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Omphalotus olearius – Fungo dell’Ulivo – funghi velenosi
Omphalotus olearius è il sosia velenoso del Gallinaccio, è facile confonderlo, perciò meglio conoscerlo bene. Scopri dove vegeta, quando, e come riconoscerlo facilmente, per non mettere in pericolo la tua vita
Omphalotus olearius (DC.) Singer, 1946
OMPHALOTUS OLEARIUS o FUNGO DELL’ULIVO
Ultima revisione scheda: Maggio 2021
Divisione: | Basidiomycota |
Classe: | Basidiomycetes |
Ordine: | Agaricales |
Famiglia: | Omphalotaceae |
Genere: | Omphalotus |
Specie: | O. olearius |
Nome comune: | Fungo dell’ulivo, Fungo dell’Olivo, Falso Galletto |
Nomi obsoleti: | Agaricus olearius, Clitocybe olearia |
Tipo nutrimento: | Lignicolo pluriennale |
Periodo vegetativo: | Da Giugno a Ottobre, saltuariamente fino a Novembre al Sud. Specie associata alla presenza degli Ulivi o Macchia Mediterranea con Olivastri |
Commestibilità o Tossicità: |
Fortemente tossico / Velenoso Provoca sindrome Livida-paradinica a breve incubazione |
NOMI INTERNAZIONALI
- English: Jack o’Lantern mushroom
- български: Горчива миризливка
- català: Gírgola d’olivera
- čeština: hlíva olivová
- Deutsch: Dunkler Ölbaumtrichterling
- فارسی: قارچ کدوفانوسی
- français: Pleurote de l’olivier
- עברית: טבורית הזית
- hrvatski: Otrovna zavodnica
- magyar: Világító tölcsérgomba
- polski: Kielichowiec pomarańczowy
- română: Buricul măslinului
- русский: Омфалот маслиновый
- Simple English: Jack o’lantern mushroom
- slovenščina: Oljkov livkar
- српски / srpski: Заводница
- српски (ћирилица): Заводница
- srpski (latinica): Zavodnica
- Türkçe: Ağulu mantar
- українська: Клітоцибе оранжево-червоний
Omphalotus olearius
INDICE
Il sosia velenoso dei funghi Galletti (Cantharellus cibarius), vegeta principalmente in associazione con Ulivi ed Olivastri, ma lo si può trovare anche su legni di altre specie della Macchia Mediterranea. Pressoché assente al Nord Italia dove manca il suo habitat ideale
Habitat – Ecologia:
L’Omphalotus olearius o Fungo dell’olivo, è un fungo velenoso che si può facilmente confondere con l’ottimo Galletto (Cantharellus cibarius), e che quindi andrebbe conosciuto decisamente meglio, per evitare inutili pericoli.
Vegeta e fruttifica su tronchi d’albero, perciò è detto lignicolo, → ovvero che ricava il proprio nutrimento direttamente dal legno in decomposizione, ed è proprio questa caratteristica che andrebbe tenuta bene a mente quando nel bosco ci si trova davanti questo fungo leggermente imbutiforme con lamelle, la cui forma, ed in molti casi anche il colore, appunto, ricordano quelli del Gallinaccio o Galletto.
Il suo habitat ideale è il bosco termofilo, risultando normalmente comune tra gli ulivi o olivastri, ma lo si può trovare facilmente anche su tronchi di altre latifoglie, e più raramente aghifoglie, in boschi caldi termofili dove cresce cespitoso, → ovvero fruttificando a cespi, a mazzi, con i gambi riuniti alla base, più raramente solitario.
In generale l’Omphalotus olearius / Fungo dell’ulivo non condivide perciò l’habitat dei Galletti (Cantharellus cibarius) non vegeta nel muschio (a meno che questo non ricopra un ceppo d’albero, al caldo del sole, perciò piuttosto improbabile), ma direttamente sul legno e, quando lo si trova direttamente sulla terra, è perché appena sotto ci sono dei resti di tronco-ceppo, rami o comunque legno in decomposizione.
Può vegetare dal livello del mare fin verso i 1.300/1.400 mt, esclusivamente al Sud Italia e Isole, al Centro Italia, mediamente non oltre i 1.000 mt.
Alberi con cui si associa:
Preferibilmente legno di Ulivo e Olivastro, a seguire di Querce di varie specie, più marginalmente di Vite, Orniello, Corbezzolo, Cisto, Pini, o altre essenze della macchia mediterranea.
Come riconoscere l’Omphalotus olearius – Fungo dell’Olivo:
Come detto, questo fungo ha una rilevante somiglianza con i Gallinacci/Galletti, sia per forma che per il colore, anche se, nel caso dell’Omphalotus olearius / Fungo dell’ulivo le dimensioni sono sempre maggiori ed i colori tendono più all’arancio-rossiccio che non al giallo.
Giallo-zafferano è il colore più chiaro con cui si può presentare, giallo-arancio è il colore più tipico, arancio-rossastro o rossastro-bruno, ma anche marroncino-aranciato sono le forme più scure.
Le lamelle sono decorrenti, → ovvero si prolungano sul gambo, fitte e forcate, oltre che decorrenti lungo il gambo, di colore giallo-oro, giallo-zafferano o giallo-arancio e sono dette bioluminescenti, → ovvero, nel buio della notte possono emettere un leggero irradiamento luminoso.
Il gambo è svasato verso il cappello, spesso ondulato e ricurvo, oltre che omogeneo.
Il cappello concavo, ha forma leggermente imbutiforme, ad ombelico con depressione al centro → dal greco omfalòs.
Note – Curiosità:
► Omphalotus olearius / Fungo dell’ulivo è responsabile della maggior parte delle intossicazioni o avvelenamenti dovuti al consumo di funghi nella regione mediterranea.
É fortemente tossico-velenoso e può provocare una sindrome livida (anche detta pardinica) → da Entoloma lividum, a breve incubazione a carico dell’apparato gastrointestinale, che nei casi più gravi può essere anche violenta, con i sintomi che possono durare anche per una settimana e che, data la somiglianza con i sintomi della sindrome falloidea, può richiedere una terapia aggressiva. Il decorso è comunque benigno.
Come detto, la sua somiglianza con il Gallinaccio (Cantharellus cibarius) può risultare marcata, soprattutto quando questo, si trova a fruttificare in periodi piovosi con poco soleggiamento e minore pigmentazione bruno-rossastra.
A farti capire però che non hai di fronte un Galletto, dovrebbe essere il fatto che lo troverai sicuramente a ceppi, anche di numerosi esemplari uniti tra loro al piede, ma soprattutto che lo troverai sempre attaccato o sopra al legno, mentre il Galletto non è un fungo lignicolo.
Omplalotus olearius, in quasi tutte le lingue internazionali, è comunemente detto Fungo dell’ulivo (o erroneamente fungo dell’Olivo) per la sua predisposizione a vegetare a stretto contatto con il legno d’ulivo o olivastro, e questa caratteristica è intrinseca anche nel suo nome scientifico dove, olearius deriva dal latino ‘attinente all’ulivo‘.
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