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Neoboletus erythropus o Boleto dal Piede Rosso-Ferè
Boletus erythropus: il fungo dal nome scientifico ancora prevalentemente incernto. Boletus praestigiator, Neoboletus luridiformis, Neoboletus erythropus, Boletus luridus,
Neoboletus erythropus (Pers.) C. Hahn 2015
ex Boletus eythropus Pers. 1796
Divisione: | Basidiomycota |
Classe: | Basidiomycetes |
Ordine: | Boletales |
Famiglia: | Boletaceae |
Genere: | Boletus |
Specie: | N. erythropus |
Nome comune: | Porcino dal Piede rosso – Faré |
Tipo nutrimento: | Simbionte |
Periodo vegetativo: | Da inizio estate fino ad autunno inoltrato, in linea di massima da fine Maggio a metà Novembre |
Commestibilità o Tossicità: | Buon Commestibile dopo adeguata-bollitura |

NEOBOLETUS ERYTHROPUS (Praestigiator / luridiformis)
INDICE
- 1 NEOBOLETUS ERYTHROPUS (Praestigiator / luridiformis)
- 2 L’HABITAT
- 2.1 QUANDO CERCARLO
- 2.1.0.1 L’associazione tra Erythropus e Porcino è frequente ma non garantita
- 2.1.0.2 Una curiosità legata alla cottura di questo fungo:
- 2.1.0.3 ‼ATTENZIONE: Le immagini e le informazioni sui funghi, riportate su funghimagazine.it, sono puramente indicative e non possono sostituire l’accertamento effettuato da un professionista.
- 3 SPECIE SIMILI
In questa scheda puoi scoprire un fungo che in troppi cercatori inesperti si ostinano a distruggere quando lo incontrano nei boschi.
Vuoi perché a prima vista lo scambiano per un fungo Porcino, perciò delusi lo prendono a bastonate (cosa per altro vietata per legge, ma anche completamente insensata, dal momento che NESSUN fungo va’ distrutto... Se si trovano nel bosco vuol dire che hanno una loro precisa funzione e nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di distruggerli).
Vuoi perché in troppi non sanno che questo fungo, dopo una adeguata-lunga cottura, diventa in effetti un ottimo fungo commestibile.
Qual è il suo vero nome scientifico?
Nel 2014 il suo vero nome scientifico era stato modificato in → Neoboletus luridiformis (Rostk.) Gelardi, Simonini & Vizzini 2014.
Tuttavia la sua travagliata attribuzione di nome scientifico non si è fermata lì, è proseguita e nell’anno 2015 è stato sentenziato che il suo nome scientifico più appropriato è:
Neoboletus erythropus (Pers.) C. Hahn, Mycol. Bavarica 16: 132 (2015)
come da fonte ufficiale di Index Fungorum.
Storia di un nome in continua evoluzione
Tra tutti i funghi del genere Boletus, questo è quello che, nel corso degli anni ha subito il maggior numero di nomenclature, con un epilogo finale del tutto inaspettato.
Il suo primo nome scientifico risale al lontano 1796 quando, per la prima volta, a Lipsia in Germania, venne chiamato Boletus erythropus Pers.
Nel 1821 venne chiamato Boletus luridus var. erythropus (Pers.) Fr. Quattro anni dopo divenne Boletus luridus subsp. erythropus (Pers.) Fr.
Nel 1886 divenne Dictyopus erythropus (Pers.) Quél, var. erythropus.
Nel 1898 divenne Suillus erythropus (Pers.) Kuntze per poi nel 1937 diventare Tubiporus erythropus (Pers.) Maire o anche Boletus miniatoporus.
Tornò ad essere Boletus erythropus con diverse varietà nei primi anni dopo il 1970 e con questo nome è arrivato fino alle soglie degli anni 2000.
Perché oggi lo si chiama Neoboletus erythropus?
I funghi sono eucarioti, ovvero, organismi che hanno alcune caratteristiche cellulari analoghe a quelle di piante e animali.
Un tempo erano considerati piante ma è ormai da due secoli che la loro classificazione scientifica è in un regno autonomo, appunto, quello dei fungi.
Il loro studio è stato molto complesso e il loro ordinamento in classi, ordini e famiglie è cambiato spessissimo nel corso del tempo.
Gli enormi progressi fatti dalle tecnologie di analisi genetica hanno reso possibili nuove classificazioni dei funghi.
Non più effettuate attraverso l’uso del microscopio, ma grazie a più moderne analisi del DNA.
Questo tipo di ricerca permette la classificazione corretta delle varie specie di funghi, ma attraverso il loro confronto permette anche di capire come esse si sono evolute nel corso del tempo.
Inevitabilmente, questo tipo di ricerca e di analisi, ha fatto un po’ di chiarezza sulle corrette classificazioni, nomenclature, generi e famiglie dei funghi.
L’unico dubbio riguardo a queste nuove classificazioni, rimane sull’utilizzo di nuovi nomi di fantasia che spesso differiscono completamente rispetto ai più noti nomi storici.
Grazie al metodo del DNA è nato il nuovo genere Noeoboletus
Nel 2014 sono stati degli italiani, i micologi Matteo Gelardi, Giampaolo Simonini ed Alfredo Vizzini, ad aver per primi individuato e circoscritto il nuovo genere dei Neoboletus che appartengono comunque sempre alla famiglia delle Boletacee.
I membri di questo genere si differenziano per la colorazione blu quando vengono ammaccati.
Hanno pori marroni e mancano di uno schema reticolare sui loro gambi.
La specie tipo è Neoboletus luridiformis
La confusione però non è ancora finita.
Anche tra i micologi, c’è infatti chi si ostina a chiamare questo fungo con il vecchio nome di Boletus erythropus. Più facile da ricordare, soprattutto più semplice identificarlo e capire di quale fungo si stia parlando.
C’è poi chi dice che la varietà a crescita in bosco di Conifere andrebbe chiamata Neoboletus praestigiator mentre la varietà a crescita in latifoglie, andrebbe chiamata Neoboletus luridiformis.
► DAL 2015 E’ UFFICIALE: IL SUO NUOVO NOME E’ NEOBOLETUS ERYTHROPUS
NOMI DIALETTALI
Porcino dal Piede Rosso – Feré. Il fungo dai tanti nomi dialettali
Diciamo subito che la maggior parte dei nomi dialettali attribuiti a questo fungo, si rifanno alla tipica caratteristica del ferro di cambiar colore ed assumere una particolare colorazione rossiccia-ruggine quando ossidato.
Colorazione che ritroviamo nell’erythropus, il fungo anche detto praestigiator per la sua capacità di cambiar rapidamente colore appena toccato.
I nomi dialettali più diffusi, hanno quindi a che fare con la parola ferro e con il cambio di colore
In Lombardia prevale il nome Faré, nel vicino Mandrisotto/Canton Ticino varia in Faree.
Una variante lombarda è Farieu, (questa però, spesso viene utilizzata anche per altri tipi di Boleti), oppure Ferò. Nella Bergamasca Feré o Ferée può indicare anche altri Boleti quali i Pinicola.
Verso il Garda e nel Veneto diventa il fungo che cambia colore. Cambia culùr nel Bresciano/Garda e Cambia colòr nel Bellunese e Dolomiti.
In Piemonte prevale il nome Fré, che può diventare Free e anche Ferré o Farré con la variante di Frieau tra Langhe e Monferrato. Molto spesso lo si sente chiamare Fung-Fré con la G dolce.
In Emilia si chiama Frön.
Si nota meglio n Liguria la derivazione del nome dialettale dalla parola ferro.
Ferrando è infatti il nome più diffuso che diventa Rusciù nel Genovesato, Ferrou nello Spezzino e Ferin verso Lunigiana e Garfagnana.
In Toscana prevale il nome Ferrino o Ferrina ma con la variante di Ferrona o Ferrone tra Amiata e Tuscia nel Lazio.
Il cambiacolori del Centro Italia
Soprattutto in Umbria, come nel Veneto è Cambiacolori, Cagnante, Cagnente, Cajente o Cajente Rosso ma con anche le varianti di Fungo de Bove o fungo de Capra o anche Caprino nel Perugino.
Sempre nel Lazio in dialetto romanesco è detto Ferajolo.
In Campania prevale il nome Ferrugno.
In Puglia Ferrigno.
Il fungo da cuocere nel calderone, in Calabria
Cambia invece completamente denominazione dialettale in Calabria, dove prende il nome da una tipica pentola che si utilizza per far bollire le frittole di maiale, ovvero la “caddara“, il “calderone”.
Intelligentemente, col nome di Caddarari, si vuol ricordare che questi funghi vanno consumati sempre e rigorosamente ben cotti dentro alla caddara.
Caddarari, Caddararu, Fungi Caddarari o Fungiu Caddararo o Caddararu con la variante anche di Calderara nel Cosentino e Catanzarese.
Il nome Caddararo, è presente anche nel Messinese ed altre zone della Sicilia.
Funghi divelti o distrutti: un insulto alla natura!

Dovendoti descrivere il fungo Fré o Neoboletus erythropus, sono costretto prima, a dirti che questo saporitissimo fungo è uno dei boleti che più spesso in Italia, viene preso a bastonate da ignoranti, cercatori di funghi.
Fungo ambito ed assai apprezzato nelle nazioni alpine e nel Nord Europa, in Italia invece è lo zimbello dei boschi.
Frutto ovviamente dell’ignoranza di chi, non ha ancora capito che, i funghi, di qualunque genere, se sono presenti nel bosco, è perché hanno una loro precisa funzione.
Il fatto che un fungo ti abbia ingannato e deluso, quando ti sei precipitato, dopo averlo visto da lontano, non è un buon motivo per sfogare la tua rabbia e frustrazione distruggendolo.
Capita molto spesso che alcuni Boleti vengano confusi per dei Porcini.
I Badius o Pinaioli/Castagnini (Imleria badia) ed i Fré, possono esser facilmente confusi con i Porcini.
Dopo averlo raccolto, può succedere che tu ti accorga non trattarsi di un Porcino.
Ti limiti però a raccoglierne uno soltanto poi, lo memorizzi e tutti gli altri funghi scuri o rossicci che incontri, sai che saranno altri tipi di Boleti e non Porcini.
Insistere a raccogliere ogni Boleto che trovi per poi gettarlo, oppure prendere a bastonate ogni fungo che non conosci, è un vero insulto alla natura!
Neoboletus erythropus (ex luridiformis o praestigiator) o Boleto / Porcino dal Piede Rosso – Ferè, Fré, Faré, Ferrando
Com’è fatto e Come riconoscerlo
Come riconoscerli? Lo dice il nome stesso: dal Piede Rosso!

I funghi Erythropus o Fré sono in tutto e per tutto simili ai più decantati Porcini.
La forma e l’aspetto sono molto simili.
Anche i Fré possono avere un gambo tozzo-massiccio ed un cappello in tutto e per tutto simile, per forma a quello del Porcino.
La differenza sostanziale tra i due è il colore e soprattutto la carne che muta di colore se toccata o se tagliata.
Il Cappello e gambo
Si presenta con forma convessa, che col passare dei giorni può diventare anche appianata.

Appena nato ha forma emisferica, ovvero è tondeggiante ed avvolge tutto il piede.
Caratteristica tipica di questo fungo è il cappello vellutato di colore sempre bruno più o meno scuro o rossiccio con possibili velature tendenti al verdastro o al seppia.
Negli esemplari giovanissimi può essere anche di colore seppia-oliva ma tendente anche al giallognolo. Se toccato, l’ammaccatura assume rapidamente colore blu-scuro / nero.

Il gambo invece ha un leggero colore di fondo giallognolo.
Alla base può esser vagamente o intensamente giallo o anche del tutto bianco per poi divenire rapidamente rosso con colorazione più accesa ed intensa verso il cappello.
Tipico di questo fungo è l’aspetto granulare della sua colorazione rossiccia che può assumere anche carattere di puntinatura, mai di reticolo.
Anche il gambo può virare al blu se manipolato.
Carne e pori / tubuli
La carne di questo fungo è assai soda, molto più rispetto a quella del Porcino.
Caratteristica questa che lo rende assai più resistente agli attacchi da parte dei Ditteri, le mosche che depositano le proprie uova che poi danno vita alle famigerate camole o vermi dei funghi.
Puoi approfondire l’argomento Ditteri / Camole leggendo questo articolo:
FUNGHI CON LE LARVE, QUALI PERICOLI PER LA SALUTE?
Sempre grazie alla sua carne molto soda, il fungo Fré è da molti ritenuto di gran lunga superiore al fungo Porcino perché, anche se cotto a lungo (come richiesto), non spappola e non diventa limaccioso o viscido.
Caratteristica questa che è tipica invece del Porcino, e che a molti risulta stomachevole, soprattutto al di fuori dell’Italia dove il Porcino non è così ampiamente apprezzato.
La carne ha colore giallo limone ma al taglio vira immediatamente al verde-azzurro per poi diventare uniformemente grigia. Il gambo invece assume colore grigio su fondo giallo.

I tubuli sono lunghi e liberi dal gambo ed alla sezione tendono a scurire con viraggio grigio-verdastro.
I pori sono piccoli e rotondi. Giallognoli negli esemplari giovanissimi ma poi diventano uniformemente di colore aranciato-rosso mattone.
Anche la spugna assume lo stesso viraggio della carne.

Neoboletus erythropus (ex N. luridiformis o praestigiator) o Boleto / Porcino dal Piede Rosso
COMMESTIBILITA’
Un fungo molto apprezzato per il suo sapore, di gran lunga superiore a quello del Porcino
Chiunque raccolga già da tempo il fungo Erythropus-Luridiformis-Fré, ti dirà senz’altro che questo fungo è assai più saporito rispetto al fungo Porcino, persino più del blasonato Boletus Aereus.
Le sue proprietà organolettiche sono indiscutibili.
Ha odore molto fruttato ed alla cottura assume caratteristico sapore fungino con retrogusto di ortaggi, in primo luogo di carciofo o di topinambur e melanzana.
Per usare un termine in voga, direi che “la morte sua” è farlo essiccare.
L’essiccazione infatti esalta sia il suo profumo che il suo ottimo sapore.
Si taglia a fettine fini e lo si pone su di una griglia, in zona non umida ed esposta all’aria o al vento.
Molto più rapida l’essiccazione tramite apposito essiccatore.
Bastano un paio d’ore a 45°C per ottenere un buon risultato che garantirà la conservazione per tutto l’inverno, fino alla ricomparsa di nuovi esemplari a primavera inoltrata.
Neoboletus erythropus o Porcino dal Piede Rosso-Ferè
OTTIMO COMMESTIBILE SE BEN COTTO, TOSSICO DA CRUDO O POCO COTTO
Come detto precedentemente, a proposito del nome dialettale che questo fungo assume in Calabria, si tratta di fungo tossico da crudo.
Grigio appena tagliato, torna ad essere giallognolo in cottura.
TOSSINE TERMOLABILI
tra leggenda contadina e realtà
► Cosa significa tossineTermolabili?
Significa che le tossine che contiene, svaniscono durante la cottura con temperature di almeno 70°C.
► Perché tra leggenda metropolitana e realtà?
Perché in passato, era virale la leggenda contadina che voleva che, questo fungo diventasse commestibile solo se cotto con una testa d’aglio ed una forchetta, coltello o cucchiaio in pentola.
Si diceva che il ferro delle posate, attirasse le tossine che così uscivano dal fungo rendendolo commestibile.
In alternativa si poteva cuocerlo nella “caddara” o calderone in ferro, tipico della Calabria, da qua il nome di fungo Caddararo.
Forse è proprio legato alla leggenda del “ferro in pentola di cottura” che, quasi tutti i nomi dialettali d’Italia derivano dalla parola ferro.
A parte le leggende metropolitane, oggi sappiamo per certo che le tossine termolabili di tutti i funghi svaniscono con una adeguata cottura di almeno 15/20 minuti (Morchelle), raggiungendo la temperatura minima di 70°C o più.
Se mangiato crudo o poco cotto il fungo Fré può causare sindromi gastro-intestinali con vomito e diarrea.
Neoboletus erythropus o Boleto / Porcino dal Piede Rosso – Ferè
L’HABITAT
Dove cercare questo fungo
Il più democratico ed il meno esigente tra i funghi del bosco.
É un fungo simbionte e gregario
Ovvero, cresce associato ad alcuni tipi di piante con cui forma una micorrizza, colonizza le radici capillari degli alberi ospitanti con cui forma una simbiosi, un duplice scambio.
Gregario invece sta a significare che, molto spesso può crescere in gruppi di molti individui ammassati uno vicino all’altro, anche senza essere però uniti tra di loro.

Secondo gli antichi testi, l’ambiente preferito da questo fungo è il bosco misto di latifoglie, con presenza perciò rara sulle Alpi ed alti Appennini dove prevalgono i boschi di faggio o le conifere.
In realtà, oggi sappiamo che questo fungo è assai comune e spesso persino abbondante, tanto nelle vaste faggete pure, quanto nelle abetaie.
Nord Italia e ambiente montano
Crea simbiosi quindi con il Faggio, con l’Abete Rosso, (meno con l’Abete Bianco), con il Pino Silvestre ed altri Pini ma anche con Betulla, Carpino, Nocciolo e Castagno, meglio se in bosco misto e non puro.
Sulle Alpi è molto diffuso soprattutto tra i Faggi, sotto gli Abeti o sotto ai Pini.
Centro-Sud Italia e ambiente mediterraneo
Nell’orizzonte Mediterraneo (ora, con i cambiamenti climatici in atto, anche Padano) forma simbiosi anche con le varie specie di Quercia o nelle associazioni Quercia-Carpino o Quercia-Castagno.
Tra i boschi dei litorali tirrenici del Cilento e Calabria-Sicilia è abbondantissimo anche nel Castagno.
Non manca di esser abbondantissimo anche nelle faggete o nelle abetaie delle Serre o della Sila ed Aspromonte così come abbonda anche tra le ceneri dell’Etna o sui Nebrodi-Madonie e Peloritani.
Proprio la grande abbondanza di questo fungo tra Calabria e Sicilia lo rende il fungo più ricercato e più consumato in queste regioni.
Gli antichi testi indicano che questo fungo dovrebbe risultare più abbondante in prossimità di formazioni o banchi calcarei (Bres. – Cetto – Moser)
In realtà tanto sull’Etna quanto sul massiccio granitico della Calabria, della Sardegna e delle Alpi, di calcare ce n’è ben poco, ma questo fungo è comunque assai abbondante.
Neoboletus erythropus o Boleto / Porcino dal Piede Rosso-Ferè
QUANDO CERCARLO
Periodo di vegetazione
Sempre gli antichi testi che ho consultato, lo indicano come fungo precoce che appare da Luglio a Settembre.
In realtà, anche questo fungo risente pesantemente dei recenti cambiamenti climatici cui si è adattato senza fatica.
Oggi è considerato un fungo, tanto primaverile, quanto estivo ed autunnale.
Nel 2018 lo abbiamo trovato per la prima volta durante l’ultima settimana di Aprile, in collina del Piemonte Settentrionale, a circa 600 mt d’altezza, in un bosco rado di Abete Rosso.
L’associazione tra Erythropus e Porcino è frequente ma non garantita
Spunta nei boschi, subito dopo un temporale estivo, già almeno 3/7 giorni prima rispetto ai Porcini, diventando così a pieno titolo un cosiddetto “fungo spia”, ovvero che ci indica l’imminente presenza di Porcini.
Non è quindi affatto detto che dove c’è l’uno, ci sia anche l’altro.
Sono tuttavia moltissimi i cercatori di funghi convinti che, pochi giorni dopo il ritrovamento di funghi Fré semi-adulti, sia ora di iniziare a cercare anche i Porcini.
CURIOSITA’
Neoboletus erythropus o Porcino / Boleto dal Piede Rosso-Ferè
Tornando ai nomi dialettali, in molte zone del Nord Italia, il fungo Fré-Erythropus o come si suol chiamarlo ora, entra a pieno titolo tra i cosiddetti “funghi matti“.
Tutti i funghi non commestibili, nel Nord Italia vengono genericamente definiti funghi matti.
In realtà questo però non è un fungo tossico, almeno non da cotto, ciò nonostante in molti lo considerano come un “fungo matto”, ragion per cui alcuni ignoranti si accaniscono contro questo fungo distruggendolo.
Una curiosità legata alla cottura di questo fungo:
In molte zona d’Italia, si usa fare una pre-bollitura, della durata di circa mezz’ora, del fungo tagliato a grossi pezzi.
Si cambia l’acqua in cottura oppure la si butta via a fine cottura.
Successivamente si può tagliare il fungo cotto a fettine e cucinarlo in umido, trifolato o aggiunto ad un risotto o misto funghi a proprio gusto.
Naturalmente la pre-bollitura ha lo svantaggio di rendere il fungo leggermente sciapo e poco saporito.
Per poter mantenere intatto gusto e sapore, molto meglio cuocerlo direttamente in padella, in umido, per minimo 20 minuti.
Alcune persone asseriscono di mangiare questo fungo senza alcuna pre-bollitura e senza lunga cottura ma questa pratica può rientrare nella sensibilità individuale o dipendere dalla concentrazione della tossina.
Sconsiglio a chiunque di fare questo tipo di sperimentazione, a proprio rischio e pericolo.
‼ATTENZIONE: Le immagini e le informazioni sui funghi, riportate su funghimagazine.it, sono puramente indicative e non possono sostituire l’accertamento effettuato da un professionista.
NON AFFIDARTI MAI completamente ad una guida on-line o a libri di testo per il riconoscimento di una nuova specie fungina mai raccolta prima, a meno che tu non abbia competenze tecniche micologiche.
Guide, manuali ed articoli descrittivi hanno solo e soltanto scopo didattico.
Esistono centri specializzati presso le ASL (Ispettorati Micologici) o presso le Associazioni Micologiche che sono preposti per il riconoscimento e l’accertamento della commestibilità dei funghi. ‼
SPECIE SIMILI

BOLETUS LURIDUS – SUILLELLUS LURIDUS
Difficile poter, di primo acchito, distinguere un Boletus luridus da un Neoboletus praestigiator / Fré.
Sono in tutto e per tutto simili ed ora sono pure stati assimilati allo stesso genere dei Neoboletus luridiformis, sono dunque identici, salvo avere piccole differenze visive.
Il luridus infatti ha un evidente reticolo sul gambo, che nel Fré non esiste, mentre la carne è più aranciata, piuttosto che non giallognola, con pori di colore rosso vivo.
Il cappello ha un colore meno intenso rispetto al Fré, tendente al beige-camoscio-sabbia-grigiastro.
Da molti considerato inferiore per qualità organolettiche rispetto al Fré, è ugualmente commestibile dopo adeguata cottura.
BOLETUS SATANAS – RUBROBOLETUS SATANAS
Anche questo Boleto è piuttosto simile al fungo Fré ma facilmente distinguibile per alcuni particolari.
Il Satanas possiede un cappello di colore biancastro o al più grigio-beige molto chiaro, un gambo fortemente obeso con reticolo evidente e carne che vira più lentamente al blu-azzurro.
Ha buon odore da giovane ma disgustoso negli esemplari adulti.
É un fungo fortemente tossico.
BOLETUS CALOPUS – CALOBOLETUS CALOPUS
Simile al fungo Fré, ha un cappello di colore variabile dal grigio-nocciola al beige-rosato.
Gambo di colore rossiccio con intensità rossastra maggiore alla base del gambo poi sfumata verso l’arancio-giallo vicino al cappello.
É ornato da un reticolo fitto ma assai più fine rispetto al luridus.
Vira al blu-azzurro su fondo bianco.
Facilmente riconoscibile per il suo classico odore di vinavil, ha un sapore fortemente amaro che lo rende non commestibile anche se non tossico.
BOLETUS QUELETII
Ha il gambo rosso soltanto alla base e non possiede reticolo o punteggiatura. Il cappello tende maggiormente al colore arancio-rosso, mattone-marrone rossiccio. Commestibile previa cottura.
BOLETUS RHODOPURPUREUS – IMPERATOR RHODOPURPUREUS
Ha il gambo reticolato e vagamente puntinato. Giallo intenso nella parte superiore, rosso alla base. Carne giallastra che vira rapidamente al blu-rossastro. Non commestibile anche se non tossico, con tossicità blanda ma in grado di produrre sindromi gastroenteriche.
BOLETUS DUPAINII – RUBROBOLETUS DUPAINII
Ha un cappello tendenzialmente lucido come se fosse laccato di colore rosso porpora, rosso sangue comunque rosso brillante. Non ha alcun valore gastronomico, pur senza esser considerato un vero fungo tossico. E’ un fungo molto raro, da non raccogliere se non per scopi didattici.
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