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Fragola selvatica
La Fragola selvatica è nota più spesso in Italia come Fragola di bosco. Scopri in questo articolo le sue caratteristiche, dove cresce, i suoi utilizzi in cucina e le sue proprietà
FRAGARIA VESCA L., 1753
INDICE
Fragola Selvatica
Divisione: | Magnoliophyta |
Classe: | Magnoliopsida |
Sottoclasse: |
Rosidae |
Ordine: | Rosales |
Famiglia: | Rosaceae |
Genere: | Fragaria |
Specie: | F. vesca |
Nome italiano: | Fragola selvatica |
Classificazione botanica: |
Angiosperme |
Classificazione inferiore: (Classe) |
Eucotiledoni |
Forma vegetativa: |
Pianta erbacea perenne |
Forma biologica: |
Emicriptofita reptante |
Sesso: | Asessuata |
Impollinazione: | Entomofila |
Periodo fioritura: |
tra Aprile e Luglio |
Tipo di infiorescenza: |
Irregolare, con fiore bianco a 4-6 petali |
Semi: |
Numerosi semini gialli contenuti negli acheni, sulla superficie del frutto |
Frutti: |
Capsule ovoidali di colore rosso |
Diffusione: |
Biotica |
Habitat: |
Boschi aperti, sottoboschi, prati, sentieri |
Distribuzione: |
Emisfero settentrionale |
Protezione: |
In Italia non è specie protetta |
Scheda illustrativa:

ETIMOLOGIA
L’etimologia del termine specifico “Fragaria” non è in realtà del tutto certa.
Secondo diverse fonti, sembrerebbe innanzitutto che questa parola possa derivare dall’antica radice sanscrita “ghra“, significante “fragranza“. Un’altra ipotesi altrettanto accreditata metterebbe invece il lemma in connessione con il latino fragrans, participio presente del verbo fragrāre ([fragro], fragras, fragrāre), anch’esso alludente alla proprietà di emanazione di un aroma.
L’epiteto vesca venne invece, introdotto per la prima volta da Linneo nel suo “Species Plantarum” nel 1753, proprio in occasione della creazione del termine scientifico indicante la stessa Fragaria vesca.
Anche in questo caso le ipotesi relative all’origine del lemma sono diverse. Secondo alcuni, vesca deriverebbe dall’aggettivo latino di I classe vescus [vescus], vescă, vescum. Uno dei significati di questo termine è “esile“, “fragile“, forse, in questo caso, in riferimento alle più minute dimensioni della Fragola selvatica rispetto alla Fragola comunemente intesa, e della quale rappresenta infatti una sottospecie. Un altro significato dello stesso aggettivo è “morbido”, che potrebbe invece riferirsi alle caratteristiche morfologiche del frutto.
Più tardi, il termine utilizzato da Linneo venne ulteriormente fatto ricondurre anche al latin vescor, forma passiva di vesco [vesco], vescis, vescĕre e significante “cibarsi“. In quest’ultimo caso, l’espressione potrebbe facilmente ricondursi alla commestibilità della Fragola selvatica.
In Italia, la Fragola selvatica è in realtà forse più spesso conosciuta sotto i nomi comuni di Fragola di bosco, Fragolina o, in alternativa, Fragola comune, tutti termini che in qualche misura rammentano le caratteristiche, l’habitat di preferenza e la larga diffusione della pianta.
Nella maggior parte degli altri paesi, si riferisce alla Fragola selvatica attraverso le stesse espressioni utilizzate anche in Italia, altri tendono ad utilizzare locuzioni leggermente diverse, ma che, similmente, fanno sempre cenno alle aree di diffusione (sia geografiche che ecologiche) della pianta.
In Germania la Fragola selvatica è ad esempio conosciuta come Fragola di cespuglio, mentre in Romania la si indica attraverso l’epiteto di Fragolina di campo.
La lingua inglese le si riferisce invece attingendo ad espressioni di carattere prettamente geografico, quali Fragola dei Carpazi, Fragola europea o Fragola alpina, a ricordare la sua resistenza anche in zone montuose e dalle quote più elevate.
DISTRIBUZIONE
La Fragola selvatica (Fragaria vesca) costituisce una specie originaria dell’Europa e delle regioni temperate dell’Asia (ovvero della fascia settentrionale compresa tra Turchia e Cina), oltre che del Nord America.
Oggi la si può trovare in gran parte dell’emisfero settentrionale, risultanto diffusa nei climi temperati e, disegnando un’ampia area di distribuzione concentrata soprattutto tra Europa (in particolare Europa Centrale), Asia, Nord Africa, Nord America e Sud America.
Non stupisce quindi il fatto la Fragola selvatica rappresenti una pianta che, pur costituendo una sottospecie, è comunemente riconosciuta ed apprezzata dai più.
La Fragola selvatica riesce a prosperare ed a diffondersi con relativa facilità attraverso quote che vanno generalmente dai 200 ai 1900 m.s.l.m.. Ciò ne permette il comune ritrovamento anche nei territori di montagna relativamente più elevati, rendendola invece più rara all’interno delle regioni strettamente mediterranee, in particolar modo in quelle a clima caldo-sesso.
Diversi reperti archeologici attestano come la Fragola selvatica costituisca da secoli un frutto largamente diffuso ed utilizzato dall’uomo. Consumato sin dall’età della pietra, anticamente lodato da poeti romani quali Ovidio, Plinio e Virgilio e coltivato dagli agricoltori dell’Antica Persia, i semi della Fragola selvatica vennero ampiamente diffusi attraverso la via della seta.
La proliferazione della Fragola selvatica conobbe un ulteriore allargamento durante il XIV secolo, dopo che già nel Medioevo si diede inizio alle coltivazioni su larga scala della pianta. Le prime tracce scritte relative alla sua coltivazione risalgono infatti al 1324 e si ritrovano all’interno di alcuni documenti dell’ospedale francese Saint-Jean di Estrée d’Arras, attestanti proprio gli atti di acquisto e conservazione delle piante. A quel tempo, tutte le parti componenti la Fragola selvatica venivano infatti utilizzate a scopo medicinale.
HABITAT
🍂🍁🌳 Ecologia della Fragaria vesca
L’habitat ideale della Fragola selvatica è quello delle aree aperte di boschi, sottoboschi, prati e radure, con una preferenza per i boschi radi di latifoglie e conifere, oltre che per i margini delle foreste. La sua resilienza rende però più che comune il ritrovarla anche lungo sentieri e bordi stradali, argini, pendii, scarpate, muri a secco e strade in pietra o ghiaia, contribuendo al proliferare della sua diffusione.
Può esser considerata una specie pioniera che colonizza facilmente aree colpite da incendi, frane, smottamenti, purché ricche di azoto ed humus.
La Fragola selvatica predilige infatti suoli dal pH piuttosto acido e zone semi ombreggiate o dall’esposizione soleggiata, preferendo terreni umidi (ma ben drenati) e ricchi di humus e sostanze nutritive. Sempre la sua resistenza la rende comunque tollerante a diversi livelli di umidità (a patto che non si rivelino eccessivamente umidi o troppo secchi) e condizioni di crescita. Laddove non riceve abbastanza luce, la pianta può ad esempio sopravvivere comunque, pur senza dare i suoi piacevolissimi frutti.
Decisamente rappresentativo dell’ampiamente citata resistenza della Fragola selvatica è il fatto che essa si dimostri in grado di stabilirsi su terreni bruciati da incendi o, addirittura, sopravvivere e rigenerarsi rapidamente a seguito di incendi stessi (seppur di lieve entità).
DESCRIZIONE
Come riconoscere la Fragola selvatica

Fragaria vesca è una pianta erbacea perenne largamente conosciuta.
Apprezzata dai poeti e coltivata dagli antichi, la sua fioritura allieta tutt’oggi il nostro sguardo.
Mentre i suoi piccoli fiori bianchi iniziano ad accompagnare le nostre passeggiate, sin dagli albori della primavera, sono i suoi morbidi frutti rossi a catturarci man mano che ci avviciniamo alla stagione estiva, permettendoci di apprezzare la bellezza della Fragola selvatica, sia che ci troviamo nei boschi, a margini di un prato o sul ciglio di una strada.
La Fragola selvatica si differenzia da altre specie simili grazie alle sue dimensioni più ridotte e per il fatto che i suoi peli sono attaccati al gambo del fiore e diretti verso lo stesso, senza sporgere quindi verso la radice come accade in alcune delle sue sorelle.
Alta mediamente tra i 5 e i 15 cm, il fusto breve ed indurito della Fragola selvatica porta alle proprie estremità le foglie raccolte in rosetta, dalla base delle quali partono gli stoloni (ovvero rami laterali che partono, appunto, da una gemma alla base della pianta), solitamente rampicanti.
Caratteristiche vegetative
Foglie
Le foglie della Fragola selvatica appaiono quindi raccolte in rosetta, fornendo alla pianta l’aspetto di bassi cespi e piccoli ciuffi dispersi sul terreno. Esse sono trifogliate e dalle estremità dentellate, sostenute da un picciolo di circa 10 cm. Le foglie presentano segmenti ovali, di cui quello centrale privo di picciolo (sessile) e quelli laterali con piccioli brevi. La lamina fogliare può essere più o meno pelosa, apparendo spesso un po’ rugosa al tatto lungo le nervature secondarie.
Infiorescenza
L’infiorescenza della Fragola selvatica è irregolare e presenta mediamente dai 5 agli 11 fiori raccolti a piccoli gruppi e portati da un gambo (scapo) verde, morbido e peloso che di solito li solleva al di sopra delle foglie. Lo scapo si allunga per circa 3-15 cm e presenta inoltre una piccola foglia in corrispondenza della ramificazione.
Fiori
I fiori della Fragola selvatica sono bianchi, piccoli e morbidi al tatto, sostenuti da peduncoli eretti. Sono ermafroditi e possono presentare dai 4 ai 6 petali bianchi, racchiudenti al proprio interno circa una ventina di stami gialli.
Frutti e semi
I frutti comunemente intesi della Fragola selvatica costituiscono in realtà un falso frutto (frutto aggregato): strettamente parlando, il frutto vero e proprio non è infatti costituito dalla morbida forma rossa ed ovoidale che noi tutti conosciamo, ma dai cosiddetti acheni, ovvero quei piccoli semini gialli che ne costellano la superficie e che contengono i semi della pianta.
Andando comunque a considerare in questa sede il “frutto” rosso, di più facile distinzione ed individuazione, esso è più piccolo di quello delle altre specie di Fragola, ma comunque altrettanto succoso e dal profumo intenso. Appare di colore rosso alla maturazione, ma esistono alcune varietà che in questa stessa fase si presentano in toni gialli o biancastri. Man mano che la sua crescita avanza, tra i mesi di Maggio e Agosto, il suo peso aumenta, ripiegandosi verso il basso e contribuendo a fornire alla pianta una forma a campanellina.
I frutti, così come i fiori della Fragola selvatica, vengono prodotti ogni anno in abbondanza, motivo per cui questa pianta perde spesso vigore dopo alcuni anni di crescita.
SOTTOSPECIE
La Fragaria vesca possiede numerose sottospecie:
- Fragaria vesca ssp. americana (Porter): diffusa in Nord America e più piccola di altre sottospecie;
- F. vesca ssp. bracteata (A. Heller): diffusa negli Stati Uniti meridionali ed occidentali. Si distingue per i fiori di più grandi dimensioni, divedendosi a sua volta in tre ulteriori sottospecie differenti (Fragaria albida, Fragaria bracteata, Fragaria Helleri);
- F. vesca ssp. californica (Cham. & Schltdl.): diffusa sulla Pacific Coast degli Stati Uniti, presenta foglioline dalla forma più arrotondata e dalla lamina seghettata, mostrandosi inoltre poco resistente alle temperature più fredde;
- F. vesca ssp. vesca: diffusa in territorio eurasiatico, anch’essa si dirama a sua volta in ulteriori differenti tipologie (Fragaria alba, Fragaria roseiflora – di particolare interesse per i suoi fiori tipicamente rosa -, Fragaria semperflorens).
SPECIE COLTIVATE
Le fragole di bosco possono esser facilmente coltive su terreni ricchi di sostanza organica, humus già ben decomposto.
Attualmente in Europa si coltivano diversi ibridi, nuove varietà di Fragraria vesca, preferibili alle classiche fragole giganti perché assai più profumate e saporite.
Di seguito alcune tra le varietà di fragole coltivate più diffuse:
- Fragraria alba, frutti a forma conica allungata, lucidi, a maturazione precoce
- F. arosa, frutti a forma rotondeggiante
- F. Belrubi, frutti a forma allungata di grosse dimensioni ed elevato contenuto di zuccheri
- F. Candonga, frutti di colore rosso vivo con polpa carnosa, tipici del Metapontino in Basilicata, frutto di 7 incroci
- F. Carezza, frutti a forma conica irregolari di grandi dimensioni
- F. Gorella, frutti a forma di cuore
- F. Nera di S. Mauro, tipica di San Mauro Torinese
- F. Pocahontas, frutti torndi
- F. Roxana, frutti rosso intenso a maturazione tardiva
- F. Sabrosa, frutti a forma conica allungata rosso brillante. Specie tipicamente spagnola frutto di incroci naturali, molto aromatica e zuccherina
- F. Senga Sengana, frutti piccoli di colore scuro
- F. Tortona, frutti piccoli come lamponi, intenso profumo, matura a giugno, presidio Slow Food
COSA E QUANDO SI RACCOGLIE
Gli utilizzi che si possono fare della Fragola selvatica consentono di raccoglierne innanzitutto le foglie durante la stagione primaverile.
Queste non devono mostrarsi troppo tenere e devono essere raccolte da prima della comparsa dei fiori, fino all’inizio della maturazione. Se raccolte dopo, non avranno più, infatti, il loro gradevole sapore.
I frutti della Fragola selvatica maturano da Maggio ad Agosto e vanno raccolti una volta raggiunta la piena maturazione (in modo da sfruttarne anche la ricchezza di zuccheri), indicata dal loro bel colore rosso intenso.
Visto il largo impiego che viene fatto di questa pianta, bisogna fare attenzione a non confonderla con la Fragola matta (Duchesnea indica), detta anche, per l’appunto, Falsa fragola.
Quest’ultima possiede fiori gialli e foglie (più scure ed opache di quelle della Fragola selvatica) con tutti e tre i segmenti sostenuti da brevi piccioli, producendo frutti che rimangono rivolti verso l’altro e sono circondanti da grandi sepali verdi. Pur non essendo velenosa, i suoi frutti sono però del tutto insipidi e privi di sapore, distinguendosi nettamente dal più apprezzabile gusto ed aroma della Fragola selvatica.
USI IN CUCINA
Come appena anticipato, l’utilizzo della Fragola selvatica riguarda principalmente le sue foglie ed i suoi frutti. Questi ultimi, in particolare, hanno sempre goduto di un diffuso apprezzamento che, nel corso dei secoli, li ha visti impiegati nei più disparati modi.
Le foglie vengono innanzitutto impiegate in cucina per la preparazione di tisane ed infusi dal gusto particolare, volendo, si possono ulteriormente insaporire attraverso l’aggiunta di qualche foglia di menta o melissa.
Possono poi essere anche utilizzate all’interno di minestre.
I frutti della Fragola selvatica, come tutti ben sappiamo, possono invece essere innanzitutto consumati freschi. Il loro sapore, come precedentemente accennato, si dispiega al meglio soprattutto se colti a maturazione raggiunta, quando anche il profumo del frutto raggiunge il suo massimo aroma.
Un loro impiego più lavorato consiste invece nella preparazione di sciroppi, marmellate e confetture. C’è però da specificare come il gusto del frutto possa assumere note amarognole, già dopo pochi minuti di cottura, motivo per cui, nel caso di confetture e marmellate, la Fragola selvatica viene più spesso impiegata per la loro aromatizzazione, accompagnandosi ad altri frutti.
La Fragola selvatica non è soltanto apprezzata dall’uomo, ma anche da insetti ed animali. Largamente visitata dalle api, e dagli uccelli – in grado di aiutare la pianta a disperdere i suoi semi -, i suoi principali consumatori sono però mammiferi carnivori come le volpi.
A tal proposito, è consigliabile evitare di consumare Fragole selvatiche crude, nei casi in cui potrebbero esserci nei paraggi o essere venute a contatto con escrementi di questi animali, capaci, infatti, di trasmettere l’echinococcosi. Ugualmente, si sconsiglia di consumarle appena raccolte, senza averle precedentemente lavate.
USI MEDICINALI
In medicina come in cucina, la Fragola selvatica (Fragraria vesca) è sempre stata largamente impiegata per gli usi più disparati, dal suo impiego come base per maschere di bellezza, al suo utilizzo come medicinale per curare le ferite.
L’ampio utilizzo che ne viene fatto tuttora, è sicuramente dovuto alle numerose sostanze contenute in questa pianta e nei suoi frutti, che contribuiscono a renderla di largo interesse da un punto di vista farmaceutico.
Frutti, foglie e radici, contengono diversi principi attivi quali olii essenziali, tannino e flavone, oltre che circa 80 diverse sostanze chimiche come vitamina C, magnesio, fosforo, sodio, ferro, calcio e acido salicilico. Mentre la vitamina C si concentra maggiormente nelle foglie, le radici della Fragola selvatica appaiono invece ricche di zuccheri.
Uno dei principali effetti benefichi riconosciuti nella Fragola selvatica riguarda innanzitutto la sua capacità di alleviare i disturbi gastrointestinali.
Le sue foglie contengono infatti il tannino, una sostanza chimica appartenente alla famiglia dei polifenoli ed utile come contrasto a disturbi di questo tipo. In particolare, le foglie più giovani e morbide della Fragola selvatica possono essere tritate finemente ed utilizzate per preparare infusi e tisane che, se bevuti più volte al giorno, si rivelano essere un ottimo rimedio contro la diarrea.
Altri impieghi benefichi che possono essere fatti della Fragola selvatica riguardano poi numerose altre proprietà quali quelle diuretiche, depurative, astringenti, antiemorragiche, vitaminiche, antianemiche e rimineralizzanti, rese appunto possibili dalle diverse e numerose sostanza contenute all’interno della pianta.
La Fragola selvatica favorisce inoltre l’eliminazione degli acidi urici ed è anche indicata come rimedio per le infiammazioni del cavo orale.
VALORI NUTRIZIONALI
Una tazza contenete fragole crude, per un peso medio di 152 grammi, ha i seguenti valori nutrizionali:
- Rapporto Calorico:
- Carboidrati 85%
- Grassi 8%
- Proteine 7%
- Calorie totali: 48.6 (203kj)
- Calorie da carboidrati: 41.4 (173 kj)
- Calorie da grassi: 3.8 (15,9 kj)
- Calorie da proteine: 3.4 (14,5 kj)
- Carico glicemico stimato:
- 3 su di un totale di 250
- Equilibrio nutritivo:
- 60 su 100
- Qualità proteica:
- 48 su 100
- Fibra alimentare: 3.0 grammi
- Vitamine:
- Vit. A 18,2 Ul – 0% DV (Fabbisogno giornaliero)
- Vit. C 89.4 mg – 149% DV
- Vit. D assente
- Vit. E 0.4 mg – 2% DV
- Vit. K 3.3 mg – 4% DV
- Folato alimentare 36.5 mcg – 9% DV
- Acido Pantotenico 0.2 mg – 2% DV
- Minerali:
- Manganese 0.6 mg – 29% DV
- Potassio 233 mg – 7% DV
- Magnesio 19.8 mg – 5% DV
- Fosforo 36.5 mg – 4% DV
- Rame 0.1 mg – 4% DV
- Ferro 0.6 mg – 3% DV
- Calcio 24.3 mg – 2% DV
- Zinco 0.2 mg – 1% DV
- Selenio 0.6 mcg – 1% DV
- Steroli:
- Fitosteroli 18.2 mg
- Acqua: 138 grammi
SIMBOLOGIA E CULTURA
Si è già avuto modo di parlare di come la Fragola selvatica abbia sempre goduto di un ampio apprezzamento.
Largamente utilizzata dagli antichi ed addirittura dai poeti romani, la fama di questa pianta l’ha resa oggetto, nel corso dei secoli, di numerose simbologie ed interpretazioni. Per esempio, la Fragola selvatica ha costituito per molto tempo un simbolo di mondanità, tentazione e piacere sensuale, fino a che il cristianesimo non ne ha attribuito un secondo significato.
Dotata di fiori a forma di rosa ma privi di spine, essa divenne infatti simbolo di rettitudine, accompagnandosi spesso, per questo motivo, alle iconografie medioevali di Maria in quanto allegoria di pensieri pii e buoni.
Al di là delle sue interpretazioni religiose, i simbolismi legati alla Fragola selvatica sono accresciuti anche grazie alla letteratura, soprattutto ad opera di fiabe e leggende.
Nella mitologia germanica la Fragola selvatica appare ad esempio associata alla figura della dea Frigg, ma la sua apparizione si è perpetuata nel tempo anche attraverso racconti più conosciuti come quelli dei fratelli Grimm, che hanno contribuito a mantenere vivo l’interesse e la suggestività di questa pianta anche al di là dei suoi scopi medicinali e culinari.
FOTOGALLERY
Di seguito alcune foto della Fragaria vesca – Fragola selvatica
Fragraria vesca – Fragola selvatica @funghimagazine.it
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