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Funghi Magazine - Il magazine on-line sui funghi d'Italia. Aggiornamenti funghi, articoli e notizie sui funghi, segnalazioni in tempo reale. dove nascono i funghi e la tabella sulle nascite e crescite dei funghi con il Semaforo dei Funghi

Funghi Porcini spaccati dalla siccità africana ma, alle porte piogge e ulteriori nascite. Vediamo dove. Aggiornamento Porcini 12-10-2023

Nell’aggiornamento Porcini 12-10-2023: “grande e lunga buttata di funghi Porcini, rallentata o bloccata dal gran caldo e dal secco Anticiclone africano ma, nonostante le condizioni avverse, le nascite non sono ancora del tutto cessate. Riuscirà il ritorno delle piogge, a far riesplodere una nuova importante buttata?”

Funghi Porcini spaccati dalla siccità africana ma, alle porte ci sono nuove piogge e ulteriori nascite di funghi

Aggiornamento Porcini 12-10-2023 – Prima parte

Apro oggi questo articolo di Aggiornamento Porcini con una considerazione che ci ha inviato via email un nostro lettore, Ilario da Biella:

«È evidente che i cambiamenti climatici sono più che palesi. Solo gli stolti non vedono o non vogliono vedere ciò che ormai è sotto gli occhi di tutti.

Anche grazie a Funghimagazine e in particolar modo, grazie ad alcuni articoli da lei scritti che, verificando di persona, ho imparato molte cose nuove.

Io non incenso mai nessuno ma, i meriti vanno riconosciuti, quindi veniamo al dunque:

a mio avviso qualcosa di “strano” stà succedendo. I nostri beneamati funghi hanno percepito un pericolo reale e cercano una strategia per sopravvivere, che noi umani, con i nostri comportamenti non aiutiamo.

Sono veramente disgustato dal vedere orde di devastatori, raccogliere funghi minuscoli che potrebbero essere usati come supposte per chi li raccoglie, o fare vere stragi di funghi adulti maturi, talmente grandi che potrebbero essere usati come ombrelloni da spiaggia…

Ma cosa hanno da vantarsi questi cerebrolesi sui Social? Probabilmente un ritorno economico, visto che trovano altrettanti ignoranti pigri che comprano chilate di funghi senza avere la certificazione di provenienza.

Poveretti e, credono pure di essere tutti più bravi e più furbi.

Ho verificato sul campo la cosa, lasciando nel bosco sia i piccoli che i grandi e, tornando indietro dal giro, ho visto che erano tutti spariti; conosco a fondo i boschi dove mi reco e non ho dubbi su quello che ho visto.

E cosa dire dei preposti ai controlli? Veri e propri fantasmi, inesistenti, desaparecidos che lasciano fare: dalla raccolta notturna (quanti porcini calpestati ho visto), al superamento del peso consentito (ho visto bauli di auto pieni).

Ma a cosa serve pagare un permesso, se poi non vengono attuate relative politiche di salvaguardia? Ma qui si aprirebbe un’altro dibattito infinito.

I nostri “vecchi” non avevano telefonini e potevano anche credere alla luna ma, per lo meno, erano sicuramente più sereni.

I funghi ci dovrebbero castigare e sparire per un determinato periodo di tempo, cosi da far capire a noi “esseri superiori”che, ad andare contro la natura si ha solo da perdere.

Mi scuso per lo sfogo ma, quello che sto vedendo in questi ultimi anni, io ne ho 62, mi disgusta e mi intristisce al tempo stesso».

Che dire… Liliano, come ti ho già confermato via email, condivido appieno ciò che hai scritto, che poi sono le stesse identiche considerazioni che spesso facciamo all’interno della nostra Chat Telegram, in cui cerchiamo di condividere informazioni su dove i funghi stanno nascendo ma, cerchiamo soprattutto di farlo nel pieno rispetto delle leggi dello Stato così come, delle più importanti leggi della Natura.

Purtroppo, quanto è accaduto nel corso delle ultime settimane (con vere e proprie orde di “Lanzichenecchi”, che si sono riversati nei boschi, senza la minima conoscenza delle più basilari informazioni sui funghi, o delle leggi e regolamenti che regolano la raccolta dei funghi, o peggio ancora, conoscendole entrambe, ma infischiandosene perché la loro priorità non era l’etica ed il rispetto, ma il proprio egoistico bisogno d’affermazione, di raccolta senza limiti, di speculazione, o di pseudo-prestigio), non può che essere deprecato e biasimato.

Detto questo e, ringraziandoti per lo spunto di riflessione, veniamo a quelle che sono le nostre consuete considerazioni, riguardo all’andamento delle nascite di funghi in Italia.

FUNGHI PORCINI DISIDRATATI, CREPATI O SPACCATI DAL GRAN SECCO

Aggiornamento Porcini 12-10-2023 – Seconda parte

A rompere le uova nel paniere dei fungaioli, questa volta non è stato il vento ma, il gran secco africano.

🥵 30°C nella prima decade di ottobre al Nord Italia, non li si era mai visti prima. Sin dai primi del mese di ottobre, normalmente lo zero termico dovrebbe abbassarsi dai 3400/3200 mt dell’estate, ai 2500/2000 mt d’inizio autunno.

Domenica 8 ottobre invece, si trovava ben oltre i 4000 mt. Martedì 10 addirittura, sulla vetta del Monte Rosa, presso la Capanna Regina Margherita, la temperatura massima è stata di -0,4°C, quindi per un soffio non positiva, così come rilevato da Arpa Piemonte.

Roba folle che si è tradotta in un importante fenomeno di inversione termica, che ha fatto sì che di prima mattina, mentre tra pianure e vallate le temperature minime scendevano fin verso i 10/14°C, a 1500 mt si misuravano 15/18°C, poi in pieno giorno 23/25°C 🥵.

Temperature certamente più tipiche del mese d’agosto e non di ottobre tant’è che, dai microfoni di Radio Deejay, Linus & Nicola in Deejay Chiama Italia, scherzosamente, venerdì 6 ottobre annunciavano la giornata come il 67 di agosto 😂😂.

Non solo caldo ma, anche aria eccessivamente secca, con brezza favonica innescata dalla differenza di temperature tra le alte e le basse quote. Brezza che, sommata all’assenza totale di rugiade notturne, per 5 notti consecutive, si è tradotta in una devastante distruzione di funghi che, ben che vada si sono screpolati, crepati o peggio ancora completamente spaccati, dando vita a forme aliene.

Colonie fungine in grave pericolo che, sono corse ai ripari, dando vita a funghetti piccini che, sebbene non più alti di 3 centimetri, avevano già il cappello completamente aperto con spugna giallognola o persino verdina, pur di riuscire a produrre un ultimo quantitativo di spore, prima di spaccarsi a causa dell’estrema siccità. Di seguito in foto, alcuni funghi Porcini raccolti tra l’8 e 9 di ottobre, ovviamente tutti crepati o rotti dall’aria estremamente secca.

Aggiornamento Porcini 12-10-2023
Aggiornamento Porcini 12-10-2023-Porcino edulis con spugna completamente distaccata dal cappello a causa dell’aria molto secca
Aggiornamento Porcini 12-10-2023
Aggiornamento Porcini 12-10-2023-Porcini edulis con spugna completamente distaccata dal cappello a causa dell’aria molto secca
Aggiornamento Porcini 12-10-2023
Aggiornamento Porcini 12-10-2023-Effetto dell’aria molto secca su Porcini edulis
Aggiornamento Porcini 12-10-2023
Aggiornamento Porcini 12-10-2023-Porcino edulis con spugna completamente distaccata dal cappello a causa dell’aria molto secca
Aggiornamento Porcini 12-10-2023
Aggiornamento Porcini 12-10-2023-Effetto dell’aria estremamente secca su Boletus edulis

Tra Piemonte settentrionale ed alta Lombardia, nonostante gli oltre 200 o persino 300 e più millimetri di pioggia caduta dopo il 20 di settembre, nel primo weekend di ottobre, i rigagnoli più piccoli di montagna, erano già tutti asciutti e completamente privi d’acqua.

Con una simile estrema siccità è del tutto normale che le nascite di funghi, ed in particolar modo di funghi Porcini, cessino repentinamente perché, lo scopo dei funghi non è quello di deliziare occhi, palato ed ego dei cercatori, ma la sopravvivenza della specie e, questo avviene attraverso la produzione del maggior quantitativo possibile dei propri preziosissimi semi: le spore.

Preso atto del gran secco che gli ultimi cercatori di funghi hanno trovato nei boschi, siamo stati letteralmente presi d’assalto da email o messaggi privati di utenti che, ci chiedevano se l’attuale siccità avrebbe fatto cessare del tutto le nascite o se, il previsto ritorno delle piogge potrà farle proseguire.

NUOVE PIOGGE ALL’ORIZZONTE, PORTERANNO ULTERIORI NASCITE SIN DA SUBITO, O OCCORRERA’ ATTENDERE I SOLITI 10/12 GIORNI?

Aggiornamento Porcini 12-10-2023 – Terza parte

Ribadiamo subito che, la sfera di cristallo non la possediamo neppure in quest’occasione ma, in simili situazioni passate, un consulto con i membri più attivi/esperti delle nostre Chat Telegram, ci ha sempre fatto ricordare che, anche in passato, là dove i funghi stavano già o ancora nascendo, l’arrivo della pioggia non ha fatto altro che favorirle le nascite, incrementandone il numero e la qualità (lumache a parte).

La ragione è sempre la stessa, ovvero che, l’aumentata umidità ed il ritorno della pioggia, possono consentire a tutte le ife riproduttive, già pronte a fruttificare, di portare a termine il proprio scopo di vita: produrre un adeguato numero di contenitori delle preziose spore. Ciò sono i funghi Porcini che noi raccogliamo!

Discorso diverso invece per le zone in cui le nascite si erano già esaurite perché si erano esaurite tutte le ife riproduttive ferili, o comunque queste si erano infertilizzate.

Perché queste tornino ad esser fertili, occorre che giungano nuove piogge che idratano un adeguato numero di spore presenti al suolo, che queste germinino e diano vita ad altrettanti miceli primari che, accoppiandosi con i miceli primari o secondari infertilizzati o con altri miceli primari fertili, possano generare nuove ife riproduttive fertili e quindi nuovi nuclei riproduttivi.

Il ciclo vitale dei funghi passa sempre attraverso un’adeguata umidità dei suoli e dell’aria, ed attraverso ad adeguate piogge che possano far germinare le spore.

Naturalmente, è superfluo ricordare che, dove la nascite erano già cessate, il conto alla rovescia per le nuove nascite ripartirà da zero perciò, al solito, occorrerà contare almeno 10/12/15/20 giorni dalla prima o dall’ultima pioggia, a seconda dei casi (quantità di millimetri, durata della bagnatura ecc.).

CI SARANNO NUOVE IMPORTANTI BUTTATE DI PORCINI O LA STAGIONE É DA CONSIDERARSI ORMAI AL CAPOLINEA?

Aggiornamento Porcini 12-10-2023 – Terza parte

Altra domanda che riceviamo continuamente e a cui è semplicissimo dare una risposta: Ma quale capolinea!

Con simili temperature del tutto fuori stagione e con alberi ancora tenacemente verdi, il capolinea è ancora decisamente lontano.

Se da un lato le Alpi potrebbero esser colpite/interessate da una massa d’aria molto fredda, passando direttamente dal caldo tardo-estivo ad un primo cenno d’inverno, c’è ancora una gran parte d’Italia che, non solo rimarrà ancora sotto l’influenza di aria calda ristagnante, ma che, non ha ancora avuto la sua prima vera e propria buttata di funghi Porcini, a causa di temperature sempre costantemente troppo elevate e di piogge decisamente inferiori alle attese.

Guardando i Modelli Matematici Meteorologici vediamo che, all’orizzonte italiano si concretizzano masse d’aria decisamente più fredda, nubi e Perturbazioni che, nella peggiore delle ipotesi potrebbero portare al Nord lo zero termico a 1500 mt con prime nevicate sulle Alpi a 1000 mt e a 1500 mt sull’Appennino settentrionale ma, a ragion del vero, mancano ancora più di 8 giorni a che questa previsione si possa concretizzare e, da qua al 21 di ottobre tutto potrà ancora cambiare, vista anche la pervicace resistenza degli Anticicloni Africani.

Non solo ma, anche qualora dovesse giungere la prima neve sulle Alpi, cosa peraltro normale in questo periodo dell’anno, all’interno delle lettiere, persisterebbe un insolito calduccio, che potrebbe consentire ai miceli di fruttificare anche con l’arrivo dei primi freddi, fin tanto che al suolo non vi sia un adeguato strato di neve, che possa permanere per più giorni.

💥 Lo scorso anno, ti ricordo che, addirittura nel mese di Novembre si sono trovati in abbondanza funghi Porcini edulis sulle Alpi centro-occidentali fin verso i 1500 mt, grazie al caldo latente in lettiera, pur con alberi completamente spogli e privi di foglie💥

Ad innescare queste nascite, ovviamente il caldo latente ma, anche e soprattutto le grandi quantità di linfa rilasciata nel substrato, dagli alberi simbionti, con lo scopo di attirare il maggior numero possibile di neonati miceli, necessari per assicurarsi scorte d’acqua prima dell’arrivo del generale inverno.

In linea di massima, possiamo dire che, con l’arrivo di aria fredda, se confermato, ad esser maggiormente penalizzati, saranno sicuramente i settori orientali alpini, oltre che le regioni adriatiche più esposte ai freddi venti da Est, ovvero Marche, Abruzzo e Molise.

Ma per il momento non pensiamo al freddo, ma pensiamo che finalmente sembrano esserci all’orizzonte buone piogge e quindi ulteriori nuove o prime nascite di funghi Porcini e molti altri.

DOVE STANNO ANCORA NASCENDO I FUNGHI PORCINI E DOVE SI TROVERANNO NEL WEEKEND DI META’ OTTOBRE

Aggiornamento Porcini 12-10-2023 – Quarta parte

Come puoi constatare dagli ultimi aggiornamenti della Mappa delle Nascite di funghi in Italia (la trovi in homepage, scorrendo fino in fondo se navighi da cellulare), su e giù per l’Italia le nascite di funghi sono decisamente calate ma assolutamente non cessate.


💥 Prima di vedere dove i funghi Porcini stanno ancora nascendo, un paio di indispensabili e basilari nozioni di Geografia. In mille mi hanno chiesto cosa si intende per settori montani esterni e/o interni (Appennino interno o Appennino esterno). Pensaci… Lo dice la parola stessa. Interno → riferito a monti che stanno in piena area montana, circondati da altri monti, appunto in area interna. Esterno → riferito a monti che sanno in prossimità delle pianure, in area esterna. Non è difficile.

Dati gli spartiacque, i monti interni delle Alpi sono quelli prossimi ai confini di stato, mentre quelli esterni sono prossimi alla Pianura Padana. In Appennino, i monti interni sono per lo più quelli prossimi ai confini di regione o in aree distanti molti chilometri dal mare. Viceversa, l’Appennino esterno è quello che affaccia sulle sottostanti pianure o direttamente/in prossimità del mare.

Per esempio: il Monte Penice, al confine tra Lombardia ed Emilia Romagna, sta sull’Appennino esterno e infatti qua sono ubicati molti ripetirori di telecomunicazioni, per via del balcone sulla sottostante Pianura Padana. Viceversa il Monte Lesima, sta bello bello più a Sud, nell’Appennino interno, poco distante anche dal confine con la Liguria.


NORDOVEST ITALIANO

Aggiornamento Porcini 12-10-2023 – Quinta parte

Il Nord Italia ha ancora da divertirsi, nonostante le ultime giornate caldo-secche africane che hanno fatto crepare e spaccare i Porcini.

Le nascite sono decisamente calate, a causa del clima secchissimo, soprattutto al Nordovest ma non al Nordest dove però sono diminuite drasticamente nei settori orientali del Trentino Alto Adige e pure in Veneto, a causa di piogge recenti inferiori.


Vale per tutto il Nord Italia: al momento, dati gli effetti del pregresso Anticiclone Africano, i migliori ritrovamenti di Porcini si stanno facendo in boschi radi, tra le radure, nei cespugli di mirtillo e rododendro, nei pascoli alpini con cespugli o alberi isolati e soprattutto tra le Betulle che, prime a perdere le foglie, e con chiome rade, hanno impellente necessità di fare scorte d’acqua, che acquisiscono anche dalla rugiada notturna, grazie all’incessante azione dei miceli fungini simbionti✋


In Valle d’Aosta le nascite sono al momento del tutto cessate sui settori Ovest della regione. Da Aosta verso lo sbocco di Ivrea le nascite sono nettamente diminuite rispetto alle settimane passate ma, si trovano ancora Porcini in boschi misti dei settori orientali. Poco o nulla tra fondovalle e mezza costa, decisamente di più da mezza costa in su.

In Piemonte resistono tenacemente nascite di Porcini su tutti i settori montani, all’infuori dei settori occidentali delle Alpi Cozie e Graie. Nel Cuneese si trovano ancora Porcini freschi sulle Alpi Marittime, ora a quote decisamente più elevate e, in massima parte in boschi radi o a bordo bosco dove si concretizzano le rugiade notturne. Astigiano ed Alessandrino hanno nascite decisamente inferiori ma, lungo il confine ligure, nell’alto Alessandrino dell’alto Erro, alto Orba, alto Stura, alto Lemme ed alto Scrivia, in boschi isolati, che non siano stati letteralmente rastrellati da migliaia di cercatori, qualcosa ancora si può trovare.

Nel Torinese ancora discrete nascite nel Pinerolese esterno, già cessate in quello interno più occidentale, va meglio nel Canavese delle alte Valli di Lanzo, alto Malone, alto Orco ed alto Chiusella. Il Biellese soffre terribilmente la siccità e l’effetto favonico che ha fatto cessare le nascite al di sotto dei 1000/1200 mt. Resistono pochi spot in alta quota.

In Valsesesia e nel Verbano Cusio Ossola si registrano ancora ottimi ritrovamenti di Porcini ma, anche qua, la maggior parte dei funghi sono crepati o spaccati dall’aria eccessivamente secca. Sono del tutto cessate le nascite nelle valli Vogna e Sorba, interessate da recenti piogge scarsine, proseguono solamente nei settori elevati dell’Egua, Sermenza e Mastallone ma, anche qua la qualità dei funghi è decisamente scarsa o pessima e poi, la ripidità dei versanti, con lettiere secchissime, espone i cercatori a continui rischi di cadute o di precipitare nei numerosissimi burroni. Si sconsiglia al momento l’uscita in queste vallate. Le cronache ci parlano di nuovi cercatori di funghi morti in alto Piemonte, non a caso. Nel VCO invece la qualità dei funghi è decisamente migliore, ma solo in quei pochi spot che non sono stati devastati dai caldi venti favonici o calde brezze di pianura.


⛔ In tutto il Piemonte settentrionale nel corso delle ultime settimane, si è assistito ad un vero e proprio assalto di “locuste” provenienti non solo dalla città piemontesi ma anche da quelle Lombarde e persino Liguri-Emiliane. Il risultato è che, molti boschi sono stati devastati. Letteralmente “rastrellati”, non solo si è raccolto più del dovuto, e pure di notte, ma si sono pure distrutti migliaia di ettari di lettiere a causa della fretta di raccogliere tutto e subito, prima degli altri, spaccando ogni fungo che non fosse un Porcino. Comportamenti indegni per una popolazione che vuol dirsi civile


In Lombardia è accaduto pressappoco ciò che ho appena descritto per il Piemonte. Molti cercatori lombardi però, avendo preferito il Piemonte o il Canton Ticino per le proprie raccolte, hanno dato un po’ di tregua ai boschi lombardi, soprattutto nel periodo di punta in cui si è sparsa la voce che in alto Piemonte nascevano Porcini anche sui sassi e si poteva raccogliere non 3 kg di funghi, ma 12/15/20 kg di Porcini senza alcun controllo.

Dove i boschi non sono stati devastati dalle “locuste”, dai “Lanzichenecchi”, si può ancora raccogliere discretamente bene, soprattutto nelle vallate interne delle Prealpi e delle Alpi Orobie e Retiche.

Ha retto all’urto delle locuste la Valtellina che è ancora in ottima buttata, ora prevalentemente in alta quota e meglio tra pascoli e boschetti radi. Valganna, Valcuvia, Valle d’Intelvi, Valsassina, Val Taleggio, Val Seriana, Val Brembana, Val Camonica, Valle Imagna e Val Gandino, sono state letteralmente prese d’assalto da milioni di cercatori di funghi che le hanno mal ridotte o letteralmente devastate, tanto che, al momento si contano i danni tra le colonie fungine, calpestate e mutilate dal passaggio di troppi cercatori di funghi, attirati da post pubblicati su Facebook, con precisa indicazione, non solo delle vallate in cui è stato fatto il ritrovamento, ma addirittura di paesi ed alpeggi.


DEPRECABILE, anzi assolutamente DEPLOREVOLE che ci siano alcuni gruppi Facebook in cui è PRETESO che gli iscritti che vogliono pubblicare post, foto e report, debbano indicare l’esatto luogo in cui è stato fatto il ritrovamento

Andar per funghi è un’attività, più o meno sportiva, che dev’esser fatta nell’ottica di avvicinare le persone alla Natura, deve rinfrescare la mente, ossigenare i polmoni, consentire di sgranchirsi le gambe e smaltire qualche grasso o dolcetto mangiato in eccesso.

Andar per funghi dev’essere un’attività rilassante, fatta con tutta calma, in piena coscienza di ciò che si sta facendo, rispettando l’etica e le leggi dello stato. Tutto ciò che viene fatto al di fuori di questi scopi, è animalesco, non ha nulla di umano e rasenta la psicopatia.

Pubblicare su gruppi Social l’esatto luogo di ritrovamento di un cesto o di svariate cassete di funghi Porcini, equivale ad attirare uno sciame di milioni mosche su di una calda cacca di vacca. Non lamentiamoci poi se rapidamente, col passare del tempo, si troveranno sempre meno funghi.

⛔ Un giorno, ho incontrato nel bosco un anziano signore, con tanto di bastone biforcato, che rientrava in paese con pochi Porcini (neonati), ovviamente trasportati a casa all’interno di un sacchetto di plastica. Gli ho domandato se avesse trovati i Porcini, e questo mi ha risposto sconsolato che quel bosco non è più lo stesso di cinquant’anni fa. Mi ha detto che “un tempo” lì si raccoglievano “Porcini a palate”, che nascevano “anche sui sassi”, ora si trovano solamente un paio di Porcini “per miracolo”. L’ho salutato ricordandogli che è vietato collocare i funghi in sacchetti di plastica, perché potrebbero deteriorarsi rapidamente generando del botulino, ma lui ha fatto spallucce, irritato, dicendomi che ha sempre usato sacchetti di plastica e non gli è mai successo nulla⛔

Entrando nel bosco ho capito immediatamente perché quel bosco non producesse più i tanti Porcini di un tempo. L’apparentemente stanco anziano, aveva comunque avuto la forza di “rastrellare” tutte le migliori fungaie del bosco, per cosa? Per poter raccogliere pochi porcini neonati nascosti nella lettiera, che ovviamente ha completamente devastato esponendo il micelio all’aria particolarmente secca e annientatrice di miceli, quando i Porcini stavano in bella vista, già grandicelli ai piedi di giovani Ornielli con ciuffetti d’erba o, addirittura in bella vista ai bordi della mulattiera agricola.

Non stupiamoci perciò se, tra qualche anno, in molte vallate non si troverà più un solo fungo Porcino, data la natura predatrice di certi raccoglitori di funghi seriali.


NORDEST ITALIANO

Nel Triveneto, come accennato, si raccoglie ancora assai bene sui settori occidentali e settentrionali del Trentino A.A, molto meno sui settori orientali e in generale su tutte le Dolomiti dove, dopo la metà di settembre è piovuto decisamente meno rispetto al resto del Nordest, con diverse giornate ventose che hanno di fatto inibito future nascite.

Nei settori Sud del Trentino il caldo-secco padano ha non solo inibito le nascite ma pure fatto crepare e spaccare i pochi funghi ancora presenti. In Veneto la situazione è simile al T.A.A con la sola differenza che qualche Porcino si trova ancora in alta Lessinia, in pochi spot umidi, mentre al confine con l’Austria ed il Friuli, ci sono ancora discrete nascite. Infine nel Friuli Venezia Giulia, le nascite sono del tutto cessate in collina, proseguono invece in alta quota sulle Alpi Carniche e Giulie, soprattutto sui settori montani più interni. Là dove non è giunta la calda e secca aria delle pianure friulane, le nascite sono ancora ottime e potranno proseguire con l’arrivo delle nuove piogge. A secco invece il Carso, arso e riarso dal caldo vento favonico.

RESTO DEL NORD, LIGURIA ED EMILIA ROMAGNA

In Liguria si raccoglie ancora ottimamente bene sui settori di Levante ma, anche qua, iniziano a farsi sentire gli effetti del peso di migliaia di cercatori di funghi.

Note località turistiche-fungine dell’entroterra genovese, sono state prese d’assalto da Liguri, Piemontesi, Lombardi ed Emiliani. Diciamo subito che le nascite in zona non sarebbero ancora cessate ma, dove c’è troppa, troppa gente che gira, è normale che si torni a casa col cesto vuoto e la senzazione che le nascite siano terminate, ancor più se, i raccoglitori seriali hanno raccolto anche i neonati microscopici, magari persino in piena notte.

Questo è pressappoco quanto sta accadendo anche nei boschi di confine tra Genovesato-Savonese orientale e Alessandrino-Astigiano. Molti lettori mi chiedono se nei classici boschi del Faiallo, Beigua, alto Orba si trovano ancora funghi. La risposta in massima parte è NO.

Si troverebbero se solo gli si permettesse di crescere quel tanto che basta per poter essere almeno di misura consentita per legge per la raccolta (almeno 3/4 cm di diametro). Buone o ottime raccolte ancora nello Spezzino, soprattutto oltre i 1000/1200 mt mentre in Liguria di Ponente nascite scarsissime o assenti nel Savonese ed Imperiense esterno, qualche nascita in più sulle Alpi Marittime.

In Emilia Romagna, al solito, ancora qualche buona raccolta in Emilia, deserto del Sahara in Romagna.

Dal Piacentino al Modenese si possono ancora trovare discrete nascite, migliori ad occidente, al confine con la Liguria, peggiori dal confine toscano alla provincia di Reggio Emilia, quasi assenti già in quella di Modena, del tutto assenti da Bologna a San Marino.

La ragione è che le piogge di fine settembre sono state poco generose in regione, per lo più confinate ai versanti liguri-toscani dell’Appennino settentrionale, quasi assenti su quello romagnolo. Per questa ragione nelle Tabelle del Semaforo dei Funghi dell’Emilia Romagna, abbiamo scritto, nascite più probabili sull’Appennino interno, scarse o assenti su quello esterno, ovvero nascite possibili in prossimità degli spartiacque, quindi dei confini regionali (monti interni, più elevati) e nascite assenti man mano che i monti si fanno più bassi (esterni).

Chi conosce un minimo sindacale di Geografia (e ogni cercatore di funghi dovrebbe conoscere almeno le basi, orientamento e localizzazione dei monti), avrà capito che, in queste ultime occasioni si sono verificate abbondanti piogge sopravvento (Liguria-Toscana), divenute poi rade sottovento (versanti Emiliano-Romagnoli).

CENTRO E SUD ITALIA

Aggiornamento Porcini 12-10-2023 – Ultima parte

Non c’è purtroppo molto da scrivere e da dire riguardo alle nascite tra Centro e Sud Italia, se non che qua le piogge di metà-fine settembre sono state localmente anche buone ma, i successivi venti di Maestrale o Tramontana, hanno di fatto inficiato gli effetti benefici delle piogge.

In Toscana le piogge sono state sufficienti a dar vita a ottime nascite tra Lunigiana, Garfagnana, Appennino Lucchese-Pistoiese e in minor misura sulle Colline Metallifere e dintorni, in piccola misura nel Senese e Aretino.

Le nascite di Porcini estivi (B. reticulatus/aestivalis e B. aereus) della Toscana centrale si sono ormai quasi esaurite. Qua ora si trovano gli ultimi estatini e Ovoli Reali (A. caesarea). In pochi spot ancora un po’ umidi si possono ancora trovare Finferli autunnali nella varietà Cantharellus ferruginascens e qualche Trombetta da Morto. Ancora discreti ritrovamenti in Elba e lungo la penisola di Piombino, o lungo la costa Livornese, grazie alle umide brezze di mare.

In Umbria non si sta raccogliendo più quasi nulla, al di fuori sei settori Appenninici di confine che poi, sono gli stessi in cui raccolgono ancora qualche Porcino anche i Marchigiani. Ancora discrete nascite si registrano sui settori montani Marchigiani della provincia di Pesaro-Urbino, nell’alto Fabrianese e, qualche Porcino in più, ma senza esagerare, nell’alto Ascolano tra gli alti corsi dei fiumi Tenna, Aso e Sangro. Naturalmente, ancora qualche discreta nascita si registra anche a cavallo tra Marche ed Umbria lungo il fiume Nera, oltre che lungo l’alto Corno.

Nel Lazio purtroppo, le piogge di fine settembre hanno prodotto più fumo che arrosto.

Qualche Porcino Nero è nato nel Viterbese ma, qua erano più i cercatori che non i Porcini nati. Appena su Facebook sono state pubblicate le prime foto di Porcini, un esercito di centurioni romani si è messo in marcia verso i laghi e le zone boschive del Bagnoregio e Cimino. I tam-tam dei Social viaggiano più veloci della luce. Al momento non si trova praticamente più nulla, neppure gli Ovoli, per lo più raccolti ancora immaturi. Le zone attorno ad Oriolo Romano-Tolfetano ormai sono terra bruciata.

Resiste qualche timida nascita nell’alto Reatino, attorno allo Scandarello-alto TrontoTerminillo ma già nell’alto Velino i boschi risultano eccessivamente secchi per poter sperare di trovare qualche Porcini, a causa dei caldi e secchi venti di valle.

Qualche Porcino si raccoglie ancora sui soliti Monti Simbruini, tra i pochi ad aver beneficiato dell’effeto sopravvento degli umidi venti di Libeccio, anche qua però, l’assalto in massa dei cercatori di funghi, sta di fatto impedendo di poter raccogliere più di un paio di porcini a testa.

Al di là dal confine laziale, in Abruzzo, ancora buone le nascite di Porcini sul Gran Sasso e Monti della Laga, meno buone ma ancora presenti sul Silente Velino superiore e sulle zone più elevate del Parco della Majella. Nel resto della regione i venti di Tramontana hanno di fatto inficiato ogni nascita.

Anche nel Molise ci sono state buone piogge ma, come in Abruzzo, il vento di Tramontana ha di fatto bloccato ogni velleità porcina. Eppure è piovuto, ma il vento batte pioggia 1 a 0. Resta qualche spiraglio di speranza che qualche Porcino possa nascere, non nel ventoso Sannio ma, quantomeno nell’alto Matese.

La Campania è in fermento perché sul solito Facebook qualcuno ha postato foto di cesti di Porcini Neri del Matese. Ok qualcosa è nato ma ora non più. Le foto, anche se postate in ritardo (come si conviene tra furbi), non sono assolutamente attuali. Al momento nel Matese campano non stanno nascendo Porcini e gli unici funghi reperibili non sono Porcini.

Viceversa, si sono raccolti nei giorni scorsi buone quantità di Porcini estivi tra Irpinia, Taburno, Partenio, Picentini e Lattari, oltre che sul Vesuvio. Si sa però che le buttate di Porcini Neri sono sempre mordi-e-fuggi, durano pochi giorni perciò, dove si è già raccolto, difficile poter trovare ancora qualcosa nel prossimo weekend. Semmai ancora qualche Porcino Estatino adulto. Nel Salernitano è piovuto troppo poco per avere nascite di Porcini.

Puglia e Basilicata con poche piogge, insufficienti a sanare una siccità che ormai perdura da tempo. Le alte temperature di Settembre e inizio Ottobre non sono affatto ideali per nascite di Porcini.

Sul Gargano si è trovato qualche Porcino ma, nulla di particolarmente importante e, le solite foto che i soliti millantatori pubblicano sui Social, per vantarsi di chissà che, sono per lo più foto di repertorio e non foto attuali.

Qualche discreta doccia si è avuta sul Sub-Appennino Dauno e sulle Murge ma nulla di importante con poche nascite fungine associate così come tra Tarantino e Salento le poche piogge cadute a fine Settembre hanno dato vita a timide nascite di funghi ormai già quasi dimenticate per quanto brevi sono state.

In Basilicata, tutta, non si registrano nascite di funghi degne di nota, a causa del persistere della siccità, ivi incluso alto Sinni e Pollino.

Situazione invece differnte in Calabria dove, la seconda parte di Settembre ha sì visto costanti venti di Tramonana o Grecale ma sempre accompagnati da nuvolosità diffusa e frequenti piogge e temporali.

Ne consegue che sulla Sila proseguono senza sosta le nascite di Porcini, grazie a 3 differenti buttate sovrapposte l’una sull’altra, tanto da sembrare dare una costante continuità alle nascite. Porcini estivi si trovano ancora diffusamente in Sila settentrionale, dai boschi di Acri ai più produttivi boschi di Camigliatello. Qualche Porcino estivo lo si trova anche nei boschi radi del Mucone, del Crati, del Coriglianese ma qua, a bassa quota ormai si trovano per lo più solamente fungoni adulti.

Porcini Edulis, Estivi e Rossi-Pinicola si trovano invece ancora nei boschi di faggio o di Pino della Sila interna. Anche qua però, la voce di grandi continui ritrovamenti si è sparsa rapidamente e così i boschi più noti, più accessibili e più battuti potranno anche risultare del tutto improduttivi, per eccesso di raccolte.

Sono del tutto cessate le nascite sul Pollino, Orsomarso e Catena Costiera, così come sulle Serre reggine. Qualche Porcino si trova ancora incastonato tra gli aghi degli Abeti bianchi dell’Archiforo e Ferdinandea. Nulla ci risulta esser nato sulla Limina e allo Zomaro, qualche pioggia in più si è avuta tra i Piani di Zervò e sull’Aspromonte, versanti Est, perciò qualche timida nascita qua si potrebbe già registrare.

In Sicilia finalmente ben si raccoglie sui monti settentrionali, interessati da frequenti piogge settembrine. Non male le nascite sui Peloritani, ancor meglio sui Nebrodi, ottime sull’Etna, appena sufficienti sulle Madonie. Forse pochi lo sanno, ma anche le isole Eolie posseggono boschi ideali per la raccolta di Porcini e, le piogge recenti, e l’umidità marina, stanno infatti dando i loro piccoli frutti.

Naturalmente, anche qua vale l’assunto che, chi prima arriva meglio alloggia, anche se in alcuni casi, alcuni hanno alloggiato fin troppo “meglio”, raccogliendo tutto il raccogliebile, lasciando a mani vuote chi è giunto dopo. Vale perciò la regola che, i funghi ci sono ma, se qualcuno raccoglie tutto il raccoglibile, è inutile scriverci: «ma guarda che ti sbagli. Sui Nebrodi non è nato assolutamente nulla, io ci sono stato e non ho trovato alcun Porcino»

La regola dell’egoismo e dell’arraffamento produce sempre gli stessi risultati, già riscontrati anche al Nord.

Infine stendiamo un velo pietoso sulla siccitosa Sardegna che, dopo il 20 di Settembre ha visto qualche timido rovescio attraversare l’isola ma, gli effetti benefici delle docce sono stati del tutto annientati dal gran vento di Maestrale o di Tramonana prima, poi dal secchissimo e caldo vento Africano. Tolto qualche timidissimo Porcino delle forre del Gennargentu, sull’isola non ci risultano esserci nascite degne di nota.

Aggiornamento Porcini 12-10-2023@funghimagazine.it

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4 Commenti
  1. Alfredo dice

    Grandissimo dubbio visto la situazione bostrico. che distrugge migliaia di alberi non ci saranno più nascite tra qualche anno??? Non c’è soluzione per questo problema grazie saluti

    1. funghimagazine dice

      Eh il bostrico è davvero un problema serio cui, per ora l’unica soluzione è di tagliare le piante infette, così da evitare un rapido contagio ed espansione a piante adiacenti. Purtroppo al momento non mi risulta che ci siano antagonisti utili a debellare questo parassita che colpisce prevalentemente gli Abeti rossi e in minor misura altre conifere. Nel Biellese, Oasi Zegna (Piemonte settentrionale) si è scelto di tagliare gli abeti infettati e di iniziare subito a piantumare giovani faggi, così da cercar di ripristinare un cenno di foresta in tempi non troppo lunghi. Se non si farà così, ovunque si stiano tagliando abeti infetti, si rischierà di avere prossimamente montagne completamente spoglie e prive di alberi. Tra l’altro, bostrico a parte, saranno comunque tempi assai duri per gli Abeti, soprattutto per gli Abeti rossi che, sono alberi da clima Atlantico costantemente umido, clima che, con i cambiamenti climatici in atto, ormai non esiste più in Italia ed in futuro andrà sempre peggiorando. Se non si vorrà vedere le Alpi prive di alberi, occorrerà iniziare a piantare piante più resilienti. Anche i Faggi sono alberi che amano ambienti umidi perciò sostituirli agli Abeti non parrebbe essere una buona soluzione, piuttosto sarebbe meglio piantare Pini, Carpini e Querce, mentre in collina, non sarebbe una cattiva idea, iniziare a piantare Lecci, uniche piante davvero resilienti in caso di lunghi periodi di siccità. Dovremo abituarci all’idea di vedere sostanziali modifiche al paesaggio cui siamo sempre stati abituati. Alcuni anni fa, un conoscente ha piantato Fichi d’India a margine di una vigna dei colli vercellesi. Tutti gli davano del pazzo ma, più che pazzo, io lo definirei lungimirante, visto che quest’anno le piante hanno dato una fruttificazione degna della Sicilia con bei frutti grandi e ben maturi. D’altra parte, anche chi piantava Fichi in zona, fino a trent’anni fa, era considerato un pazzo. Ora maturano fino attorno ai 1000 mt ai piedi delle Alpi.

  2. Luciano Gallazzi dice

    Purtroppo in Italia lo Stato non è in grado di eseguire controlli adeguati sulla raccolta dei funghi che tantissime volte è proprio indiscriminata. Molti poi raccolgono per vendere, quantità enormi di funghi senza alcun controllo.
    Ho più volte segnalato tutto questo alle Comunità Montane e alle forze dell’ordine preposte ma credo senza conseguenze.

    1. funghimagazine dice

      Purtroppo quello dei controlli è un problema insito nel sistema. Capisco la scarsità di personale ma, delegare tutto all’autoregolamentazione e all’assunzione di responsabilità da parte dei cercatori di funghi, equivale a lasciare a terra una banconota da 50€ e sperare che nessuno la raccolga. Rigurardo alle Unioni Montane, spiace dirlo ma hanno il grave tarlo della totale mancanza ed incapacità di comunicazione con il pubblico, oltre che scarsissima trasparenza, sempre legata all’incapacità o non volontà di comunicazione, lasciando che gli italiani continuino a pensarle come l’ennesimo inutile carrozzone burocratico. Basti osservare quanto accade in Piemonte dove, la Regione ha stabilito che i Permessi Raccolta Funghi si debbano vendere solamente attraverso il sistema PagoPa ma, molte Unioni Montane non hanno recepito la direttiva e si ostinano a non aggiornare i propri siti web e a consentire pagamenti alternativi, anche obsoleti, quale il bollettino di conto corrente postale. Non stupiamoci poi, se in un simile contesto, c’è chi approfitta di queste falle per fare della passione per i funghi, un vero e proprio lavoro in nero, sottraendo alla natura i preziosi “frutti” con relativi “semi”, oltre che impedire a chi ha pagato un regolare Permesso Raccolta Funghi, ed intende svolgere la propria attività di ricerca funghi onestamente, seguendo norme, regolamenti e leggi, di poter raccogliere almeno il minimo sindacale. Da questo punto di vista non siamo per nulla affatto una nazione matura e, questo è solo uno dei tanti esempi di immaturità.

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