© FunghiMagazine.it - contatti email: info@funghimagazine.it

Aggiornamento Meteofunghi 04-09-2021 – Funghi Porcini giganti
Stagione dei funghi Porcini fin’ora con molti alti e bassi. Il Nord Italia si avvia verso una drastica diminuzione delle nascite. Dopo le buone nascite del Centro, ora si avvia sulla strada delle grandi buttate anche il Sud. Vediamo dove stanno nascendo o nasceranno funghi Porcini e altri funghi
IL PUNTO SUL CLIMA ATTUALE
INDICE
Aggiornamento Meteofunghi 04-09-2021
Ed eccoci giunti al mese di Settembre. Il mese della grande prosperità ed abbondanza di funghi Porcini, come puoi leggere nel mio articolo → I Funghi di Settembre, Porcini & Company, nonché del ritorno sulla nostra nazione delle prime piogge pre-autunnali, che dovrebbero gettare le basi per imminenti grandi nascite di funghi.
Mai come ora però, l’uso del condizionale è d’obbligo, dal momento che, è sotto gli occhi di tutti, l’attuale fase climatica sembra volersi affrancare continuamente da quelli che sono gli schemi consolidati nel corso degli ultimi cent’anni.
C’è chi si rifiuta di volerli chiamare col proprio nome “Cambiamenti Climatici”, perché è spaventato dal nuovo, dall’imponderabile-sconosciuto, certo che, da che mondo è mondo, il clima è sempre cambiato e mai è stato uguale a sé stesso.

In realtà, in parte è vero, il clima sul nostro Pianeta è sempre cambiato, nel corso di miliardi di anni, addirittura i primi umanoidi hanno persino dovuto affrontare distruttive glaciazioni, durante le Ere Glaciali.
Resta il fatto che, al momento attuale, il nostro Pianeta sta attraversando una dura crisi climatica, improntata verso un eccesso di calore intrappolato nei primi strati, più prossimi al suolo, della nostra Atmosfera.
Eccesso di calore che, impone una troppo disomogenea distribuzione delle piogge, con concentrazione dei fenomeni in ristrette aree del Pianeta e per un breve lasso di tempo, con piogge che assumono frequentemente il carattere di Tempesta, con annesse piogge spesso alluvionali, alternate a lunghi periodi eccessivamente caldi-torridi, quindi fin troppo siccitosi.
Le aree Equatoriali ed Artiche, tutto sommato, rimangono mediamente interessate dai soliti fenomeni meteorologici tipici delle aree in questione ma, a pagare le spese maggiori del Riscaldamento Globale del Pianeta → “Global Warming”, sono essenzialmente le zone a clima temperato in cui si concentra la gran parte della popolazione mondiale.
Zone che in passato erano caratterizzate da un clima ottimale, non troppo freddo, ma neppure troppo caldo, mediamente piovoso, con i fenomeni meteorologici principali, aggregati entro periodi di tempo detti ‘Stagioni‘.
Chi di noi non ha sentito dire almeno una volta, da un amico, conoscente, parente o collega di lavoro, l’espressione “non ci sono più le mezze stagioni”?
Ecco, questa semplice espressione è il riassunto di quanto sta accadendo sul nostro Pianeta dove, l’eccesso di calore, sta trasformando le zone temperate in zone ad influenza Tropicale, con inizio di fenomeni di desertificazione nelle aree in cui la locale orografia sfavorisce il transito delle poche Perturbazioni che non rientrano in un più ampio schema Depressionario.
Il mite ed umido Flusso Atlantico Occidentale (NOA – Nord Atlantic Oscillation), viene continuamente disturbato da Anticicloni a lontana matrice Tropicale, con aria eccessivamente calda a tutte le quote altimetriche, i cosiddetti “Anticicloni Africani”, che di fatto deviano il flusso Perturbato, tipico delle nostre Latitudini temperate, verso aree a noi troppo distanti, per poter beneficiare di piogge regolari.
Quando questo Flusso Perturbato, ampiamente disturbato dalle bolle calde Africane o Oceaniche, si spinge fin sulle nostre Latitudini, lo fa in pompa magna, con annessi fenomeni meteorologi maggiori, spesso violenti e comunque estremi.
Ecco, l’estremizzazione del clima è proprio il vero responsabile degli alti e bassi che, anche le nascite dei funghi, stanno subendo sulla nostra Penisola e, ancor di più sulle nostre isole maggiori.
Di norma, dopo Ferragosto, gli Anticicloni Mediterranei arretravano verso Sud, lasciando campo libero al transito dei Flussi Perturbati Atlantici.
Dal 1982, anno in cui il Riscaldamento Globale del Pianeta ha fatto il classico giro di boa, passando da un periodo a clima ottimale, ad uno a clima eccessivamente caldo, la seconda metà di Agosto, Settembre e spesso anche Ottobre, sono ancora caratterizzati da Anticicloni Africani che si alternano a rapidi passaggi di prime ‘Gocce Fredde’, ovvero Depressioni ad origine Artica, che hanno nel proprio cuore d’alta quota, masse d’aria fredda che si riversa entro la propria area d’influenza, generando fenomeni meteorologici estremi, amplificati dal duro scontro tra aria fredda d’alta quota ed aria calda dei bassi strati atmosferici.
Insomma, tempi duri per i funghi che, sanno adattarsi al clima meglio di quanto non sappiano fare gli animali, e quindi anche noi umani ma che, nell’immediato, in attesa di nuove forme di adattamento, si trovano costretti a dar luogo a nascite ‘schizofreniche‘, ora persino sovrabbondanti, ora del tutto assenti.

IL PUNTO SULLE NASCITE ATTUALI
Aggiornamento Meteofunghi 04-09-2021
Dove stanno nascendo i funghi Porcini & altri funghi
Sarebbe banale dire, ‘dov’è piovuto nel corso della seconda metà di Agosto‘.
Anche i bambini ormai sanno che ‘i funghi nascono solo dopo che è piovuto’.
In realtà, a voler esser pignoli, c’è parecchia inesattezza in queste due espressioni poiché, in periodi climatici cosiddetti ‘normali‘ i funghi, ed in particolar modo i funghi Porcini, potrebbero nascere anche in assenza di temporali, di piogge degne di nota, se solo durante la notte ci fosse ancora la quasi estinta ‘rugiada‘.
Già, perché in fondo i Porcini, essendo funghi simbionti → che si nutrono sfruttando le radici degli alberi, su cui avvinghiano il proprio micelio, per poter vegetare e riprodursi, non avrebbero assoluta necessità di piogge. Il nutrimento e l’acqua vitali, potrebbero infatti ricavarli dalle piante micorrizzate.
Il problema vero e proprio però, è rappresentato dal vento e comunque dall’aria eccessivamente secca, che farebbe disidratare eccessivamente i ‘carpofori‘ → il cosiddetto fungo che noi raccogliamo.
Quante volte ci è capitato, anche dopo una abbondante pioggia, di sentir soffiare un leggero venticello caldo e secco, del tutto privo di umidità, che fa screpolare i cappelli dei funghi Porcini che, oltre a ritrovarsi con cappello crepato o spaccato, si trovano spesso con la cosiddetta ‘spugna‘ completamente, o quasi, staccata dal cappello.
Questo è un inequivocabile segno che, nell’aria c’è qualcosa che non va.
Che l’eccesso di secchezza impedisce una regolare fruttificazione e che quindi le nascite di funghi, se anche già presenti, grazie alle piogge pregresse, cesseranno nel più breve tempo possibile, perché la fruttificazione sarà fallimentare, non riuscendo a generare i preziosi semi: le ‘spore‘. Unico scopo della presenza dei ‘carpofori‘ nel bosco.
FUNGHI PORCINI GIGANTI
Ciò nonostante, può succedere che, là dove un lungo periodo siccitoso viene seguito da un passaggio Perturbato degno di nota, con piogge superiori ai 100 millimetri totali, si vengano a creare, per un breve lasso di tempo, le condizioni ideali per fruttificazioni in massa o addirittura per i cosiddetti ‘funghi Porcini giganti‘.
In questi giorni, stanno facendo il giro del web, in particolar modo dei Social, foto di funghi Porcini di notevoli dimensioni, anche oltre i 2 kg.

Questo è un comportamento tipico dei boschi del Centro-Sud Italia dove, i boschi rimangono a lungo spenti ed improduttivi. Quando finalmente giungono le piogge serie, si viene a creare improvvisamente un surplus di nutrienti rimasti a lungo non sfruttati a causa della perdurante siccità.
Ne approfittano i miceli più sani, che possono dar luogo a fruttificazioni spettacolari, sia per quantità (numero) che per qualità.
In questo periodo per esempio, dopo le abbondanti piogge cadute in Calabria superiore, si stanno raccogliendo i primi Porcini edulis spettacolari mentre, nuove piogge ancora in atto, promettono e permettono il proseguimento della prima vera buttata di funghi Porcini dell’anno.
Dopo questi preamboli, vediamo allora dove i funghi stanno nascendo in Italia, partendo da Nord a Sud.
NORD ITALIA
Marca male‘, come si usa dire al Nord.
Purtroppo, dopo un avvio di stagione scoppiettante, a seguito delle abbondanti piogge di fine luglio e primi giorni d’agosto, il Nord Italia non sta vivendo di sicuro una ottima stagione dei funghi.
Esuberati le nascite di funghi Porcini Estivi / Estatini (Boletus reticulatus / aestivalis), poi anche di Porcini Neri / Bronzini / Morecci (Boletus aereus) ma, queste nascite hanno interessato quasi esclusivamente le aree pianeggianti o di bassa collina.
Castagneti e Faggeti hanno visto ben poche nascite di Porcini Estatini. E’ andata meglio nei boschi a base Quercia o misti Quercia-Carpino, Quercia-Castagno, Quercia-Orniello o anche misti con Tigli. Ed ora?
Ora tutti questi boschi che ‘hanno già dato‘ sono fermi al palo, in attesa di piogge degne di nota, o comunque di flussi d’aria più umida che meglio si addice al Nord Italia.
Le poche piogge cadute anche dopo Ferragosto, in molti casi si sono rivelate tutt’altro che benefiche perché, accompagnate da repentini abbassamenti termici, seguiti da aria molto secca d’estrazione Nordorientale.
Il Piemonte sta vivendo un insolito periodo nero per i funghi
Qua e là, in pochi boschi sottovento rispetto alle correnti secche da Est, si sta trovando qualche sporadico Porcino Autunnale (Boletus edulis) ma si tratta di ritrovamenti sporadici e mai ben organizzati in vere e proprie buttate.
Il Sud della regione versa in un drammatico periodo di crisi idrica, come mai visto prima. Nel Cuneese e nell’alto Alessandrino si sta già razionando l’acqua. Fiumi quali il Tanaro ed il Bormida hanno il letto quasi completamente asciutto in tutto il tratto iniziale, là dove si trovano le maggiori sorgenti, sfruttate per approvvigionare gli acquedotti o i canali irrigui.
Anche le Alpi Marittime, tolte poche aree felici in territorio francese e sporadicamente su versanti riparati dell’alto Imperiense, non stanno vivendo un periodo umido, né beneficiano di buone nascite.
Saluzzese-Pinerolese e valli del Torinese in genere, beneficiano di pochissime deboli piogge con nascite col contagocce. Va’ leggermente meglio sulle Colline del Po-Astigiano dove il 31 agosto si sono verificati dei temporali degni di nota ma, il perdurare di aria eccessivamente secca, non lascia molte speranze per nascite durature. In questi giorni si potrebbe verificare un breve spot di nascite di Porcini Estatini e Neri, seguiti immediatamente da Ovoli Reali ma, per un lasso di tempo così breve, da far sì che in molti cercatori non riusciranno neppure a giungere sul posto in tempi utili, per poter raccogliere un mezzo cesto di funghi.
Canavese-Eporediese e Biellese occidentale hanno avuto brevi docce a fine Agosto ma in nessun caso degne di nota. Qua si raccoglie col contagocce, qualche sparuto Porcino edulis in quota, principalmente nei pochi boschi radi e radure dove c’è stato un minimo sindacale di rugiada notturna. Tuttavia il freddo notturno in quota, disturba le poche possibili nascite.
Biellese orientale, Valsesia e Verbano-Cusio-Ossola hanno ricevuto qualche doccia in più rispetto al resto della regione ma qua, le piogge fredde sono state seguite da aria secchissima, prevalentemente favonica, calda di giorno, fredda di notte, che sta inibendo nascite di Porcini anche tra la Valsesia ed il VCO dove non si registra alcuna buttata ma solo sporadiche nascite qua e là sottovento, cose minime, giusto 4/5 pezzi in ore ed ore di cammino.
Nel caso in cui tu ti voglia recare, o ti sia recato a fare un soggiorno fungino-micologico in Valsesia ma, sconcertato per la scarsità di funghi presenti, decidi di dedicarti al turismo locale, ti consiglio di dare un’occhiata al sito eventivalsesia per scoprire come poter occupare il tuo tempo libero tra camminate, manifestazioni e degustazioni di cibi locali.
Anche in Valle d’Aosta, dopo un relativo lungo periodo di grazia, a Sud della Dora Baltea le nascite rallentano o cessano. Qua e là si trovano ancora pochissimi funghi giovani, inframezzati a molti più funghi adulti che indicano inequivocabilmente il ‘fine buttata’, non supportato da nuove piogge.
Assai peggio a Nord della Dora dove il vento favonico ha letteralmente prosciugato ogni cenno d’acqua presente nei boschi, con nascite cessate rapidissimamente e non più riprese. Va invece decisamente meglio nella vicina Savoia dove, piogge giunte da Ovest hanno bagnato i boschi quanto basta per mantenere attive buone nascite di Porcini edulis e pure alcuni Pinicola in quota.

LOMBARDIA E SVIZZERA MERIDIONALE soccombono sotto un favonio costante e maledetto che prosciuga anche i pensieri.
Chi sta infatti pensando di andar per boschi nel fine settimana, può cambiare programmi perché, le nascite di funghi, ottime fino a fine agosto, sono drasticamente cessate sotto l’incalzante e secchissimo favonio.
Tutti i report ricevuti nel corso degli ultimi giorni da residenti in Valsassina, Val d’Intelvi, Valli Bergamasche e Bresciane, Valtellina e pure in generale, Sopraceneri e Sottoceneri, ci dicono che trovare 3 o 4 funghi freschi sta diventando un’impresa da campioni. Bisognerà attendere pazientemente che cessi il Favonio e tornino i dolci Flussi umidi Oceanici.
TRIVENETO con identica sorte di Lombardia e Canton Ticino. Qua ci sono state decisamente più piogge rispetto alle zone occidentali ma, a guastar la festa, sono intervenute temperature notturne assai basse, accompagnate da vento freddo che ha seccato gran parte del Trentino e tutta la zona collinare-basso montana veneta.
Dove invece si sono avute ancora docce o veri e propri acquazzoni come nell’Alto Adige-Tirolo-Carnia ed in generale Nord Friuli, la stagnazione di piogge fredde ha bloccato ogni possibile nascita, anche là dove le nascite erano già in corso.
Unica nota positiva è che, Porcini a parte, nel Triveneto stanno per lo più festeggiando i funghi igrofili che, noncuranti del freddo, stanno diventando persino abbondanti. Finferli / Galletti, Finferle / Lutescens e persino Trombette dei Morti possono consolare i cercatori che, per lo meno, non torneranno a casa coi cesti completamente vuoti.
Il Triveneto si candida a poter usufruire di imminenti nascite, non appena le temperature riprenderanno a risalire, dopo gli sbuffi freddi di fine Agosto. Piogge adeguate cadute soprattutto in Veneto montano e Friuli, in parte anche in Trentino a fine Agosto, potrebbero dar luogo a gradite sorprese a breve termine.
Stendiamo un velo pietoso tra Liguria ed Emilia Romagna dove, vere e proprie buttate non sono mai iniziate, né se ne prevedono a breve.
Alcuni quartieri di Genova hanno dovuto contare più di 100 giorni per poter riveder cadere quattro gocce di pioggia. Genova Ovest e provincia di Savona sono stati al centro della maggiore siccità regionale. In alcuni boschi del Genovesato, ad esempio nell’Aveto, è addirittura stato proibito di andare a funghi per non rovinare inutilmente i miceli, causa siccità.
E’ andata un po’ meglio verso il Tigullio, l’Entella e l’alto Vara dove qualche temporale sparso ha per lo meno bagnato i boschi. Nascite a singhiozzo, qua e là, ma pochissima cosa. Il 28 e 30 alcuni buoni temporali hanno bagnato l’alto Vara fin sulle coste tra Moneglia e Vernazza, attorno a Casarza-Carrodano perciò lì sono ipotizzabili imminenti nascite.
In Emilia Romagna invece, piogge relegate più alle aree pedemontane che non sulle vette Appenniniche. I temporali frequenti in zona Appennino Ligure-Emiliano sono stati spesso troppo rapidi. Hanno comunque bagnato adeguatamente l’alto Parco Regionale delle Valli del Parma e Cedro e più in generale il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano tra alto Parmense e Reggiano con sconfinamenti nel vicino Pontremolese.
CENTRO ITALIA
Come ho scritto nel mio articolo FUNGHI PORCINI, E’ IL TURNO DEL CENTRO ITALIA, le piogge e nubifragi di metà Agosto hanno dato buoni frutti, ma non dappertutto.
I nubifragi del 23 agosto, sono stati spesso accompagnati da grandinate che, di fatto hanno provocato shock termici affatto graditi da funghi quali i Porcini Estatini e Porcini Neri.
Volenterosi cercatori che hanno voluto verificare se i nubifragi del Trasimeno-Perugia-Pesarese e Anconetano hanno dato buoni frutti, ci hanno riferito che, là dov’è grandinato, non vi sono state ancora nascite.
E’ andata meglio nelle MARCHE dove, dopo le piogge del 23 è piovuto anche il 24, il 25 il 27, il 28 e pure il 31 di Agosto.
Tutte queste piogge hanno già dato vita a discrete nascite di Porcini del caldo in collina, a breve daranno buoni frutti anche lungo i litorali e sui monti dove, si prevede finalmente qualche discreta nascita anche tra i pigrissimi Faggi.
In TOSCANA piogge degne di nota si sono avute il 23 e poi anche il 28. Principalmente lungo le aree interne orientali delle Colline Metallifere su alto Cecina e Merse ma, l’aria eccessivamente secca post-piogge, non ha facilitato la partenza di vere e proprie buttate.
In boschi umidi, al riparo dal vento, nascite di Porcini del caldo sono già possibili, imminenti o appena cessate. Purtroppo il clima ancora prevalentemente ventoso-secco non aiuta a prevedere imminenti buttate.
In zona Appenninica il 23 Agosto si sono avuti buoni temporali verso Pontremoli-Abetone-Cimone fin sul Corno alle Scale con discreti temporali non solo sui versanti Emiliani, ma anche su quelli Toscani.
Qualche pioggia si è avuta anche verso il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e Monte Falterona ma qua senza che vi siano stati successivi buoni apporti idrici, semmai col vento incalzante a rompere le scatole. Qualcosa tuttavia è nato e si sta trovando ma, senza che si possa parlare di buttate.
A secco l’Amiata e gran parte del resto della regione Toscana. Qualche temporale in più ha interessato le zone di confine con l’Umbria di Orvieto e lago di Trasimeno ma, la presenza di grandinate nei nubifragi ha impedito al momento nascite degne di nota.
In Umbria al momento risultano completamente improduttivi i boschi di Leccio e Roverella che richiedono piogge copiose con successivi mantenimenti dell’umidità, con ulteriori docce a seguire. Buone nascite ci vengono invece segnalate da alcuni nostri lettori tra i Castagneti e Querceti. Ancora fermi al palo invece i Faggi appenninici a causa del recente freddo notturno.
Chi ha seguito il nostro Semaforo dei funghi, in particolar modo il susseguirsi ed aggiornamento della mappa d’Italia presente in homepage, non si è perso le ottime nascite di funghi Porcini estivi del LAZIO.
Si è trattato però di nascite di breve durata, come spesso accade quando ottimi temporali non vengono poi seguiti da ulteriori piogge. In particolar modo i boschi di Castagno o Quercia o misti Castagno-Quercia-Carpino hanno dato vita ad una breve ma intensa buttata di funghi Porcini e altri funghi commestibili. In particolar modo nel Basso Lazio c’è stato chi si è divertito, così come ha fatto chi ha oltrepassato il confine abruzzese portandosi tra le province di l’Aquila, alto Teramano e soprattutto Chieti.
SUD ITALIA
Anche in questi ultimi settori, protagonisti i boschi misti Quercia-Castagno mentre i Faggi appenninici risultano anche in Abruzzo ancora pigri e poco produttivi, in particolar modo tra Gran Sasso e Maiella.
Grandi piogge hanno bagnato a più riprese il Molise, tanto nel Sannio, quanto in collina e pure in Appennino nel Matese molisano e pure Campano, anche se le piogge maggiori si sono verificate più sui versanti molisani che non su quelli campani.
In Campania piogge a macchia di leopardo in zone Appenniniche o sub-appenniniche da Nord a Sud con buoni spot temporaleschi in Irpinia o comunque al confine con la Basilicata. I Monti Picentini hanno avuto temporali solo locali perciò le attuali nascite interessano solamente i boschi sottovento dov’è piovuto.
Qualche buon temporale recente anche sui Lattari tra le Ferriere e Maiori-Cetrara-Vietri. Qua, vento permettendo, qualche discreta nascita dovrebbe essere imminente, grazie anche ai cieli nuvolosi degli ultimi giorni. Salernitano con nascite possibili tra Alburni-Cilento ma meglio tra Tanagro e Sele, oltre che verso Sapri.
Cilento sfiorato da una grossa cella temporalesca che finalmente ha riportato la pioggia vera sulla SICILIA il 4 Settembre con accumuli di pioggia importanti ovunque, ad esclusione delle zone costiere di Agrigentino e Ragusano.
Sull’isola si registrano già ottime nascite, conseguenti le prime poche piogge di fine Agosto, tra Peloritani, Nebrodi ed Etna. Le piogge del 4 Settembre daranno sicuramente luogo ad ottime nascite in gran parte dell’isola entro la metà di Settembre.
Momento felice per la CALABRIA superiore che ha avuto piogge adeguate attorno a Ferragosto e poi una ricca passata temporalesca il 26 Agosto. Qua tra le province di Cosenza e Catanzaro si registrano già buone nascite.
Porcini estivi nel Catanzarese collinare e Sila Piccola, anche sui colli che affacciano sul Crati di Cosenza. Porcini edulis e Pinicola invece iniziano a trovarsi sulla Sila, come anticipato a proposito dei Porcini Giganti.

Zona Pollino meno favorita perché interessata solo marginalmente dai temporali che invece hanno colpito maggiormente la Catena Costiera, l’Orsomarso, il fiume Lao, Maratea ed immediato entroterra di Lauria-Lagonegro e la valle del Sinni in Basilicata.
Nascite dunque sottotono sul Pollino e boschi di Castrovillari, molto meglio nei rimanenti settori del Parco Nazionale del Pollino.
Ancora in Basilicata per una ottima buttata di Porcini estivi appena iniziata nella bassa Basentana tra Basento-Bradano e confine pugliese fin su parte del Tarantino di Ginosa-Laterza-Massafra fin su Putignano. Qua un forte temporale il 26 Agosto ha bagnato adeguatamente con piogge anche in parte del Salento jonico, oltre che sul foggiano di confine con la Campania.
E’ andata però meglio sul Gargano, soprattutto quello settentrionale, dov’è piovuto a più riprese con anche temporali ben tosti. La Foresta Umbra si candida dunque per imminenti ottime buttate.
Infine la SARDEGNA che non ha vissuto una buona estate. Incendi, siccità, caldo esuberante, per non dir del tutto opprimente. Ad Agosto è piovuto ben poco. Giusto a fine mese alcune docce nel Sassarese e tra Porto Torres e Castelsardo. Poca cosa. Le poche piogge cadute il 25 Agosto sui settori Est dell’isola, sono evaporate pochi minuti dopo che sono cessati i velocissimi temporali.
Per fortuna il 3 Settembre il transito di una grossa massa temporalesca ha fatto sì che piogge veloci bagnassero la gran parte dell’isola. Purtroppo gli accumuli non sono stati quasi mai superiori ai 5 mm. Troppo poco per dar luogo a nascite degne di nota.
Qualche accumulo in più, fino a 20 mm nella zona di Olbia-Padru-Alà dei Sardi e molto a Sud nel Cagliaritano tra Cagliari-Capoterra, con piogge diffuse da Carbonia alla Foresta dei Settefratelli-Villasimius ma in genere si è trattato di accumuli prossimi ai 10 mm, ancora pochino per innescare nascite degne di nota ma non impossibili se il tempo si manterrà nuvoloso o comunque umido per qualche giorno.
Dando uno sguardo ai MODELLI MATEMATICI per capire che cosa ci attende da qua alla fine della prima decade di Settembre, possiamo vedere un persistere di correnti non molto umide settentrionali o orientali, con temporali sulle zone interne appenniniche e minor instabilità sulle coste tirreniche con le Alpi ancora interessate da flussi moderatamente secchi-favonici e poche piogge all’orizzonte, almeno fino a tutto il 9 di Settembre.
Attorno al 12 Settembre la formazione di una Goccia Fredda tra le Azzorre e l’Atlantico spagnolo potrebbe innescare venti umidi di Libeccio o Scirocco ma, l’arrivo di questi venti da Sud potrebbe far risalire repentinamente le temperature al Sud, forse investito da una Bolla Calda Africana, in particolar modo la Sardegna.
Qualche buona pioggia potrebbe giungere sul Nord Italia ma, è presto per sciogliere una difficile prognosi.
Ne riparleremo la prossima settimana con nuovo articolo di Aggiornamento meteofunghi.
Aggiornamento meteofunghi 04-09-2021 @funghimagazine
Scusa se ti contraddico, ma nelle marche in agosto non è ancora uscito nulla nonostante i cosiddetti nubifragi, sia nel pesarese che nella provincia di Macerata. Oggi, dopo aver cercato piopparelli quasi inutilmente in collina nelle mie campagne (prov. di Ancona) ho fatto un giretto sull’appennino maceratese – Monte San Vicino e Monte Canfaito – e gli unici funghi trovati sono stati Macrolepiota excoriata (1 e pure essiccata al naturale) e 2 Bovista plumbea su prato. Fine. I nubifragi non hanno avuto alcun effetto, è polvere dappertutto. Da quello che so gli unici B. edulis stanno nascendo al confine con l’Abruzzo a 1800 metri di quota, e sono rarissimi, a causa delle temperature troppo basse.
Francesca, purtroppo quel che scrivi è la fotografia di un clima affatto favorevole per i funghi. Tutti questi alti e bassi, alternanze di lunghi periodi caldi-torridi, estremamente siccitosi con temporali violenti di relativamente breve durata, non aiutano certamente le fruttificazioni. Tuttavia qualche nascita in regione c’è stata. Le persone con cui sono in contatto via chat me le hanno confermate. In tempi climatici così stravaganti, le poche nascite bisogna scovarle con il lanternino, sottovento, in piccole conche riparate e sotto le piante giuste. Lecci e Querce in genere sono al momento completamente improduttivi. Quel poco che si trova, lo si trova tra Carpini, Tigli, Castagni, Ornielli, Corbezzoli, in radure e comunque quasi mai in boschi organizzati perché lì l’acqua piovana, in molti casi non ha raggiunto il suolo. Come confermi tu, i Faggi di montagna hanno tentato di fruttificare, anche al confine con l’Umbria, ma il freddo in quota ne rallenta o ostacola le nascite. In periodi climatici come questi, i classici 10/14 giorni dopo la pioggia diventano troppi. Quando piove bisogna correre a cercare i funghi igrofili (Galletti, Trombette dei Morti, Russule) subito dopo la pioggia. A volte 4 giorni dopo la pioggia sono già troppi se, dopo i temporali torna il caldo-torrido o peggio ancora il vento. Ad ogni modo, grazie per la tua preziosa segnalazione. Ne terremo conto.