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Ginepro un generoso albero da funghi

Tutte le varietà di Ginepro presenti in Italia. Dove cercarlo, come riconoscerlo, quali funghi crescono in simbiosi con i Ginepri, e quali tra le 4 varietà di Porcini si trovano tra i Ginepri. Attenti alle sue bacche: alcune sono fortemente velenose

Il Ginepro, un generoso albero da funghi

Varietà più comuni / diffuse in Italia:

  • Ginepro ComuneJuniperus L. 1753, (Juniperus communis)
  • Ginepro nano alpino (J. communis var. saxatilis o J. nana o J. nana var. alpina o var. montana)
  • Juniperus phoenicea L. (Ginepro fenico o fenicio, o Ginepro liciovarietà delle Alpi Marittime, Liguria di Ponente, Sud Francia, Spagna orientale)
  • Juniperus oxycedrus L. (Ginepro rosso o G. spinosovarietà del Mediterraneo Centro-Orientale)
  • Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa (Ginepro coccoloneJ. oxycarpa)
  • Juniperus sabina L. (Pianta velenosavarietà dell’Europa orientale-Russia)
  • Juniperus virginiana (Ginepro della Virginia o Cedro rossospecie ornamentale)

Ordine: Pinales

Famiglia: Cupressaceae

Genere: Juniperus

Specie: vedi Varietà più comuni in Italia

Ginepro scheda
Il Ginepro – Juniperus ssp.

I NOMI ITALIANI E STRANIERI DEL GINEPRO

Il nome Ginepro deriva dal latino ienĭpĕrus o iunĭpĕrus ed è attribuito in Italia a tutte le piante del Genere Juniperus, ma il termine generico Ginepro di solito viene attribuito alla Specie Juniperus communis o Ginepro comune.

  • IT-ITALIANO Ginepro, Ginepro Comune, Ginepro nano o Ginepro di montagna, Ginepro prostrato, Ginepro Malcangelo, Ginepro Sabina o Sabino, Ginepro fenicio o fenico, Ginepro rosso, Ginepro coccolone
  • EN-INGLESE Common juniper
  • FR-FRANCESE Genévrier, Genévrier commun, Genévrier nain
  • ES-SPAGNOLO Enebro común, Enebro real, Enebro, Jinebro
  • PT-PORTOGHESE Zimbreiro, Zimbro-rasteiro, Zimbro-comum, Zimbro-vulgar, Zimbro-anão, Zimbro, Zimbrão, Junípero-comum, Junípero, Genebreiro, Cedro
  • DE-TEDESCO gemeiner Wacholder, gewöhnlicher Wacholder, Heide-Wacholder, Wacholder, Zwergwacholder
  • RU-RUSSO можжевельник обыкновенный [možževél’nik obyknovénnyj], верес [véres]
  • AR-ARABO عرعر شائع [ʿarʿar šāʾiʿ]
  • ZH-CINESE 欧洲刺柏 [ōu zhōu cì bǎi], 欧刺柏 [ōu cì bǎi], 刺柏 [cì bǎi]
  • JA-GIAPPONESE セイヨウネズ(西洋杜松) [seiyōnezu]

CURIOSITA’ LINGUISTICHE SUL GINEPRO

Dalla parola Ginepro, e quindi da un assembramento di Ginepri deriva la parola GINEPRAIO il cui significato è, sì quello di un folto ed inestricabile gruppo di Ginepri, ma anche, in senso figurato, di un qualcosa di complicato, confuso, di difficile soluzione.

Quando ci si trova di fronte ad un qualunque ‘casino’, complicazione, confusione o difficoltà, quindi anche grana, groviglio, guaio, guazzabuglio, imbroglio, impaccio, intrico, labirinto, mare di guai, pasticcio, rogna, vespaio, si usa dire: ‘cacciarsi in un ginepraio‘, oppure: ‘è un autentico ginepraio‘.

Il termine dialettale calabrese di Zimbarìo, da Zimba = Porcile, viene usato per indicare un luogo inospitale, una casa assai disordinata o una casa in cui convivono umani ed animali, ha una forte assonanza con la parola portoghese Zimbro / Zimbreiro riconducibile all’appena citato Ginepraio, tuttavia il nome dialettale del Ginepro in Calabria è molto simile al latino: Juniparu.

Altri nomi dialettali italiani

In Liguria è detto: Zeneivru o Zeneivru russu, Agaixo, Cai

Lombardia: Zanever, Zanevers

Veneto: Zinevron

Emilia Romagna: Z’neiver o Z’neiver ross

Toscana: Appeggi, Sabina o Sabina rossa

Abruzzo: Inipro, Junibolo

Basilicata: Jenepro

Sicilia: Garganazzu

Sardegna: Zinibiru eru, Niperu, Ghinìperu, Innipiri, Nibaru, Zinnibiri

Ginepro comune
Ginepro comune – Juniperus communis – aghi e bacche – foto: A. Giovinazzo

IL GINEPRO – DISTRIBUZIONE PLANETARIA

A livello globale, il Ginepro risulta essere la Conifera più diffusa sul nostro Pianeta (fonte Lista Rossa IUCN delle specie minacciate – IUCN = Unione Mondiale per la Conservazione della Natura).

La sua distribuzione riguarda però esclusivamente l’Emisfero Boreale dal Nord Africa, Asia Mediorientale ed Himalaya, fino alle zone artiche dell’Alaska ed Eurasia.

La sua sopravvivenza non desta in alcun luogo particolare preoccupazione, essendo pianta che può adattarsi a vegetare anche in ambienti inospitali, la sola preoccupazione potrebbe derivare dall’Inghilterra dove, il suo habitat naturale viene quotidianamente minacciato o sottratto dall’avanzata dell’agricoltura, così come accade anche in varie altre zone dell’Europa centro-orientale, dove l’habitat naturale del Ginepro è seriamente minacciato, non solo dall’avanzata dell’agricoltura, ma anche della Robinia pseudoacacia che, di fatto annienta la biodiversità autoctona, incluse le varietà di Ginepro.

Ginepro comune
Cespuglio di Ginepro comune (Juniperus communis) foto: A. Giovinazzo

DISTRIBUZIONE / HABITAT IN ITALIA E SPECIE PRESENTI

In Italia il Ginepro in tutte le sue varietà risulta essere ben presente ovunque, dalle Alpi alla Sicilia, che si tratti di specie comuni, alpine o mediterranee, oppure di specie che preferiscono il clima caldo della Macchia Mediterranea o della Gariga.

Le specie più comuni e diffuse sono comunque quelle facenti capo al Genere Juniperus Specie communis.

A questa specie, anche detta Ginepro comune, appartengono varie altre sottospecie quali per esempio il Ginepro nano alpino (Juniperus communis var. saxitalis, sinonimo di Juniperus nana che a sua volta può esser diviso in Juniperus nana var. alpina o var. montana.

GINEPRO COMUNE

Il Ginepro comune (J. communis) con tutte le sue varianti e sottospecie, è presente dalle Alpi alla Sicilia a partire dai 5 metri sopra il livello del mare, fin verso i 2.400 metri del limite altitudinale della vegetazione arborea.

Può esser considerata una specie pioniera ( → che colonizza per prima un terreno di recente formazione, o che ha subito una recente ingente modifica a seguito di frane, formazione di dune, desertificazione, colate laviche, incendi) tanto eliofila ( → amante della luce intensa e del sole), quanto mesofila ( → che vegeta in ambienti temperati intermedi tra quelli umidi e quelli aridi), pur adattandosi egregiamente anche agli ambienti delle specie xerofite ( → che si adattano perfettamente ad ambienti desertici con lunghi periodi di siccità e clima arido, sia caldo che freddo) così come, pur non essendo il suo habitat ideale, a quello delle sclerofille ( → piante o arbusti a foglia coriacea ed a comportamento sempreverde, tipiche degli ambienti aridi e ben soleggiati).

Non ha particolari esigenze neppure riguardo al tipo di terreno, adattandosi perfettamente a vegetare sia in fertili terreni acidi o con torba, che in terreni calcarei, tra le ghiaie e sabbie dolomitiche ( dette → sabbioni arcosici), così come tra le sabbie fini, pure delle dune costiere, ma anche su affioramenti rocciosi, spesso inospitali per qualunque altra specie arborea.

Il Ginepro può quindi vegetare ovunque, indipendentemente dal tipo di suolo, terreno, roccia, composizione minerale, clima, caldo o secco, umido o arido, e luce, tra fitti boschi o boschetti, così come tra praterie o ventose ed inospitali steppe erbose, sia artiche che alpine.

Ginepro comune
Ginepro comune nel suo habitat ideale tra Pini radi, Brugo e sabbioni granitici. Luogo ideale per la ricerca dei funghi Craterellus lutescens o Finferle / Fiammiferini – foto: A. Giovinazzo

L’habitat ideale della specie Ginepro comune (J. Communis), in cui risulta anche più diffuso in Italia, è quello dei boschi radi, ovvero delle radure con Pini sparsi ma mai fitti, anche misti ad alcune Latifoglie tra cui il Castagno, con suolo sabbioso compatto, assai povero e ben drenante, in cui convive con il Brugo (Calluna vulgaris) le Eriche, sia Erica nana-strisciante, che Erica arborea (Erica ssp.), il Mirtillo (Vaccinium myrtillus, V. angustifolium), le Ginestre (Cytisus scoparius, Calicotome spinosa, Ulex ssp.), alcuni Salici (Salix ssp.), il Falso Bosso-Poligala (Poligala chamaebuxus) e vari tipi di Cardo (Carlina ssp., Carlina acaulis).

Ginepro comune montano
Ginepro nano montano – Cespuglio, aghi e bacche

SPECIE MONTANE

L’habitat delle specie montane è spesso condiviso tra i boschi, con il Larice in quota ( ► non perderti i reportage fotografici tra i Larici di ‘a funghi in Val Vogna-Alpe Larecchio‘ o ‘a funghi tra l’Alpe Devero e Cascata del Toce-Formazza‘), più frequentemente con i Pini (Pinus cembra, P. Silvestris, P. nigra) o nei prati con i Rododendri alpini (Rhododendron hirsutum, a fiori più chiari e grandi, e R. ferrugineum, a fiori più piccoli e più rosa scuro) insieme con Erica carnea o Erica carnicina, Mirtillo (Vaccinium ssp.) e Ginestra dei Carbonai (Cytisus scoparius) insieme con alcune varietà di Salice, ovvero Salice montano (Salix caprea) e Salice grigio o cinereo/cenerino (Salix cinerea).

L’habitat delle specie alpine è invece il prato o pascolo povero del piano montano, ( → 800~1200 mt del piano montano inferiore, 1200~1400 del piano montano superiore) ma esemplari dapprima prostrati, poi persino striscianti si possono rinvenire anche nell’orizzonte del piano alpino ( → 2000~2200 mt, e al massimo fin verso i 2400 mt) in cui l’unica altra specie arborea rinvenibile è il Salice nano (Salix purpurea, Salix retusa, Salix serpyllifolia, Salix breviserrata) anche questo presente in forma nana-prostrata.

L’habitat ideale delle altre specie che vegetano in Italia, è quello della Macchia Mediterranea e della Gariga.

GINEPRO FENICIO O GINEPRO FENICO

Juniperus phoenica o Ginepro fenicio-fenico o licio, vegeta esclusivamente nel Mediterraneo occidentale tra il livello del mare ed i 1800 metri, ma eccezionalmente può spingersi anche fino a 2.400 mt, tra la Liguria di Ponente, il Sud della Francia, fin sul Massiccio Centrale, la gran parte dei Pirenei con Andorra, fatta eccezione per la sezione navarrese e basca, la Spagna orientale inclusa l’Aragona e le Castiglie orientali, la Regione di Murcia e l’Andalusia. Diversi esemplari si trovano anche in Corsica e Sardegna, ma in questo caso si tratta di specie non spontanee.

Ginepro fenicio o fenico
Ginepro fenicio o fenico, cespuglio e bacche – foto: Stefania Boddi

Si presenta come arbusto o piccolo alberello alto fino a 6/8 metri il cui habitat ideale è la Gariga ( → cespuglieti o arbustivi bassi su suoli aridi rocciosi, sabbiosi, sassosi, detritici, altrimenti inospitali, dove la macchia mediterranea ha subito un degrado, anche ad opera di incendi, desertificazione o interventi umani) o la Macchia Mediterranea che condivide con il Pino d’Aleppo (Pinus halepensis), il Pino Calabro (Pinus brutia), il Leccio (Quercus ilex), il Lentisco (Pistacea lentiscus), il Cisto ed il Mirto (Cistus ssp, Mirtus communis, Mirtus ssp), varie specie di Lavanda (Lavandula angustifolia o Lavanda vera, L. latifolia, L. dentata, L. multifida o Lavanda dell’Egitto, L. stoechas o Lavanda selvatica) ed alcune specie di Artemisia (Artemisia herba-alba o Assenzio bianco) oltre che tutte le altre specie tipiche sia della Gariga, che della Macchia Mediterranea.

Ginepro fenicio o fenico
Ginepro fenicio o fenico, foto: Fernando Caputo

GINEPRO ROSSO o GINEPRO SPINOSO e GINEPRO COCCOLONE

Il suo nome latino è Juniperus oxycedrus, in lingua Inglese è detto Prickly juniper.

Nel mediterraneo centro-occidentale, si rinviene esclusivamente nella Penisola Iberica, Corsica, Italia (con massima distribuzione tra Sardegna e Sicilia), oltre che sull’Atlante, quindi tra Marocco, Algeria e Tunisia. Ad oriente risulta invece assai più diffuso a partire dall’Egeo ad arrivare agli stati Balcanici della ex Jugoslavia, stati che affacciano sul Mar Nero, inclusi Romania ed Ucraina, e Caucaso fin sulla Georgia ed Azerbaigian, ed infine Medio Oriente fin sulla Persia ed Arabia.

Il suo aerale di distribuzione va dal livello del mare fin verso i 2200 metri, manifestandosi in aree sia marine che continentali, calde o fredde, con diverse varietà o sottospecie che meglio si adattano ai diversi ambienti.

Ginepro coccolone
Ginepro rosso / spinoso / coccolone, Juniperus oxycedrus, aghi e bacche

La varietà Juniperus oxycedrus ssp. badia o J. oxycedrus ssp. oxycedrus per esempio tollerano bene il gelo, per tanto possono vivere anche nella penisola Iberica e Balcani continentali, così come sui rilievi più elevati della Corsica, della Sardegna, con esemplari presenti anche sul Gennargentu, ed in Sicilia alle falde dell’Etna.

Le varietà Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa (Ginepro coccolone) e J. oxycedrus ssp. transtagana invece si limitano a vegetare esclusivamente in prossimità del mare, preferendo i luoghi sabbiosi, anche delle dune mobili o comunque di recente formazione, pur preferendo le vecchie spiagge già colonizzate da altre specie pioniere, condividendo l’aerale con il Giglio di mare (Pancratium maritimum), ed Eringi (Eryngium maritimum), senza però disdegnare anche l’immediato entroterra delle Pinete costiere rade, a prevalenza di Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) Pino Domestico (Pinus pinea), Pino Marittimo (Pinus pineaster) e Pino Calabro (Pinus brutia) quest’ultimo presente soprattutto in Egeo e Turchia.

Gradite presenze tra la Macchia Mediterranea, e la Gariga, sono le due sottospecie badia e oxycedrus che ben si adattano anche tra le forre rocciose, in buona compagnia di Ferule / Finocchiacci (Ferula communis) e le poche altre specie arboree in grado di vegetare tra pareti di roccia a picco sul mare.

Ginepro rosso o coccolone
Ginepro rosso / spinoso / coccolone, cespuglio, aghi e bacche

Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa, comunemente noto in Italia come Ginepro coccolone, ha un aerale più limitato rispetto alla varietà oxycedrus con presenza ad Est in Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Cipro, Grecia ed isole Egee, Malta, Turchia ed Ucraina. Ad Ovest invece è presente oltre che in Italia, anche in Algeria, Francia mediterranea, Marocco e Spagna, limitando la sua presenza alle sole zone costiere, non oltre i 75 metri sul livello del mare.

In alcune zone è considerata specie a medio rischio istinzione per l’avanzata dell’industria turistico-balneare che sottrae continuamente il suo habitat per la creazione di nuovi impianti balneari.

GINEPRO SABINA

Da molti scambiato per un comune Cipresso nano, questa varietà di Ginepro non possiede i pungenti aghi cui siamo abituati, ma piccole foglie embricate ed appressate al rametto, e frutti (grandi Coccole), per nulla affatto somiglianti alle bacche ed agli aghi del Ginepro.

Il Ginepro sabina (Juniperus sabina) è un arbusto che ama i rocciosi freschi o persino freddi, secchi e ventosi, ad altitudini medie tra i 700 ed i 3000 metri d’altezza.

Non disdegna perciò le Alpi, soprattutto quelle Svizzere, ma ha una discreta presenza anche in Savoia (Sabine, Savin) e Germania-Austria dove in lingua tedesca è detto Sadebaum, Sebenbaum o Stinkwacholder.

In Italia, oltre che sulle Alpi, è presente allo stato spontaneo al nostro meridione sporadicamente in Campania, sui monti Lattari e Penisola Sorrentina, più diffuso in Sicilia tra i monti Peloritani, Nebrodi, Madonie e le pendici dell’Etna.

Trattandosi però di specie che si adatta facilmente anche ad ambienti e luoghi meno prediletti, e soprattutto essendo un ottimo arbusto da giardino, oggi questa varietà di Ginepro è presente in molti giardini nel resto d’Italia, spesso ibridato con alcune varietà orientali.

E a proposito di varietà orientali, questo Ginepro non è tipico solamente delle Alpi ma cresce diffusamente anche in Grecia, Egeo, Turchia, nei Balcani, Carpazi, in Polonia, Russia, ex Stati Sovietici dov’è detto Kazkij Mozzevel’nik, in tutta la Siberia occidentale e meridionale fino all’Iran, Mongolia e Cina, spesso misto o sostituito da Ginepro sabina ssp. pseudosabina.

In generale, ama vegetare tra i Larici o diverse specie di Pino, ma la sua presenza diventa più abbondante quando questi alberi vengono abbattuti per far posto ai pascoli. In Asia preferisce i pascoli montani secchi e ben soleggiati, esposti a Sud, mentre nelle secche e ventose praterie asiatiche viene sostituito dalla varietà J. sabina ssp. Arenaria.

Ginepro sabina
Ginepro sabina, aghi e bacche velenose di colore blu da non confondere con le bacche edibili del Ginepro comune

In tutte le sue varianti, è comunque ideale per la creazione di eleganti bonsai, da maneggiare però con i guanti, per via del veleno, anche mortale, contenuto in ogni sua parte. Lo si riconosce facilmente per il suo profumo di Cipresso, ben differente dal tipico odore Gineprino.

Sono molte le cultivar adatte per la creazione di bonsai o come specie da giardino, le più diffuse sono J. chinensis o J. sabina ssp. Davurica. Alcune di queste cultivar dispongono di aghi al posto delle tipiche foglie del Cipresso.

Tra le varietà di Ginepri da giardino più diffuse in Italia ti segnalo: Juniperus communis compressa, J. x pfitzeriana, J. procumbens, varietà nana e a foglie aghiformi assai pungenti, e J. squamata blue star a foglie blu-argento assai appuntite e raggruppate in spirali in numero di tre.

 

COME DISTINGUERE LE VARIE SPECIE DI GINEPRO

Al di là di quanto già accennato, occorre dire che vi sono due principali segni distintivi che differenziano le varie specie di Ginepro. Le foglie o aghi, e le pigne o coccole / bacche.

FOGLIE / AGHI

Come hai appena letto, le varietà riconducibili alle Specie Juniperus sabina, al posto degli aghi, posseggono caratteristiche foglie in tutto e per tutto identiche a quelle dei Cipressi, tutte le altre invece hanno foglie aghiformi, talvolta anche particolarmente pungenti, quali per esempio quelle del Ginepro comune.

Dall’aspetto identico al Cipresso ma più appuntite, anche le foglie del Ginepro comune var. saxatilis.

Le foglie del Ginepro comune, con tutte le altre varie sottospecie (J. communis) sono aghi lineari, ben appuntiti, di colore verde smeraldo, ma con una striscia grigio-biancastra al centro della pagina superiore.

Decisamente più carnose, chiare con striscia biancastra appena visibile e poco pungenti, pur essendo appuntite, perché tenere, le foglie del Ginepro comune subsp. communis var. depressa.

Assai appuntiti e quindi particolarmente pungenti gli aghi di tutte le varietà di Ginepro nano, montano o alpino, normalmente anche più corti rispetto a quelli del Ginepro comune.

Più argentei invece gli aghi del Ginepro Coccolone (J. oxycedrus subsp. Macrocarpa), il riflesso blu-argenteo è dovuto alla presenza sulla pagina superiore della foglia di due strisce biancastre.

Sono invece più originali le foglie del Ginepro Fenicio Juniperus phoenica dal momento che non sono aghi, ma neppure foglie tenere come quelle del Cipresso. Si tratta infatti di foglie filiformi, squamose, con squame sovrapposte l’una sull’altra, fino a formare un lungo ago che talvolta può terminare con tre o persino quattro diramazioni. Le foglie giovani sono di colore verde smeraldo di fondo, ma con squame a forma di ‘v’ decisamente più chiare, mentre quelle vecchie e gli steli centrali, diventano prima di color verde oliva per poi passare alle gradazioni del marrone.

In Sicilia e Sardegna vegeta una varietà di Ginepro fenicio detta J. phoenicea subsp. turbinata (oggi probabilmente già elevata a specie a se stante come Juniperus turbinata) dalle foglie più aghiformi, pungenti da giovani, che spesso si presentano con grandi tronchi contorti, soprattutto quando crescono su spiagge particolarmente ventose.

Non differiscono di molto rispetto al Ginepro fenicio le foglie del Ginepro Virginiano, un arbusto dalle bacche/coccole blu, ormai diffuso in buona parte dell’Emisfero Boreale, grazie alle numerosissime cultivar presenti quali specie ornamentali.

FRUTTI, PIGNE / BACCHE / COCCOLE

Tecnicamente i frutti di tutte le varietà di Ginepro dovrebbero esser chiamati strobili. Così sono infatti definiti i tipici coni delle Conifere.

Nel caso dei Ginepri però gli strobili / coni, assumono forma sferica-tondeggiante e non conica, e vengono pure comunemente detti ‘coccole‘.

Come puoi facilmente intuire, le coccole decisamente più grandi rispetto a quelle dei Ginepri comuni e montani, conferiscono al Ginepro oxycedrus, ed in particolar modo all’oxycedrus macrocarpa, il nome di Ginepro Coccolone.

→ Nulla a che fare con il verbo coccolare, giacché coccolare un cespuglio di Ginepro, soprattutto se particolarmente pungente, sarebbe altamente doloroso.

Le coccole delle varie specie si distinguono, oltre che per la forma e grandezza anche per il colore.

Simili a piccoli mirtilli selvatici le coccole / frutti / bacche dei Ginepri comuni, montani-alpini. Talmente somiglianti non solo nella forma ma anche nel colore bluastro. Le giovani bacche sono dapprima verdi, poi leggermente biancastre e successivamente blu con tendenza a divenire blu-nero/brunastro-marroncino negli esemplari più maturi.

Le coccole del Ginepro fenicio-fenico sono invece marroncine-rossicce, leggermente più grandi rispetto a quelle del G. comune, con una forma che si avvicina lievemente a quella degli strobili del Cipresso.

Sono invece di colore rosso-rossiccio le bacche del Ginepro oxycedrus anche detto per questo Ginepro rosso.

Il Ginepro coccolone tra l’altro ha bacche verde chiaro da giovani, queste diventano poi giallo-arancio e solo a piena maturità rossicce-bluastre o persino blu-violetto quando seccano.

Sono coccole grandi ma blu, bianchicce da giovani, quelle del Ginepro Virginiano, infine quelle del Ginepro sabina sono coccole decisamente più grandi rispetto a quelle del Ginepro comune, verdi da giovani, poi biancastre ed infine blu-rosato quando immature, blu scuro-violaceo se completamente mature.

LEGNO – TRONCO

Le varietà comuni, montane-alpine-nane di solito sono arbusti piuttosto compatti con tronchi fini, slanciati quando crescono in ambienti mesofili intermedi, ma ben contorti, col tipico portamento dei bonsai, negli esemplari che si sviluppano su terreni assai poveri, rocciosi e/o secchi e ventosi.

Ginepro fenicio o fenico
Grande tronco di Ginepro fenicio o fenico della Sardegna – foto: Antonio Conte Bonsai

Hanno invece tronchi contorti, coperti da cortecce fibrose, spesso nudi e bianchicci, completamente privati dalla corteccia dagli eventi atmosferici in luoghi asciutti ma assai ventosi, a formare veri e propri alberelli, talvolta piegati verso il suolo dalla furia del vento, con chioma che si sviluppa sul lato opposto rispetto ai venti dominanti.

Sono tutti i Ginepri tipici dei luoghi caldi-mediterranei, in particolar modo delle varietà che vegetano sulle spiagge o su ripide scogliere, ma in parte anche quelli che si sviluppano tra forre rocciose di montagna.

Vegetano invece più in larghezza che in altezza i Ginepri alpini che risultano sempre compatti e striscianti. In ambienti molto secchi e sabbiosi in superficie ma rocciosi al di sotto, rimangono ugualmente compatti, magari anche con grandi tronchi contorti ed assai corti, sempre con moltissime diramazioni o tronchi secondari, più larghi che alti i Ginepri degli ambienti mesofili intermedi o degli ambienti non mediterranei.

I FUNGHI DEL GINEPRO

Dal momento che stai leggendo questo articolo su funghimagazine.it, è facile che tu sia più interessato all’aspetto micologico legato ai Ginepri, che non a quello puramente botanico.

Poco male, ora approfondiremo ma sappi che, per essere un perfetto cercatore di funghi, non basta semplicemente saper riconoscere un fungo Porcino, andando a cercarlo a colpo sicuro tra i Castagni o le Querce, in un bosco di Faggio o di Abeti Bianchi oppure Abeti Rossi, là dove hai già visto altri cercatori intenti a raccogliere.

Cercar funghi in questa maniera è un puro esercizio ginnico, una sorta di lavoro.

funghi del Ginepro
Mix di funghi trovati tra Pini radi e Ginepro. Foto: A. Giovinazzo

Il bello del cercare i funghi è proprio quello di saperli cercare, ancor prima che trovarli. Saper trovare e decodificare il loro habitat naturale, cogliere ed interpretare correttamente tutti i segnali che questo ci da.

Se poi i funghi Porcini, magari anche i più preziosi e ricercati Porcini Neri (Boletus aereus) saltan pure fuori in un habitat insolito, inatteso, allora la soddisfazione sarà certamente maggiore, rispetto al cogliere funghi là dove si è quasi certi che ci siano.

IL GINEPRO UN OTTIMO ARBUSTO DA FUNGHI PORCINI

Partiamo subito dalla consapevolezza che otto lettori su dieci vorranno sicuramente sapere se il Ginepro è un alberello da funghi Porcini oppure no, e se sì come e dove cercarli.

Ti dico subito che questo arbusto non è di sicuro il più produttivo in assoluto in termini di funghi Porcini ma che, nel giusto ambiente può diventare decisamente interessante, se non del tutto ottimo.

Il Ginepro normalmente crea sicuramente simbiosi con i fungi Porcini di tutte e quattro le varietà.

Forse il meno comune è il Porcino estatino (Boletus reticulatus / aestivalis), ma nei giusti habitat può essere un ottimo simbionte del Porcino Rosso / Pinicola (Boletus pinophilus), del Porcino Nero (B. aereus) e pure del chiaro Boletus edulis.

PREGI E DIFETTI DEL GINEPRO RIGUARDO AI FUNGHI PORCINI

Pur essendo un arbusto simbionte di tutte e quattro le varietà di Boleti / Porcini, devi sapere che il Ginepro ha di base alcuni evidenti difetti che però spesso possono esser limitati da altrettanti preziosi pregi.

Pregi che di fatto, fanno sì che i pochi funghi che amano vegetare in associazione con questo arbusto, possano esser persino prosperi, sia in termini di continuità di produzione, che di abbondanza.

I DIFETTI

Partiamo subito con i difetti così ci togliamo il dente dolente. Uno su tutti. L’habitat del Ginepro che, nella gran parte dei casi corrisponde ad un ambiente poco ospitale per tutti i tipi di funghi.

Come avrai letto nella sezione precedente, dedicata agli habitat e distribuzione, la gran parte delle varietà di Ginepro ama ambienti eliofili, ovvero aperti e ben soleggiati.

Non solo, ma una delle caratteristiche intrinseche dei Ginepri è anche quella di sopportare egregiamente il forte vento e di sapersi quindi adattare ad habitat solitamente inospitali, siccitosi, aridi, sabbiosi, ghiaiosi, rocciosi, forre e ripidi pendii.

Savane erbose sferzate dai venti, sia caldi che gelidi, e persino rigidi.

Tutti ambienti affatto graditi dalla gran parte dei funghi nostrani.

PREGI

La gran parte delle varietà di Ginepro ha però anche un evidente pregio che si traduce nell’essere un efficiente ombrello, che offre riparo e nutrimento ai funghi che decidono di entrare in simbiosi con le sue forti radici.

Tolti gli esemplari più deboli, spelacchiati o rovinati dall’azione umana o da eventi atmosferici, la gran parte dei Ginepri ha la sana abitudine di vegetare nei pressi o coricarsi al suolo con una fitta ed impenetrabile chioma, che offre sicuro riparo anche dal forte vento.

Sotto la chioma di un folto Ginepro l’umidità può ristagnare anche in presenza di giornate calde e torride, a patto che il suolo non sia però sabbioso, in tal caso il drenaggio sarà certamente elvatissimo ed il mantenimento di umidità si limiterà a pochi decametri da terra.

Anche nel caso in cui l’arbusto sarà cresciuto tra forre e scogliere il ristagno di umidità sarà assai limitato.

Ne consegue perciò che per avere buone probabilità di trovare funghi Porcini tra i Ginepri, dovrai cercare un habitat mesofilo ( → intermedio tra un ambiente ben soleggiato e secco, ed un ambiente prevalentemente umido), meglio se condiviso con alcune latifoglie o conifere come di seguito:

PORCINIO EDULIS

Ama creare simbiosi con i Ginepri, nei soli ambienti mesofili, tendenzialmente umidi, dove il sottobosco è ricco di lettiera e condiviso con Castagni e Querce, ma anche con il Pino Strobo (P. strobus).

► Data la tendenza del Porcino edulis a recalcitrare ( → rifiutare, non amare) i suoli calcarei ed argillosi, non fossilizzarti a cercare questi funghi tra i Ginepri, pur trovandoti in un ambiente apparentemente favorevole perché umido con ricca lettiera.

I Boletus edulis li puoi cercare non solo nelle immediate vicinanze dei Ginepri, ma anche al riparo delle loro fitte chiome, magari sollevando un ramo strisciante e trovarci sotto un bel Porcino chiaro e tozzo.

PORCINO PINICOLA

Per i Porcini Rossi Pinicola (Boletus pinophilus) invece dovremo cercare un ambiente intermedio caratterizzato da buona presenza di Pini quali il Pino Nero (Pinus nigra), Pino Silvestre (Pinus sylvestis) o Pino Strobo, possibilmente condiviso con il Brugo (Calluna vulgaris).

Il Porcino Rosso Pinicola non ama il caldo, benché sulle Alpi, nella stagione di raccolta 2020, si siano trovati Porcini Pinicola, insolitamente, nel bel mezzo di una vampata di caldo africano settembrina, e sparsi qua e là anche durante il resto dell’estate.

Sarebbe perciò più facile attendersi di trovare Porcini Pinicola in ambienti montani con Pini radi, tra i Ginepri o nei pressi, dove la lettiera è più rada, meglio se con molto muschio, all’indomani di piogge fredde o grandinate.

PORCINO ESTATINO

Come già accennato precedentemente, il Porcino Estatino (Boletus reticulatus / aestivalis) non è il simbionte preferito dal Ginepro. O meglio, in realtà è l’Estatino che non ama troppo il Ginepro.

La ragione di questa diffidenza va ricercata negli habitat del Ginepro che non sono quasi mai i preferiti dai Porcini Estivi.

Quando un Ginepro vegeta in un ambiente termofilo, questo è già di per sé inospitale per i Porcini perché per principio, termofilo è sempre sinonimo di caldo e secco. Ne consegue che i Porcini Estatini potranno vegetare tra i Ginepri in un ambiente termofilo solo a seguito di importanti piogge con nuvolosità che ristagna per più giorni, e che quindi, in assenza di sole, l’umidità residua non si esaurisca nel volgere di poche ore.

Nel bosco mediterraneo il Ginepro si associa al Porcino Estatino a patto che sia piovuto adeguatamente nel corso degli ultimi 20 giorni e che dopo l’evento piovoso maggiore, vi siano state altre piogge minori.

Anche nella Macchia Mediterranea il Ginepro può ospitare i Porcini Estatini, a patto però che vi siano state ugualmente buone piogge recenti.

PORCINO NERO BRONZINO

Forse il fungo Porcino che meglio si adatta a vegetare in simbiosi con i Ginepri mediterranei è il Porcino Nero o Bronzino (Boletus aereus).

Ricordati sempre che l’habitat preferito dal Porcino Nero, non è come molti credono, il solo bosco di Quercia o di Lecci, ma l’intero Bosco Mediterraneo, e soprattutto la Macchia Mediterranea, così come pure la Gariga.

Tutti ambienti questi in cui il Ginepro si trova agiatamente di casa.

Il Ginepro, insieme con il Brugo (Calluna vulgaris), le Eriche (Erica arborea) e le ‘scope‘ (Ginestre di vario tipo), forma l’associazione più tipica di molti ambienti degradati, brulli, sterili, infecondi ed improduttivi.

Praticamente ti ho appena descritto quello che è il tipico ecosistema della Gariga dove, le sole presenze vegetali sono quelle che sanno adattarsi ad ambienti estremi e tutt’altro che ospitali per la gran parte delle altre specie vegetali.

Allo stesso modo però il Ginepro risulta sempre facilmente associabile a tutte le specie vegetali tipiche della Macchia Mediterranea.

Unica condizione per poter fare buoni ritrovamenti di Porcini Neri in questi ambienti appena descritti, è che sia piovuto adeguatamente nel corso degli ultimi 15/20 giorni e che dopo la pioggia non sia giunta una potente e torrida bolla d’aria calda africana, ma che ci siano state altre occasioni per ulteriori rovesci o temporali e poi, che Ginepri, Eriche o Ginestre formino un adeguato rifugio anti-vento, in cui si conservi quel clima caldo-umido che fa tanto bene ai funghi.

Sono per altro proprio questi confortevoli rifugi a consentire anche ad altri funghi tipicamente autunnali-invernali di vegetare pure durante le stagioni più fredde ( → non perderti in proprosito: andar per funghi in inverno, i funghi invernali d’Italia).

ALTRI FUNGHI ASSOCIABILI AL GINEPRO

I funghi Porcini non sono tuttavia i soli ad avvantaggiarsi della presenza nel proprio habitat dei Ginepri.

XEROCOMUS / XEROCOMELLUS / IMLERIA / LECCINELLUM

Tra questi arbusti, negli ambienti mesofili (non particolarmente ventosi e mai troppo secchi), si possono rinvenire facilmente i Boleti minori detti Pinaioli-Pinaroli o Castanelli, appartenenti a quella stranissima famiglia degli Xerocomus, un tempo noti anche come Suillus, che per il cercatore della domenica, racchiude tutti i Boleti minori di difficile identificazione, con un cappello simile al Porcino ma poco lucido e spesso vellutato, ed un gambo prevalentemente smilzo, slanciato, e carne tendenzialmente virante al blu al taglio.

Funghi considerati di pregio medio-basso, per quanto quasi sempre buoni commestibili, che puntualmente finiscono sotto le grinfie di ignoranti cercatori che li prendono a bastonate, dopo esser accorsi in fretta e furia, convinti di aver trovato un tesoro (fungo Porcino).

Tra questi i più noti ed apprezzati sono senz’altro i Boleti Badius, oggi noti come: Imleria badia.

Questo gruppo oggi si divide in Xerocomus veri e propri (Xerocomus subtomentosus, X. armeniacus, X. moravicus), Xerocomellus (X. ripariellus, X. pruinatus, X. cisalpinum, X. chrysenteron), giusto per citare i più noti, e Imleria.

Sempre appartenenti all’Ordine delle Boletales, Famiglia Boletaceae, ma appartenenti ad altro Genere, quello dei Leccinellum, se i Ginepri si trovano in un bosco di Leccio, sotto le loro accoglienti chiome o nei paraggi, possono ospitare anche esemplari di Leccinellum lepidum, meglio noti come Leccini. Ricorda però che la simbiosi non avviene mai tra Ginepro e Leccinellum, ma tra quest’ultimo ed il Leccio; dovranno quindi esser presenti radici di Leccio tra i Ginepri.

CRATERELLUS LUTESCENS / TUBAEFORMIS

Sicuramente un simbionte privilegiato del Ginepro è il Craterellus lutescens o Finferla / Fiammiferino, insieme con il cugino Craterellus tubaeformis.

Si tratta di un ottimo fungo imbutiforme del tipo dei Galletti (Cantharellus) che ama vegetare, anzitutto al fresco ed al riparo dal vento, poi tra le Conifere rade (Pini e Ginepro), quindi in presenza di spessa lettiera, meglio se caratterizzata dalla disgregazione di aghi di Ginepro o foglie fiori di Brugo (Calluna vulgaris).

Le Finferle non temono il freddo, solo il gelo, amano invece l’umido, perciò per trovarle tra i Ginepri, dovrai cercare sedi assai umide, dove le alte erbe coriacee ed il Brugo aiutano il Ginepro a mantenere la lettiera costantemente ben bagnata.

Se ancora non conosci questi ottimi funghi, dall’inconfondibile profumo fruttato, aguzza bene la vista perché potrebbero ben nascondersi e mimetizzarsi tra gli aghi di Pino, al riparo tra i pungenti aghi del Ginepro → puoi approfondire la conoscenza di questo fungo, attraverso la scheda monotematica dedicata al Craterellus lutescens o Finferla.

Anche il cugino Craterellus tubaeformis ama le conifere ma, più che Pini e Ginepri, i suoi simbionti preferiti sono gli Abeti. Puoi comunque rinvenirli in un ambiente ancor più umido del precedente, con folta lettiera di aghi e molto muschio, anche tra i Ginepri.

GALLETTI / GALLINACCI

Il Ginepro non è il simbionte ideale dei Galletti / Gallinacci ma, in ambienti mesofili umidi, puoi trovarli anche in presenza di Ginepri, ancor di più invece nel Bosco Mediterraneo e tra la Macchia Mediterranea, dopo abbondanti piogge.

LATTARI

Benché amanti dei Pini, i Lattari (soprattutto i più ricercati a lattice arancio), ben si adattano a vegetare anche tra i Ginepri degli habitat mesofili intermedi, soprattutto negli ambienti umidi post-pioggia, in cui vi siano necessariamente Pini e anche Ginepri.

TROMBETTE DEI MORTI, RUSSULE e FUNGHI SAPROFITI IN GENERE non sono funghi ideali per vegetare tra i Ginepri; tuttavia, la loro presenza non può essere esclusa se questi si trovano in ambienti con lettiere molto spesse, formate non solo da foglie ed aghi ma anche da legno in decomposizione.

Per concludere, ricordati che, in linea di massima, i funghi del Ginepro, sono pressappoco gli stessi che amano vegetare sotto ai Pini.

Non ti starò a tediare parlando degli usi del legno di Ginepro, dal momento che questo non è certo uno dei legni più comuni in falegnameria, non fosse altro perché quest’arbusto ha una crescita assai lenta, perciò il suo taglio di solito non è tra i più comuni. Chi lo lavora è per farne un particolare tipo d’uso, e conosce molto bene il suo legno.

LE PERICOLOSE BACCHE DI GINEPRO

Chi non ha mia sentito parlare delle Bacche di Ginepro?

Bacche di Ginepro comune
Bacche di Ginepro comune (commestibili) da confondere con le bacche, ugualmente blu del Ginepro sabina – foto: A. Giovinazzo

Queste rientrano a pieno diritto, tra le spezie in voga ed in vendita nei negozi e supermercati, quali insaporitori di molti piatti.

Pietanze a base di carne, meglio se di selvaggina, non possono non prevedere l’uso anche delle bacche di Ginepro, che ben si adattano pure per le marinature a crudo.

→ Personalmente non amo il sapore acidulo e troppo invadente del Ginepro, né il Gin, il liquore che si ricava da queste bacche, e come me, sono in molti a non gradire particolarmente questi odori e sapori.

Per chi ne gradisce invece sapore e profumo, si abbinano piacevolmente ai cavoli (crauti o altro tipo), sono ingrediente essenziale per la preparazione dello Speck ed altri insaccati, non possono mancare se si cucinano carni di cinghiale, cervo, capriolo, lepre, anatra, fagiano, faraona, quaglie ed altra uccellagione, ma anche capra, pecora e montone.

Il suo abbinamento ideale nella preparazione di ripieni è con le castagne, prugne e nocciole. Con le sue bacche si può preparare anche un gelato al profumo di Gin.

Non abusarne mai però, perché potresti facilmente rimanerne perennemente nauseato tanto forte è l’odore ed il sapore.

Le proprietà farmacologiche delle bacche di Ginepro te le risparmio per la semplice ragione che ti ho appena spiegato, ovvero che un abuso di queste bacche può provocare nausea permanente perciò, è difficile che tu possa apprezzare le sue proprietà assumendone piccolissime dosi (mai più di 4/8 bacche per preparazione).

Spesso dopo l’aromatizzazione le bacche vengono tolte dalla preparazione stessa, perciò a maggior ragione, non ne apprezzerai i benefici delle sue note proprietà erboristiche o farmacologiche di antinfiammatorio, anticatarrale, oltre che di antisettico delle vie urinarie (ma solo per usi farmaceutici industriali), ma con controindicazioni importanti, se assunte in quantità, non solo per la nausea e ripugnanza permanente, quanto per i danni che può provocare, soprattutto a carico dei reni.

ATTENZIONE → EVITA IL FAI DA TE NELLA RACCOLTA DELLE BACCHE

Se non sei persona più che informata, se non hai seguito specifici corsi erboristici, o se non sei stata istruita a dovere, evita sempre e comunque di raccogliere le bacche del Ginepro, perché potresti incappare in errori di valutazione fatali che potrebbero causarti anche la morte.

Le bacche del Ginepro sabina, così come tutte le altri parti della pianta, sono fortemente tossiche, velenose anche mortali

Le bacche di questa varietà di Ginepro sono di colore blu, così come quelle del Ginepro comune, per tanto, potresti esser ingannato e incorrere in spiacevoli e fatali errori.

L’AVVELENAMENTO DA BACCHE DI GINEPRO SABINA NON E’ COSA RARA.

COME PER LA RACCOLTA DEI FUNGHI, EVITA SEMPRE IL FAI DA TE, MA SOPRATTUTTO EVITA DI RACCOGLIERE CIO’ CHE NON CONOSCI O DI CUI HAI SENTITO PARLARE, MA DI CUI NON HAI COMPETENZE SPECIFICHE.

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