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Entoloma sepium – il fungo degli orti
Entoloma sepium è un fungo precocemente primaverile, buon commestibile, che ama vegetare tra le rosacee, soprattutto in orti e giardini
Entoloma sepium (Noul. & Dass.) Richon & Roze 1880
Divisione: | Basidiomycota |
Classe: | Homobasidiomycetes |
Ordine: | Entolomatales |
Famiglia: | Entolomataceae |
Genere: | Entoloma |
Specie: | E. sepium |
Nome comune: | Entoloma sepium |
Tipo nutrimento: | Saprofita-Simbionte |
Periodo vegetativo: | Inizio primavera, anche precoce |
Commestibilità o Tossicità: | Buon Commestibile dopo pre-bollitura |

ENTOLOMA SEPIUM
INDICE
HABITAT ED ECOLOGIA
Entoloma sepium è un fungo tipicamente primaverile, davvero molto comune nei frutteti, orti e giardini, dove fruttifica normalmente tra maggio e giugno ma, in caso di clima insolitamente caldo-umido, può iniziare a fruttificare anche più precocemente, in linea di massima, sin da quando le piante sotto le quali ama vegetare, iniziano ad emettere le prime foglie.
Condizione indispensabile per la sua fruttificazione è anche l’elevata umidità
Si tratta infatti di un fungo tendenzialmente igrofilo → ovvero, che predilige ambienti molto umidi.
Di norma non fruttifica fin tanto che non si siano verificate almeno un paio di piogge degne di nota, non importa che ognuna sia stata copiosa, l’importante è che tra una pioggia e l’altra il tempo si sia mantenuto nuvoloso, uggioso, umido, anche con pioviggini alternate a piogge un po’ più serie; quando l’ambiente in cui vive il suo micelio è sufficientemente umido-bagnato, allora questo potrà iniziare a fruttificare.
Come scritto nel titolo, l’Entoloma sepium è per eccellenza un fungo degli orti. Naturalmente però non prendere alla lettera questa espressione perché, per poterlo veder fruttificare occorre che si creino le giuste condizioni ambientali.
Ovvero, occorre che gli alberi da frutto, o comunque i cespugli di rosacee, si trovino su di un terreno non vangato, con erba che può esser rasata, ma mai estirpata, e tanto meno concimata. Questa può essere anche alta e mai tagliata; questo fungo troverà comunque modo di farsi spazio tra l’erba alla ricerca della luce.
Giusto per capirci meglio, quando nei prati circostanti è ora di fare il primo falcio dell’erba, è facile che sia anche ora di iniziare a cercare questi funghi.
Gli alberi con cui si associa preferibilmente sono il Prugno, il Susino, ma anche il Prugnolo (Prunus spinosa), indi in maniera più casuale, Melo, Pero, Ciliegio, questi ultimi anche selvatici, Biancospino, Rovi da More, Gelsi; può vegetare anche ai margini del bosco
Se gli alberi da frutto si trovano assai ravvicinati gli uni agli altri, il suolo su cui cresce può risultare anche quasi spoglio, purché ci siano qua e là foglie cadute nel corso degli ultimi due o tre anni, ancora integre in superficie, già in decomposizione a contatto col suolo.
Può vegetare dal piano fin verso gli 800/1.000 mt sulle Prealpi, ma fin verso i 1.200 mt tra Cento e Sud Italia, soprattutto in presenza di altopiani. Non è fungo da Macchia o Bosco/Foresta Mediterranea, quindi neppure da Litorali.
COME RICONOSCERE ENTOLOMA SEPIUM
Non è facile distinguere i vari tipi di Entoloma, perché sono tutti piuttosto simili per odore e per forma, ma non per colore.
Pur non essendo il fungo del genere Entoloma più blasonato, questo fungo merita una menzione proprio perché è il primo di una lunga serie di altri funghi primaverili, subito dopo le Morchelle, coevo, ovvero contemporaneo, o anche antecedente ai Prugnoli (Calocybe gambosa).
Le sue caratteristiche principali sono il classico cappello umbonato, il color beige-crema, bianco serico, più o meno scuro, e le sue lamelle che, in corrispondenza del gambo, negli esemplari giovani e semi-chiusi, possono diventare anche tortuose.
Un’altra sua tipica caratteristica è quella di essere spesso traslucido come le candele. Dopo una abbondante pioggia il suo colore può virare al tortora-brunato con amplificazione dell’effetto traslucido.
CARATTERI DISTINTIVI
Diametro del cappello fin verso i 5 cm ma, in caso di suolo molto ricco di sostanze nutritive, può arrivare fin verso i 10 centimetri con un’altezza media attorno ai 5/8 centimetri. Questi caratteri vanno però presi con le molle poiché, come accennato, un habitat particolarmente florido potrebbe generare funghi di dimensioni maggiori rispetto alla media.
É un semi-angiocarpo → ovvero, le sue spore possono rimanere racchiuse nel corpo fruttifero fino alla maturità.
La massa delle spore può rilasciare un colore che varia dal rosa all’ocra-brunato.
L’imenio → ovvero, la porzione fertile del corpo del fungo, che contiene gli aschi o i basidi intercalati da ife, con corpo fruttifero vistoso, è ovviamente provvisto di lamelle con filo irregolare e, normalmente sono alte e rade/spaziate, leggermente più fitte in corrispondenza del gambo dove possono anche risultare contorte-tortuose, soprattutto nei giovani esemplari ancora semichiusi.
Il colore delle lamelle è piuttosto caratteristico, ricorda quello della cera, leggermente traslucido-opaco e rosato, se pressate con le dita non si disfano facilmente.
Il cappello può esser mediamente carnoso, campanulato-conico nei giovani esemplari ma poi diventa ben aperto ad ombrello, quasi sempre umbonato → ovvero provvisto di un umbone/rilievo a forma di capezzolo al centro del cappello, con gibbosità pronunciata → gobbe o protuberanze.
In caso di vento, sole diretto e caldo per diverse ore, dopo che il fungo è già nato da un paio di giorni, il cappello può presentarsi screpolato, anche profondamente, con scanalature circolari come facilmente visibili nella foto seguente:

L’orlo del cappello può presentarsi ondulato o suddiviso in lobi mentre il gambo di solito si presenta ondulato-ricurvo e lungo-snello negli esemplari adulti, ondulato e leggermente più massiccio negli esemplari giovani e in ottima salute.
Quest’ultimo risulta poi omogeneo tra la carne del cappello e del gambo che poi diventa tuboloso/affastellato da metà gambo fino alla base, in parole semplici, la parte bassa del gambo sarà quasi sempre fibrosa con anche qualche piccola cavità bislunga, che ricorda una serie di fasci anziché una massa uniforme.
Molto frequentemente gli Entoloma sepium crescono in maniera cespitosa, gli uni accanto o persino attaccati agli altri, con possibilità che i gambi risultino anche affastellati tra loro.
La carne di questo fungo è tenera nel cappello, ma come detto, risulta fibrosa nel gambo; bianca, tendente al rosa negli esemplari adulti o se erosa dagli insetti, nonché alla pressione.
Se provi a stringere tra le mani il cappello di un Entoloma sepium, ti accorgerai che
questo non di disintegra in maniera omogenea ma le lamelle si staccano dal cappelo rimanendo intere come fossero fatte di gomma, quasi elastiche, mentre il cappello si sfalda in fibre abbastanza coriacee.
Questo fungo è facilmente confondibile con il velenoso Entoloma sinuatum, il cui veleno può avere anche esiti mortali ma, mentre E. sepium è un fungo tipicamente primaverile, anche precoce, il velenoso E. sinuatum fruttifica in habitat completamente diversi, soprattutto sotto alle Querce, tra giugno ed ottobre.
ODORE E SAPORE
Entrambi tendenzialmente dolciastri. Qualcuno ritiene che questo fungo sia poco appetibile proprio per via del suo sapore eccessivamente agrodolce.
Il profumo ricorda la farina, o almeno, questa è la descrizione che normalmente danno al genere Entoloma quasi tutti i testi scritti.
In realtà, più realisticamente, più che la farina, ricorda l’odore del frumento o i cereali bagnati con un retro-odore dolciastro leggermente asprigno che ricorda il profumo di pera, il legno che in legnaia ha preso acqua e tende ad ammuffire leggermente, con vago odore di Coprinus comatus e di Mazza di Tamburo.
Il sapore dovrebbe essere quello che mi è stato riportato da chi già lo ha consumato, cioè fungino-farinaceo. Uso il condizionale perché non sono un micofago, perciò non amo mangiare i funghi, mi limito a studiarli e fotografarli.
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