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Aggiornamento Meteofunghi 28-03-2022 – Torna la pioggia al Centro-Nord

Aggiornamento Meteofunghi 28-03-2022 – Più di cento giorni di siccità nel Nordovest italiano, ora la situazione si fa davvero critica, con sorgenti in secca, fiumi trasformati in fiumare e monti privi di neve. Che ne sarà delle prime di nascite di funghi primaverili?

Aggiornamento Meteofunghi 28-03-2022

Aggiornamento Meteofunghi 28-03-2022

Situazione attuale ed analisi climatica degli ultimi decenni

Era il giorno 8 di Dicembre quando sul Nordovest italiano si realizzava l’ultima precipitazione degna di nota, peraltro per nulla affatto preceduta da altrettante buone precipitazioni.

Un trend siccitoso che ormai va avanti da molto, molto tempo, basti dire che alcune aree del cuneese, torinese, astigiano ed alessandrino, ormai si trovano in regime di siccità da alcuni anni.

Era andata leggermente meglio in alto Piemonte dove, tra la scorsa estate ed autunno, qualche temporale passeggero aveva portato alcune piogge copiose, per quanto concentrate in episodi per lo più di medio-breve durata, con un evento precipitativo maggiore che, tra il 3 ed il 5 ottobre 2021 aveva assunto carattere alluvionale.

Se non ci fosse stato questo importante episodio precipitativo, le medie pluviometriche dello scorso autunno sarebbero state tra le più basse degli ultimi decenni.

Per darti un’idea di quanto sia pesante il deficit pluviometrico in Piemonte, ti illustrerò i dati di una delle stazioni meteo più rappresentative del Nordovest italiano, poiché collocalta a 1.180 mt nel cuore delle Alpi Biellesi, in una delle zone del Piemonte che, di norma riceve i maggiori apporti di pioggia e neve durante l’anno e che registra i dati meteo dalla fine dell’800.

Analizzando i dati meteo dell’Osservatorio Meteosismico di Oropa-Biella, si rileva come, le precipitazioni non siano mai state costantemente uniformi, con molti alti e diversi bassi, tuttavia se in passato sono sempre state ben distribuite nel corso dei mesi, durante gli ultimi decenni, si sono sempre più concentrate in episodi di forte intensità, preceduti e seguiti da precipitazioni modeste.

In una località che di norma registra medie pluviometriche prossime ai 2.000 millimetri annuali, il record negativo spetta al 1952 quando caddero solamente 1200 mm con la siccità iniziata già nel mese di dicembre 1951, proseguita a gennaio, febbraio e marzo e poi ripresentatasi nuovamente a giugno, ottobre, novembre e dicembre con ulteriore siccità anche nel 1954 e 1955.

La siccità al Nordovest italiano è sempre stata provocata da una sfavorevole ed infelice disposizione delle correnti perturbate che, impattando da Nord o da Ovest-Nordovest contro la barriera alpina, finiscono per deviare verso Nordest o Sudovest, lasciando all’asciutto i versanti Sud-Alpini (italiani).

La peggiore di queste configurazioni meteorologiche, si ebbe tra autunno-inverno in Italia, a cavallo tra il 1999 e 2000 quando si registrarono 137 giorni consecutivi senza precipitazioni degne di nota. Dall’11 dicembre al 27 marzo non caddero che pochissimi millimetri di precipitazione. 40 a dicembre, 1,6 a gennaio, 3 a febbraio e 98,6 negli ultimissimi giorni di marzo.

Anche l’inverno 1980-1981 fu ostinatamente siccitoso e ventoso, basti dire che durante la stagione autunnale-invernale la maggior parte delle stazioni scisistiche piemontesi non aprirono mai gli impianti di risalita per assoluta mancanza di neve.

Tra il 29 novembre 1980 ed il 15 marzo non caddero che una trentina di millimetri di precipitazione. 0,4 a dicembre, 15,4 a gennaio, 12,2 a febbraio ma, i prodromi di questa siccità, si erano già avuti nel mese di settembre 1980 con soli 36,6 mm di pioggia caduta.

Attualmente è dal 2015 che prosegue un nefasto trend siccitoso

Aggiornamento Meteofunghi 28-03-2022

Siccità pesante la si è avuta nel mese di luglio 2015. Zero millimetri di pioggia a novembre e dicembre dello stesso anno con soli 11,8 a gennaio 2016. Secco anche il periodo settembre-ottobre e dicembre 2017 con picco quasi alluvionale nel mese di novembre 2016.

Il 2017 ha esordito con un gennaio siccitoso con soli 5,4 millimetri seguito da un inizio di febbraio ugualmente secco e ritorno delle piogge in zona cesarini con 56,8 mm. Nuova siccità a luglio, settembre e addirittura 1,2 mm ad ottobre 2017.

Le piogge si sono poi sbloccate nel 2018 con picco precipitativo tra ottobre e novembre con rispettivamente 657,8 e 529,2 millimetri ma già a dicembre dello stesso anno riprendeva la siccità con soli 8,2 mm.

Anche il 2019 registrava un autunno decisamente piovoso con 582 mm caduti ad ottobre e 647,4 a novembre ma con siccità a gennaio, febbraio e marzo.

L’anno 2020 esordiva con 1,8 mm di precipitazione a gennaio, 6,8 a febbraio e poi uno zero tondo a novembre ma faceva ancor peggio il 2021 che esordiva bene con 172 mm a gennaio ma già soli 45 a febbraio, 8 a marzo, 64 ad aprile, 85 ad agosto e settembre e 21 a dicembre.

Gennaio 2022 ha ‘generosamente’ elargito uno striminzito millimetro di pioggia e, febbraio 7,6 millimetri.

Tirando le somme, analizzando i dati pluviometrici dal 1920 ad oggi, come già accennato, c’è molta discontinuità pluviometrica nel corso degli anni, tuttavia il trend siccitoso è andato aumentando dal 1997 in avanti con tendenza ad avere una ‘Stagione delle Piogge, Autunnale’ ed una lunghissima stagione secca con brevi intermittenze qua e là.

La siccità non riguarda però solamente il Piemonte

Clima secco con lunga assenza di precipitazioni lo si è avuto anche il Liguria, Valle d’Aosta (qua con qualche temporale estivo in più rispetto al resto del Nord) e Lombardia, mentre nel Nordest qualche sbuffo instabile è riuscito a più riprese ad oltrepassare la barriera alpina portando precipitazioni a macchia di leopardo, quandi assai mal distribuite, in Triveneto.

Dall’Oltrepo’ Pavese alla Romagna, le precipitazioni hanno spesso generosamente bagnato i versanti liguri o toscani, lasciando quasi sempre a secco quelli emiliani-romagnoli con qualche rovescio lungo le coste toscane ed in Appennino, ma rovesci solo temporanei ed a macchia di leopardo, tra la Toscana interna e l’Umbria.

Quando finirà questo trend siccitoso?

Aggiornamento Meteofunghi 28-03-2022

Dopo aver visto impresentabili immagini del Fiume Piave completamente privo d’acqua (quasi fosse una fiumara del Sud Italia, dove peraltro, nel corso degli ultimi decenni le precipitazioni sono andate aumentando, anziché diminuire, per il progressivo riscaldamento del Mediterraneo, con maggior evaporazione e conseguenti precipitazioni), ed un Fiume Po, talmente seccagno da non garantire più il pescaggio dell’acqua per l’irrigazione dei campi, la domanda che tutti mi pongono è:

«ma quando finirà questa lunga siccità? E che ne sarà delle future nascite di funghi

Per risponderti, per rispondervi, sono andato a consultare tutti i più importanti Modelli Matematici Meteorologici in cui poter trovare una risposta il più possibile affidabile e, finalmente, dopo un lunghissimo periodo di incontrastato dominio di un irremovibile Anticiclone, posizionato tra Oceano Atlantico ed Europa Sudoccidentale, finalmente si intravvedono i primi segnali positivi: nubi e piogge all’orizzonte.

Approfitto del ritorno del buon-tempo, con le relative attesissime piogge, per segnalarti che, a partire dalla primavera 2022, funghimagazine si avvarrà della preziosa collaborazione di un gruppo di meteo-appassionati davvero promettente.

Il progetto si chiama Naturalmeteo, un sito web con molte ramificazioni sui Social, fatto da persone competenti, con tanta voglia di fare ed offrire informazione genuina, senza l’assillo dei click e senza le solite esagerazioni di chi, ogni settimana, già 10/15 giorni prima dell’evento, annuncia l’arrivo dell’ennesima ondata di gelo, neve, pioggia o altro, che poi puntualmente non si verificherà, ma che attirerà la curiosità di milioni di lettori che, delusi, si allontaneranno ulteriormente dalla passione per la meteorologia, ritenendola una scienza altamente inaffidabile.

Per molto tempo Funghimagazine si è occupato in proprio di Meteofunghi, da oggi lo farà con il supporto e l’apporto di Naturalmeteo, continuando a pubblicare in proprio gli articoli di ‘Aggiornamento Meteofunghi‘ delegando però ai colleghi di analizzare il Meteo e di farci conoscere il futuro trend delle precipitazioni che, per un esperto cercatore di funghi è imprescindibile.

Come puoi leggere sulla homepage di Naturalmeteo con l’articolo di Fabio Fioramonti Pioggia, ora torna a prenderti quello che è “Tuo”!, finalmente tra mercoledì 30 ed i primi giorni di aprile, la pioggia tornerà ad affacciarsi anche sul Nord Italia con nevicate che, inizialmente attorno ai 1400-1500 metri, scenderanno gradualmente di quota fino a lambire le quote pianeggianti, in alcune aree del Piemonte (da confermare).

Il ritorno delle precipitazioni non dovrebbe, in quest’occasione, essere un episodio sporadico, così come accadde l’8 dicembre scorso, ma potrebbe essere il preludio di un più interessante periodo, caratterizzato dalla presenza di Cicloni Mediterranei in grado di procrastinare il buon-tempo (di questi tempi chiamarlo maltempo è da irresponsabili) con precipitazioni a più riprese, ora sospinte da venti umidi di Libeccio che favoriranno maggiormente zone sopravvento di Liguria, Lombardia e Triveneto, ora con correnti umide di Ostro-Scirocco che potrebbero favorire maggiormente le zone sopravvento a Nord del Po, in generale, oltre che l’Appennino Settentrionale.

La curvatura ciclonica delle correnti locali, potrebbe a tratti anche favorire la discesa di masse d’aria fredda da Nord, Nordest o persino Est, in grado di instabilizzare ulteriormente l’atmosfera con anche nevicate fino a quote collinari… Meglio tardi che mai!

Ne riparleremo nel corso dei prossimi giorni e, in attesa del prossimo articolo di ‘Aggiornamento Meteofunghi‘, ti invito a seguire, giorno per giorno, le previsioni per l’intera nazione e per macro-aree su Naturalmeteo.

Aggiornamento Meteofunghi 28-03-2022

Tornano le precipitazioni… Ed i funghi?

Aggiornamento Meteofunghi 28-03-2022

Quello delle nascite dei funghi è davvero un bel dilemma.

Sappiamo oramai tutti quanti che, per poter vegetare e fruttificare correttamente, i funghi necessitano di buoni tassi d’umidità dell’aria (in molti casi, più che dei suoli) e di temperature adeguate e mai esagerate.

Ora è certo che tornerà la pioggia, in alcune aree anche tanta, per esempio sulle Orobie si partirebbe subito con almeno 50/80 mm già in prima battuta.

MORCHELLE-SPUGNOLE-VERPE

L’incognita a questo punto è se l’ulteriore abbassamento delle temperature al Nord, con anche il ritorno della neve fino in collina, non farà più danno che bene, ora che le piante da frutto ed i Carpini sono già tutti in fiore, insieme con i Frassini da Morchelle, con le Querce che già presentano gemme ingrossate e pronte a sbocciare da un giorno all’altro.

Di certo l’arrivo della pioggia, contestualmente alla fioritura dei Frassini, non sarà accolta come una Santa benedizione dalle delicatissime Spugnole-Morchelle che, è vero che amano vegetare in ambienti igrofili ricchi d’umidità ma, di certo non farlo sotto la pioggia, o in presenza di ristagni d’acqua al suolo (vedi voci della nostra Enciclopedia: Igrofano, Igrofaneità).

Le Morchelle, Verpe e simili, sono funghi delicati, facilmente soggetti a marscesenza ed ammuffimenti e la pioggia diretta non è per loro mai bene accetta.

C’è solamente da sperare che, sebbene pronte a tornare a vegetare dopo la quiescenza invernale, attendano ancora un pochino prima di fruttificare, altrimenti la gran parte dei carpofori / sporofiri che riusciranno a vegetare, ammuffiranno in men che non si dica.

MARZUOLI O DORMIENTI

Discorso opposto invece per i funghi Marzuoli o Dormienti (Hygrophorus marzuolus) che stanno attendendo l’acqua e la neve, così come gli Ucraini attendono la fine delle ostilità ed il ritorno della pace.

In molti casi, soprattutto in Lombardia e Trentino, l’assenza di neve al suolo ha impedito a questi funghi di poter fruttificare.

Ti ricordo che i funghi Dormienti, ‘omen nomen‘, così come dice il nome stesso, amano dormire sotto una mite coltre di neve che li ripara dal gelo estremo dell’inverno, ma gli garantisce anche lunga vita, fino a 4/6 mesi.

Questi sono funghi che necessitano, oltre che della neve, anche di elevati tassi di umidità e presenza di acqua ferma entro la lettiera.

Ad oggi, in Toscana si sono trovati i primi funghi Marzuoli, ma solo in limitati spot, in aree appenniniche con depositi di neve conservati dalla costante presenza di ombra, anche pomeridiana.

Sta andando meglio in Calabria tra la Sila e le Serre-Aspromonte dove, la neve invernale non è mancata a più riprese, con anche buoni accumuli e nascite segnalate soprattutto in Sila, sui versanti più soleggiati dove la neve ha già iniziato a sciogliersi.

Qualche sporadica nascita anche in Sicilia sull’Etna e tra Peloritani-Nebrodi e Madonie in limitatissime zone boschive con faggi o miste faggio-conifere.

L’arrivo così tardivo della neve e delle piogge, difficilmente potrà innescare nascite tardive di questi funghi che, solitamente fruttificano già a partire da novembre-dicembre, per poter poi esser raccolti allo scioglimento della neve.

PRUGNOLI O FUNGHI DI SAN GIORGIO

Benefiche saranno invece le piogge in arrivo per i funghi Prugnoli o San Giorgio (Calocybe gambosa) che non amano vegetare in presenza di ristagni d’acqua, tuttavia necessitano di prati, lettiere ed humus ben bagnati.

Tanto più pioverà, tanto più importanti saranno le nascite a seguire, purché alle piogge facciano seguito almeno una buona manciata di giorni di sole con temperature già prossime ai +20°C.

Più freddo farà, più a lungo le piogge fredde persisteranno e minore sarà la fruttificazione di questi attesissimi ed apprezzatissimi funghi primaverili.

Aggiornamento Meteofunghi 28-03-2022

FUNGHI PRIMAVERILI

Inutile ricordarti che, i più attesi tra tutti i funghi primaverili sono senza dubbio i primi Porcini Estatini (Boletus reticulatus / B. aestivalis) e Porcini Pinicola o Rossi (Boletus pinophilus) la cui fruttificazione è sempre direttamente proporzionale all’andamento climatico.

Più umidità e fresche giornate soleggiate vi saranno (fresche ma non fredde) e maggiori saranno le probabilità di buone fruttificazioni già a partire dalle ultime giornate di Aprile.

Naturalmente le piogge in arrivo, anche se localmente importanti o copiose, non potranno porre rimedio ad un periodo autunnale-invernale disastrosamente siccitoso.

Pioggia e neve contribuiscono infatti al corretto disgregamento-disfacimento-trasformazione della materia organica che si deposita al suolo.

Foglie, rami, alberi, frutti, semi, animali morti, contribuiscono tutti insieme, alla formazione della lettiera e dell’humus in cui, insetti e funghi opereranno insistentemente fino al completo disfacimento della materia grezza, con trasformazione in composti ricchi di sali minerali, zuccheri ed una moltitudine di microelementi indispensabili per la vita dell’intero bosco.

Affiché però il disfacimento possa avvenire regolarmente, occorre che vi sia un ingradiente, non necessario, ma indispensabile: l’acqua.

Minore sarà l’apporto di pioggia e neve e minore sarà il quantitativo di foglie secche che di disgregheranno trasformandosi in humus.

Uno strato di foglie troppo alto impedisce all’ossigeno di raggiungere i sottostanti miceli, crea putrescenza e mascescenza con dominio di muffe a danno di insetti e funghi.

Una lettiera putrida non giova neppure alle piante stesse che, non solo non ne trarranno giovamento ma, addirittura potrebbero vedere le proprie radici capillari superficiali, gravemente danneggiate.

L’acqua piovana non è una necessità solo umana

Aggiornamento Meteofunghi 28-03-2022

Non serve solamente ad irrigare i nostri campi, a placare la nostra sete, a lavare ed igienizzare i nostri corpi ma, serve soprattutto a rimpinguare le disastrate e semi-esaurite falde acquifere, a riattivare le sorgenti, a ricostituire il circolo virtuoso della vita sul nostro Pianeta.

Senza acqua, senza le preziose piogge, non ci sarà futuro per l’uomo perciò, mai come ora, è indispensabile prendere atto che, i Cambiamenti Climatici non sono una perversa invenzione di alcuni scienziati masochisti che vogliono terrorizzare l’umanità ma, sono una inquietante realtà che va’ di pari passo col menefreghismo di molti che preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia, come fossero struzzi, piuttosto che rendersi conto che, anche nel loro piccolo, possono fare qualcosa di concreto.

In primis, ottimizzando i consumi d’acqua potabile, dentro e fuori casa, quindi, smettendo di sperare costantemente di poter veder il cielo sgombro dalle noiose nubi, così da poter andare a chiudersi in un Centro Commerciale dove, che ci sia il sole o la pioggia, poco cambia, dal momento che lì dentro vedrà solamente soffitti di negozi e luci artificiali che influiranno negativamente sul suo metabolismo, sul suo umore, sul suo benessere psicofisico.

Comunque vada, i funghi sanno sempre adattarsi meglio dell’uomo a situazioni estremamente avverse.

Ciò non toglie che, le nascite e raccolte di funghi per l’anno 2022, partano già col piede sbagliato. Ci sarà modo e tempo (forse) perché le cose migliorino. Auguriamoci solo che l’attuale crisi climatica non inizi a galoppare sempre più, anticipando a sorpresa il superamento della soglia dei +2,5°C oltre la media globale di temperature medie, portandosi troppo rapidamente ai pessimisticamente paventati +5°C che, rappresenterebbero il punto di non ritorno per l’intera umanità, con impossibilità di adattamento per la gran parte delle Specie, umani inclusi.

Aggiornamento Meteofunghi 28-03-2022 di Angelo Giovinazzo@funghimagazine.it

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