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Ortica
Urtica dioica è il termine scientifico utilizzato per indicare quella che noi tutti conosciamo come la comune Ortica. Pianta nota soprattutto per le proprietà urticanti, scopriamo insieme le sue caratteristiche, proprietà e benefici
URTICA DIOICA L., 1753
INDICE
- 1 URTICA DIOICA L., 1753
- 1.1 ETIMOLOGIA
- 1.2 DISTRIBUZIONE
- 1.3 HABITAT
- 1.4 PARASSITI DELL’ORTICA
- 1.5 DESCRIZIONE
- 1.6 COLTIVAZIONE
- 1.7 COSA E QUANDO SI RACCOGLIE
- 1.8 USI IN CUCINA
- 1.9 CURIOSITA’
- 1.10 USI MEDICINALI
- 1.11 VALORI NUTRIZIONALI
- 1.12 ALTRI UTILIZZI
- 1.13 SOTTOSPECIE
- 1.14 CULTURA E SIMBOLOGIA
- 1.15 FOTOGALLERY
- 1.16 Condividi:
- 1.17 Correlati
Ortica Comune
Divisione: | Magnoliophyta |
Classe: | Magnoliopsida |
Sottoclasse: |
Hamamelididae |
Ordine: | Urticales |
Famiglia: | Urticaceae |
Genere: | Urtica |
Specie: | U. dioica |
Nome italiano: | Ortica comune |
Classificazione botanica: |
Angiosperme |
Classificazione inferiore: (Classe) |
Eucotiledoni |
Forma vegetativa: |
Pianta erbacea perenne |
Forma biologica: |
Emicriptofita scaposa |
Sesso: | Dioica |
Impollinazione: |
Anemofila |
Periodo fioritura: |
tra Maggio ed Ottobre |
Tipo di infiorescenza: |
A pannocchia, con fiori giallo-verdastri riuniti in spighe arcuate o pendule |
Semi: |
Contenuti singolarmente in ciascun acheno |
Frutti: |
Acheni di forma ovale-ellittica |
Diffusione: |
Anemocora |
Habitat: |
Incolti, terreni abbandonati, boschi aperti |
Distribuzione: |
Globale |
Protezione: |
In Italia non è specie protetta |
Scheda illustrativa:

ETIMOLOGIA
Il binomio scientifico Urtica dioica è stato istituiti, secondo i principi della nomenclatura botanica, da Carlo Nilsson Linnaeus, che lo ha inserito nel suo “Species Plantarum” nel 1753, tuttavia, il nome era in realtà già stato precedentemente utilizzato, ad esempio, dal botanico olandese Adriaan van Royen all’inizio del XVII secolo.
In tempi più remoti, il termine Urtica, era già stato utilizzato da diversi autori romani, riferendosi proprio alla comune Ortica.
Il lemma urtica deriverebbe dal latino uro ([ūro], ūris, ussi, ustum, ūrere), verbo transitivo di terza coniugazione, dal significato di “bruciare”. Risulta chiaro che questa espressione si riferisse agli effetti irritanti dell’Ortica comune che, noi tutti ben conosciamo.
L’epiteto dioica fa invece riferimento, al diocismo dell’Ortica comune, ovvero alla proprietà della pianta di possedere i due sessi su individui distinti. Il termine diocismo si utilizza per indicare, in generale, specie vegetali che recano analoghe caratteristiche, deriva a sua volta dal greco δίς (“due”) e οἰκία (“casa”).
Nonostante – come andremo ad approfondire – esistano diverse sottospecie di Urtica dioica, l’Ortica comune rappresenta sicuramente la più diffusa e conosciuta.
Nell’idioma inglese, l’Ortica comune è nota con il nome di Common Nettle (dove nettle significa, appunto, “ortica”), ma anche di Burn Nettle (Ortica che brucia) e Stinging Nettle (Ortica pungente), a sottolineare le sue note proprietà irritanti. Talvolta viene semplicemente chiamata Nettle o Stinger (“pungitrice”).
In spagnolo è invece conosciuta come Ortica Mayor (“ortica maggiore”), mentre prende il nome diffuso di Pringamoza in numerosi altri paesi latini quali Colombia, Cuba, Guatemala, Messico, Panama, Repubblica Domenica e Venezuela.
In olandese è similmente nota sotto il nome di Grote Brandnetel (“ortica grande”), risalente ad un’espressione proto-germanica, ma in alcune zone del paese viene comunemente chiamata Tingel, letteralmente “pizzicore”.
In polacco ha numerosi nomi popolari, come ad esempio Koprywa, Kropiewa, Parzawica e Pokrzywa Chyrzawka: tutte espressioni che, anche in questo caso, si riferiscono tendenzialmente alle caratteristiche distintive dell’Ortica, ovvero urticante o pungente.
Risulta infine curioso notare come la sua diffusione, e la fama delle sue caratteristiche, abbiano reso l’utilizzo del suo nome anche all’interno di espressioni comuni e modi di dire in svariate lingue.
Per esempio, in inglese la frase idiomatica “to grasp the nettle” (letteralmente “prendere un’ortica”) indica un’azione spavalda, mentre il semplice termine “nettled” si riferisce all’essere infelici rispetto ad un avvenimento. Il tedesco utilizza invece la frase “sich in die nesseln setzen” (“sedersi tra le ortiche”) per indicare l’azione di cacciarsi nei guai, mentre l’olandese “netelige situatie” è un’altra espressione per “dilemma”.
DISTRIBUZIONE
La comune Ortica è una pianta nativa di Europa, Asia ed Africa Settentrionale, tuttora ampiamente diffusa in questi paesi – ad esclusione di alcune regioni dell’Asia, in cui si trova soprattutto nelle zone temperate del continente.
Questa pianta è stata successivamente introdotta anche in numerosi altri paesi del globo, in primis l’America. Nel Nord America, oggi la si trova ampiamente diffusa tra Canada e Stati Uniti, dov’è presente in tutti gli stati, ad eccezione delle Hawaii. La si può trovare anche nelle zone più settentrionali del Messico, nelle regioni nord-ovest del Pacifico (dove cresce in abbondanza), nel resto del Sud America ed in Australia.
In Italia, le condizioni ecologiche predilette dall’Ortica comune fanno sì che la si possa ritrovare in tutte le regioni italiane, ad altitudini che vanno dal livello del mare, fino a raggiungere tendenzialmente i 1800 metri d’altezza.

HABITAT
🍂🍁🌳 Ecologia dell’Urtica dioica
L’habitat prediletto dall’Ortica è generalmente costituito da luoghi umidi, ombrosi e comunque sempre ben ricchi di azoto.
Come appena accennato, se gli ecosistemi sono adatti, l’Ortica può facilmente spingersi fin quasi al limitare della vegetazione in montagna, con particolare predilezione per gli alpeggi o ruderi abbandonati.
Grazie alla sua innata resilienza, questa pianta può risultare comune ed assai diffusa, ovunque vi siano terreni incolti abbandonati, boschi aperti e radure comunemente frequentati da animali selvatici, bordi di campi concimati, rive di corsi d’acqua, frutteti, stalle, ruderi.
L’Urtica dioica predilige frequentare i pascolativi bovini, ovini e caprini, su cui vi è un buon deposito di deiezioni ma, più di tutto, ama vegetare dove urinano abitualmente i bovini o dove vi siano depositi di letame.

Spesso la si incontra vicino ad abitazioni ed edifici umani, soprattutto se abbandonati da lungo tempo.
In generale, tende a proliferare nei luoghi inquinati, dove questi inquinanti abbiano reso il suolo ricco di fosfato e azoto, contribuendo così alla costituzione di una fitocenosi ideale.
L’Ortica predilige infine i terreni tendenzialmente basici (→ basico-basofilo), ricchi di azoto, potassio e fosforo.
La presenza di questa pianta all’interno di un ecosistema, può quindi indicare la presenza di terreni ricchi di quest’ultimi elementi chimici o di abbondanza di sostanze organiche e di nutrienti, oltre che di un suolo potenzialmente inquinato.
Infine, questa pianta si può trovare quasi sempre all’interno di particolari ecosistemi-fitocenosi, associata ad esempio con l’Artemisia, la Malva, il Sambuco e la Parietaria.
PARASSITI DELL’ORTICA
Forse non tutti sanno che, la pianta dell’Urtica dioica viene normalmente aggredita da un’altra pianta parassita che, vive a sue spese. Una pianta erbacea rampicante, terofita e parassita. Pianta annua che vive a spese di altre, dalle quali preleva la linfa attraverso l’utilizzo di austori che penetrano nei fusti della pianta ospite.
Questo parassita si chiama Cuscuta europea.
Ha la caratteristica di esser priva di foglie, ridotte a semplici squame. Foglie che non necessarie, dal momento che non ha la necessità di compiere la fotosintesi clorofilliana, infatti ricava le sostanze zuccherine e tutti gli altri nutrienti indispensabili dalle piante ospiti, che attacca avviluppandosi lungo i loro fusti, con piccoli fusti filiformi assai flessibili, simili a minuscole liane di colore verde-rossiccio, che si fissano sulla pianta ospite mediate attorcigliamento continuo.
A volte risulta quasi difficile individuare questa pianta, che si rende indistinguibile grazie a fiori abbastanza simili a quelli dell’Ortica.
Questo parassita predilige Ortiche, Luppolo e Sambuco.

DESCRIZIONE
Come riconoscere l’Ortica – Urtica dioica
Si tratta di una pianta erbacea perenne che fiorisce tra i mesi di Maggio ed Ottobre.
La sua maggiore caratteristica distintiva è quella di essere ricoperta di peli urticanti chiamati Tricomi, la cui presenza è piuttosto variabile per densità. Questi peli hanno la forma di minuscole vescichette piene di liquido urticante, che è la causa ultima dell’irritazione che provocano.
A contatto con la pelle, questi causano orticaria, bruciore e forte prurito, generato dalle sostanze che costituiscono il liquido stesso. Nello specifico, si tratta di: acido formico, resina, istamina e altre sostanze proteiche.
La comune Ortica, Urtica dioica, presenta un rizoma ramificato, strisciante in superficie, da cui dipartono numerose radici.
Grazie alla resistenza del suo rizoma, questa pianta è spesso in grado di sopravvivere e ristabilirsi in caso di incendio. Dal suo rizoma crescono direttamente i fusti, i quali possono raggiungere anche i 150 centimetri di altezza e sono di colore rossastro o giallastro.
I fusti dell’Ortica comune sono eretti e presentano inoltre delle striature o scanalature longitudinali.
La sua forma biologica è di tipo Emicriptofita scaposa. Si tratta, ovvero, di una pianta perenne con asse allungato e le cui gemme sono poste a livello del suolo. Queste ultime vengono in tal modo protette dalla pianta stessa (dal suo fogliame caduto o dalle sue parti morte) o, ad esempio, dalla neve, fruendo inoltre del calore del suolo.
Curiosamente, questa pianta rappresenta un alimento prediletto da diversi lepidotteri ed insetti, in particolare farfalle e falene, che contribuiscono infatti al controllo delle sue popolazioni presenti in un ecosistema.
Non è invece altrettanto apprezzato dagli animali erbivori, facilmente a causa dei suoi fastidiosi peli urticanti.
Caratteristiche vegetative
Foglie

Le foglie dell’Ortica, Urtica dioica, risultano morbide e di colore verde intenso, più o meno scuro, con una lunghezza che può variare dai 3 ai 20 centimetri. Sono picciolate ed opposte rispetto al fusto eretto.Possiedono una lamina cuoriforme ed allungata, con i margini che appaiono grossolanamente dentellati e con un dente fogliare terminale più lungo degli altri, che determina appunto la punta allungata con cui si chiude la foglia.
Come gli steli, anche le sue foglie sono ricoperte sul lato superiore da peli urticanti, anch’essi capaci di iniettare il proprio liquido pungente.
Infiorescenza
I fiori dell’Ortica, Urtica dioica, sono riuniti in spighe erette o pendule che dipartono dall’ascella delle foglie, fornendo alla pianta una tipica infiorescenza a pannocchia.
La forma delle sue spighe è in realtà determinata dal sesso dei fiori.
Come accennato in precedenza, e suggerito anche dal suo nome scientifico, l’Ortica è una pianta dioica, ovvero presenta organi riproduttivi maschili e femminili su piante distinte, determinando in tal modo la presenza di fiori sia maschili che femminili. In particolare, i fiori femminili sono raccolti in lunghe spighe pendenti, mentre quelli maschili sono riuniti in spighe erette. In generale, le infiorescenze risulteranno più o meno dense e rigide, a seconda dell’esposizione della pianta alla luce solare.
Fiori

I fiori sono anzitutto molto piccoli, di colore tendente al giallo-verdastro.
Anche nella loro morfologia, quelli maschili si distinguono da quelli femminili, infatti, i primi presentano 4 tepali subeguali irsuti e 4 stami, mentre i secondi possiedono 4 tepali irsuti di cui i 2 interni appaiono di grandezza maggiore rispetto a quelli esterni, possedendo inoltre degli stimmi con apice arrossato.
Un fenomeno sorprendente e degno di nota è rappresentato dall’apertura dei fiori maschili, i cui stami, grazie ai loro movimenti, sono infatti in grado di sparare in aria il polline determinando la comparsa di piccole nuvole.
Frutti e semi
I frutti dell’Urtica dioica si sviluppano a partire dai fiori femminili. Questi ultimi danno infatti vita ad acheni di forma ovale strettamente ellittica.
Sono secchi e caratterizzati dalla presenza di un ciuffo di peli al loro apice. Risultano esser mediamente lunghi fino a 1,3 mm e larghi fino a 0,9 mm e, racchiudono al proprio interno i semi della pianta.
Ciascun acheno contiene un solo seme, ma una pianta di Ortica comune può arrivare a produrre circa 22.000 frutti nel suo arco di vita (numero che, se la pianta non è sufficientemente esposta al sole, può scendere a 500).
COLTIVAZIONE
L’Ortica comune può essere coltivata nei campi, generalmente ottenendo risultati significativi attraverso tre diversi possibili metodi.
- Semina diretta: la semina può avvenire in autunno o in primavera.
La densità dei semi distribuiti sul terreno è di circa 6 chilogrammi per ettaro, con una spaziatura tra le diverse file di 30 cm in autunno 42-50 cm in primavera.
Lo svantaggio di questo metodo è quello di portare, solitamente, ad una copertura vegetale incompleta. Per ovviare ad un simile inconveniente si consiglia solitamente di coprire il letto di semi con un foglio perforato trasparente, migliorandone in tal modo la germinazione.
Un altro svantaggio dato da questo metodo deriva anche dal controllo delle piante infestanti, difficile da effettuarsi proprio a causa delle proprietà pungenti della pianta. - Coltivazione di piantine in vivai con successivo trapianto: per questa tecnica, i semi pre-germinati vengono seminati tra metà/fine febbraio e l’inizio di aprile, coltivandoli in vivai. Una buona germinazione può essere ottenuta alternando temperature elevate durante il giorno (circa 30 gradi per 8 ore) a temperature più basse durante la notte (20 gradi per 16 ore).
Prima che avvenga il trapianto, le piantine dovranno essere fertilizzare ed acclimatate a temperature più fredde.
Il trapianto dovrebbe iniziare intorno alla metà di aprile, mantenendo una spaziatura tra le file del terreno di 42-50 cm, separando le diverse piante a 25-30 cm di distanza le une dalle altre. - Propagazione vegetativa: in questo ultimo caso vengono piantati gli stoloni dell’Ortica.
Si consiglia di procedere a questa operazione verso la metà di aprile, piantandoli ad una profondità di circa 5-7 cm.
Si può anche procedere alla coltivazione delle talee, che vengono solitamente piantate nei vivai a partire da metà maggio o metà giugno, trattandole con ormoni che inducono la crescita delle radici.
Questa pianta può anche essere coltivata all’interno di sistemi agricoli ad ambiente controllato come le serre, ottenendo in tal modo rese standardizzate già elevate e riducendo costi di raccolta e rischi di contaminazione.
COSA E QUANDO SI RACCOGLIE
I diversi utilizzi che si possono fare dell’U. dioica, permettono di poter raccogliere ed utilizzare l’intera pianta, fruendo delle varie parti, a seconda della necessità e della loro utilità.
L’Ortica comune, può essere utilizzata sia da giovane, quand’è ancora assai morbida, che da adulta e leggermente più secca e, la si può perciò raccogliere durante l’intero anno.
Le piante risultano esser sempre più tenere prima della fioritura. Si consiglia perciò di raccogliere le tenere cime insieme alle ultime 4-6 foglie, che, insieme al resto della pianta, risultano peraltro meno irritanti dopo una pioggia o con grandi caldi.
Il suo potere urticante si può però disperdere anche lavando energicamente con acqua corrente le diverse parti della pianta, o semplicemente lasciandole appassire, così come viene del tutto perso una volta che la verdura viene lessata.
Lo stesso effetto urticante si perde anche a seguito dell’essiccazione, che ne consente una più lunga conservazione per la stagione invernale.
⛔Si consiglia di prestare sempre molta attenzione durante la raccolta delle Ortiche, per la quale è fatto obbligo l’utilizzo di guanti da giardino, per evitare di rimanere urticati.
Come sempre, si suggerisce anche una raccolta moderata della pianta, evitando di strapparne le radici, se non necessario, salvaguardando così il suo mantenimento e la sua diffusione.
Si consiglia anche di non utilizzare le foglie più vecchie perché, particolarmente urticanti, potrebbero avere un effetto irritante a carico dei reni.
Anche i semi non andrebbero consumati perché contengono alcune sostanze potenzialmente nocive.
Il polline dell’Ortica comune contiene inoltre quantità molto piccole di alcune proteine che, possono causare più o meno leggere reazioni allergiche nell’uomo.
Nonostante il basso tasso allergenico, un gran numero di piante, unito alle grandi quantità di polline prodotto, può esser causa delle comuni febbri da fieno⛔.
USI IN CUCINA
L’utilizzo dell’Ortica in ambito culinario, ha tradizioni decisamente antichissime, oltre che diffuse.
L’Urtica dioica veniva infatti già utilizzata dai greci e dai romani ma, pare fosse comunemente consumata anche dai nativi americani. Questa pianta costituisce ancor oggi un alimento assai apprezzato, talvolta anche commercializzato.
Grazie alla sua ampia distribuzione globale, viene impiegata soprattutto nelle aree rurali ed è associata a numerose tradizioni e ricette tipiche di ciascun paese.
Il sapore e la consistenza vengono spesso accostati a quelli degli spinaci, e infatti vengono analogamente cucinati.
L’Ortica si può apprezzare sia cruda (solamente i germogli più teneri) che cotta, servendola lessata, condita con olio e limone, o ripassata in padella con olio o burro. Ricordiamo che, durante la cottura, vengono distrutti i peli urticanti.
Può inoltre esser utilizzata come ripieno per torte salate e agnolotti, nei risotti, nei passati di verdrue e nelle minestre, in frittate, frittelle, pesto o, ancora, per condire la pasta.
Può esser anche utilizzata, al posto degli spinaci, per creare l’impasto di gnocchi e paste verdi.
Talvolta viene utilizzata nella produzione di formaggi, come nel caso del Cornish Yarg (formaggio tipico della regione della Cornovaglia) e del Gouda (tipico invece dei Paesi Bassi), in cui viene impiegata per aromatizzarne alcune varietà, infine, nei paesi nordici europei è assai apprezzata quale insaporitore di yogurt bianco.
L’Ortica viene anche utilizzata per aromatizzare liquori, oltre che per preparare particolari bevande alcoliche, grazie alla sua versatilità d’uso e buon sapore.
É infine assai apprezzata anche per l’alto valore nutritivo che possiede, così come illustrato poco più avanti, grazie alla presenza di alte quantità di minerali come calcio, ferro e potassio, enzimi, vitamine (A e C), proteine ed amminoacidi.
Naturalmente, i suoi valori nutrizionali possono variare a seconda della stagione e in base al tipo di preparazione. É indicata per gli anemici.
⛔Il consumo è invece sconsigliato alle persone diabetiche, alle donne in gravidanza o durante l’allattamento. In generale, si sconsiglia soprattutto il consumo delle sue foglie più vecchie (particolarmente irritanti, soprattutto per i reni) e dei semi. Un consumo eccessivo di semi di Ortica produrrebbe infatti effetti purganti drastici. Anche le radici possono talvolta causare disagi gastrici o reazioni allergiche cutanee⛔
CURIOSITA’
Nel Regno Unito esiste un campionato mondiale annuale in cui i concorrenti si sfidano per vedere chi riesce a mangiare la maggior quantità di Ortica a crudo.
A quanto pare la competizione risalirebbe al 1986, quando due agricoltori vicini tentarono di risolvere una disputa su chi, tra i due, avesse la peggiore infestazione di ortiche, e uno di loro disse: «Mangerò qualsiasi ortica che sia più lunga della mia».
Nei sistemi giudiziari indigeni dell’Ecquador, l’Ortica veniva impiegata per infliggere punizioni contro crimini gravi: i condannati venivano infatti pubblicamente frustati utilizzando questa pianta.
USI MEDICINALI
Oltre che in ambito culinario, questa pianta è assai apprezzata anche in ambito farmaceutico e medicinale.
Non è soltanto un buon nutriente ma, possiede anche numerosi principi attivi in ogni sua parte.
Le sue foglie fresche sono ad esempio ricche di carotenoidi, flavonoidi e sali minerali, i tricomi (nonostante la loro ingannevole proprietà urticante) contengono istamina e serotonina. Le radici dell’Ortica comune presentano ceramidi, polifenoli e tanni, mentre i semi recano in se oli e proteine.
l’Ortica nella storia
La sua fama è nota sin dalla notte dei tempi.
Utilizzata già dagli antichi egizi e degli antichi greci, attorno al I secolo dopo Cristo, il celebre medico Dioscoride Pedanio prescriveva l’utilizzo di foglie d’Ortica contro la metrorragia e per trattare le ferite infette.
I soldati romani utilizzavano invece l’Ortica per lenire la stanchezza muscolare ed i reumatismi, mentre nel XVIII secolo era considerata “uno dei migliori rimedi contro le emorragie”.
In epoche moderne, sono stati numerosissimi gli studi che hanno comprovato l’effettiva efficacia di questa pianta contro disturbi quali: artriti, reumatismi, riniti allergiche, infezioni del tratto urinario, problemi cardiovascolari e per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna, oltre che per numerose altre problematiche diffuse, dagli eczemi alle infezioni della pelle, dalle emorroidi alla gotta.
L’Urtica dioica oggi
Ad oggi, viene impiegata in ambito medicinale soprattutto per le sue proprietà depurative, diuretiche, antinfiammatorie intestinali, battericide, toniche e dietetiche.
L’Ortica risulta inoltre particolarmente efficace per combattere le infiammazioni dell’intestino grazie alla presenza di una sostanza chiamata secretina, uno dei migliori stimolanti delle secrezioni di stomaco, pancreas e bile, così come dei movimenti peristaltici dell’intestino.
Il marcato effetto diuretico ed uricosurico dell’Ortica comune si deve invece alla presenza diffusa di clorofilla e acidi organici.
L’Ortica comune sembra possedere ottime proprietà anche per quanto riguarda la cura dei capelli e di svariate problematiche ad essi correlati.
Foglie e steli imbevuti d’acqua sarebbero un rimedio eccellente per controllare i pidocchi, mentre le piante in generale possono essere utilizzate nell’acqua di lavaggio dei capelli. L’Ortica comune è anche impiegata per trattare il cuoio capelluto nei casi di forfora e capelli grassi, fino al trattamento della calvizie che la vede impiegata come shampoo.
L’Ortica comune costituisce poi un’ottima pianta anche per quanto ne concerne l’utilizzo cosmetico. Viene infatti ampiamente utilizzata per la produzione di creme, maschere per il viso e tonici, risultando particolarmente adatta al trattamento delle pelli più grasse.
Come nel caso del suo consumo in cucina, è bene fare anche qui riferimento ad alcune controindicazioni circa l’impiego medicinale dell’Ortica comune.
⛔Il suo utilizzo andrebbe innanzitutto evitato in caso di edemi causati da insufficienza renale o cardiaca, mentre il suo uso come rimedio diuretico dovrebbe essere evitato da persone con pressione alta, malattie cardiache o insufficienza renale, tranne che per prescrizione del medico. L’Ortica comune non dovrebbe infine essere impiegata come tintura alcolica nei bambini sotto i due anni e nelle persone in fase di disintossicazione alcolica⛔
Trattamento dell’Orticaria da contatto
Alquanto ironicamente, alle numerose proprietà dell’Ortica comune, si vogliono anche accompagnare alcuni suggerimenti relativi alle problematiche causate dalla pianta stessa, in particolare dai suoi peli urticanti (tricomi).
Come accennato, i tricomi hanno infatti un effetto infiammatorio sulla pelle, causando sensazioni di bruciore chiamate comunemente “orticarie da contatto”.
Allo scopo di combattere e lenire simili dolori, esistono numerosi farmaci anti-prurito sotto forma di creme contenenti antistaminici o idrocortisone, in grado di fornire sollievo ed accelerare il processo di guarigione.

VALORI NUTRIZIONALI
100g di Ortica comune sbollentata apportano circa 42 calorie ed i seguenti elementi:
- Acqua (87,67 g)
- Proteine (2,71 g)
- Lipidi (0,11 g)
- Carboidrati (7,49 g) di cui Fibre (6,9 g) e Zuccheri (0,25 g)
- Vitamina A (2.011 UI)
- Niacina (0,388 mg)
- Riboflavina (0,160 mg)
- Vitamina B6 (0,103 mg)
- Tiamina (0,008 mg)
- Vitamina K (486,6 µg)
- Folati (14 µg)
- Calcio (481 mg)
- Potassio (334 mg)
- Fosforo (71 mg)
- Magnesio (57 mg)
- Sodio (4 mg)
- Ferro (1,64 mg)
- Zingo (0,34 mg)
ALTRI UTILIZZI
Questa pianta non è apprezzata e diffusa soltanto in ambito culinario e medicinale ma, senza troppa sorpresa, ha diversi utilizzi in svariati altri ambiti.
Nel campo dell’agricoltura biologica, viene innanzitutto utilizzata macerata, quindi impiegata come repellente per tenere lontani gli insetti e prevenire l’insorgere di malattie quali l’oidio e la peronospora, oltre che come fertilizzante per rafforzare le piante ed implementare la qualità dell’humus.
Possiede poi una lunga storia di impiego anche nell’ambito tessile. I suoi steli contengono infatti una particolare fibra che può venire impiegata al pari del lino, seppur più grossolana. Si stima che l’Ortica venisse utilizzata per produrre abbigliamento già nell’Età del Bronzo (3300-1200 a.c.), come attesterebbero alcuni tessuti ritrovati in Danimarca.
Crescendo inoltre più facilmente di altre piante di interesse tessile, è opinione diffusa che questa pianta venisse impiegata anche durante la prima guerra mondiale per la produzione delle uniformi dei soldati tedeschi, proprio a causa di una carenza di Cotone. Attualmente, diverse aziende austriache, tedesche ed italiane, hanno iniziato ad impiegarla per la produzione di tessuti commerciali.
Questa pianta suscita inoltre crescente interesse anche per il suo impiego come colorante, genera infatti tinture gialle se estratto dalle radici, verde-giallastro se estratto dalle foglie.
Infine, si può ricordare l’utilizzo di questa pianta per la produzione di carta, per la conservazione del cibo, per la pulizia delle caldaie e per l’ammorbidimento dell’acciaio; l’Ortica è stata utilizzata anche per tenere lontani i competitori dagli alveari, per produrre birre sfiziose e per impiegarne i semi a scopi di illuminazione.
SOTTOSPECIE
L’Urtica Dioica si ricollega chiaramente a cinque sottospecie principali, le cui caratteristiche sono tendenzialmente analoghe a quella dell’Ortica comune, seppur le diverse piante risultino sicuramente meno diffusa rispetto a quest’ultima. Le varie sottospecie dell’Ortica comune sono quindi:
- Urtica Dioica, subsp. Dioica, ovvero quella finora trattata;
- U. Dioica, subsp. Afghanica, diffusa principalmente nele zone dell’Asia centrale e a sud-ovest del continente;
- U. Dioica, subsp. Gansuensis (C.J. Chen), diffusa nelle regioni orientali dell’Asia, in particolare in Cina;
- U. Dioica, subsp. Gracilis (Aiton), distribuita in Nord America;
- U. Dioica, subsp. Holosericea (Nutt.), ugualmente diffusa in Nord America.
SPECIE SIMILI
L’Ortica comune (Urtica dioica) ha diversi sosia che, chi più, chi meno, ricordano molto questa pianta.
Anzitutto va ricordata la Urtica urens, specie praticamente simile, se non identica alla var. dioica, ma più piccola, più compatta, dall’aspetto più tozzo, è assai più pungente; in Italia la si trova principalmente in montagna, in particolar modo sulle Alpi, dov’è sempre presente negli alpeggi frequentati dal bestiame, maggiormente in prossimità di letame.
Urtica membranacea, cresce esclusivamente nelle zone mediterranee, dal Portogallo all’Africa settentrionale e Medio Oriente. In Italia è presente in Liguria, Emilia Romagna, Lombardia al Nord e nel resto d’Italia nel nostro Centro-Sud ed Isole. Si spinge fin verso i 1.000 mt di quota.
Urtica a campanelli (Urtica pilulifera), è un’altra Ortica tipicamente mediterranea. Vegeta dal livello del mare fin verso i 1.200 mt di quota; in Italia è maggiormente presente tra Centro e Sud Italia, incluse le Isole. La si può rinvenire anche in Liguria ed Emilia Romagna. É molto simile all’Ortica comune ma ha fusti di colore marroncino-violaceo con peli urticanti più sparsi, si riconosce, oltre che per il suo habitat tipicamente mediterraneo, anche per le infiorescenze “a campanelli” con fiori femminili che formano piccole sfere, strutture globose di 5-10 mm di diametro, molto pelose (pubescenti) e peduncolate.
LE FALSE ORTICHE
Ci sono poi una serie di altri sosia che normalmente sono detti “Falsa Ortica“, sono piuttosto rassomiglianti all’Ortica, soprattutto nelle foglie, ma non nei fiori che, in questa specie sono piuttosto abbozzati e rudimentali, mentre nei suoi sosia sono decisamente più ben definiti, spesso dall’aspetto di piccoli fiori di “bocca di leone” o di orchidee italiane, quasi tutti apparteneneti al genere Lamiun.
Le varietà più diffuse in Italia sono Lamium album, L. galeobdolon, L. garganicum, L. purpureum, L. maculatum e L. orvala. Tutti detti Falsa Ortica.
- Lamium album ha un’infiorescenza a fiori bianchi e vegeta su tutto l’arco alpino, dai colli ai monti. Non è urticante.
- L. galeobdolon ha fiori gialli e foglie piuttosto simili a quelle della comune Ortica, non urticanti. Vegeta su tutto l’arco alpino dalle alte pianure ai monti. La varietà sbsp. montanum vegeta prevalentemente sui monti Lombardi occidentali.
- L. garganicum è anche detto Falsa Ortica Meridionale, ha fiori rosati-violacei e foglie simili a quelle dell’Ortica ma più piccine. Non è urticante. Tipica degli ambienti mediterranei, dal piano ai monti. Al Nord Italia è presente solamente in provincia di Cuneo.
- L. purpureum è un sosia dell’Ortica ma a foglie color porporino, così come i suoi fiori labiati color rosa-porpora. É anche detto Falsa Ortica Purpurea. Vegeta prevalentemente sulle Prealpi Lombarde ed Orobie orientali.
- L. maculatum è piuttosto simile all’Ortica, anche se ha foglie di colore verde scurso sui bordi, ma di un verde acqua molto chiaro sulla lamina superiore. Ha fiori labiati rosati con labbri inferiori maculati. É presente in tutt’Italia, tranne che in Sicilia. Più comune sull’arco alpino.
- L. orvala ha fiori labiati rosati e foglie simili a quelle dell’Ortica ma assai più voluminose e cuoriformi. Molto simile alle 2 specie precedenti, è anche detta Ortica Fetida. In Italia è presente in Liguria, Lombardia, Triveneto e Puglia.
CULTURA E SIMBOLOGIA
L’Ortica ricopre da secoli un ruolo importante per l’uomo, soprattutto perché, spesso abbondantemente disponibile e ben presente anche all’interno di aree antropizzate, ha quindi ricoperto per secoli un ruolo importante all’interno di credenze, rituali e simbolismi.
Nella mitologia romana, l’Ortica era innanzitutto dedicata alla dea Venere e trattata, di conseguenza, come afrodisiaco. Si diceva infatti che, per simili scopi, fosse efficace la preparazione di una pozione preparata lavando i semi nel vino e, successivamente, mescolandone la polvere con del miele.
Nelle credenze popolari germaniche, veniva invece dedicata a Thor ed alla sua controparte Donar.
Verso la fine del XIX secolo, il folclorista Oskar Kolberg scrisse che l’Ortica comune ricopriva un ruolo significativo anche nella tradizione polacca. Si diceva infatti che le famiglie proteggessero le proprie case dalle tempeste attraverso la preparazione di incensi e ghirlande di ortiche.
Scendendo ancora più nel dettaglio, fasci di Ortica venivano appesi durante le notti d’estate per tenere i demoni, streghe e altri mali lontani dalle case e dal bestiame. Si credeva inoltre che una foglia di Ortica, se inserita sotto la suola di una scarpa, potesse proteggere chi vi camminava sopra. Infine, un corretto utilizzo di questa pianta, avrebbe anche avuto il ruolo di garantire la nascita di figli maschi.
Anche l’ecclesiastico Alberto Magno attribuiva all’Ortica comune ruoli di protezione da stregoneria ed altri poteri malvagi. Simili ruoli e simbolismi continuarono a permanere anche nel Medioevo, godendo di numerosi significati magici.
L’Ortica comune è stata per millenni al centro di, credenze, tradizioni ed usanze, inoltre lodata e cantata attraverso arte, poesia e letteratura, riconfermando anche in ambito culturale la propria indiscussa popolarità.
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Di seguito alcune foto dell’Ortica comune – Urtica dioica
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