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Morchelle in Giardino? Ecco come coltivare le Morchelle
A chi non piacerebbe poter raccogliere funghi direttamente in giardino? Pochi funghi si prestano allo scopo, ma le Morchelle possono nascere anche nei nostri giardini di casa. In questo articolo scoprirai come coltivare le Morchelle
Morchelle in Giardino? Ecco come coltivare le Morchelle
INDICE
- 1 Morchelle in Giardino? Ecco come coltivare le Morchelle
- 1.1 INTRODUZIONE: “COLTIVARE LE MORCHELLE”
- 1.2 COLTIVARE LE MORCHELLE-SPUGNOLE: I LORO HABITAT IDEALI
- 1.3 COLTIVARE LE MORCHELLE: ECCO COME NASCONO
- 1.4 COLTIVARE LE MORCHELLE: METODI BREVETTATI
- 1.5 SI POSSONO COLTIVARE LE MORCHELLE IN GIARDINO?
- 1.6 Morchelle in giardino? Ecco come fare rudimentalmente
- 1.7 Come coltivare le Morchelle in giardino, senza troppa fatica e pretese
- 1.8 UN PICCOLO AIUTINO ALLA NATURA
- 1.9 Condividi:
INTRODUZIONE: “COLTIVARE LE MORCHELLE”
I funghi sono tra gli organismi viventi che più affascinano l’uomo che, per propria natura, è portato a tentare di dominarla questa misteriosa natura, piuttosto che subirla passivamente.
Riguardo ai funghi, ci sono molte cose che già sappiamo ma, in realtà la stragrande maggioranza dei meccanismi che regolano la nascita, la vegetazione e lo sviluppo dei funghi ci sono ancora piuttosto sconosciuti.
Di loro sappiamo con certezza, che non sono granché simili ai vegetali ma semmai, che somigliano un po’ più agli organismi animali, essendo una buona via di mezzo.
Non sappiamo con esattezza quante specie fungine esistono sulla Terra, molte di queste sono ancora da identificare, alcune persino ancora in evoluzione.
Sappiamo però con assoluta certezza che rappresentano una fonte di cibo per molti animali, batteri ed ovviamente esseri umani che, non solo li studiano o li cercano per nutrirsene, ma ne subiscono anche un indiscusso fascino.
Da sempre, gli esseri umani hanno sperimentato a propre spese, gli effetti benefici o malevoli dei funghi e, nel caso di quelli notoriamente commestibili, hanno persino sperimentato metodi di coltivazione che, non sempre si sono rivelati efficaci.
Basti dire che, a tutt’oggi, non esiste ancora un metodo di coltivazione in grado di metterci a disposizione quelli che, in Italia sono considerati i funghi più nobili, più desiderati e più popolari: i funghi Porcini.
Grazie a continui studi e sperimentazioni, siamo stati in grado di replicare alcuni substrati di crescita, condizioni ambientali ideali e soprattutto, raccolta di spore e realizzazione di speciali “inoculi”, insiemi di propaguli in grado di far sviluppare ife-miceli entro appositi substrati artificiali o sul legno.
Ad oggi siamo già in grado di coltivare alcune specie fungine, diverse con grande successo, vedi per esempio i funghi cosiddetti Pratioli della famiglia delle Agaricaceae, genere Agaricus, ovvero gli Champignon. Funghi che coltiviamo e che possiamo mangiare in qualunque mese dell’anno.
Alcune specie fungine addirittura le possiamo persino coltivare direttamente in casa nostra su di apposite “ballette” composte da substrato sterilizzato ed appositamente miscelato, in cui sia stato inoculato del micelio fungino.
Parliamo per esempio dei funghi Cardoncelli-Pleurotus o Geloni (Pleurotus eryngii o P. ostreatus), del Piopparello o Pioppino (Agrocybe aegerita), dei funghi Shiitake (Lentinus edodes) che sono i più popolari, ma anche di Nameko (Pholiota nameko), Reishi (Ganoderma lucidum), Maitake (Grifola frondosa), Enoki o Enokitake e Orecchio di Giuda (Auricula-judae), Hericium Erinaceus, cui possiamo tranquillamente aggiungere anche le Morchelle (Morchella esculenta, Morchella elata).
Coltivare le Morchelle non è affatto semplice

Coltivare le Morchelle
Questi sono funghi che non si adattano facilmente ad ambienti artificiali, sebbene nel corso degli ultimi 100 anni siano stati messi a punto diversi metodi di coltivazione, alcuni persino brevettati (tanto negli USA, quanto in Cina), che stanno dando ottimi frutti.
Le difficoltà maggiori stanno nel “convincere” le colonie fungine, nate attraverso inoculazione di spore-micelio, a produrre i loro preziosissimi ed indispensabili “magazzini” di sostanze nutrienti, ovvero gli sclerozi (vedi → sclerozio), quindi a costringerle a dar vita a miceli sessuati, anziché a miceli asessuati.
Come fare a convincere, incentivare e stimolare i neonati apparati fungini a vegetare correttamente e riprodursi, lo si è capito decennio dopo decennio, sperimentazione dopo sperimentazione, partendo dall’osservazione in campo aperto, di ciò che avveniva direttamente in natura.
Non basta, ma a complicare ulteriormente le cose, c’erano anche le tantissime varietà di Morchella esistenti, alcune micorriziche-simbionti, altre invece saprofite.
Si calcola che esistono almeno 196 specie di Spugnole già note. Il micologo-botanico e studioso di Morchelle, americano David Pilz ci dice che di queste 196, 61 specie si possono rinvenire in Asia orientale-Cina, 23 in Europa e 19 in Nord America.
Oggi le Morchelle vengono suddivise in due grandi gruppi. Le Morchelle Nere o Scure e le Morchelle chiare-gialle.
Appartengono al primo gruppo, ad esempio Morchella elata, al secondo Morchella esculenta, le due varietà più diffuse anche in Italia.
Tra le specie più coltivate al mondo ci sono: Morchella elata, M. esculenta, M. importuna, M. septimelata e M. sextalata. Anche M. semilibera (var. crassipes, var. gigas), M. deliciosa, M. purpurascens, le più diffuse in Italia, ed altre specie, possono esser coltivate ma con minor successo o produzioni.
Riguardo al loro metodo nutrizionale, ce ne sono ad esempio alcune che sono notoriamente micorriziche e che creano quindi simbiosi solamente con alcune determinate specie arboree o vegetali.
In questo caso, la loro coltivazione può esser effettuata solamente in campo aperto, ove presenti specie arboree o vegetali micorriziche, con ovvi risultati minori e non garantiti, anche se, si può forzare le specie di Morchella micorriziche a nutrirsi da saprofite, grazie alla presenza di determinate sostenze nutrienti indispensabili alla loro vegetazione.
Coltivare le Morchelle, le specie micorriziche-simbionti
Le piante che più comunemente creano simbiosi con le due varietà di Morchella più diffuse in Italia sono: Frassini, Olmi e Pini, in particolare il Pino domestico ma, in generale, ci sono diverse altre specie vegetali che possono vegetare in simbiosi con le Morchelle.
Di seguito un elenco delle specie vegetali che normalmente vengono micorrizate dalle Morchelle di varie specie, tra Europa, Nord America ed Asia.
Queste le specie vegetali simbionti, più comuni tra Nord America (USA) ed Europa (EU):
- Frassino maggiore (Fraxinus excelsior), EU
- Frassino meridionale (Fraxinus angustifolia o F. ossilillo), EU
- Fraxinus americana, USA
- Omo campestre (Ulmus minor), EU
- Olmo americano (Ulmus americana), USA
- Melo comune (Malus pumila) (melo selvatico), EU+USA
- Noce americano (Juglans nigra), Noce Cenerino (J. Cinerea), originari USA
- Ciliegio tardivo (Prunus serotina) originario USA, già giunto in Nord Italia
- Cornus ssp → Cornus mas (Corniolo), Cornus sanguinea (Sanguinella), EU+USA
- Aceri varie ssp., EU+USA
- Querce varie ssp., EU+USA
- Leccio (Quercus ilex), EU (Ambienti mediterranei)
- Albero dei Tulipani (Liridiodendron tulipifera), USA, non spontaneo in EU
- Pino Strobo (Pinus strobus), soprattutto USA
- Pino Domestico (Pinus Pinea), EU
- Pino Marittimo (Pinus pinaster), EU
- Pino Loricato o Laricio (Pinus heldreichii), Sud ITA
- Pinus varie ssp., vari Pini, EU+USA
- Cedro del Libano (Cedrus libani), EU
Queste le specie vegetali arboree simbionti tipiche del continente asiatico:
- Rododendron arboreum, R. lepidotum (Rododendro Himalayano)
- Tasso (Taxus baccata)
- Pinus wallichiana
- Cedrus deodora
- Betula utilis
- Cupressus juniperus
- → Eucalipto (Eucalyptus ssp.) Continente Australiano
Queste le specie vegetali non arboree simbionti, tipiche del continente asiatico:
- Podophyllum jurrooa
- Rheum emodi
- Pleurospermum angelicoides
- Angelica glauca
- Arbenia benthamii
- Saussurea costus
- Megacarpea polyandra
- Selinum wallichianum
- Nardostachys jamansi
- Aconitum ssp.
- Polygonatum ssp.
Naturalmente, si presume che, le specie vegetali che normalmente creano simbiosi micorrizica con alcune specie di Morchella in Asia e Nord America, se presenti anche in Europa, possono creare ugualmente simbiosi, a patto che, le specie di Morchella che tipicamente generano questo rapporto di simbiosi, siano rinvenibili anche nel nostro paese.
Per esempio, sono note alcune associazioni tra Eucalipti e Morchelle nei paesi mediterranei, così come tra Tassi e Morchelle in località montane europee o tra Morchelle e Cedri del Libano nei giardini del sud Europa.
Le Morchelle sono facilmente rinvenibili anche in coltivazioni di alberi da frutto, non trattate chimicamente, in cui il terreno non venga fresato. In questi casi le associazioni più comuni sono con alberi di:
- Melo, Pruni, Ciliegi, Kiwi, Vite, Noci e Noccioli.
Tutte le specie di Morchella, ivi incluse alcune micorriziche, che vengono rinvenute nei pressi di alberi che notoriamente non sono simbionti-micorrizici, sono da intendersi come specie saprofite.
COLTIVARE LE MORCHELLE-SPUGNOLE: I LORO HABITAT IDEALI
Coltivare le Morchelle
Se si vuole coltivare le morchelle con successo, occorre riprodurre fedelmente il loro habitat di crescita naturale.
Le Spugnole si possono trovare spontaneamente in tutti i paesi a clima temperato, in cui siano presenti foreste temperate, e/o boreali, ovvero foreste che in inverno entrano in riposo vegetativo indotto dal freddo, perdendo le foglie (vedi voci→ latifoglie, quiescenza, caducifoglie, caducifoglio, abscissione).
Con alcune differenti specie, si possono trovare anche in Nord America (centro ed est USA, coste occidentali, soprattutto California), Altopiani dell’America Centrale (Messico, Guatemala), Sud America (Cile, Argentina), Australia e regioni montane del Pakistan-India-Himalaya-Tibet, oltre che in tutta l’Asia orientale.
Le Spugnole nere prediligono i freddi climi montani e le conifere, alcune di queste però sono tipiche delle pinete costiere tirreniche italiane e, con alcune sottospecie, anche della Calabria e Sicilia montane, Catalogna, Pirenei e altre zone alto montane del Sud Europa.
Le Spugnole gialle invece prediligono le zone pianeggianti-collinari o basso montane, non spingendosi quasi mai oltre i 1.200 mt d’altitudine.
Questa differenziazione è dovuta al loro naturale adattamento a climi più o meno caldi o freddi, tenendo sempre conto che, tutte le specie di Morchella, non amano temperature superiori ai 22°C, avendo come periodo di fruttificazione preferenziale i mesi di Marzo-Aprile a bassa quota e di Maggio-Giugno in alta quota.
Qual è il loro suolo ideale?

Coltivare le Morchelle
Sicuramente quello sabbioso in cui c’è un ottimo drenaggio delle acque piovane o sorgive e un’abbondante disponibilità di humus-sostanza organica ben arieggiata.
Osservando i luoghi di spontanea vegetazione delle Morchelle, gli studiosi hanno rilevato che il loro terreno di vegetazione ideale è sempre sabbioso-argilloso con ottima presenza di humus. Questo dev’esser ricco di carbonio, azoto e sodio ed avere un’elevata conduttività elettrica.
I terreni ricchi di fosfati, cloruri, potassio, e con bassa conduttività elettrica, non sono in grado di ospitare le Morchelle, ragion per cui, a parità di presenza di Frassini, Pini o altre specie arboree notoriamente simbionti, questi non registrano nascite di Morchelle.
A ragion del vero va però detto che le Spugnole sono in grado di alterare il proprio substrato di crescita durante la loro vegetazione, ciò significa che, pian piano, sono in grado di colonizzare nuovi suoli, apparentemente indatti ed inospitali, grazie alla produzione dei loro speciali “magazzini” di sostanze nutritive, da cui attingere le sostanze che gli sono indispensabili, ovvero gli sclerozi (vedi → sclerozio).
Il nemico principale delle Morchelle non è pero tanto il terreno inadatto perché ricco di fosfati, cloruri e potassio, quanto quello troppo umido in cui possono proliferare agenti patogeni fungini responsabili di marciumi dei carpofori.
In primo luogo ti segnalo la malattia del marciume del gambo, causata dall’agente patogeno fungino detto Fusarium incarnatum -equiseti, quindi anche la malattia della muffa bianca causata dal patogeno fungino Paecilomyces penicillatus.
Occorre quindi sfatare il falso mito che, se non piove abbastanza non nascono Morchelle, quindi che un clima troppo secco non innesca le loro nascite, anzi, al contrario, è la pioggia uno dei tanti nemici delle Morchelle e, come vedremo più avanti, è invece la siccità ad innescare la loro fruttificazione.
Un altro falso mito è anche quello che vuole che il vento ne blocchi le loro nascite, al contrario, una costante ventilazione, media, non troppo sostenuta, ma ben percepibile anche al suolo, aumenta il ricambio d’aria, favorisce la dispersione delle spore ed impedisce la formazione-proliferazione delle appena citate muffe.
COLTIVARE LE MORCHELLE: ECCO COME NASCONO
A favorire la proliferazione delle Morchelle è dunque il giusto clima che, durante la stagione invernale deve necessariamente avere temperature fredde o persino gelide, in grado di innescare la produzione di molti sclerozi.
Le Spugnole possono avere una germinazione di tipo miceliare o di tipo carpogenico.
Partiamo da un carpoforo di Spugnola, la Morchella che noi raccogliamo.
Quando questa è matura, o meglio quando lo sono le sue spore, nella fattispecie dette ascospore, queste iniziano a disperdersi nell’aria sospinte dal vento.
Su terreni adatti le ascospore germinano dando origine ad un micelio primario. Dall’unione di due o più miceli primari, si forma per plasmogamia, un micelio secondario.

Senza entrare troppo nei meccanismi scientifici, che difficilmente comprenderai, ti basti sapere che esistono miceli sessuati e miceli asessuati.
Quelli asessuati hanno scopo strutturale, nutrizionale. Servono cioè all’espanzione della colonia fungina su vasti territori in cui reperire acqua e nutrienti.
I miceli sessuati invece, hanno la capacità di accoppiarsi e di produrre nuovi miceli, oltre che i propri frutti, ovvero i carpofori che raccogliamo.
Entrambe le strutture miceliari, possono a loro volta generare speciali agglomerati di ife-miceli, che trasportano sostanze nutritive che, presto saranno immagazzinate al loro interno. Questi agglomerati diverranno gradualmente più compatti, con ife-miceli quasi fusi tra loro a formare una struttura dura, a mo’ di tubero, di colore bruno detta sclerozio.
Qua vengono immagazzinate le sostanze nutritive necessarie per superare il freddo inverno, ma anche la torrida estate.
Affinché possano nascere tanti carpofori, è indispensabile che si formino tanti sclerozi, o comunque strutture particolarmente grandi da soddisfare le esigenze nutritive dell’intera colonia fungina.
Nel caso di Morchelle a nutrimento micorrizico, carboidrati, vitamine e proteine possono esser assorbiti dalle radici delle piante simbionti, diversamente i suoli dovranno essere particormente generosi di sostanze nutritive rilasciate dal materiale organico in decomposizione.
Nel caso di Morchelle saprofite, se si vuole riprodurre il loro habitat, va sempre tenuta a mente la loro necessità di avere i giusti nutrienti, nelle giuste quantità ma, soprattutto di avere un’elevata aerazione del substrato di crescita con buona porosità del terreno, quest’ultimo altamente drenante.
COLTIVARE LE MORCHELLE: METODI BREVETTATI
Coltivare le Morchelle
Oggi esistono diversi metodi brevettati per poter coltivare artificialmente le Morchelle.
Gli Americani sono stati i primi a depositare un loro brevetto ma, sono stati i Cinesi i primi a capire gli esatti meccanismi che inducono le Spugnole a riprodursi, quindi a frutticare, rendendo la produzione commerciale significativamente redditizia.
Il metodo più utilizzato in Cina per coltivare le Morchelle è detto Metodo ENB, Exogenous Nutrient Bag.
Un curioso metodo attraverso il quale si forniscono importanti fonti di nutrienti entro sacchi contenenti miscele di chicchi di frumento e lolla di riso, dov’è il micelio stesso ad estrarre i nutrienti necessari, da questi sacchi, per trasferirli nel terreno in cui inizierà l’alterazione della sua composizione, trasformandolo da potenzialmente poco adatto alla loro vegetazione, in un terreno particolarmente fertile.
Tutti i metodi di coltivazione, prevedono la presenza di alcune fasi fisse che consistono, anzitutto nel far germinare le spore e produrre miceli, quindi nello stimolare la produzione di miceli sessuati e parallelamente di molti sclerozi.
Per favorire abbondanti fruttificazini poi, è indispensabile idratare in maniera consistente i miceli prima della fruttificazione, ovvero prima della comparsa di eventuali talli e primordi, rendere contemporaneamente disponibili grandi quantità di nutrienti, successivamente far drenare rapidamente i terreni, in modo che non vi sia alcun ristagno d’acqua e, con buona aerazione, ottenere un substrato secco e povero di nutrienti che stimolerà le fruttificazioni, il tutto alle temperature ottimali comprese tra +10 e +30°C (ideale il range 18~22°C), evitando di eccedere i +22°C.
Scendere temporaneamente fin verso i +5°C, simulando un rapidissimo inverno, stimolerà la produzione di più sclerozi, a loro volta indispensabili per le fruttificazioni.
Nel corso degli anni recenti si è scoperto che i chicchi di segale aumentano la crescita del micelio fino a 3 o persino 5 volte più rispetto ai chicchi di frumento e che l’ottenimento di sclerozi di buon peso, induce maggiori fruttificazioni, con corpi fruttiferi più grandi.
Secondo il meteodo ENB, è quindi importante fornire ai miceli nutrienti attraverso questi sacchi di germinazione delle ascospore e del micelio, ma non si può prescindere dall’avere al di sotto di questi, un terreno di espansione dei miceli.
In pratica non si possono ottenere Spugnole, semplicemente da una sacca o balletta, così come avviene per esempio con i Pleurotus o altri funghi che possiamo coltivare in casa.
Metodo di coltivazione più diffuso

Coltivare le Morchelle
Oggi i produttori di Spugnole, seguono disciplinari descritti passo-passo nei vari brevetti.
Non ti esporrò i metodi ed i vari dettagli perché, qualora fossi interessato alla coltivazione professionale, troverai sulla rete, o presso i distributori, le linee guida secondo i vari brevetti.
A titolo indicativo ti dirò che la maggior parte dei coltivatori segue le seguenti fasi:
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Produzione di micelio primario.
Un micelio di Morchella viene trasferito su di agar di destrosio di patate (PDA) e incubato per 15 giorni a +15°C. - Un barattolo di vetro viene riepito con substrato solido, terriccio sabbioso e detriti legnosi. Lo si sterilizza con autoclave per 2 ore a 121°C.
- Micelio primario viene inserito in questo barattolo e lasciato incubare per 20 giorni a +15°C.
- In altro barattolo contenente substrato solido, chicchi di grano ammollati, terriccio sabbioso e detriti di legno, dopo averlo sterilizzato per 2 ore a 121°C, si inizia la coltivazione delle spore.
- La coltivazione delle spore prosegue per 20 giorni a +15°C.
Oggi uno dei substrati più utilizzati per queste operazioni preliminari e nei sacchi di coltivazione dei miceli, prevede l’utilizzo delle seguenti materie: 46% di chicchi di grano; 20% di crusca di riso; 18% di crusca di frumento; 10% di segatura; 1% di gesso; 1% di carbonato di calcio precipitato e 4% di humus.
Una miscela alternativa prevede l’utilizzo di 85% di materiale fermentato di pannocchia di mais, guscio di semi di cotone e paglia di raccolto; 10% di crusca di frumento; 4% di cenere d’erba; 1% di gesso, contenuto d’acqua pari al 60%.
Una volta ottenuta la schiusa delle ascospore e la produzione di miceli occorre preparare gli “orti” le aiuole di crescita, la semina su letti preparati e la copertura con terreno non nutriente. C’è chi aggiunge al terreno anche ossido di calcio o carbonato di calcio o ceneri vegetali per regolare il pH del suolo.
I sacchi di germinazione e nutrimento, adeguatamente sterilizzati, vanno riempiti con i vari composti, a seconda del disciplinare scelto, naturalmente al composto scelto vanno aggiunti anche pezzetti di sclerozi che favoriranno, da una parte la produzione di molto più micelio sessuato, dall’altra la produzione di molti sclerozi, indispensabili per lo stimolo alla fruttificazione.
Una volta che i sacchi saranno pronti, all’interno dei quali vi sarà un adeguato quantitativo di miceli e sclerozi in formazione, questi verrano forati su di un lato che verrà posto a contatto col terreno, entro il quale si espanderà il neonato micelio.
La differenza nella composizione chimica dei due substrati, quindi la povertà di nutrienti all’interno del suolo, stimolerà la fruttificazione di molti carpofori che, saranno tanto più ricchi, abbondanti, grandi, quanto maggiore sarà la presenza di miceli e sclerozi all’interno dei sacchi nutrizionali.
Secondo alcuni studiosi, è importante evitare di bagnare i suoli in cui si sviluppano i nuovi miceli, sia per stimolare la fruttificazione, che per evitare pericolose contaminazioni batteriche-proliferazioni di muffe-patogeni.
Seguendo questi metodi affermati, in pratica si “ingannano” le colonie fungine, inducendole a fruttificare su suoli aridi e con pochissimo nutrimento, producendo grandi quantità di sclerozi di riserva e carpofori-corpi fruttiferi, a loro volta piendi di ascospore che, cadendo al suolo, produrrano nuovi miceli indispensabili all’allargamento della colonia fungina ed alla ricerca di nuove fonti nutrizionali.
Il tutto, ipotizzando che presto la sacca di germinazione-nutrimento potrebbe esaurirsi e quindi, che diventi necessario trovare altrove, una nuova fonte di nutrienti.
SI POSSONO COLTIVARE LE MORCHELLE IN GIARDINO?
Coltivare le Morchelle in Giardino

La risposta alla domanda se è possibile coltivare le Morchelle in giardino, è indubbiamente sì.
Oggi i più grandi produttori al mondo di Morchelle sono in Cina, nel resto dell’Asia orientale, negli USA e solo marginalmente in Europa che, invece è il più grande importatore di Spugnole dalla Cina.
Nel 2007 i più grandi esportatori di Spugnole essiccate erano India, Pakistan, Turchia, Nepal, Bhutan, Stati Uniti, Canada e Cina, che è anche il maggior produttore al mondo di Spugnole all’aperto.
Naturalmente seminare spore che germineranno e, stimolare la produzione di miceli, sclerozi e carpofori non è impresa facile da controllare così, casualmente, o senza seguire linee guida di comprovata efficacia.
Ideale è di poter seguire i metodi brevettati, procurandosi gli inoculi presso produttori-distributori che nella gran parte dei casi si trovano in Oriente-Cina.
Se si seguono passo-passo queste linee guide, non sarà difficile poter produrre Morchelle anche nei propri orti-giardini e/o serre.
Per chi non volesse o non potesse seguire scrupolosamente le linee guida per la coltivazione, val comunque la pena tentare vie di coltivazione più rudimentali-artigianali, che comunque si rifanno al metodo naturale o artificiale.
Morchelle in giardino? Ecco come fare rudimentalmente
Forse non tutti lo sanno ma, le Morchelle sono funghi che, in particolari situazioni, possono vegetare e fruttificare proprio là dove meno te le aspetti.
Di solito fanno il giro delle chat e dei Social immagini di Morchelle nate in aree urbane, in pieno centro cittadino, tra le aiuole spartitraffico, lungo o persino in mezzo a vialetti di parchi e giardini.
Senza contare quelle nate per esempio su di barche abbandonate, nelle cantine con terra battuta, nei vigneti, su depositi di sfalci o segatura, o in boschi bruciati, all’indomani di accumulo di ceneri, così come tra le ceneri dei vulcani.
Benché delle Morchelle sappiamo che amano preferibilmente suoli sabbiosi e ricchi di humus, sappiamo altrettanto bene che adorano vegetare tra i materiali di pacciamatura delle aiuole, nelle lettiere con depositi di aghi di Pino ben arieggiati, non troppo compatte e prive di muffe.
Sappiamo altrettanto bene che le varità micorriziche, prediligono Frassini-Olmi e/o Pini me, come hai potuto leggere nei primi paragrafi, possono adattarsi a creare simbiosi con molte altre specie vegetali, sia arboree che erbacee.
In questo lungo articolo ti ho descritto le condizioni ideali per la loro fruttificazione e allora, perché non cercare di riprodurre tutte queste condizioni favorevoli nel proprio orto, parco o giardino?
Senza voler sconfinare nei metodi industriali affermati, si può tentare di inoculare il micelio delle Morchelle in giardino, depositando anzitutto pezzetti di Morchella matura, fresca, in piena fase di sporulazione, in luoghi in cui vi è adeguata presenza di sostanza organica, magari a margine di un prato.
Come coltivare le Morchelle in giardino, senza troppa fatica e pretese

Coltivare le Morchelle, ultima parte
Se in giardino possiedi un Frassino o un Pino domestico, val la pena di tentare di gettare sotto a questi pezzetti di Morchella esculenta nel primo caso, di Morchella elata, nel secondo.
Per indurre l’attecchimento delle spore, puoi depositare in un angolo ombroso dell’orto o giardino, alcuni secchi di sabbia, indispensabili per garantire un buon drenaggio del materiale che vi depositerai poi sopra.
Versa quindi un sacco di corteccia pacciamante, cui aggiungerai almeno un secchio di segatura ed un secchiello di cenere fine e priva di carbone, se riesci a procuratelo, prova ad aggiungere anche un secchiello di crusca di frumento o meglio ancora di mondature di riso ed uno di terriccio universale. Al tutto aggiungerai pezzetti di Morchella freschissimi, appena colti, oppure “semi”, inoculi acquistati via web,
Cerca di mescolare grossolanamente il tutto, avendo cura che il composto sia ben arieggiato e assolutamente non troppo compatto, con molti alveoli creati dalla corteccia più grossolana.
Bagna regolarmente questo deposito di sostanza organica per almeno 15 giorni, ricordandoti che la temperature ideale per la germinazione delle spore si aggira tra i +15 e +18°C.
Naturalmente se userai Morchelle appena raccolte, non potrai attenderti nascite immediate, dovrai aspettare come minimo la primavera successiva.
L’anno seguente, ricordati che puoi innescare, stimolare la fruttificazione, sempre che il micelio abbia attecchito, bagnando generosamente il sito principale in cui hai adagiato il compost con le spore di Morchella. Non bagnare tutto ciò che gli sta attorno.
Devi in qualche modo simulare ciò che si realizza in serra con i sacchi di germinazione-nutrizione.
Seguendo i metodi precedentemente descritti, puoi fare anche tu come hanno fatto i cinesi che, per centinai di anni hanno inseguito il metodo giusto per indurre le spore di Morchella a germinare in ambienti controllati, facendo mille o milioni di tentativi.
Potrai perciò tentare la fortuna creando un piccolo angolino in cui al pacciame aggiungerai anche i composti sopra descritti, ad esempio semi di grano, avena, crusca o altro, ricordandoti che in questo caso favorirai la formazione di muffe che, competeranno con i miceli delle Morchelle facendo fallire i tuoi tentativi di germinazione.
Se vuoi usare questo metodo, anche se rudimentalmente, puoi sempre provare con un barattolo da 500 grammi, sterilizzato, cui introdurrai le sostanze, i materiali sopra riportati, sterilizzando il tutto, portando a bollore, poi, una volta raffreddato, aggiungendo pezzetti di Morchella, per indurre la germinazione delle sue spore.
In questo caso però ti suggerisco di prendere ispirazione, seguendo il più fedelmente possibile, i vari metodi di coltivazione che puoi tranquillamente trovare in rete, seguendo i vari Brevetti per la Coltivazione delle Morchelle.
Noi però ipotizziamo che tu non voglia sperimentare cose troppo complicate, metodi scientifici che non potrai e non vorrai seguire.
UN PICCOLO AIUTINO ALLA NATURA
Ipotizziamo tu voglia semplicemente dare un piccolo “aiutino” alla natura, nel fare il suo corso.
Nulla e nessuno ti garantirà la riuscita di una “pseudo-coltivazione” ma, se le Morchelle nascono regolarmente e spontanemanete in molti giardini, vialetti, aiuole, perché non tentare la fortuna anche nel tuo giardino?
Perché non offrire loro un “aiutino” extra che le induca a germinare e fruttificare?
Al contrario di quel che molti possono pensare, depositare scarti o pezzetti di imenofori contenenti spore di fungo, in luoghi o su superfici che potenzialmente potrebbero essere ideali, non è assolutamente una perdita di tempo.
Depositare pezzetti di fungo Piopparello/Pioppino freschissimo, appena colto, su ferite sulla corteccia di un Pioppo, può dare ottimi risultati, con nascite di funghi in tempi relativamente brevi.
Dicasi lo stesso per esempio con Pleurotus ostreatus su di Pioppi tremuli; di Auricularia-judae, Orecchio di Giuda, su Sambuchi o altri ma, non dimenticarti che, con metodo e costanza, potrai stimolare anche le nascite di anelati-bramati funghi Porcini, in giardini con un buon potenziale vegetativo.
A tal proposito ti voglio segnalare, se ancora non lo hai letto, il mio articolo Quanto tempo impiega a crescere un fungo Porcino? in cui, oltre a scoprire vari tips relativi alla nascita dei funghi Porcini, puoi anche seguire un esperimento che io e mia sorella abbiamo condotto con grande successo, disseminando di spore di Boletus edulis un giardino a base di grandi Rododendri himalayani che ospitano in mezzo un Abete argentato e, nei pressi, un Abete rosso ed un grande Faggio.
Depositando scarti di funghi Porcini o pezzetti di Porcini assai maturi, bagnando regolarmente il giardino, poi in altre fasi, lasciandolo asciutto in attesa delle piogge naturali, non solo siamo riusciti a far attecchire diverse spore che hanno generato miceli primari, ma da miceli secondari, da 2 anni a questa parte raccogliamo regolarmente funghi Porcini, var. Boletus edulis, così come certificato dalle foto presenti nel suddetto articolo, che ti riporto ancora una volta: Quanto tempo impiega a crescere un fungo Porcino?
Se ancora non li hai letti, ti suggerisco anche questi altri miei articoli:
- Come nasce un Fungo Porcino – Svelato il mistero della nascita di un Porcino
- Didattica funghi 05. Imparare a trovare i funghi Porcini
Morchelle in giardino? Ecco come coltivare le Morchelle in giardino@Funghimagazine.it
COME COLTIVARE LE MORCHELLE
Complimenti per la bella descrizione degna di professionalità e passione, come Micologo vi faccio i migliori auguri.
Grazie mille Armando. Molto gentile. Felicissimi dell’apprezzamento!