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Substrato

Il termine substrato indica l’insieme delle sostanze organiche ed inorganiche che servono a fornire nutrimento, sostentamento e sostegno alle specie viventi che qua vivono

Substrato

Sinonimo del meno comune: Sostrato.

Il termine ha diversi significati ma, in biologia, indica uno strato entro cui una pianta è fissata.

Nel linguaggio italiano comunemente parlato, indica l’insieme di sostanze organiche ed inorganiche, e/o materiale inerte, che serve a fornire nutrimento, sostentamento e sostegno alle Specie viventi che, al suo interno vi crescono e si sviluppano.

Di solito si sente utilizzare questo termine, riferendosi al giardinaggio o all’orticoltura dove, non è affatto raro anzi, l’utilizzo di terriccio universale quale ammendante-correttore di acidità del terreno (vedi: valori di pH), o anche semplicemente come fertilizzante naturale.


🍄 In ambito micologico il termine indica uno strato di terreno entro il quale crescono e si sviluppano diverse specie fungine e, l’utilizzo che si fa di questo termine a, è assai simile a quello della voce → Rizosfera.

La caratteristiche ideali di un buon substrato sono: aerazione-ossigenazione, drenaggio, fertilità e leggerezza.

Questo, come accennato, può essere composto sia da sostanze organiche (materia organica) che inorganiche (materia inorganica), quale risultato della decomposizione del materiale che costituisce la lettiera (Lettiera dei funghi) e che quindi, col passare del tempo si trasforma in humus, ma anche dalla presenza di particelle della sottostante terra, sabbia, pietrisco, pietre e rocce sfaldate.

Deve garantire un’adeguata aerazione ed ossigenazione, le radici delle piante ed i miceli devono infatti poter ‘respirare‘ senza essere oppressi dalle muffe.

Deve inoltre possedere un adeguato drenaggio che possa garantire i giusti livelli di umidità.

Un substrato ricco in sabbia è di per sé garante di drenaggio ma, in caso di prolungata siccità o suoli in pendenza, metterebbe in serio pericolo la sopravvivenza dei miceli che qua vivono, perché non è in grado di trattenere umidità.

Un substrato ricco in torba garantisce sicuramente il mantenimento dell’umidità ma, i frequenti ristagni d’acqua potrebbero soffocare radici e miceli non adatti a vegetare in ambienti così saturi d’umidità.

Per esempio, come puoi leggere nel mio articolo → Quercia – Quercus – Le Querce d’Italia, varietà e diffusione, una Quercia Farnia è in grado di sopportare ripetuti allagamenti del terreno ma non solo, può persino sopportare un ristagno d’acqua fino a 100 giorni consecutivi.

Viceversa una Quercia Rovere può sopportare un rapido allagamento ma, questo non deve assolutamente comportare un ristagno d’acqua.

Infine una Quercia pubescens (Roverella) rifugge sistematicamente i luoghi in cui si potrebbero anche solo realizzare brevi allagamenti, infatti il suo habitat ideale è il bosco caldo-termofilo, possibilmente su versanti ripidi, costantemente soleggiati, con substrato pietroso fortemente drenante, persino secco.

UN SUBSTRATO PER OGNI TIPO DI FUNGO

Dati i presupposti, non sarà difficile intuire che, ad ogni tipologia di substrato, a seconda delle caratteristiche peculiari dell’humus e/o della lettiera, corrisponde la presenza o meno di determinate Specie fungine.

Così, ad esempio, un ambiente boschivo mediamente igrofilo e prossimo a pigri corsi d’acqua di pianura che, talvolta possono anche esondare ed allagare i boschi circostanti, caratterizzati dalla presenza di Querce Farnie con Pioppo Tremulo, Pioppo, Betulla se il suolo è anche acido (vedi pH), Carpini ed Ontani dov’è più presente l’acqua, con anche erbe coriacee, eriche o brughi, potrà ospitare Specie fungine adatte a questi ambienti temporaneamente, ma non costantemente, molto umidi.

Là dove il suolo è più pianeggiante o forma dei bassopiani spesso allagati, si potranno sicuramente trovare vari funghi dei generi Xerocomus e successori (Xerocomellus, Imleria, Hemileccinum ecc). Xerocomus subtomentosus e Xerocomellus chrysenteron si disporranno in zone umide ma non allagate, Imleria badia in aree mediamente umide ma mai allagate mentre, Xerocomellus ripariellus si disporranno esclusivamente là dove l’umidità sarà maggiore, meglio ancora se con ristagni d’acqua semi-permanenti, con nascite frequenti sui bordi delle pozze d’acqua.

Dove il substrato sarà umido, ma completamente privo di ristagni d’acqua, giorni dopo il ritiro dell’acqua che ha prodotto l’allagamento, si potranno avere diverse ‘buttate-bollate’ di Leccini (Leccinum pseudoscabrum in presenza di Carpini, Leccini rossi in presenza di Pioppi-Pioppi tremuli-Betulle), Russule, qualche Amanita e, a tempo debito anche Ovoli (Amanita caesarea), e funghi Porcini, Boletus reticulatus e Boletus aereus.

Ovoli e le due varietà di Porcino preferiranno sempre vegetare a margine delle aree che normalmente possono subire un allagamento, meglio ancora se su piccoli panettoncini in cui l’allagamento non giungerà mai ma, prossimi ad esempio al corso d’acqua in cui la pianta simbionte può pescare costantemente acqua, anche in periodi di prolungata siccità.

Un ambiente collinare adatto alla vegetazione della Quercia Rovere (ma anche Cerro ed altre varietà di Quercia) sarà mediamente l’habitat ideale per la gran parte dei funghi terricoli o funghi di terra, funghi di lettiera.

Infine, un ambiente spiccatamente termofilo con substrato pietroso-roccioso-sassoso-sabbioso in cui prosperano le Roverelle, sarà poco adatto alla gran parte dei funghi che rifuggono i suoli troppo drenanti, soggetti a lunghissimi periodi di siccità.

Perché simili ambienti possano dare sufficienti nascite di funghi termofili, occorre che abbia piovuto seriamente, se non in maniera consistente, almeno adeguatamente e per più di un solo giorno di fila. A seguito per esempio di un nubifragio che abbia apportato almeno 50 millimetri di pioggia, può esser garantita una permanenza di acqua-umidità entro questo substrato fortemente drenante, se non altro tra la lettiera di foglie.

Le nascite di funghi termofili quali, Boletus reticulatus, Boletus aereus, Lanmaoa fragrans, Suillellus queletii, Rubroboletus dupainii, Rubroboletus satanas ecc. potrebbero durare non più di un paio di giorni ma, con apporto d’acqua adeguato, diventare anche consistenti.

Vedi argomenti correlati → Funghi di lettiera, → Funghi terricoli

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