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I funghi di Gennaio – Pochi ma ce ne sono ancora

Nonostante ci troviamo nel cuore dell’inverno, la nascite di funghi di Gennaio non sono legate ai numeri che ci mostra il calendario, ma a ciò che ci riserva il Clima. Non stupiamoci perciò di poter trovare ancora discrete varietà di funghi

I Funghi di Gennaio

Il Calendario dei funghi di Gennaio – Scheda

Funghi di Gennaio
Funghi di Gennaio – Scheda@funghimagazine

A GENNAIO CI SONO ANCORA FUNGHI

(In copertina → Pleurotus ostreatus sotto la neve. PH@czech_mushroom)

Tra le convinzioni più radicate tra i cercatori di funghi, di sicuro c’è quella che, cadute le foglie degli alberi, si può appendere il cesto al chiodo, in attesa del ritorno, a partire dal mese di maggio, dei primi prossimi funghi porcini.

In realtà, non sempre le convinzioni corrispondono a realtà, perciò guai a dare per spacciati i funghi invernali che, grazie ad un clima sempre più irriconoscibile, sono in grado di vegetare persino nel cuore dell’inverno.

A ben vedere, se ci si dovesse attenere a quella che è la tipica iconografia del mese di Gennaio, nel cuore dell’inverno anche l’Italia dovrebbe esser sommersa dalla neve, o quanto meno in balìa di freddo e gelo.

 

CAMBIAMENTI CLIMATICI E NASCITE DI FUNGHI DI GENNAIO

L’apice della stagione invernale dovrebbe realizzarsi tra Gennaio ed i primi 20 giorni di Febbraio ma, sappiamo bene che, la Crisi Climatica in cui ci troviamo da quando ufficialmente, a partire dal 1982 (con primi segnali anche antecedenti) sono iniziati di cosiddetti Cambiamenti Climatici, sorprese e stravaganze meteo-climatiche si susseguono una dietro l’altra, con il freddo vero sempre più relegato a poche aree artico-polari del nostro emisfero.

Manca il gelo estremo in aree artiche, ma non solo, persino al Polo Nord il gelo è sempre più effimero, con continui sbalzi tra giornate estremamente fredde ed altre anomalmente relativamente calde.

L’Atmosfera che circonda e protegge il nostro Pianeta si è surriscaldata assai più rapidamente rispetto a quanto accadeva in passato.

Il cosiddetto Effetto Serra sembra inarrestabile ed inarrestabile rimarrà fin tanto che non si metterà un freno all’immissione in atmosfera delle incriminate sostanze inquinanti ad effetto serra.

Se da una parte potrà risultarci anche piacevole poter trascorrere i due mesi di punta dell’inverno all’aria aperta e non chiusi in casa, bardati ed imbacuccati per proteggerci dal freddo, così come potrà risultarci piacevole poter risparmiare diversi soldini per riscaldarci, dall’altra dobbiamo mettere sul piatto della bilancia una confusione e difficoltà di adattamento da parte della Natura.

Difficoltà che potrebbero anche degenerare e sfociare in estinzione di massa di specie vegetali o fungine che non saranno state in grado di adattarsi, in tempi rapidi, ai nuovi regimi climatici.

Benché per ora non si abbia ancora notizia alcuna di famiglie o specie fungine già estinte dal nostro emisfero, sappiamo però per certo che le nascite di funghi stanno già subendo forme di adattamento che non sempre risultano vincenti.

Nel bene nel male, i funghi estivi e pure quelli autunnali, prima o poi riescono a nascere. Magari in forte ritardo rispetto alle attese, magari pure in forma assai minore rispetto agli anni passati ma, prima o poi nascono.

Le stravaganze climatiche e le relative schizofreniche nascite di funghi si percepiscono soprattutto in inverno.

Se prima del 1982 in pieno inverno era pressoché impossibile trovar funghi che non fossero i funghi del gelo (Funghi dell’OlmoFlammulina velutipes e Funghi Geloni/OrecchioniPleurotus ostreatus), oggi sono relativamente molte le specie fungine che a Gennaio possono ancora vegetare tranquillamente.

Alcune di queste addirittura compensano persino le nascite che non sono avvenute prima.

A GENNAIO, CON I CAMBIAMENTI CLIMATICI, SI RECUPERANO I DEBITI

I funghi di Gennaio

Complice una maggior disponibilità di umidità ed un freddo sempre più contenuto, alcune specie fungine, tipicamente tardo autunnali, tra Dicembre e Gennaio, se non addirittura persino a Febbraio, si apprestano a dare il proprio esame da ripetenti, recuperando i propri debiti.

Sappiamo per certo che per poter maturare, le spore dei funghi non hanno necessariamente bisogno di temperature elevate.

Bastano anche 8 flebili gradi centigradi positivi, perché le spore possano mantenere attivo il proprio metabolismo e giungere a completa maturazione e, dati gli attuali Cambiamenti Climatici, non è cosa rara superare per più ore consecutive gli 8/10°C in pieno giorno.

Non solo in zone litoranee mediterranee, ma anche e soprattutto in zone collinari dove, la cosiddetta Inversione Termica, consente di avere temperature più elevate rispetto alle sottostanti zone pianeggianti.

Accade così che, specie fungine autunnali che non hanno potuto riprodursi durante gli stravaganti mesi autunnali, caratterizzati da piogge spesso troppo contenute e dominio del vento, si trovino quasi costrette a recuperare in pieno inverno, grazie all’assenza di neve e gelo.

Dicembre 2021 per esempio ha portato una diffusa nevicata al Nord e nelle zone interne del Centro-Sud ma, ad un promettente avvio di stagione invernale, ha fatto seguito un dominio Anticiclonico ad anomala matrice africana che ha visto il suo apice proprio a cavallo tra gli ultimi giorni del mese ed i primi giorni del nuovo anno.

Una autentica ‘Bolla d’Aria Calda’ di matrice africana si è distribuita sui cieli dell’Europa meridionale e di quella centrale.

Temperature stravaganti con valori massimi fino a +20°C si sono registrate tra colli e monti. Qualcuno ha gioito di questo insolito calore ma la Natura non ha gioito affatto dal momento che, un precoce risveglio delle gemme è sempre rischiosissimo se, prima dell’arrivo della primavera, ci sarà qualche ulteriore avvezione gelida.

CENTRO ITALIA ED ISOLE CON MOLTE SPECIE DI FUNGHI DI GENNAIO

I funghi di Gennaio

Che sia normale, che non lo sia, resta il fatto che i nostri lettori, sia attraverso la nostra Chat Telegram, che attraverso i Social, ci informano quotidianamente che i boschi del Centro Italia ed Isole sono ancora assai vivi.

Non solo funghi lignicoli che sono i più avvezzi a resistere al gelo, ma anche funghi saprofiti e persino micorrizici.

Là dove la poca neve caduta attorno all’8 Dicembre 2021 si è sciolta in men che non si dica ed il gelo invernale ha avuto durata effimera, ecco che non mancano ritrovamenti di varie specie fungine che ai primi di Gennaio certo non ti aspetteresti.

Se da una parte è plausibile attendersi buoni ritrovamenti di funghi Pioppini/Piopparelli (Cyclocybe cylindracea) e di funghi Geloni/Orecchioni (Pleurotus ostreatus e Pleurotus eryngii), dall’altra non è affatto scontato fare ancora ottimi ritrovamenti di funghi saprofiti o sapro-micorrizici.

C’è chi nelle Pinete calde, soleggiate ma costantemente umide sta facendo ancora ottimi ritrovamenti di funghi Lattari, di Fiammiferini (Cantharellus lutescens e Cantharellus tubaeformis), Pinaroli, Lepista/Funghi di Santa Caterina (Lepista nuda o Lepista sordida) e persino ancora Galletti/Gallinacci (Cantharellus cibarius e altre varietà).

Funghi di Gennaio
(Funghi di Gennaio) – Cantharelli raccolti attorno al capodanno 2020/2021 in provincia di Firenze

Risultano poi ancor più produttivi i boschi misti di Pini-Ginepri e sempreverdi, quali Querce da Sughero, Lecci e Corbezzoli.

Grazie alla fotosintesi clorofilliana, ancora garantita dalle verdi foglie dei sempreverdi e/o degli aghi delle Conifere, dove il gelo dei bassopiani è tenuto lontano dai caldi e ben soleggiati balconi collinari, non è difficile imbattersi in diverse specie di funghi saprofiti e persino micorrizici.

Funghi imbutiformi risultano ben presenti, là dove la poca neve caduta si è sciolta rapidamente, garantendo però una adeguata bagnatura della base della lettiera.

Tra gli altri, dominano ancora le ricercate Trombette dei Morti (Craterellus cornucopioides) che, in alcuni caso non sono mai nate durante i mesi autunnali per eccesso di siccità.

Non sono rari gli Steccherini (Hydnum repandum o Hydnum rufescens), in Puglia e nelle foreste mediterranee tirreniche risultano ben abbondanti Morette e Cicalotti (Tricholoma terreum e Tricholoma portentosum).

I boschi più caldi isolani ospitano buone nascite di Leccini (Leccinellum lepidum e Leccinellum corsicum), insieme con qualche ultima sporadica Mazza di Tamburo e nei prati di Coprini (Coprinus comatus).

In foto → Funghi di Gennaio, Steccherini rufescens, Canthrallus lutescens e Cantharellus tubaeformis raccolti in provincia di Roma da Roberto Chat Telegram

Funghi di Gennaio
(Funghi di Gennaio) – Cantharellus lutesces
Funghi di Gennaio
(Funghi di Gennaio) Hydnum rufescens
Funghi di Gennaio
(Funghi di Gennaio) Cantharellus tubaeformis
Funghi di Gennaio
(Funghi di Gennaio) Bel raccolto di funghi Tricholomi della Puglia

PORCINI DI GENNAIO

I funghi di Gennaio

Per quanto riguarda invece i funghi Porcini, il cuore dell’inverno, di norma, non offre buone opportunità di nascita a questi funghi che preferiscono di gran lunga temperature ben superiori ai +10°C, amando vegetare in prossimità dei +20°/28°C.

Ciò non toglie che qualche Porcino lo si possa ancora trovare anche a Gennaio, in particolar modo nei caldi boschi mediterranei in presenza di sempreverdi o sotto Pini, in prossimità di litorali o in zone termofile, ben riparate dal vento.

Naturalmente i Porcini che si possono ancora trovare nel cuore dell’inverno sono i Bronzini o Porcini Neri (Boletus aereus), più rari ma non impossibili da trovare i Porcini nella varietà Boletus edulis.

Questi ultimi, per quanto rari, grazie al Riscaldamento Globale del Pianeta, si possono trovare anche in zone interne, ben al riparo dal vento e dal gelo, sulle alte pianure, inclusa l’alta Pianura Padana e balconi collinari pedemontani, in radi boschetti termofili con Abeti rossi o Pino Strobo-Abete di Douglas.

Non servono settimane di sole e di caldo per scatenare qualche sorprendente nascita di questi Porcini. Bastano anche solamente 7/8 o al massimo 10 giorni di sole con assenza di gelate notturne e temperature massime diurne sopra i +10°C.

Nulla di trascendentale o di sorprendentemente raro, dal momento che sappiamo che le cosiddette Bolle Calde Africane, anche in pieno inverno possono fare questo ed altro, soprattutto quando accompagnate da ventilazione favonica o adiabatica che surriscalda gli strati atmosferici prossimi al suolo, in presenza di particolari configurazioni meteorologiche, oggi sempre più frequenti, ma un tempo non solo rare, ma addirittura quasi impossibili da realizzarsi alle nostre latitudini.

NASCITE ANOMALE DI FUNGHI DI GENNAIO

Molti altri funghi lignicoli sono ben presenti in pieno inverno, a partire dalle Orecchie di Giuda e poi ci sono i famosi Lardaioli, Cimballi e via discorrendo.

Funghi questi che di norma dovrebbero abbondare a fine autunno, spingendosi fin nel cuore dell’inverno ma che, nel corso del 2021 sono risultati assai più sporadici o persino più rari rispetto agli anni passati.

In molti lettori mi hanno domandato che cosa sia andato storto dal momento che, in molte località di Toscana, Lazio e Campania di funghi Lardaioli (Hygrophorus russula o H. penarius) se ne sono trovati decisamente molti meno rispetto alla norma.

Difficile poter dare una risposta. Di certo però, se una risposta univoca c’è, questa va ricercata nelle frivolezze meteorologiche che ormai da tempo accompagnano ogni avvicendamento stagionale.

Ora non è piovuto abbastanza. Ora è stato troppo secco. Talvolta troppo a lungo siccitoso e/o ventoso, insomma è mancata la giusta umidità necessaria a scatenare le normali nascite tardo autunnali.

In altre località invece è piovuto troppo, troppo intensamente e troppo a lungo, provocando imputridimento della lettiera che, a causa della scarsa ossigenazione, ha impedito di fatto le normali nascite stagionali.

Non sono mancate poi le zone montane in cui, caldo e siccità si sono protratte all’inverosimile, impedendo ai funghi di nascere normalmente poi, quand’è finalmente arrivato il maltempo, questo ha riversato al suolo spessi strati di neve che, di fatto hanno impedito che i funghi non nati in autunno, potessero per lo meno vegetare e riprodursi in inverno.

Tante, troppe avversità meteorologiche si palesano sui cieli della nostra bell’Italia.

Avversità che di fatto, impediscono ai funghi di poter nascere seguendo un filo logico, un calendario prestabilito o comunque abbastanza prevedibile.

Quelle che sono le normali specie fungine tipiche di stagione, potrebbero stravolgere le proprie abitudini, adattandosi gradualmente o rapidamente ai nuovi regimi climatici.

L’importante è che riescano in qualche maniera a farlo, ad adattarsi nel migliore dei modi, anziché perire e scomparire dalla faccia della Terra, fino a data da destinarsi o addirittura per sempre.

I FUNGHI DI GENNAIO @funghimagazine.it

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