIANCO
- 1.3 I BOSCHI DI ABETE BIANCO OGGETTO DI STUDIO
- 1.3.0.1 Questi di seguito, sono i boschi che sono stati oggetto di studi sulla variabilità genetica:
- 1.3.0.2 Piemonte:
- 1.3.0.3 Valle d’Aosta:
- 1.3.0.4 Liguria:
- 1.3.0.5 Lombardia:
- 1.3.0.6 Trentino Alto Adige:
- 1.3.0.7 Veneto – Friuli Venezia Giulia:
- 1.3.0.8 Emila Romagna:
- 1.3.0.9 Toscana:
- 1.3.0.10 Marche – Abruzzo:
- 1.3.0.11 Basilicata – Calabria:
- 1.3.1 ABETE BIANCO/ABIES ALBA, UN ALBERO MOLTO ESIGENTE
- 1.3.2 ABETE BIANCO/ABIES ALBA, PIANTA MESOFILA
- 1.4 I FUNGHI DELL’ABETE BIANCO (ABIES ALBA)
- 1.5 L’ABETE BIANCO, L’ALBERO DEI MARZUOLI, PORCINI E GALLETTI
- 2 ABETE BIANCO O ABETE ROSSO, COME DISTINGUERLI?
- 2.1 COME SI RICONOSCE L’ABETE BIANCO/ABIES ALBA
- 2.1.0.1 Non tutti sanno distinguere un Abete bianco (Abies alba) da un Abete rosso (Picea abies)
- 2.1.0.2 Ma veniamo alle differenze tra i due alberi
- 2.1.0.3 Abete bianco (Abies alba) Vs Abete rosso (Picea abies)
- 2.1.0.4 ABETE BIANCO
- 2.1.0.5 ABETE ROSSO
- 2.1.0.6 Gli aghi sono un segno distintivo inequivocabile
- 2.1.0.7 Le pigne o strobili, sono un ottimo tratto distintivo tra le due varietà di abete
- 2.2 Condividi:
- 2.3 Correlati
- 2.1 COME SI RICONOSCE L’ABETE BIANCO/ABIES ALBA
Andiamo per gradi e, come sempre, tralasciamo gli aspetti puramente scientifici.
DOVE VIVE L’ABETE BIANCO/ABIES ALBA.
IN QUALI AMBIENTI É PIÚ COMUNE

l’Abete bianco è un albero in difficoltà.
Il suo aerale sta diventando sempre più ristretto in molte zone d’Europa, a causa del massiccio sfruttamento/taglio da parte dell’uomo ma soprattutto per via dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale del pianeta che è causa di piogge meno frequenti e concentrate in episodi di forte intensità.
In Europa è ancora sufficientemente abbondante tra i Carpazi ed i Balcani.
In Germania è assai comune nella Selva Nera, ma è ben presente anche sul Massiccio Centrale francese, Giura ed altopiano svizzero, anche se qua, il massiccio sfruttamento ha portato ad una inevitabile drastica diminuzione della sua diffusione.
Vi sono poi molte altre piccole foreste di abete bianco situate nel Nord Europa.
IN ITALIA
I genotipi presenti in Italia sono di origine balcanica nelle Alpi orientali mentre in quelle occidentali sono autoctoni (anche se sempre più rari) e di tipo Alpino-Appenninico.
NORD ITALIA

Boschi autoctoni di abete Bianco (Abies alba), nel Nord Italia, si possono rinvenire in Trentino ed alta Lombardia tra le Orobie e le Retiche.
In Trentino sono noti i boschi esclusivi di Lavarone in località Malga Laghetto. Qua era ubicato l’abete bianco più grande d’Europa: 54 metri d’altezza per 5,6 metri di circonferenza e all’incirca 260 anni d’età.
Tra il 12 ed il 13 Novembre 2017, raffiche di vento attorno ai 100 kmh, hanno abbattuto questo monumento naturale, di cui rimane in piedi soltanto una base di 4 metri.
Bei boschi di abete bianco si rinvengono in genere in tutto il Trentino ma, bellissimi sono quelli della Val Noana nei pressi dell’omonimo lago, in provincia di Trento.
In generale l’abete bianco è abbastanza ben presente all’interno dello stesso aerale del Larice e del Pino mugo.
In Piemonte gli Abeti bianchi sono comuni nelle Alpi Marittime e Liguri (Pigna-IM), ed una buona colonia sul Monte Nero (Appennino ligure) nel territorio di Ferriere (PC) (Val di Ceno-PR), molto meno diffusi sui rimanenti settori alpini.
Nel 2017 nel territorio di Pietraporzio (CN), in alta Valle Stura di Demonte, salendo verso il Colle della Maddalena, è stato autorizzato il taglio di esemplari adulti di larice ma sopratutto di abeti bianchi. Diminuisce quindi il suo aerale anche nel Cuneese.
Buona la diffusione in alta Valsesia e nelle valli del Rosa tra Macugnaga-Ossola e Gressoney. Nel Biellese esiste una piccolissima colonia autoctona, con pochi ma splendidi esemplari monumentali e diversi piccoli vivai di ripopolamento.
Un caso incoraggiante

Centinaia di giovani abeti bianchi sono nati spontaneamente da seme sui colli del Biellese orientale.
Qua, a fine anni ’60, era stato effettuato un rimboschimento con conifere miste (abete bianco, abete rosso, Pino silvestre, Pino strobo e larice). Gli esemplari primogeniti più anziani hanno da poco superato l’età della fruttificazione tappezzando il sottobosco di giovani piantine che hanno da uno ad una decina di anni.
Questo bosco non è però ancora pronto per produrre funghi.
In Valle d’Aosta l’abete bianco (Abies alba) è più presente in associazione con l’abete rosso ed il Pino cembro.
Appennino settentrionale
l’abete bianco è abbastanza ben presente tra Toscana ed Emilia Romagna, anche se spesso le colonie autoctone condividono l’aerale con l’ingombrante faggio.
Non vi sono però ampi boschi spontanei, i più estesi sono dovuti a rimboschimenti o a silvicoltura.
Sono ben presenti nell’Appennino Tosco-Romagnolo e, ben noti sono i boschi di Vallombrosa nel Pratomagno presso il comune di Reggello in provincia di Firenze.
In passato i boschi di abete bianco di Bocca Trabaria (Pesaro-Urbino) sono serviti per gli arredi della Basilica di San Pietro. Oggi esistono ancora abetaie presso la località di Fonte Abeti tra Valdimonte (PG) e Lamoli (PU).
LAZIO-ABRUZZO
Le zone note per il terremoto di Amatrice, tra Valle del Tronto e Monti della Laga / Monti Sibillini / Lago di Campotosto al confine tra Lazio ed Abruzzo, sono altrettanto noti per la presenza di boschi di questa conifera.
In Centro-Sud Italia risulta poco diffuso. Rarissime colonie autoctone. Qualche piccolo appezzamento, spesso da rimboschimento.
Tra Abruzzo e Molise l’abete bianco è autoctono in alcune colonie attorno a Cortino (Teramo). Presso il Bosco della Martese e di Monte Pelone di Valle Castellana (Teramo). In genere però in tutto l’Abruzzo l’abete bianco divide il suo aerale col Faggio.
Ricordati che in Abruzzo l’abete bianco è protetto dalla Legge Regionale 11.09.1979 n. 45
Più a Sud vi sono colonie anche autoctone, nel territorio di Rosello (CH) e Castiglione Messer Marino (CH), presso la Riserva dell’Abetina di Rosello.
Nel Parco Nazionale d’Abruzzo boschi autoctoni di abete bianco sono presenti sul Monte Corvo (AQ), presso la Selva di Ornano e sul Colle Pelato.

Nell’alto corso del Fiume Trigno nel Molise Nord occidentale, in provincia di Isernia, vi sono alcune centinaia di ettari di bosco di abete bianco situati tra i comuni di Pescopennataro, Sant’Angelo del Pesco e Capracotta.
Proprio da Pescopennataro arrivavano due grandi esemplari di abete bianco che nel 2012 furono donati al Vaticano per diventare l’imponente albero di Natale di Piazza San Pietro, scatenando furiose proteste da parte di associazioni ambientaliste.
In questi ultimi territori sono da menzionare la foresta degli Abeti Soprani, l’Abetina di Collemeluccio (Riserva Naturale di Collemeluccio) nel comune di Pescolanciano, L’Abetina di Selvapiana-Vallazuna e di Montecastelbarone e Monte Capraro.
Non molto distante da Potenza, una riserva regionale si chiama proprio Riserva regionale Abetina di Laurenzana. Boschi ad abete bianco si possono trovare anche a cavallo tra Basilicata e Calabria sul Pollino.
IN CALABRIA
Meglio distribuito in Calabria. Tra Pollino, Sila, Serre calabresi ed Aspromonte anche se spesso associato al faggio o al pino loricato.
Sulla Sila sono piuttosto comuni esemplari monumentali di entrambe queste conifere. Nel comune di Taverna in località Cingoli, nel Catanzarese si possono ammirare alcuni di questi esemplari monumentali.
Un bellissimo bosco composto da esemplari ultra-centenari di abete bianco è visibile presso la nota località turistica di Serra San Bruno nelle Serre Vibonesi.

Qua il “Bosco Archiforo” è attraversato da sentieri ben tracciati che partono dalla Certosa dei Santi Stefano e Bruno ed attraversano il bosco di Santa Maria dove si possono ammirare giganteschi abeti bianchi ultra-centenari.
Per addentrarsi nella foresta che circonda la Certosa di San Bruno, basterà seguire una delle tante mulattiere a fondo naturale che circondano la Certosa tra i ruscelli ed un grazioso laghetto.
L’escursione a piedi dal paese alla Certosa e al bosco di Santa Maria, copre la distanza di 3,5 km. Nel 1998 è stato inaugurato anche il Sentiero Frassati che da Serra San Bruno porta a Mongiana attraverso una bellissima foresta di abeti, meta di moltissimi cercatori di funghi.
I BOSCHI UFFICIALI DA SEME, DI ABETE BIANCO
Oggi in Italia sono presenti 35 popolamenti idonei per la raccolta di seme, iscritti ai Registri Regionali oppure compresi nell’elenco di cui all’ex Legge 269/73.
Ad essi si può aggiungere il popolamento lucano di Lata (comune di Laurenzana, PZ), sebbene la Regione Basilicata non abbia ancora provveduto a formalizzare legislativamente un elenco di boschi da seme.
Questo è il censimento ufficiale dei 35 boschi di abete bianco da seme dislocati sul territorio italiano:
PIEMONTE
- Salbertrand (TO) – Gran Bosco superiore
- Salbertrand (TO) – Gran Bosco inferiorea
- Chiusa Pesio (CN) – Prèl-Buscaièa
- Salza di Pinerolo (TO) – Brusà – Fontanette – Rebeirassea
- Pietraporzio (CN) – Balaurb
- Prazzo (CN) – Chiotsparsa
- Mosso S. Maria (BI) – Alpe Cusogna
- Toceno (VB) – La Colmab
LOMBARDIA
- Albaredo per S. Marco, Bema Garzino, Buscade e Dosso Chierico di
Sotto (SO)
TRENTO
- Lavarone
- Mezzano – Val Noana
- Borgo Valsugana – Val Sella
BOLZANO
- Trodena
VENETO
- Asiago (VI) – Val d’Anime, val d’Assa
- Roana (Segafredo) (VI) – Dosso
- Calalzo di Cadore (BL) – Val d’Oten
- Longarone (BL) – Caiada
- Cortina d’Ampezzo (BL) – Sopis – val Bona
- S. Stefano Cadore, Campolongo (BL) – Comelico
- S. Pietro Cadore (BL) – Val Visdende
FRIULI VENEZIA GIULIA
- Paularo (UD) – Duron
EMILIA ROMAGNA
- Santa Sofia (FC) – Campigna Santa Sofia
- Bagno di Romagna (FC) – Badia Prataglia
LIGURIA
- Pigna (IM) – Gouta – Val Nervia
TOSCANA
- Abetone (PT)
- Poppi (AR) – Camaldoli
- Reggello (FI) – Vallombrosa
- S. Fiora (GR)- Convento S.S. Trinità
ABRUZZO
- Rosello (CH) – Fonte Volpona
MOLISE
- Pescolanciano (IS) – Collemeluccio
- S. Angelo del Pesco, Pescopennataro (IS) – Abeti Soprani
CALABRIA
- Badolato, Spadola, Stilo, Serra S. Bruno – Monte Pecoraro (CZ-VV)
- Serra S. Bruno, Spadola (VV) – Bosco Archiforo
- Serra S. Bruno (VV) – Bosco S. Maria
- Taverna (CZ) – Monte Gariglione
I BOSCHI DI ABETE BIANCO OGGETTO DI STUDIO
Questi di seguito, sono i boschi che sono stati oggetto di studi sulla variabilità genetica:
Piemonte:
Navette (CN), Prél-Buscaiè (CN), Terme di Valdieri (CN), Balaur (CN), Chiotspars (CN), Brusà-Fontanette-Rebeirasse (TO), Gran Bosco Salbertrand (TO), Fondo (TO), Cervatto (VC), Alpe Campello (BI), Bosco della Colma (VB), S. Bernardo (VB), Ceppo Morelli (VB).
Valle d’Aosta:
Vargno (AO), Croix de la Fana (AO), Bondinaz (AO), Pendine (AO), Chabodey (AO), Bellouque (AO), Gressoney (AO).
Liguria:
Gouta-Pigna (IM)
Lombardia:
Camaluf (BS), Garzino (SO)
Trentino Alto Adige:
Paganella (TN), Trodena (BZ), Favogna (BZ), Tesimo (BZ), Fleres (BZ), Laudes (BZ), S. Candido (BZ)
Veneto – Friuli Venezia Giulia:
Val Visdende (BL), Dosso (VI), Duron (UD)
Emila Romagna:
Monte Nero (PR), Ventasso (RE)
Toscana:
Foreste Casentinesi (AR), Abetone (PT), Monte Amiata (GR)
Marche – Abruzzo:
Alpi Apuane (MC), Macera della Morte (AP), Bocca Trabaria (PU), Fonte Volpona (CH)
Basilicata – Calabria:
Vaccarizzo (PZ), Archiforo (VV), Gariglione (CZ)
ABETE BIANCO/ABIES ALBA, UN ALBERO MOLTO ESIGENTE
Devi sapere che l’abete bianco (Abies alba) è uno degli alberi più esigenti della foresta.
Fruttifica solo in tarda età ma, se si considera che può raggiungere anche i 500/600 anni, l’apparente tarda età è molto relativa.
Le pigne femminili dell’abete bianco (Abies alba), sono presenti solo negli esemplari adulti e in quelli isolati. Spesso lignificano sui rami che le hanno prodotte.
L’abete bianco fruttifica dopo i 25-35 anni d’età negli esemplari isolati, ma solo dopo 50-60 anni nella foresta.
I semi dell’abete bianco germinano con molta difficoltà su di un substrato composto da soli aghi di abete bianco.
Questo perché gli aghi di questa conifera col tempo tendono a produrre un humus poco adatto alla germinazione dei propri semi.
Condizione indispensabile per la germinazione dei semi è la presenza di fogliame o aghi di altre specie arboree quali pino mugo, abete rosso, faggio, sorbi, rododendri.
Al di sotto dei 500 mt d’altezza l’abete bianco vegeta con enormi difficoltà perché necessita di un clima tipicamente alpino, freddo e molto piovoso, con piovosità ottimale compresa tra i 1500 ed i 2000 millimetri annui.
Non è quindi buona pratica piantare questo grazioso albero al piano. Fa già molta fatica a sopravvivere in montagna, figuriamoci nei giardini di città o di pianura.
ABETE BIANCO/ABIES ALBA, PIANTA MESOFILA
Cosa significa che l’abete bianco è una pianta mesofila?
Ogni ambiente naturale è comunemente inquadrato a seconda delle caratteristiche ambientali dominanti. Ambiente molto umido, ventoso, siccitoso ecc.
Ho descritto i principali ambienti boschivi in questo articolo:
AMBIENTI BOSCHIVI E TIPI DI VEGETAZIONE
Presto pubblicherò specifici articoli dettagliati sui singoli ambienti .
Per ora ti basti sapere che l’ambiente in cui normalmente vegeta l’abete bianco è così detto “mesofilo“, ovvero, una via di mezzo tra l’umidissimo ambiente “igrofilo” dove regnano stagni, sorgenti, e specie vegetali affini all’acqua, e l’ambiente “xerofilo” dove regna la siccità.
L’abete bianco necessita di piogge frequenti, costoni ombrosi, dove le nuvole basse invernali ristagnano sotto forma di nebbie molto umide che provocano pioviggini e piogge frequenti ma con necessità di calore estivo e minor umidità atmosferica.
L’abete bianco come quello rosso ed il faggio, può resistere a temperature anche prossime ai -25°C con temperature medie annuali variabili tra i +6 ed i +12°C.
Gli abeti delle Alpi stanno subendo un maggior adattamento al clima continentale con stazioni anche in ambiente xerofilo-arido. Vegetano in ambiente meno termofilo rispetto al faggio con optimum nella fascia montana superiore ed un recente sempre maggior adattamento alle escursioni termiche tipiche del clima continentale con estati calde ed inverni rigidi.
Gli abeti dell’Appennino viceversa, preferiscono maggiormente le stazioni termofile del faggio mentre il loro optimum è nella fascia montana inferiore (come nella colonia presente in collina nel Biellese Orientale), mescolandosi spesso col in castagno e talvolta anche col cerro.
(GIOVANNI BERNETTI, UTET 1995)
I FUNGHI DELL’ABETE BIANCO (ABIES ALBA)
Sono abbastanza numerosi i funghi che formano simbiosi con l’abete bianco (Abies alba).
Andar per funghi in un bosco di abete bianco non è mai una perdita di tempo. Qua le stagioni migliori per la ricerca di funghi sono la primavera e l’autunno.
Tra le numerose specie fungine più comuni, qua puoi trovare vari tipi di funghi del genere Amanita, Boletus/Porcini, Cantharellus, Hygrophorus, Lactarius, Lepista, e Russula.
L’ABETE BIANCO, L’ALBERO DEI MARZUOLI, PORCINI E GALLETTI
Tre tra tutti i funghi, sono i più comuni e rappresentativi del bosco di abete bianco.

I PORCINI
Chi non si è mai imbattuto in splendidi esemplari di porcini, in un bosco di abete bianco? Mai fatto questa esperienza?
Allora vuol dire che ci sei andato in un momento sbagliato, lontano dalle piogge.
Magari in una fase climatica molto secca, caratterizzata dalle sempre più ingombranti “bolle calde africane”, le bolle d’aria calda africana che ultimamente sono sempre più frequenti e che rovinano il fragile equilibrio del sottobosco.
Il bosco di abete bianco è sempre caratterizzato da assenza di cumuli di aghi.
Cosa che invece avviene nel bosco di abete rosso dove, i fragili aghi possono cadere anche a seguito di un colpo di vento, creando spessi strati di aghi marcescenti.
Nel bosco di abete bianco, di solito dominano tappeti di muschio oppure humus scoperto da qualsivoglia lettiera di aghi o foglie.
Qua i funghi li vedi già da lontano, proprio in virtù dell’assenza di distrazioni ottiche.
Leggi per avere maggiori informazioni: GLI ALBERI DEI FUNGHI PORCINI.
I MARZUOLI (Hygrophorus marzuolus)
In primavera, appena si sciolgono le nevi invernali, non dimenticarti di fare un giro nei boschi di conifere, ma soprattutto di abete bianco (se però conosci bene le fungaie ti ci potresti recare anche in pieno inverno).
I funghi marzuoli o dormienti, Hygrophorus marzuolus, sono certamente i funghi più attesi dell’anno micologico, proprio perché nascono in un periodo ostico in cui, nei boschi, c’è quasi assoluta assenza di altri funghi commestibili.
Puoi approfondire la conoscenza di questo ottimo fungo leggendo questo articolo.
I GALLETTI (Cantharellus cibarius)
Un’altra esperienza che devi assolutamente fare, durante la tua lunga attività di ricerca di funghi, è senz’altro quella di giungere in un bosco di abeti, il cui sottobosco coperto di muschi, non ha il tipico colore verde del muschio, ma ha il colore giallo di centinaia o migliaia di galletti/finferli/cantarelli.
Questa esperienza puoi farla senz’altro in Trentino Alto Adige, sia nei boschi di abete bianco che di abete rosso.
In questa regione il turismo micologico è visto di buon occhio. Nessuno si arroga il diritto di lasciarti un pessimo ricordo quale,una o più gomme dell’auto a terra, o la carrozzeria dell’auto danneggiata in vari modi.
Qua gli albergatori locali ti mettono persino a disposizione un essiccatore per poter conservare il frutto delle tue ricerche.
LE GRANDI FORESTE DI CONIFERE IN EUROPA
Ma se vuoi davvero fare una incredibile esperienza fotografica, grazie a tappeti di galletti gialli in piena vegetazione, allora ti consiglio di organizzare una gita nel Massiccio Centrale in Francia, nei boschi di abeti del Giura, della Foresta Nera nel Baden-Württemberg.
Nell’Europa dell’Est puoi organizzare un viaggio nella regione montuosa di Bjelasica che si trova nella parte centrale del Montenegro tra i fiumi Tara e Lim, oppure in Romania, ottima meta del turismo micologico può essere anche la catena dei monti Carpazi.

LA TAIGA
Più a Nord, tra Scandinavia e Russia settentrionale, merita fare almeno un viaggio alla scoperta della Taiga.
Una mega regione boschiva, caratterizzata da foreste di conifere (abeti, pini silvestri, ginepri, larici) e betulle.
ABETE BIANCO O ABETE ROSSO, COME DISTINGUERLI?
COME SI RICONOSCE L’ABETE BIANCO/ABIES ALBA
Non tutti sanno distinguere un Abete bianco (Abies alba) da un Abete rosso (Picea abies)
Sebbene possano condividere lo stesso habitat, come detto precedentemente, l’abete bianco, spontaneamente non condivide quasi mai il suo habitat con l’abete rosso.
Semmai, meglio con il larice ed il pino mugo, ma più frequentemente con il faggio ed altre latifoglie. Comune è pure l’associazione con il rododendro delle Alpi o Rhododendron ferrugineum.
Ma veniamo alle differenze tra i due alberi
Abete bianco (Abies alba) Vs Abete rosso (Picea abies)

ABETE BIANCO
ha un portamento slanciato, se cresce dentro al bosco, il suo tronco risulta spoglio per gran parte della sua altezza, con una piccola chioma apicale. Se cresce isolato allora si presenta con fitti rami che partono sin dalla base e tendono sempre verso l’alto.
ABETE ROSSO
Ha un portamento molto variabile, a seconda dell’altitudine a cui cresce. Tende però ad esser ugualmente slanciato con rami con distanza regolare che tendono a cadere verso il basso per poi rialzarsi sulla punta formando così una grossa incurvatura.

L’abete bianco ha un tronco liscio negli esemplari giovani, di colore grigio-argenteo. Negli esemplari adulti invece la corteccia si divide a piccole placche quadrate o rettangolari. Non produce resina ma piccole sacche che contengono trementina.
L’abete rosso ha un tronco rugoso sin da giovane, con corteccia che si divide a placche rotondeggianti o quadrate, sempre di colore rossiccio, da qua il nome di abete rosso. Produce molta resina che cola fino a terra formando sovente, spessi strati di resina solidificata di colore variabile dal rossiccio trasparente al bianco brillante.
Gli aghi sono un segno distintivo inequivocabile

Nell’abete bianco gli aghi sono folti, appiattiti, carnosi, e spesso distribuiti a pettine (quasi come per il Tasso/Taxus baccata) con punta tondeggiante e non pungente.
Il lato b degli aghi dell’abete bianco, ovvero la pagina inferiore, ha un colore decisamente chiaro (quella superiore è di colore verde scuro omogeneo) e presenta tre distinte rigature. Due di colore bianchiccio ed una fine centrale di colore verde.
Viceversa, nell’abete rosso, gli aghi sono asfittici, appuntiti e pungenti. Sono disposti tutto intorno al ramo e cadono facilmente al tatto, soprattutto sui rametti interni con più di 3 anni d’età. Spesso i rami interni sono del tutto privi di aghi, che formano a terra una lettiera molto spessa.
Le pigne o strobili, sono un ottimo tratto distintivo tra le due varietà di abete

Nell’abete bianco i coni femminili, detti “pigne,” sono eretti, puntano verso l’alto e tendono a lignificare sui rami dopo che ad inizio autunno sono cadute tutte le squame della pigna liberando i semi.
Le pigne, inizialmente sono di colore verde chiaro poi a maturità, diventano di colore rossiccio-bruno.
Nell’immagine sopra puoi vedere le pigne di una curiosa varietà di abete bianco, cultivar spesso utilizzata quale pianta da giardino.
Si tratta dell’abete coreano dalle caratteristiche pigne a cono eretto di colore tendente al blu-violaceo.

Al contrario, nell’abete rosso i coni femminili, detti “pigne” sono penduli, ovvero puntano verso terra.
Hanno un colore inizialmente verde ma poi virano al rosso per poi diventare definitivamente marroni.
Nell’immagine a fianco puoi verificare come la pigna dell’abete rosso è pendula al contrario di quella dell’abete bianco che, come detto, punta verso l’alto.
Ora che sai davvero tutto quanto c’era da sapere sull’abete bianco (Abies alba) e puoi anche distinguerlo facilmente dall’abete rosso (Picea abies), non mi rimane che rimandarti alle prossime pagine dedicate a: GLI ALBERI DEI FUNGHI DI FUNGHIMAGAZINE