funghimagazine.it
Funghi Magazine - Il magazine on-line sui funghi d'Italia. Aggiornamenti funghi, articoli e notizie sui funghi, segnalazioni in tempo reale. dove nascono i funghi e la tabella sulle nascite e crescite dei funghi con il Semaforo dei Funghi

Funghi Porcini a Volontà. Le ultime piogge cadute in Italia

animali selvatici nei boschi

Funghi Porcini a Volontà – Come avevamo ipotizzato, dopo le abbondanti piogge di inizio Luglio, sono esplose le nascite di funghi in alcune zone d’Italia. L’Anticiclone Africano le fermerà? Problema

FUNGHI PORCINI A VOLONTA’. Le ultime piogge cadute in Italia

Come avevamo ipotizzato, dopo le abbondanti piogge di inizio Luglio, sono esplose le nascite di funghi in alcune zone d’Italia. L’Anticiclone Africano le fermerà?

Nuova imminente ondata di maltempo in arrivo

INDICE

Era da alcuni anni che in Italia non si vedevano ‘buttate’ di funghi di questa portata nel mese di Luglio.

Merito della Depressione Artica che ha disseminato nubifragi, grandinate, temporali e fresco e, come rovescio della medaglia, le conseguenti nascite di funghi.

L’alternanza tra il caldo torrido di fine Giugno ed il ritorno del fresco con le abbondanti piogge di inizio Luglio, non ha tardato a dare i suoi attesissimi frutti.

In alcune zone, dov’è piovuto ma senza che vi siano stati nubifragi, perciò con accumuli di pioggia normali, non c’è stato molto da fare.

Il successivo ritorno dell’Anticiclone Africano ha rapidamente fatto evaporare l’acqua caduta, vanificando il beneficio apportato dalle piogge.

In linea di massima però, dove i forti temporali sono giunti prima, sin dai primi di Luglio, le buttate non si sono fatte attendere, a partire dai 10/12 giorni dopo la pioggia.

Rispondo quindi così, per l’ennesima volta, sia pure indirettamente, a chi continua a domandare:

«QUANTI GIORNI DOPO LA PIOGGIA NASCONO I FUNGHI?»

UN MALTEMPO BEN CONGEGNATO E FAVOREVOLE ALLE NASCITE DI FUNGHI

Per una volta tanto, il ritorno dei temporali, subito dopo una cruenta avvezione calda africana, ha avuto un seguito del tutto ottimale.

I rasserenamenti sono infatti giunti senza che giungessero le solite forti raffiche di vento e la variabilità, a tratti ancora perturbata, con ulteriori annuvolamenti con docce e rovesci, si è protratta per diversi giorni ancora.

Non sono mancate giornate soleggiate ma il caldo, in questa fase climatica, non è mai andato oltre la norma, senza le stravaganti vampate di calore africano.

Insomma, si è avuto ciò che più si addice per le nascite dei funghi, che non hanno tardato a partire.

DOVE SI SONO AVUTE LE MIGLIORI NASCITE DI FUNGHI?

Le prime nascite sull’Appennino Ligure, dapprima sui versanti Piemontesi dove si sono toccati e superati i 100 millimetri di pioggia caduti in una sola giornata, poi anche su quelli Liguri.

Naturalmente, come si conviene alle fasi temporalesche estive, non è piovuto uniformemente ed ovunque, ma a macchia di leopardo, ovvero qua e là.

A seguire l’Appennino Tosco-Emiliano e Tosco-Romagnolo, inclusa l’alta Toscana, poi anche le Colline Metallifere – Amiatino, ma qua in forma decisamente minore.

Dopo alcuni giorni è toccato all’Appennino Umbro-Marchigiano.

Al Nord le nascite sono state più contenute

In molti casi è piovuto assai di più al piano che non sui monti.

I temporali estivi spesso hanno questa caratteristica, di portare appunto più rovesci al piano, rispetto ai monti.

Non sono però mancate le buone nascite anche al Nord

Sporadiche nelle alte valli del Piemonte Occidentale.

E’ andata meglio al confine tra Piemonte e Svizzera o nel Canton Ticino – Misox – Grigioni, sulle Alpi Retiche ed Orobie Settentrionali, e pure in Trentino Alto Adige.

In quest’ultima regione però, le nascite sono state strettamente legate alle piogge cadute, così come nel resto del Nordest, ovvero non ovunque.

In alcune zone infatti è piovuto, e anche molto, in altre assai meno o addirittura quasi nulla.

Per quanto invece riguarda le regioni del Centro-Sud e Sud Italia, qua le piogge sono giunte soltanto in un secondo momento, perciò la nascite solitamente previste partire da 10/12 giorni dopo le piogge, sono appena partite o stanno per partire.

Zone interne del Lazio ma anche Amiata-Maremma e localmente anche Frosinate, Campania interna, Abruzzo, Molise, Basilicata poi anche Puglia e Calabria ed infine Sicilia Orientale.

Qua le piogge sono arrivate a fine periodo quando al Nord partiva già la nuova ondata di caldo africano.

MOLTISSIMI PORCINI ESTATINI MA ANCHE I PRIMI AEREUS ED EDULIS

Boletus aereus o Porcino Nero
Boletus aereus o Porcino Nero. Foto Riccardo Spagnoli

Come avevamo previsto, gli shock termici tra il caldo di fine Giugno ed il fresco di inizio Luglio, non poteva non far partire le prime nascite di Porcini Edulis-Autunnali.

Come sempre, sono le Pinete/Abetaie a candidarsi per prime ad ospitare i primi Edulis di stagione e puntuali sono arrivate le domande:

PERCHE’ GLI EDULIS DI LUGLIO-AGOSTO SI TROVANO GIA’ NELLE PINETE, MA SCARSEGGIANO NELLE FAGGETE?

La risposta è semplice. Per via del tipo di lettiera che costituisce il sottobosco

I faggi hanno foglie coriacee, ovvero molto dure, che degradano e si disintegrano solo col tempo, con abbondanti nevicate invernali o con persistenza di molta umidità.

Condizioni queste che, non avvengono sempre ed ovunque, soprattutto nel corso degli ultimi decenni in cui, in inverno le nevicate spesso si fanno attendere, o la neve si scioglie troppo in fredda dopo la nevicata.

Boletus edulis
Bel gruppo di Porcini – Boletus edulis in abetaia. Foto: Luglio 2019 Manuele Villano
Tutto questo riconducibile ovviamente ai recenti CAMBIAMENTI CLIMATICI.

Faggio e Querce (inclusi i Lecci) hanno le foglie dure che formano spessi strati di lettiera.

Al contrario gli Abeti hanno aghi che formano lettiere poco spesse o che degradano rapidamente, anche in funzione del fatto che si trovano in montagna, dove si presume che piova e nevichi più che nelle basse montagne o colline.

I Castagni invece hanno foglie molto tenere che degradano facilmente ma hanno il difetto di vegetare soltanto fino ai 900/1000 mt sulle Alpi, e non oltre i 1100/1200 mt sull’Appennino Meridionale.

SCOPRI IL CASTAGNO, ED I FUNGHI DEL CASTAGNO, IN QUESTO NOSTRO ARTICOLO

La fascia vegetativa del Castagno in estate non è tra le più favorite dalle piogge, soprattutto in quest’era di cambiamenti climatici.

Per i Castagni ci vogliono piogge ben più consistenti rispetto ai rovesci temporaleschi estivi, spesso troppo brevi o inefficaci, per questa ragione gli Edulis nei Castagni si trovano principalmente in tardo Autunno, quando fa anche decisamente più fresco.

Al contrario, Estatini ed Aereus possono tranquillamente vegetare tra i Castagni, anche in presenza di poca pioggia perché, soprattutto i primi, hanno l’abitudine di nascere dove c’è assenza di lettiera.

Là dove il terreno è scoperto, c’è del muschio, mirtilli, erbe, gli Estatini non tardano ad apparire subito dopo i primi temporali estivi.

BOLETUS AEREUS O PORCINO NERO / BRONZINO

Di contro gli Aereus sono più esigenti, loro amano maggiormente vegetare tra la spessa lettiera, e basta una pioggia un po’ più abbondante delle altre per far partire le prime nascite.

Naturalmente, anche per gli Aereus resta valida la regola che se la lettiera è troppo spessa e non lascia penetrare acqua o ossigenare il terreno, allora le nascite vanno cercate vicino a rami caduti, radici, piccoli avvallamenti del terreno, o zone in cui la lettiera è disomogenea.

Capita però anche di trovarli dove la lettiera è del tutto assente, a patto che però le radici del suo albero simbionte siano superficiali e quindi ben protette dai raggi solari, da folte chiome ombrose.

Dopo le prime piogge di inizo Luglio i primi Aereus

Le prime nascite di Porcini Neri segnalate nelle zone collinari del Pavese-Piacentino, poi sulle colline pre-appenniniche dell’Emilia Romagna, in Liguria marittima, alta Toscana e poi Toscana collinare fin sulla Maremma, ma qua con nascite più contenute per via delle minori piogge cadute.

Non sono mancate le prime nascite anche in Piemonte e Lombardia collinari, ma qua purtroppo l’arrivo del caldo torrido africano ha bloccato ogni tentativo di nascite proprio in fase di avvio.

Forse qualche nascita potrà però ancora avvenire sugli alti colli del Piemonte meridionale, grazie alle maggiori piogge cadute.

A giorni le migliori nascite si avranno dov’è piovuto nelle nostre regioni del Centro-Sud Italia.

Boschi termofili a prevalenza di Quercia-Orniello-Cerro-Castagno delle Marche hanno già avuto le prime nascite che andranno a crescere nei prossimi giorni mentre si esauriranno quelle degli Estatini.

L’Abruzzo potrebbe invece avere nascite di entrambi nei prossimi giorni, o sin da subito poiché qua è piovuto e fatto fresco più a lungo rispetto alle Marche.

Ho detto che le nascite di Porcini di questi giorni sono legate alla quantità e tempistica delle piogge cadute.

GIA’ MA DOVE, QUANTO E QUANDO E’ PIOVUTO IN ITALIA?

Noi di funghimagazine stiamo monitorando attentamente le piogge cadute dal mese di Luglio, e continueremo ad aggiornarvi fino a che non saranno terminate le ultime nascite dei Porcini autunnali e d’inizio inverno.

Nei nostri precedenti articoli puoi leggere dove e quanto è piovuto in Italia.

Se non li hai ancora letti, questi sono gli articoli che contengono i dati delle piogge cadute fino a metà Luglio.

FUNGHI PORCINI: ARRIVA ARIA PIU’ INSTABILE. AL VIA NASCITE DI EDULIS ED AEREUS?
FUNGHI PORCINI: DOPO LE GRANDI PIOGGE PUO’ ESSERE LA SETTIMANA GIUSTA
FUNGHI PORCINI: ECCO LE PRIME NASCITE. DOV’E’ PIOVUTO IN ITALIA

A fine articolo puoi trovare il riassunto meteorologico dell’ultima settimana italiana con i dati delle piogge cadute, ovvero dove e quanto è piovuto in Italia.

Consulta nel frattempo anche il nostro Semaforo dei Funghi / Tabella Crescita Funghi per rimanere sempre aggiornato:

NORD ITALIA
CENTRO ITALIA E SARDEGNA
SUD ITALIA

Prima di illustrarti però i dati meteorologici ,vorrei porre una questione, conseguente alle ultime perlustrazioni che abbiamo fatto nei boschi dell’alto Piemonte.

IL FRAGILE EQUILIBRIO TRA L’INTEGRITA’ DEI BOSCHI E LA PRESENZA DI SELVAGGINA

Da diverse settimane ormai, noi che andiamo regolarmente in giro per boschi ci siamo accorti di come nei boschi nostrani siano cresciute a dismisura le presenze di animali selvatici.

In parte dovute all’abbandono dei boschi, in gran parte ai recenti cambiamenti climatici che hanno favorito, con temperature più elevate e ricca presenza di anidride carbonica, lo sviluppo di nuovi boschi e foreste.

Mai quanto negli anni recenti l’Italia ha avuto coperture boschive così elevate.

Gli animali selvatici, Caprioli e Cinghiali in testa, abbondano come non mai.

Bellissima indubbiamente è l’esperienza di entrare nel bosco e vedere un capriolo che bruca un ciuffo d’erba o le foglie di un arbusto.

Un branco di caprioli con i cuccioli ti riempie gli occhi ma, la domanda che ci siamo posti tutti noi che abbiamo constatato come, i boschi siano stati letteralmente modificati da tanta selvaggina, è:

PERCHE’ UN CERCATORE DI FUNGHI CHE CERCA FUNGHI COL RASTRELLO VIENE GIUSTAMENTE PUNITO CON MULTE SALATE, MA UN BRANCO DI CAPRIOLI O CINGHIALI PUO’ LETTERALMENTE DISTRUGGERE UN SOTTOBOSCO SENZA CHE SI FACCIA NULLA?

Da settimane notiamo come, le migliori fungaie sia di collina che di montagna, sono state letteralmente divelte da branchi di caprioli o cinghiali.

Ma se i caprioli spesso si limitano soltanto a pascolare nei prati, mangiare qualche fungo, e spostare una porzione di lettiera dove si adagerà durante la notte, per i cinghiali diventa un vero e proprio problema.

Un capriolo sopreso nel bosco
Un capriolo sorpreso in una radura erbosa a margine del bosco

Sappiamo che i cinghiali amano mangiare le radici superficiali degli alberi, le stesse radici dove avviene la simbiosi tra funghi ed alberi, ovvero la micorrizzazione.

Le radici micorrizzate sono più ricche di sali minerali e zuccheri, gli stessi che dovrebbero nutrire i miceli e dar vita alle nascite di funghi.

Abbiamo constatato come i cinghiali amino particolarmente le radici degli Abeti.

Dove ci sono Abeti infatti questi creano vere e proprie stalle, si strusciano sugli alberi per grattarsi, per togliersi le zecche che li infestano, rumano il terreno non solo superficiale ma fino almeno a 20/30 cm di profondità.

Provocano danno non solo ai cercatori di funghi, che è l’ultimo dei problemi dell’ecosistema, ma anche agli alberi stessi che, in assenza di radici micorrizzate vanno in sofferenza e possono persino morire.

SENZA CONTARE POI LA PERICOLOSITA’ DI UN BRANCO DI CINGHIALI

Incontrarne uno, non è propriamente una esperienza positiva.

Vero è che molti di questi sono incroci tra cinghiali selvatici e maiali, anche detti ‘porcastri’, ma un cercatore di funghi che si trova di fronte un branco di cinghiali non può che sbiancare dalla paura di esser attaccato.

Sicuramente affronteremo in un altro articolo sulla sicurezza nei boschi, come affrontare un branco di cinghiali, cosa sia meglio fare e cosa no.

Per ora ci limitiamo a denunciare che, troppi boschi sono letteralmente distrutti da caprioli e cinghiali senza che i forestali intervengano e facciano nulla.

La loro distruzione è paragonabile, se non del tutto di molto superiore al danno che potrebbe fare un cercatore di funghi armato di rastrello.

PERCHE’ I FORESTALI, PROVINCE O REGIONI NON INTERVENGONO?

Nel Nord Piemonte abbiamo censito decine e decine di boschi, sia di pianura che di collina e montagna, letteralmente distrutti da caprioli e cinghiali.

La situazione non è differente in altre zone d’Italia, così come ci riportano gli iscritti della nostra chat, o ci viene segnalato da nostri lettori via email.

Davvero dobbiamo aspettare che siano i lupi a dover intervenire, ridimensionando le popolazioni di selvaggina in eccesso?

E quando i lupi avranno sterminato tutti questi animali in eccesso che ne sarà di loro?

Si provvederà ad abbatterli, perché ora saranno loro ad essere in eccesso, avendo potuto proliferare per anni grazie alla gran quantità di selvaggina presente nei boschi?

Mi piacerebbe leggere la tua opinione in proposito.

Ti chiedo cortesemente di voler lasciare il tuo commento a fine articolo (dove c’è scritto: lascia il tuo commento), così da incentivare il dibattito

Però, gentilmente, ti chiedo di avere un approccio costruttivo e non disfattista o litigioso poiché, i messaggi non pertinenti, arroganti o polemici non verranno mai pubblicati.

METEOFUNGHI – LE PIOGGE CADUTE IN ITALIA

DOMENICA 21 LUGLIO 2019

Giornata caratterizzata da un Anticiclone Africano che torna ad affacciarsi sull’Italia.

Sul Nordest italiano permane però un campo di Pressione relativamente più bassa e privo di bolla d’aria africana.

Celle temporalesche si formano in serata sul Trentino meridionale, in Veneto, soprattutto attorno alla Lessinia, altre celle si formano e raggiungono Valdagno, Bellunese, Treviso, Vicenza, Padova e Venezia esaurendosi in mare.

Alcuni rovesci temporaleschi transitano anche in Friuli, brevi rovesci serali sulle Alpi Marittime.

Questi gli accumuli di pioggia del giorno in Italia:

13 mm a Sedico (BL), 10 mm a Cismon del Grappa (VI), 9 mm a Bolognano di Arco (TN) e Castion (BL), tra i 7 ed i 5 mm a Cles (TN), Liaris-Ovaro (UD), Enemonzo (UD), Cima Grappa (TV), Pescul (BL), Padergnone (TN) e Marano Vicentino.

Accumuli compresi tra i 4 ed 1 millimetro a Longarone (BL), Comeglians (UD), Castel di Sangro (AQ), Romagnano (TN), Calzo di Cadore (BL), Bocca Serriola (PG), Budoia (PN), Seceda (BZ), Monte Zoncolan (UD) ed in varie altre località delle province di Trento, Vicenza, Udine, Pordenone e Treviso.

LUNEDì 22 LUGLIO 2019

L’Anticiclone Africano avanza verso Nord spingendosi fin sulla Cornovaglia, Germania ed Austria.

In mattinata l’isoipsa dei 594 dam (che delimita la massa d’aria più torrida) si è spinta fin sul Cuneese ma in serata è per fortuna arretrata fin verso Marsiglia e Pirenei e più ad Ovest rispetto alla Sardegna.

In giornata non vi sono state piogge degne di nota.

L’unico rovescio temporalesco di una certa importanza tra tardo pomeriggio e sera ha attraversato la Campania tra Beneventano e Salernitano.

2,6 mm di pioggia sono caduti a Castiglione dei Genovesi (SA) che risulta essere l’accumulo di pioggia maggiore del giorno.

Piogge al di sotto dei 2 mm si sono avute in provincia di Savona a Bardineto (0,3 mm), Pesaro Urbino, Trento (Fiavè 0,2 mm), Udine, Grosseto e Viterbo.

MARTEDì 23 LUGLIO 2019

Altra giornata ben calda in Italia grazie al torrido Anticiclone Africano che per ora sta portando i massimi valori termici in Toscana e soprattutto tra Francia ed Europa Occidentale risparmiando moderatamente alcune zone d’Italia.

Oggi il caldo maggiore si è avuto nel medio Valdarno attorno a Firenze con valori fino a 39°C e qualche decimo con valori non ufficiali a 40°C, tra Sesto Fiorentino, Capraia e Limite.

Sempre oltre i 39°C di qualche decimo anche a Quarrata (PT), Casteldilago (TR), Poggio a Caiano (PO), San Donno (FI), Terni, Montale (PT), Seano (PO), Merano (BZ), Montemurlo (PO), Terni e Firenze.

Poche le piogge in giornata con alcuni rovesci temporaleschi tardo pomeridiani-serali sulle Alpi Marittime e Cozie meridionali, al confine tra Genovesato-Pavese-Piacentino ed al Sud nel Catanzarese.

Scarsi gli accumuli di pioggia con 2,1 mm caduti dopo la mezzanotte a Castiglione dei Genovesi (SA).

Questi gli accumuli della serata:

Lugo (RA) 21,8 mm, Castiglione dei Genovesi (SA) 2,1 mm, Narni Scalo (TR) 1,5 mm.

MERCOLEDì 24 LUGLIO 2019

Altra giornata caldissima, soprattutto in Toscana ed in particolar modo nel Valdarno inferiore.

Oggi record di caldo di 42,3°C a Sesto Fiorentino, 40,6°C a Poggio a Caiano (PO), 40,3 a Firenze e Capraia e Limite. 40,0°C a San Donnino (FI), 39,9 a Seano (PO) e 39,8°C a San Gavino Monreale (VS) in Sardegna e Campi Bisenzio (FI).

In serata alcune celle temporalesche si sono formate al Nord Italia.

Temporali al confine tra Alpi Marittime e Cozie e tra Cuneese e Torinese ma il grosso delle piogge ha interessato il territorio d’oltralpe in Francia.

Altri temporali si sono formati sull’alto Veneto al confine tra Alto Adige-Veneto e Friuli poi migrati verso Sud Est ma esauritisi tra Dolomiti ed Alto Adige Nordorientale.

Temporali pure sul Trentino Alto Adige Occidentale attorno all’Adamello, poi migrati sulla Lombardia Nordorientale nel Bresciano e piccoli nuclei termporaleschi tra Alpi Retiche-Valtellina ed Orobie Settentrionali.

Brevissimi rovesci anche nella valle di Gressoney attorno al Monte Rosa Aostano ed infine al confine tra Piacentino-Pavese ed una piccola porzione della provincia montana di Genova.

Accumuli di pioggia però per ora abbastanza irrisori.

10,4 mm sono caduti a Colebeato (BS), 9,2 a Codroipo (UD), 3 mm ad Asiago (VI) e 2 a Forni di Sopra (UD).

Per il resto solo brevissime piogge bagna-strada attorno al millimetro nel Bellunese, Valle di Gressoney e Vicentino.

Molti dei temporali giunti in serata sono stati ‘secchi’ ovvero senza precipitazioni o con brevissimi-deboli rovesci.

VENERDì 26 LUGLIO 2019

La giornata inizia all’insegna del caldo Africano che ancora interessa la gran parte d’Europa, inclusa l’Italia.

La bolla calda Africana tuttavia tenderà ad arretrare sotto la spinta della Depressione fredda Nord Atlantica di fronte alle isole britanniche.

Sin dal mattino venti più umidi di Libeccio portano alla formazione delle prime nubi tra Ossola e Canton Ticino. Cadono i primi 5 mm di pioggia già in mattinata attorno a Domodossola.

Fino al momento di pubblicazione dell’articolo, ti segnalo i primi temporali sulle Alpi Lombarde di confine, tra Verbano-Cusio-Ossola e Svizzera, attorno al Monte Rosa, in alto Pavese fin sull’alto Piacentino, in Alto Adige e ancora una volta al confine tra Alto Adige-Veneto-Friuli.

A partire dal pomeriggio di domani l’attività temporalesca diverrà più diffusa su tutto l’arco alpino con alcuni temporali che inizieranno a sconfinare fino al piano al Nord.

Non mancheranno episodi di primi violenti temporali-nubifragi con grandinate e forti raffiche di vento associati.

Nella giornata di Sabato il maltempo diverrà più diffuso al Nord, in particolar modo al Nordovest con diffusa attività temporalesca ed un marcato crollo termico, più sensibile poi nella giornata di Domenica quando i temporali raggiungeranno anche il Centro Italia.

Vi saranno nuovi forti temporali-nubifragi in molte zone d’Italia tra il fine settimana ed i primi giorni della settimana entrante.

La domanda che a questo punto ci porremo è:

Che ne sarà delle nascite di funghi dopo i nuovi forti temporali?

Difficile poter dare una risposta certa, di certo, appena inizierà a piovere, dove le nascite erano già in atto proseguiranno per breve periodo per poi cessare.

Dove invece le nascite non erano ancora iniziate, allora occorrerà facilmente dover attendere nuovamente i classici 10/12 giorni.

Attendiamo i vostri report via commenti, messaggi sul gruppo Facebook funghimagazine.it oppure via email e, per chi lo desiderasse, anche via chat, chiedendoci via email di poter entrare in chat.

Visto il pessimo comportamento del web, siamo costretti a tenere offuscato il nostro numero di telefono, per evitare di esser sommersi ma quintali di spam-spazzatura virtuale.

Potrebbe piacerti anche
4 Commenti
  1. Paolo Maniezzi dice

    Buongiorno Redazione e Buongiorno Sig. Giovinazzo,

    innanzitutto comincio con i migliori complimenti, doverosi, per il Vostro sito: scoperto da pochissimo
    tempo è veramente completo, ben fatto, pieno di notizie, suggerimenti, indicazioni, spiegazioni ecc.
    ecc. veramente complimenti sinceri! per un fungaiolo occasionale come me ci si trova una miniera di
    informazioni utili per programmare una uscita al meglio, non avendo quelle info di prima mano che
    hanno i professionisti/cercatori esperti; bravi, continuate così!

    E adesso arrivo alla nota pessima, che mi ha dato molto fastidio, anzi mi ha fatto proprio “in#####re”
    parecchio: ANCHE QUI DIAMO ADDOSSO AGLI ANIMALI!!?? sul serio!!?? non ci posso credere!!
    Proprio in un sito fatto da persone che evidentemente amano andare nei boschi e stare nella natura,
    ….anche se non si trova niente è semplicemente bellissimo stare qualche ora a contatto con tutto quello
    che è naturale e per naturale intendo vegetazione e FAUNA, lontano da altre persone, casino, condomini,
    cellulari ecc. ANCHE qui mi ritrovo “la persona” che si lamenta in maniera sfacciatamente egoistica del
    fatto che gli animali “rovinano” il bosco??

    Ma Egregio Sig. Angelo Giovinazzo:
    si rende conto della ennesima porcata scritta contro gli animali??!! Tutta la fauna del bosco c’è da ben
    prima che arrivasse il “maledetto” genere umano e cominciasse a distruggere la natura ed ammazzare
    animali semplicemente perchè danno fastidio o sono “pericolosi”; per me è molto più pericoloso un
    singolo piromane criminale che dà fuoco ad un bosco facendo danni enormi, piuttosto che branchi di
    cinghiali che cercano da mangiare. Si perchè quello che gli animali fanno, di ovviamente sbagliato
    secondo la Sua visione ottusa, semplicistica, egoistica (ma che è anche di tantissime persone), è
    semplicemente cercare da mangiare!!! quel cibo che fanno sempre più fatica a trovare, visto che il
    genere umano purtroppo si espande sempre e lo fa in maniera distruttiva e non costruttiva e rispettosa
    verso la natura. Per forza che ci troviamo con cinghiali, cerbiatti, volpi, tassi ecc in città: perchè non
    riescono a trovare cibo come in antichità, perchè invadiamo (rubiamo) sempre di più i loro spazi: poi
    sappiamo benissimo che fine fanno queste creature; ammazzate perchè sono “pericolose” o catturate e
    messe “chissà dove” (e sappiamo benissimo dove..). Nel caso dei cinghiali i loro nemici naturali
    sarebbero i lupi, che devono agire in branco per forza perchè un cinghiale singolo ha SEMPRE la meglio
    anche su più lupi, ma guarda caso questi vengono cacciati ed ammazzati (per atteggiamenti anche
    anacronisticamente atavici) sempre da quella maledetta bestia che è l’uomo, e di conseguenza tutta la
    catena alimentare va a farsi fottere.
    Lei si lamenta che gli ungulati “rovinano” il bosco, mentre il piromane o il “deficiente” che usa il rastrello non è
    altrettanto devastante? in questo caso deficiente è l’appellativo giusto, ben sapendo che usare il rastrello
    vuol dire senz’altro rovinare sottobosco, micelio MA soprattutto andare a prendere il fungo che è ancora
    chiuso e che è estremamente pericoloso perchè può essere l’Amanita che è cresciuta a 10 cm dal
    porcino, condannando a morte certa o danni irreversibili una famiglia intera.
    Cito dal Suo articolo ” PERCHE’ I FORESTALI, PROVINCE O REGIONI NON INTERVENGONO?” Le
    rispondo col Suo stesso tono: cosa vogliamo fare, una bella crociata per ammazzare tutti gli animali
    pericolosi/dannosi e quelli che non lo sono (e chi lo decide?) li mettiamo in tante belle gabbiette così
    poi la domenica portiamo i bambini a “vedere i Bambi” allo zoo e farci i famosi selfie con le facce da
    cretini per farli vedere ai nosti amici sui social? …oppure come in Trentino “Orso M49, dopo la seconda
    fuga, ecco la nuova ordinanza del presidente Fugatti: “Se è pericoloso, abbattetelo” questo dopo che,
    sempre in Trentino, un “veterinario” criminale ed assassino aveva “sbagliato” la dose ed ammazzato una
    orsa “pericolosissima” condannando a morte certa anche i suoi 2 cuccioli!!?? Io e mia moglie abbiamo
    girato sentieri per anni nelle Dolomiti ed Appennino Emiliano: abbiamo fatto fatica ad incontrare un
    cucciolo di cinghiale (!!!!) e qualche falchetto: ma com’è che ‘sta gente incontra lupi, orsi, coccodrilli, varani
    di Komodo, tirannosauri a 2 passi dai rifugi??
    Magari vogliamo parlare piuttosto del grossissimo problema zecche, estremamente pericolose, che portano
    la malattia di Lyme che può essere mortale o delle vipere che sono “leggermente” più pericolose di un cinghiale?
    una vipera non la vedo o sento finchè non la pesto, un cinghiale di solito fa un casino tale che lo sente anche un
    sordo (figuriamoci poi un branco di cinghiali mentre raspano e grugniscono), e di solito in questi casi si
    gira “alla larga”: se vado a vedere cosa c’è …beh, allora vuol proprio dire me la vado a cercare!! Potrei
    andare avanti ancora per parecchio, ma chiudo qui perchè il mio pensiero gliel’ho chiarito abbastanza: il
    Suo articolo è stato veramente fuori luogo, su un ottimo Sito che merita parecchia attenzione e di cui
    rinnovo i miei complimenti iniziali.

    Distinti Saluti,
    Maniezzi Paolo

    PS: datosi che, cito sempre dal Suo articolo, “Però, gentilmente, ti chiedo di avere un approccio
    costruttivo e non disfattista o litigioso poiché, i messaggi non pertinenti, arroganti o polemici non
    verranno mai pubblicati.” …..sono sicurissimo che il mio intervento non verrà mai pubblicato, (alla faccia
    del dibattito democratico) lo mando anche alla mail del Sito: almeno qualcuno in Redazione lo leggerà
    …forse anche Lei.

    Di nuovo.

    1. funghimagazine dice

      Paolo, ho tentato invano di rispondere alla tua lunga email ma il tuo indirizzo email non accetta email in ingresso, pertanto le risposte mi sono sempre ritornate indietro. Ad ogni modo, vedo che non hai colto la PROVOCAZIONE che era esplicita in questo articolo. Provocazione rivolta a chi è chiamato ad amministrare e a regolamentare qualunque cosa ci circondi, quindi anche la pacifica convivenza tra uomo ed animali. Se trascurata questa faccenda può portare ad esasperazione e finire che a rimetterci saranno gli animali tutti perché indistintamente abbattuti. Non sono favorevole alla caccia e non è mia intenzione anteporre gli interessi degli umani a quelli degli animali, ma neppure viceversa. Il giusto sta sempre nel mezzo. La pacifica convivenza, appunto. L’auspicio era che ci si accanisse meno nei confronti di chi magari supera di qualche etto il limite massimo consentito di raccolta, ma si facessero più controlli sulla qualità del bosco. Che chi di dovere stesse meno nei parcheggi ma più dentro ai boschi a verificare cosa accade realmente tra i boschi.

  2. Ettore dice

    Caro Angelo condivido quasi tutto,non sono d’accordo su queste fantomatiche orde di capriolo e cinghiali,forse vero sui cinghiali.ho 64 anni e di boschi ne ho girati.valsusa,valsangone,valchisone.ciao

    1. funghimagazine dice

      Ettore, le ‘fantomatiche’ orde di caprioli e cinghiali non ci sono ovviamente ovunque, ma dove ci sono, sono un problema reale, non solo per i boschi ma anche per se stessi

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

funghimagazine.it