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Aggiornamento funghi 10 Novembre 2018

Quando finirà la stagione dei funghi autunnali? I funghi di Novembre, i cambiamenti climatici e le larve

Aggiornamento funghi 10 Novembre 2018 – Le ultime notizie sui funghi, in diretta dal bosco.

Tante segnalazioni di nascite di funghi, anche e soprattutto di Porcini, nonostante sia già Novembre.

Ma quando finirà la stagione dei funghi Porcini?

INDICE

Ce lo siamo chiesti in molti.

Se lo domandano soprattutto coloro i quali, non vogliono saperne di rassegnarsi ad appendere il cesto al chiodo.

La risposta, a leggere i vecchi libri che trattano di micologia, dovrebbe essere del tutto scontata se è vero, com’è vero, che ovunque c’è scritto che le nascite dei funghi diminuiscono drasticamente con l’arrivo del freddo.

Sì ma, quest’anno il freddo vero dov’è?

Sappiamo che le temperature ideali per la fruttificazione fungina sono quelle comprese tra i 12°C di minima ed i 21/23°C di massima.

Temperature che, almeno sulla carta, dovrebbero essere tipiche dell’Autunno, una stagione sempre più bistrattata ed umiliata da invadenti bolle calde africane che, ne stanno cambiando radicalmente i connotati.

Parliamo di cambiamenti climatici

Non se ne può davvero fare a meno.

Che ci piaccia o no, la produzione di ortaggi, frutti ed anche funghi, dipende interamente dall’andamento climatico stagionale.

Il clima, sappiamo pure, non è mai uguale a se stesso.

A volte è leggermente più caldo, altre più fresco, più o meno piovoso o nevoso.

Piccole fluttuazioni tra il più ed il meno sono sempre esistite.

L’inizio di una nuova era climatica?

Dal 1982 ad oggi però, il clima è cambiato radicalmente e questo cambio, almeno allo stato delle conoscenze attuali, non trova riscontri nel passato quando, sì si sono alternate molte ere climatiche eccezionali, ma mai in un così breve lasso di tempo.

Prima del fatidico 1982 le stagioni avevano ancora una loro caratteristica peculiare che rispettava egregiamente gli standard attesi.

Ci sono sempre stati anni in cui in inverno ha fatto più freddo o leggermente più caldo rispetto alla norma o in cui vi sono state ondate di gelo e neve o estati fiacche e monotone.

Mai come ora però, il freddo è stato relegato entro poche settimane all’anno ed il caldo ha imperversato con bolle calde africane non solo calde ma anche torride (ovvero eccezionalmente secche).

Il Riscaldamento Globale del Pianeta

Sta provocando animate discussioni in ambito scientifico tra chi sostiene sia di origine antropica (dovuto all’azione dell’uomo) o di origine naturale ciclica.

Ci sono persino i negazionisti o complottisti che, ovviamente negano l’evidenza e l’esistenza di un fenomeno senza sosta ed in progressivo crescendo, così come c’è chi approfitta dell’occasione per disseminare disinformazione dietro a presunti complotti da film holliwoodiani.

Che ci piaccia o no, anche il Riscadalmento Globale del Pianeta è una realtà innegabile.

Puoi approfondire questo argomento leggendo questo mio articolo:

I CAMBIAMENTI CLIMATICI, COSA SONO E COME SI MANIFESTANO

o anche quest’altro articolo:

FUNGHI E CLIMA, QUANDO I CAMBIAMENTI CLIMATICI MODIFICANO IL CALENDARIO DEI FUNGHI

Ce lo abbiamo sotto gli occhi e possiamo palparlo ogni giorno, soprattutto durante il cambio di stagione quando, l’avvicendarsi tra masse d’aria di diversa origine ed estrazione, provoca fenomeni meteo allarmanti per intensità e potenziale distruttivo.

É accaduto anche quest’anno, quando una eterna e logorante estate, eccezionalmente siccitosa in molte zone d’Italia ed Europa, ha visto giungere da Nord le prime masse d’aria fredda Artica o Polare Marittima.

Un Mar Mediterraneo che amplifica i fenomeni estremi

Su di un eccezionalmente caldo Mar Mediterraneo, sono giunte masse d’aria più fresca ed instabile con le cosiddette “Gocce Fredde” ed il disastro ambientale è stato servito.

Tempeste di vento, mareggiate, temporali furiosi, allagamenti, alberi abbattuti, trombe d’aria o marine, frane, grandinate, morte e distruzione.




Ce n’è per tutti i gusti, e le cronache sono piene zeppe di episodi allarmanti.

Eppure c’è ancora chi nega che il clima sia cambiato, ed ovviamente in peggio, rispetto ai nostri standard di vita.

C’è chi gioisce nel vedere sempre splendere il sole, incosciente del fatto che senza piogge non potrà esserci acqua nei nostri rubinetti e per i nostri sprechi quotidiani.

Qualcuno si bea nel poter girar ancora in maniche di camicia ai primi di Novembre.

Per non parlare poi di chi odia la neve perchè comporta disagi e rotture di scatole. Difficoltà nei trasporti e movimenti .

Insomma, si vorrebbe avere un’eterna primavera con più o meno prolungate fasi calde estive che ci permettano di fare più vita all’aperto, bagni, feste e danze.

Si vorrebbe che fosse il clima ad adattarsi alle nostre necessità e non viceversa

Eppure, a ben pensarci è indubbio che l’acqua non è indispensabile soltanto per la nostra sopravvivenza ma anche per quella dei vegetali e dei funghi.

Se c’è siccità, non si chiudono soltanto i rubinetti di casa, ma anche quelli delle coltivazioni e pure il sostentamento per gli alberi ed i funghi.

Quest’anno, durante la scorsa estate c’è chi ha gioito per una stagione calda e siccitosa ma c’è anche chi ha dovuto fare i conti con continui episodi temporaleschi che, spesso sono stati anche molto invasivi.

Sardegna, Sicilia, Calabria ed altre zone del Sud Italia, hanno dovuto fare i conti con frequenti, pericolose ed interminabili fasi temporalesche.

Il Nord ha visto episodi temporaleschi più brevi ma di forte intensità, mentre il Centro ha avuto più sole e più siccità con episodi temporaleschi molto ridotti nella durata e frequenza.

É un indispensabile preambolo questo sul clima e sull’andamento dell’estate, cui non si può prescindere se si vuol parlare di nascite di funghi.

I funghi hanno bisogno di acqua

Non sono necessari ettolitri d’acqua.

Non servono piogge eccezionali, ma tante piccole docce che servono agli alberi ed ai funghi per poter compiere il proprio ciclo vitale.

Sappiamo che gli alberi posseggono radici molto profonde.

Radici che possono giungere a decine di metri di profondità ma, sappiamo pure che queste servono più per ancorarsi al terreno che non per l’estrazione di acqua e nutrienti.

Gli strati di roccia o terreno profondi sono poveri di sostanze nutritive.

Acqua e cibo rimangono intrappolati appena al di sotto della lettiera di foglie che, durante il processo di decadimento e trasformazione in materia organica diventa ottimo humus.

Più alto e ricco è lo strato di humus, e maggiore sarà l’estensione e la forza dei capillari radicali degli alberi.

Capillari dove si fissano i miceli dei funghi simbionti che necessitano della presenza di questi ultimi, così come gli stessi alberi necessitano della presenza dei miceli stessi.

Si parla di dualismo, di reciproco mutuo soccorso. Io nutro te, affinché tu nutra me

«Do ut des». Dicevano così gli antichi romani. Io do affinché tu dia.

Nel caso dei funghi simbionti (tra cui ti ricordo ci sono anche i funghi Porcini), i miceli si avvinghiano alle radici capillari formando dei “bozzi”.

Questi sono il punto d’unione tra le radici dei funghi ed i lunghissimi filamenti del micelio.

Attraverso questo avvinghiamento, i miceli possono fornire acqua, sali minerali ed altre sostanze nutritive agli alberi.

Gli alberi si trovano così ad avere un estesissimo sistema pseudo-radicale che può occupare decine, centinaia o migliaia di metri, all’interno del ricco strato di humus.

Questo sistema pseudo-radicale è il micelio

É una capacità intrinseca del micelio, riuscire ad attaccare la materia inorganica trasformandola in materia organica.

Il decadimento del legno, delle foglie, di animali, escrementi o la trasformazione di rocce, sali, minerali, o altro, in materia organica, molto spesso è opera delle colonie fungine.

Durante il processo di trasformazione chimica, il micelio assorbe queste sostanze nutrienti ma non può usufruirne perché grezze, necessitano di una ulteriore trasformazione in sostanze “digerite”.

I funghi, in senso lato, non posseggono clorofilla, non possono perciò trasformare i nutrienti grezzi in sostanze zuccherine complesse.

Ci pensano perciò gli alberi che, grazie all’accesso diretto ai raggi del sole, possono convertire sei molecole di Anidride Carbonica e sei molecole di Ossigeno, in una molecola di Glucosio, zucchero fondamentale per la vita della pianta e dei funghi.

Nel ciclo di reciproco scambio tra alberi micorrizzati e miceli, le colonie fungine assorbono e forniscono sostanze nutritive grezze agli alberi e questi forniscono Carboidrati-Glucosio ai funghi.

Si tratta di un circolo-virtuoso cui nessuno dei due interpreti può rinunciare.

Cambiamenti Climatici e nascite di funghi

Sono stati molti i lettori che durante la scorsa estate mi hanno domandato come fosse possibile che, in pieno periodo siccitoso, a distanza di 7/14 giorni dopo l’ultima pioggia, anche non importante, siano nati molti funghi e molti Porcini, pur in presenza di forte siccità.

Molti mi inviavano poi fotografie di funghi pesantemente modificati dall’aria torrida.

Funghi il cui apparato spugnoso era completamente distaccato dal cappello, a sua volta rotto in più punti dall’aria secca e dal caldo.

Indipendente da quanto il buon senso ci suggerisca, ovvero che per nascere i funghi hanno bisogno di umidità e non di secco torrido, anche durante la scorsa Estate abbiamo assistito a quasi miracolose nascite di funghi Porcini.

Un esempio di strategie riproduttive

L’ho già scritto molte volte e lo ribadisco ancora una volta, per quanti non avessero ben compreso il concetto.

Una colonia fungina che vegeta in condizioni ambientali ottimali, non ha impellenti necessità riproduttive.

Non è molto diverso da ciò che accade nel mondo di noi umani.

Se io sono un benestante, e guadagno 20.000€ al mese, mi beo di tanta ricchezza e cerco di tutelare i miei interessi.

Spendo il giusto, senza farmi mancare nulla ma senza strafare, e pianifico di mettere al mondo uno, due, ma non più di tre figli se proprio sono assai ottimista.

Un erede lo destino alla gestione della mia impresa e l’altro all’unione con altre famiglie di pari status sociale che possa rafforzare le mie attività future.

Se metto al mondo 10 figli, è evidente che dovrò sfamare tutte e 10 le bocche.

In men che non si dica, questi dilapideranno la gran parte dei miei 20.000€ mensili tra mantenimento e divertimenti.

Per quanto 20.000€ possano essere già una bella cifra, con 10 bocche da sfamare diventano 2.000€ a persona.

Potrò risparmiare molto meno e se, ognuno dei 10 figli vorrà fare vita mondana e sprechi, sarà difficile far quadrare i conti, soprattutto nel momento in cui dovessero subentrare temporanee difficoltà.




La crisi economica potrebbe essere una di queste
Crisi economica o finanziaria per l’imprenditore, e siccità o cambiamenti climatici per i funghi

In tempi di benessere anche i funghi, come l’imprenditore assennato, metteranno al mondo pochi eredi, giusto quanto basta per la sopravvivenza della specie.

Pochi eredi, sani e con il solo scopo di rafforzare la colonia fungina affinché il micelio possa oltrepassare la zona “dei bisognini” dove si depositano i cataboliti provenienti dal metabolismo delle sostanze nutritive.

Oppure eredi necessari per poter ricostituire porzioni di micelio distrutte dall’uomo, animali, dalla siccità o dal maltempo.

Studi sul comportamento riproduttivo dei funghi, hanno stabilito proprio che, in condizioni ambientali ottimali la colonia fungina diventa pigra dal punto di vista riproduttivo.

Riproduzioni spasmodiche invece sono state osservate nelle colonie fungine in difficoltà ed a grave rischio di estinzione.

Comprendere i meccanismi che regolano la riproduzione dei funghi, in particolar modo dei simbionti tra cui i Porcini, non è cosa semplice.

Sono molti i fattori che possono favorire o impedire la riproduzione dei funghi, e non tutti si possono imbrigliare nel concetto prevalente dell’umidità-temperature-vento.

Un esempio brillante sulla situazione attuale di nascite al Nord Ovest italiano

L’estate 2018

Dal punto di vista climatico non è stata particolarmente favorevole per i funghi ma ci sono state comunque le dovute eccezioni.

Qua e là si sono avuti violenti temporali.

In alcune zone è piovuto quanto basta per far partire inattese “buttate” di funghi, nonostante il vento secco o la siccità prevalente post-temporale.

Diciamo che, in questo caso, l’alternarsi di siccità e forti rovesci, ha mandato in confusione le colonie fungine.

Si è rotto il fragile equilibrio del tempo di benessere.

Riproduzioni spasmodiche si sono registrate dove le colonie fungine hanno realizzato che, un eccesso di prolungata siccità poteva mettere a rischio la sopravvivenza dell’intera colonia stessa.

Non solo.

All’alternanza di siccità e clima torrido con forti rovesci, si sono aggiunti anche i Ditteri.

Il caldo eccessivo e la siccità quest’anno hanno impedito alle lumache senza guscio, le cosiddette Limacce, di devastare i nostri boschi, o meglio, i funghi.

Aggiornamento funghi 10 Novembre 2018

I DITTERI E LE CAMOLE, UN SERIO PROBLEMA, QUEST’ANNO, SENZA FINE

Torniamo ai Cambiamenti Climatici e rituffiamoci in una insolitamente calda stagione primaverile.

Di solito a Primavera prevale la variabilità perturbata

Da Nord o da Est arrivano ancora masse d’aria fredda in grado di produrre ulteriori nevicate fino a bassa quota.

Neve e gelate tardive possono essere all’ordine del giorno.

Quest’anno però la Pasqua in molte zone d’Italia è stata insolitamente calda e siccitosa.

Sono sbocciati i fiori in anticipo e nel volgere di pochi giorni, grigi e spenti ambienti agricoli si sono trasformati in lussureggianti ambienti verdi e fioriti.

Già nell’ultima settimana di Aprile si sono trovati i primi Porcini Estatini e l’arrivo dei primi Porcini è stato accompagnato dalla schiusa delle uova dei Ditteri, i moscerini dei boschi.

Le prime mosche hanno depositato le proprie uova all’interno degli accoglienti funghi, meglio se ben carnosi, teneri, umidi, caldi e ben protetti dall’ambiente circostante.

Le secchissime bolle calde africane hanno fatto il resto, rendendo l’interno dei gambi dei funghi, il miglior ambiente in cui far crescere larve, ben presto trasformate in mosche adulte.

Questo ciclo riproduttivo si è amplificato a dismisura con una vera e propria esplosione di funghi primaverili

I Ditteri non si sono limitati ad ovulare una sola volta, ma lo hanno fatto diverse volte durante l’intera stagione calda.

Per la prima volta, dopo decenni, tra Giugno-Luglio ed Agosto si sono trovati dozzine e dozzine di Porcini Estatini.

Non solo al piano ma anche in ambienti montani dove, normalmente i primi Porcini di stagione erano i rossi Pinicola ad inizio estate, e gli autunnali Edulis a partire da fine Luglio.

I Ditteri hanno così potuto arrivare anche in montagna.

Grazie a temperature tutt’altro che da clima montano-continentale, hanno attaccato anche i primi funghi autunnali che, a causa delle stravaganze meteorologiche sono apparsi, anche se in piccole quantità, con largo anticipo.

Per approfondire l’argomento Ditteri-Larve-Camole dei funghi, può interessarti leggere questo mio articolo:

FUNGHI CON LE LARVE, QUALI PERICOLI PER LA SALUTE?


Già a Giugno si sono trovati i primi Edulis, Pinaioli, Trombette dei Morti, Mazze di Tamburo, Piede di Capra, Steccherini ed altri funghi tipicamente autunnali

Questo a causa del sopraggiungere di rapide Perturbazioni fredde, pilotate da Gocce Fredde Artiche, con relative piogge fredde o grandinate che hanno fatto credere ai miceli che fosse già giunto l’Autunno.

D’altra parte, come detto prima, quest’anno l’Estate è iniziata già in pieno periodo primaverile, perciò, dopo mesi e mesi di caldo, ai funghi pareva di certo di esser già in Autunno.

Di norma l’Estate dovrebbe durare soltanto 3 mesi e non 6 o 7 lunghissimi mesi.

Altra confusione ambientale ed altre nascite spasmodiche.

Qua e là con alcune zone d’Italia, ad esempio le valli della Bergamasca, del Lario, dell’alto Piemonte e temporaneamente anche delle Dolomiti, dove si sono registrate improvvise esplosioni di funghi, anche Porcini.

Per non parlare poi delle nascite a tappeto di funghi tra Sardegna, Sicilia, Calabria ed alcune zone dell’Appennino Meridionale tra cui Gargano, Cilento, Irpinia.

In queste ultime zone, Estatini (Boletus reticulatus / aestivalis)  ed Aereus (Boletus aereus o Porcini Neri) non hanno mai smesso di nascere ciclicamente da Aprile a questi primi giorni di Novembre.

Ma se i Porcini Aereus risultano massicci, sodi e ben protetti dagli attacchi dei Ditteri, gli Estatini e gli Edulis non hanno posto alcuna resistenza.

Questi sono infatti risultati costantemente e pesantemente attaccati da questi fastidiosissimi ospiti indesiderati:

Ditteri e relative Camole.

NON SOLO DITTERI MA ANCHE ZECCHE

Stesso discorso e stesso meccanismo dei Ditteri per le zecche.

Grazie ai cambiamenti climatici e soprattutto grazie ad una insolitamente calda primavera, trasformata di fatto rapidamente in Estate, ecco che abbiamo anche dovuto fare i conti con migliaia di Zecche.

Il loro ciclo riproduttivo non si è limitato ad un solo ciclo primaverile ma è raddoppiato e triplicato trascinandosi fino alle porte dell’Autunno.




Aggiornamento funghi 10 Novembre 2018

NOVEMBRE 2018 QUANDO FINIRANNO LE NASCITE DI FUNGHI AUTUNNALI?

Brutta malattia quella dell’assuefazione fungina.

Diciamocelo chiaro e tondo, chi più o chi meno, chi non ne è affetto?

Eccoci quindi giunti a quella che, almeno sul calendario, avrebbe dovuto essere la conclusione di una stagione fungina che, avrebbe dovuto aver visto il suo apice tra i mesi di Settembre ed Ottobre.

Novembre è alla fine arrivato in sordina, ma la nostra voglia di continuare a raccogliere Porcini non si è ancora del tutto attutita.

A non farla finire ci pensano le inattese continue nascite di funghi che, in alcuni caso sembrano avere anche del miracoloso.

Mille millimetri di pioggia caduta in meno di 15 giorni al Nord o al Sud

Ci sono alcune zone del nostro bel paese che sono avvezze a ricevere almeno 2.000 millimetri di pioggia annualmente.

Zone che risiedono per lo più sulle Alpi Nord Occidentali o in quelle Friulane.

Per quanto ben piovose, non sono però avvezze a ricevere la metà del quantitativo totale di pioggia, in meno di 15 giorni.

Tra alto Piemonte, Liguria, Veneto, Friuli ma precedentemente, anche in Sardegna, Sicilia e Calabria, in questo strano periodo estivo-autunnale è accaduto.

Un esempio per tutti, un piccolo centro della Valle Strona, gregaria del Lago d’Orta in alto Piemonte.

Valstrona-Sambughetto, che in 12 giorni ha visto cadere la bellezza di 1.100 millimetri di pioggia.

Si pensava che tanta pioggia potesse mettere definitivamente la parola FINE alla stagione fungina, eppure ciò non è accaduto

Quasi miracolosamente in tutto il comparto boschivo Piemontese-Ligure-Lombardo, l’arrivo della pioggia non solo non ha inibito le nascite ma anzi, le ha incrementate e favorite.

Si dice che «il Porcino vuole il piede asciutto»

Forse questo è valido per la sola Estate, quando il caldo sommato all’eccesso di umido può far deperire rapidamente o marcire i funghi.

Probabilmente non è valido quando il caldo è contenuto e la marcescenza più limitata.

Molti cercatori di funghi hanno imputato le ulteriori nascite al caldo latente di suoli e lettiera.

Probabilmente è vero anche questo.

Chi potrebbe escuderlo?

D’altra parte arriviamo da una lunghissima e caldissima estate.

I suoli, così come i mari, sono ancora ben caldi e l’arrivo delle piogge, anche se abbondanti, non han fatto altro che favorire inattese nuove nascite di funghi.

Resta però sempre in auge, anche la perpetua confusione ambientale

Colonie fungine che non capiscono più in quale stagione si trovano.

Sciroccate che innalzano le temperature a livelli da inizio Ottobre, piuttosto che da inizio Novembre.

La neve che latita e che per ora risulta abbondante soltanto al di sopra dei 2.500 metri sulle Alpi.

Giusto per far capire l’entità dell’attuale anomalia climatica, basti dire che, da inizio Ottobre a tutta la prima decade di Novembre 2018 nelle vallate collinari del Piemonte si è registrata 1 sola brianta!

Nulla di paragonabile alle annate passate quando, se non già ad Ottobre, almeno a Novembre le brinate notturne erano all’ordine del giorno.

E non si tratta di appannati ricordi, ma di dati prelevati dalle banche dati meteorologiche ufficiali.

In assenza di gelo, gelidi venti di tramontana e di nevicate fino al piano, possono perciò proseguire le nascite di funghi.

L’ESTATE DI SAN MARTINO

Da giorni non si parla d’altro.

Ne parlano i siti web specializzati in meteorologia, ma ne parlano anche gli altri media.

Come da antica tradizione, anche quest’anno l’11 di Novembre, giorno in cui si ricorda San Martino da Tours, è in arrivo il tipico Anticiclone di fine Autunno.

La solita Bolla Calda Africana che spazzerà via la pioggia ed il maltempo, riportando sole e piacevole, quanto anomalo, tepore.

Ad oggi i Modelli Matematici ci dicono che il nascente Anticiclone a matrice Africana sarà ben tenace.

Avrà un supporto d’aria insolitamente calda per la stagione in alta quota, e permarrà tra Italia e Centro Europa almeno fino al 17/19 di Novembre.

Poi, forse un duplice attacco freddo all’Anticiclone, ed a partire dalla seconda decade del mese l’arrivo finalmente di masse d’aria più consone al periodo.

Si ipotizza già dell’arrivo di aria fredda Continentale e pure di freddi venti Sarmatici che dalla ex Unione Sovietica potrebbero portare gelo e neve anche nel Mediterraneo.

Aggiornamento funghi 10 Novembre 2018

I PORCINI DI NOVEMBRE

In attesa di sapere quando finirà questa lunghissima anomalia climatica all’insegna del caldo e l’arrivo del freddo, potremo ancora raccogliere molti funghi.

Per gli amanti dei Porcini, non mancheranno ancora i chiari Edulis dei boschi di collina.

Tra litorali e boschi termofili di bassa collina continueranno a nascere i neri o bronzini Aereus.

In questi ambienti caldi, non stupiamoci poi di trovare ancora i primaverili Estatini.

Finché farà ancora sufficientemente caldo, sembra davvero che li potremo ancora trovare.

Io personalmente ho trovato l’ultimo bellissimo esemplare a 650 mt d’altezza in un bosco termofilo di Castagni, sotto una Quercia Farnia il giorno 2 di Novembre.

C’è poi il RE dei Porcini del freddo.
IL Boletus pinophilus

Boletus pinophilus - Aggiornamento funghi 10 Novembre 2018

Il rosso Pinicola o pinophilus, il Porcino che a detta di molti è il meno saporito, ma anche il più ricercato per la sua rarità.

In Piemonte si dice che questo Porcino cresce soltanto nei boschi che hanno subìto un recente incendio.

Non so quanto ci sia di vero in questo detto, ma so per certo che in un colle che è bruciato, non manca mai di stupirmi con la sua graziosa presenza.

Probabilmente le sue forti spore, per potersi schiudere necessitano, non solo del freddo, ma anche di sontuosi shock termici.

Un incendio le surriscalda, poi le piogge fredde le fanno schiudere.

Potrebbe accadere lo stesso anche a fine Autunno quando il sole è ancora caldo ma l’aria si fa sempre più fredda.

In questo caso lo shock termico tra caldo e freddo potrebbe essere all’origine delle nascite di questo raro fungo, tipico delle Alpi e degli Appennini, comunque dei boschi freschi.

A breve in arrivo nel nostro Atlante dei funghi una apposita scheda illustrativa su questo ottimo fungo.

GLI ALTRI FUNGHI DI NOVEMBRE

Al contrario di quanto molti pensano, il mese di Novembre può regalare ancora grandi emozioni agli amanti dei funghi.

Come detto precedentemente, il protrarsi della stagione dei funghi o la chiusura definitiva, dipenderanno esclusivamente dall’andamento climatico.

Un piacevole tepore tardivo farà nascere ancora molti funghi.

Viceversa, l’arrivo del gelo, della tramontana e della neve bloccherà la quasi totalità delle nascite.

In tempi di Cambiamenti Climatici e di Riscaldamento Globale del Pianeta, nulla può esser più dato per scontato e nulla dovrebbe stupirci.

Non solo funghi Porcini, ma molti altri funghi commestibili potranno ancora deliziare la nostra vista ed il nostro palato.

IL CHIODINO O FAMIGLIOLA BUONA – Armillaria mellea

Disegno chiodini - Aggiornamento funghi 10 Novembre 2018 Tra rogge, boschetti, incolti, arbustivi o boschi igrofili, non c’è ceppo d’albero che non ospiti almeno una piccola famigliola di Chiodini.

Si tratta di funghi lignicoli che non hanno grandi necessità, se non di molta umidità.

Non solo ceppi ma anche alberi abbattuti, rami e tronchi, possono ospitare questo fungo che, a detta di molti, è il perfetto compagno di polente con carni o salsicce.

C’è chi preferisce metterli via sott’olio per il consumo invernale ma, attenti a non consumarlo mai crudo o poco cotto perché potrebbe risultare non solo indigesto, ma anche tossico.

 



Tossico può essere anche se raccolto dopo una gelata o se surgelato da crudo (cosa che non va assolutamente mai fatta).

Molto simile al Chiodino il Pioppino o Piopparello, fungo lignicolo tipico di tutte le varietà di Pioppi e comunissimo anche durante la stagione fredda, in presenza di buona unidità e mite tepore.

I GELONI o ORECCHIONI – Pleurotus ostreatus

Disegno Pleurotus ostreatus, aggiornamento funghi 10 novembre 2018 Dall’autunno alla primavera, uno dei migliori funghi invernali.

Saporito, privo di tossine, anti colesterolo, facile da riconoscere e da trovare.

Descrizioni, caratteristiche morfologiche, habitat ed immagini del fungo Ostrica, Gelone o Orecchione – Pleurotus Ostreatus – Oyster Mushroom in questo articolo del nostro Atlante dei funghi.

Lo trovi soprattutto su Pioppi, Pioppi tremuli, Pioppi bianchi ma anche su Olmi, Salici e più raramente sui Faggi.

Cresce sempre nello stesso posto, finché il legno in decadimento avrà nutrimento da offrire, principalmente sui lati ben esposti al sole.

I CARDONCELLI o Pleurotus eryngii

Il fungo dei Pugliesi.

Talmente diffuso in Puglia da entrare di diritto, nella tradizione culinaria in moltissime preparazioni.

Lo trovi negli incolti in cui vi siano piante di Eringium o Eringio-Ferula, che sia di varietà ametystinum o maritimum non importa.

Anche il Basilisco o Magydaris pastinacea, è un ottimo simbionte di questo fungo che non tarda a colonizzarlo con clima adeguatamente umido.

I TRICOLOMI

Entoloma disegnoIl più noto e più ricercato tra tutti è senza dubbio il Tricholoma portentosum.

Anche questo fungo presto avrà la sua scheda descrittiva nel nostro Atlante dei funghi.

Se ancora non lo conosci però non improvvisare

Con i funghi non si scherza!

In Italia si svolgono centinaia di manifestazioni a tema micologico in cui puoi avvicinare esperti Micologi cui chiedere preziose informazioni.

Assai apprezzato per il suo ottimo aroma di farina fresca che però, a detta di alcuni è persino troppo invadente e quasi fastidioso.

Lo trovi a gruppi di più esemplari in boschi di conifere, meno sotto le latifoglie, fruttifica fino ai primi geli.

Molto ricercato anche il Tricoloma terreum o moretta, assai diffuso nei boschi di Pino silvestre, nero o marittimo-domestico.

I SANGUINELLI

disegno lactarius deliciosus Il più apprezzato di tutti è il Lactarius deliciosus ma buoni commestibili sono anche i L. salmonicolor, L. sanguifluus e L. picinus.

Il deliciosus ha un elevato pregio alimentare e, per quanto da noi in Italia è surclassato dall’omnipresente Porcino, in altri stati d’Europa è ricercato ed ambìto per la preparazione di molti gustosi piatti, al pari dei Finferli.

Va consumato necessariamente cotto, cresce nei boschi di varie specie di Pino, incluso il non autoctono strobus o Strobo.


FUNGHI ORDINARI, CARDINALI, MAREMMANI, BRISE, SEMENTINI – Clitocybe geotropa

Clitocybe geotropaCresce tra prati e pascoli, tra cespugli spinosi, in gruppi di numerosi esemplari, spesso anche in circolo.

É un fungo assai apprezzato ed ambìto nelle regioni del Centro-Sud Italia.

Meno diffuso per mancanza di habitat e meno noto al Nord.

Ottimo fungo commestibile.

A detta di molti persino eccellente, è fungo assai ambito per preparazioni di sott’olii, anche di misto funghi.

 

LARDAIOLI ROSSI O BIANCHI – Hygrophorus russula ed Hygrophorus penarius

funghi LardaioliFunghi dal classico aspetto compatto, robusto e tipico delle russule.

Di colore vinoso che diventa giallo alla cottura per la varietà russula, ma beige-bianco per la varietà penarius.

Molto ambìti ed apprezzati tra Centro e Sud Italia, soprattutto in Toscana dove viene detto Lardaiolo.

Il Lardaiolo bianco profuma di latte bollito, entrambi sono ottimi con fagioli e salsicce ma anche sott’olio e nei misti di funghi.

Crescono nei boschi termofili di latifoglie a prevalenza di Quercus Ilex o Leccio, la quercia sempreverde che manca nel Nord Italia.

Aggiornamento funghi 10 Novembre 2018

I FUNGHI AUTUNNALI RITARDATARI

Fin tanto che non arriverà il gelido vento di tramontana, le brinate notturne e la neve, non mancheranno di deliziarci molti altri funghi autunnali.

Dopo le piogge saranno ancora presenti le Trombette dei Morti.

Con buona umidità non mancheranno le Mazze di Tamburo, i Coprini, gli Steccherini dorati, gli Imbutini, le Gambesecche, i Fiammiferini o Finferle, i Piede di Capra o pes-caprae.

Si troveranno ancora alcuni funghi Fré-Ferrandi-Erythropus, i Badius e tutti i funghi simili che nelle varie regioni d’Italia assumono il nome generico di Pinaioli o Castagnini.

Nelle regioni mediterranee termofile non mancheranno ancora i Galletti o Cantarelli mentre nei boschi caldi di collina non mancheranno i Leccini che, diverranno più rari al Nord e più abbondanti nella varietà lepidum al Centro-Sud.

Nelle pinete non mancheranno i Laricini tra i Larici o i Suillus luteus nelle pinete ad ago lungo.

Ancora ben presenti anche i Cortinari tra cui il Cortinarius praetans che è tra i funghi più ambìti dai micologi per ottima resa e sapore.

Il praetans abbonda ancora tra Faggi e Querce, più raro tra le Conifere.

Con i primi freddi arrivano poi le Lepista, nuda, sordida o personata. Funghi invernali tipici dei boschi di conifere.

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