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Primo aggiornamento Meteofunghi 25-02-2022
E’ tempo per i primi funghi primaverili. L’andamento climatico di questi primi scorci del 2022 non è quanto auspicabile, tuttavia, tra qualche sporadica nevicata al Nord, e qualche occasione in più al Centro-Sud, ecco arrivare i primi funghi di stagione
Primo aggiornamento Meteofunghi 25-02-2022, il primo della nuova stagione
INDICE
- 1 Primo aggiornamento Meteofunghi 25-02-2022, il primo della nuova stagione
- 1.1 UNA PESSIMA STAGIONE INVERNALE
- 1.2 COSA COMPORTA UN INVERNO CON SCARSE PRECIPITAZIONI?
- 1.3 LETTIERA NON DECOMPOSTA = ASSENZA DI FUNGHI?
- 1.4 I PRIMI FUNGHI DI STAGIONE
- 1.5 FUNGHI DORMIENTI O MARZUOLI
- 1.6 MORCHELLE O SPUGNOLE
- 1.7 L’attuale crisi idrica è il frutto dei Cambiamenti Climatici
- 1.8 Condividi:
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C’è già aria di crisi d’astinenza ma, nell’atmosfera c’è già, anche aria di nuova stagione, ovviamente di nuova stagione fungina.
Certo, non è ancora ora di pensare ai funghi Porcini, per quelli occorrerà attendere ancora, minimo, almeno un altro mese e mezzo ma, è ora di pensare al risveglio della natura ed anche dei primi risvegli fungini.
UNA PESSIMA STAGIONE INVERNALE
Primo aggiornamento Meteofunghi 25-02-2022
Purtroppo, che ci piaccia o meno, l’inverno 2021/2022, che precocemente si avvia alla sua innaturale conclusione, ci sta lasciando e ci lascerà l’amaro in bocca.
Praticamente mai iniziato seriamente, si è presentato con una illusoria nevicata, fino al piano al Nord, attorno alla festività dell’Immacolata ma poi, si è dimenticato di quella che dovrebbe essere la sua forma più naturale.
Niente punte di gelo estremo, peraltro il freddo non è che sia stato proprio il vero protagonista di stagione, niente passaggi Perturbati degni di nota, niente nevicate diffuse, ma solo temporanei passaggi nevosi mordi-e-fuggi sull’Appennino e scarse piogge, salvo in poche e circoscritte aree (sempre le stesse!).
Il disastro meteorologico di questo pessimo inverno ci ha invece portato tanto vento. Vento a profusione, vento insolito in zone insolite e, spesso anche vere e proprie tempeste di vento che, putroppo diventeranno la norma e regola in questa fase di ‘crisi climatica’ in cui ci troviamo.
Vento che, di fatto, è il nemico numero uno dei funghi perché una ventilazione troppo sostenuta, non può che far seccare troppo velocemente sia il sottobosco con il suo humus e la sua lettiera, che i depositi di legno, sia quelli già in decomposizione, che quelli appena formatisi.
Il vento fa seccare i corpi fruttiferi che timidamente tentano di affacciarsi all’aria aperta, ma anche e soprattutto il micelio superficiale non adeguatamente protetto da un’umida lettiera.
Il vento, per chi ancora non lo sapesse, o non ci avesse mai fatto caso, è il peggior inibitore di nascite e crescite di funghi.
Non serve perciò che io ti dica che, un inverno caratterizzato da scarse o scarsissime precipitazioni, se per giunta anche accompagnato dalla costante presenza del vento, non può che esser considerato come una pessima stagione.
COSA COMPORTA UN INVERNO CON SCARSE PRECIPITAZIONI?
Primo aggiornamento Meteofunghi 25-02-2022
A scanso d’equivoci, va subito detto che, non è ciò che accade diversi mesi prima a compromettere irrimediabilmente le future nascite di funghi, tuttavia una costante e tenace assenza di precipitazioni, di solito, è il frutto di una linea di tendenza che difficilmente si sbloccherà facilmente ed in tempi brevi.
Ci sono luoghi comuni difficili da scardinare.
Uno dei più privi di fondamento è quello che vuole che: «se in inverno cadrà molta neve, nasceranno molti funghi».
No, mi spiace dirlo ma, non è assolutamente vero, o comunque non in modo assoluto.
Certo, una copertura nevosa di diversi metri, non si scioglierà dal giorno alla notte, ma anche questa affermazione è tutta da dimostrare.
2/3 metri di neve non si sciolgono in una notte e neppure in un mese, se l’inverno è quello che dovrebbe essere, ovvero una stagione fredda, con presenza di un Anticiclone Continentale freddo, che porta diffuse gelate notturne e calma di vento o, al più temporanee folate di vengo gelido Continentale.
2/3 metri di neve si sciolgono però nel giro di pochissimi giorni se, al posto di un freddo Anticiclone, ci troviamo sulla testa un anomalo e caldo Anticiclone Africano, che fluttuando con le sue caratteristiche «bolle calde sub-tropicali», lascia spazio, durante i suoi temporanei ritiri, a caldi venti favonici, con temperature invernali oltre i +20°C anche in piena notte.
E se l’equivamente di alcuni metri di neve, ovvero 200/300/400 millimetri d’acqua, evaporano in men che non si dica a causa del caldo anomalo e del costante soffio del forte vento, falde acquifere superficiali, rizosfera e lettiere, con relativo micelio, avranno ben poco di cui gioire.
Purtroppo, nel corso degli ultimi decenni, ma soprattutto degli anni post 2010, abbiamo potuto constatare come, le poche ‘buttate’ di funghi, degne di nota, si sono avute, estemporaneamente, a seguito di temporanei peggioramenti di breve ma marcata intensità, e non certo per via del ‘ricordo‘ di nevicate o piogge passate ed ormai completamente evaporate-estinte.
Certo, se dopo una sfavorevole stagione palesemente siccitosa, il meteo volesse rimettersi sulla retta via, ci sarebbe sempre tempo per poter imbibire quanto basta, le lettiere, la rizosfera ed i miceli.
Una cosa però è certa. Durante la stagione invernale, è bene che nevichi e che piova (adeguatamente) perché solamente un elevato mix di umidità e gelo potrà favorire e velocizzare i tempi di decomposizione della lettiera di foglie-legno e materiale che dovrà decomporsi per formare una buona lettiera per i funghi.
LETTIERA NON DECOMPOSTA = ASSENZA DI FUNGHI?
LETTIERA NON DECOMPOSTA = ASSENZA DI FUNGHI?
No. O almeno non in senso assoluto.
Una lettiera poco decomposta non è detto che non darà frutti, nel nostro caso funghi.
Certo ne darà molti meno di quanto desiderabile.
Una lettiera spessa e poco decomposta tratterrà troppo calore, le foglie secche diventeranno dure-coriacee, mancheranno anche gli animali e batteri spazzini, che contiribuiscono enormemente alla trasformazione della sotanza inorganica o organica ed al tempo stesso, i miceli superficiali tenderanno a seccare insieme con la lettiera stessa.
In questo caso, le nascite di funghi, anche dei funghi simbionti, oltre che quelli tipici di lettiera, non avverranno nel pieno del deposito di foglie, ma là dove qualche animale avrà diradato lo spesso strato di foglie, là dove l’acqua piovana ruscellante dei temporali, avrà asportato ampie porzioni di foglie morte, insomma, là dove lo strato d’humus risulterà sufficientemente ossigenato e privo di eccessi di coperture di foglie morte.
Tempi duri si prospettano per le future generazioni fungine, anche perché il mancato decadimento-disgregazione delle lettiere, comporta un impoverimento dell’humus e della rizosfera.
Verranno a mancare in primis Azoto e Carbonio, due elementi indispensabili per la sopravvivenza dei funghi, in secondo luogo, i microelementi minerali che, in assenza d’acqua, non potranno essere estratti dal suolo, né dalle radici delle piante, men che meno dai più specializzati miceli.
Perché tra lettiera-humus e substrato vi sia un buon equilibrio, e condizioni favorevoli per la vita, è indispensabile che non manchi mai l’acqua, e quindi la giusta umidità, ed una buona ossigenazione.
I PRIMI FUNGHI DI STAGIONE
Primo aggiornamento Meteofunghi 25-02-2022
Nonostante l’inverno sia stato pessimo per le Alpi, e più in generale per il Nord Italia, nel resto della penisola e sulle isole, tolte le fasi caratterizzate da vento troppo costante e forte, qualche buon episodio piovoso-nevoso lo si è avuto.
In Calabria e parte dell’estremo Sud per esempio, in alcune zone montane ben esposte ai freddi venti settentrionali, si sono avuti discreti accumuli di neve.
I primi si sono sciolti rapidamente, perché seguiti dai soliti intervalli Anticiclonici con Anticiclone Sub-tropicale caldo, di provenienza basso-Oceanica.
Altri sono stati più duraturi perché seguiti da fasi fredde-ventose o da ripetute bufere di neve, ancorché di breve durata.
Insomma, qua e là qualche buon accumulo di neve lo si è anche avuto ed ora, là dove la neve inizia a sciogliersi rapidamente, per assenza di freddo vero e per l’approssimari di temperature più calde, favorite da un maggior numero di ore di sole, ecco che arrivano, un po’ in anticipo, i primi funghi primaverili.

FUNGHI DORMIENTI O MARZUOLI
Primo aggiornamento Meteofunghi 25-02-2022
Tecnicamente sono noti come Hygrophorus Marzuolus – fungo Marzuolo o Dormiente, sono i funghi che per primi mettono il naso fuori dall’humus o dalla lettiera pregna d’acqua o ancora gelata o inframezzata da neve.
In realtà dire che sono in anticipo sulla tabella di marcia sarebbe persino inappropriato, dal momento che questi funghi non nascono ora, ma sono nati già da diverse settimane o forse persino da mesi, ma rimangono in stand-by, latenti e sonnecchiosi sotto la neve, ad attendere che questa si sciolga e saturi l’humus della sua preziosa acqua.
I funghi Marzuoli/Dormienti, da quanto ovviamente apprendiamo dalle segnalazioni che ci arrivano dai nostri lettori, si stanno già trovando discretamente bene lungo i crinali jonici delle Serre, sia sotto Abete bianco/Abies Alba, che sotto i faggi o i misti abete-faggio.
Meno frequenti in Sila e sul Pollino dove, o c’è assenza di neve, oppure la neve abbondante, frutto di accumuli importanti creati da bufere sospite da forti venti, ricoprono ancora adeguatamente i suoli.
Qualche timido cenno di nascita ci è segnalato anche in Basilicata, Molise e Campania.
Inutile dire che nel resto d’Italia non vi sono al momento, condizioni ideali per nascite di funghi Marzuoli.
Per quanto riguarda la Toscana, terra notoriamente favorevole per questi funghi, o c’è scarsità di neve, oppure, là dov’è nevicato, c’è ancora molta neve al suolo che ne impedisce ancora i ritrovamenti.
Il Nord Italia per quest’anno, purtroppo potrebbe dover rinunciare alle nascite di questi funghi, per via dell’estrema siccità che perdura ormai da mesi e mesi.
MORCHELLE O SPUGNOLE
Primo aggiornamento Meteofunghi 25-02-2022
Per ora le uniche segnalazioni degne di nota ci giungono dalla Sicilia dove, Morchelle o Spugnole, sono già ben presenti soprattutto nei boschi a base di Conifere, quindi nella variante cosiddetta Morchella elata o Spugnola slanciata.
Segnalazioni timide, ma in aumento, ci giungono anche dalla Puglia, in particolar modo dalle Pinete del Salento e Tarantino.
Pochi e timidi cenni in Campania ed in Sardegna ma ormai ci siamo… Da ora in avanti, vento permettendo, è tempo per le prime Morchelle e, se non ancora presenti, ben presto arriveranno, a partire dai primi giorni di Marzo, purché piova ogni tanto e che lo faccia, se non regolarmente, per lo meno adeguatamente.
Le Morchelle di Pineta non sono ancora segnalate presenti tra Lazio e Toscana e neppure nei litorali adriatici ma, anche qua arriveranno sicuramente entro la metà di Marzo e, a tale scopo, da ora in avanti, nuovi articoli di aggiornamento meteofunghi seguiranno piuttosto regolarmente su funghimagazine.it.
E le Morchelle di Frassino?
Per ora sembrano ancora in letargo ma, sicuramente pronte a metter naso all’aria aperta pure loro.
Come ben saprai se consulti funghimagazine.it regolarmente, le Morchelle nelle varietà M. esculenta, M. vulgaris ecc (Morchelle o Spugnole: i primi funghi primaverili), di norma, iniziano a vegetare in contemporane con la comparsa dei fiori su Frassino (Frassino/Fraxinus-Gli alberi di funghimagazine.it).
L’insolito tepore che da giorni è già ben presente, ancorché precocemente, sul Nord Italia, sta già risvegliando dal letargo invernale gli alberi di Frassino.
Questi sono già ben fioriti su di alcuni balconi collinari del Nordovest italiano. Eporediese-Biellese-Vercellese-Novarese-Varesotto-basso Verbano-Lario, hanno già Frassini in piena fioritura. Decisamente troppo presto ma, la vegetazione ha sempre troppa fretta di uscire dalla quiescenza invernale e con essa anche i primi funghi primaverili.
Purtroppo però, in quasi tutte queste zone c’è marcata siccità. Il terzo comune più grande del Biellese, Valdilana, nonostante la posizione alto collinare e montana e, nonostante la ricchezza di corsi d’acqua, è in piena emergenza idrica.
Il Sindaco della città, il 24 febbraio ha dichiarato aperta la crisi idrica con razionamento d’acqua ed appello ai cittadini ad utilizzarla solamente per scopi alimentari e strettamente necessari.
Non va meglio nel resto del Nord-ovest dove mancano all’appello tra i 300 ed i 1.000 e più millimetri d’acqua nel corso degli ultimi 6 mesi.
Manca l’acqua per i funghi, manca anche per l’agricoltura ed usi civili-industriali. Se non pioverà entro inizio marzo in molti comuni nordovestini si dovrà iniziare a rifornire gli acquedotti con le cisterne e questo non è sicuramente un bene per la natura.
L’attuale crisi idrica è il frutto dei Cambiamenti Climatici
Primo aggiornamento Meteofunghi 25-02-2022
Un eccessivo riscaldamento dell’Atmosfera, frutto dell’immissione nell’aria di quantitativi eccessivi di gas ad effetto serra, di fatto sta creando una sorta di pellicola protettiva che intrappola i raggi solari nei primi strati atmosferici e ne impedisce la fuoriuscita verso l’esterno ed il relativo raffreddamento.
Con un’atmosfera più calda del normale, è del tutto normale che si formino ampie zone in cui il caldo ed il secco dominano sul freddo e l’umido.
Il freddo è tutto concentrato nelle poche zone in cui, in inverno, il sole non sorge mai.
Qua l’assenza di sole e del suo calore, favoriscono temperature basse, ma non bassissime, a causa del continuo fluire di masse caldo-umide che provocano la formazione di profondissimi Cicloni che si manifestano con potenti tempeste di vento.
L’ultima delle quali, Eunice, ha imperversato anche sulle isole Britanniche, Olanda, Belgio, Baltico e di striscio, ha portato forti venti anche in Italia.
Una atmosfera così calda, favorisce la formazione di persistenti Anticicloni che, alle nostre latitudini si manifestano con l’ingombrante Anticiclone sub-tropicale e le sue relative propaggini, sia che siano esse continentali-africane, sia che siano oceaniche-basso atlantiche.
Se non ne sai molto di meteorologia, se non sai che cosa sia un Anticiclone, puoi scoprirlo nell’apposita voce dell’enciclopedia di funghimagazine.it, da poco on-line ed in fase di arricchimento di voci, categorie ed in generale di argomenti che spaziano tra i tanti argomenti che ruotano attorno ai funghi ed alla Natura tra cui:
- Biologia
- Botanica
- Chimica
- Chimica Organica
- Ecosistema
- Meteorologia
- Micologia
- Salute
- Semaforo dei funghi
- Tassonomia
- Terminologia
- Tossicologia
Quanto al resto dei funghi del momento, voglio solamente segnalare la presenza dei soliti funghi lignicoli (Funghi Parassiti – Parassitismo), anche questi però soggetti ai capricci del meteo avverso che, troppo secco e ventoso, finisce per impedire anche la nascita dei lignicoli più tipici quali i Pleurotus ostreatus – fungo-gelone, ed i Cyclocybe cylindracea o Agrocybe aegerita – Pioppino.
In attesa di tempi migliori, dal punto di vista climatico, ti consiglio di non farti trovare impreparato dalla nuova stagione e ti ricordo alcuni articoli che potrebbe tornarti molto utili:
- Il Calendario dei funghi Porcini Primavera-Estate
- I Funghi di Febbraio – Ecco i primi funghi primaverili
- Categoria: Funghi Primaverili
Primo aggiornamento Meteofunghi 25-02-2022 @funghimagazine.it