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Siccità e Funghi com’è la situazione al 24-06-2022
Siccità e funghi com’è la situazione al 24-06-2022. Mentre alcune regioni italiane sono state colpite dalla peggiore siccità degli ultimi secoli, segno che la Crisi Climatica è pienamente entrata nel vivo, in altre zone d’Italia si stanno facendo ottime raccolte di funghi, anche e soprattutto di funghi Porcini. Vediamo dove e, quali conseguenze avrà questa siccità sulle future nascite di funghi
Siccità e Funghi com’è la situazione al 24-06-2022 – Dove nascono o nasceranno i Funghi Porcini
INDICE
Siccità e Funghi com’è la situazione al 24-06-2022
ANALISI CLIMATICA
Quel che sta accandendo sul nostro Pianeta, in termini climatici, è qualcosa di davvero molto preoccupante, primo perché non ha precedenti dall’avvio dell’era moderna, secondo perché le conseguenze di una importante Crisi Climatica, si ripercuoteranno sull’intera popolazione mondiale, con effetti simili, o persino peggiori, ad una terza guerra mondiale.
Non voglio creare alcun allarmismo ma, semplicemente sensibilizzare i nostri lettori a quella che è una verità conclamata e quindi, ad una presa d’atto che, sul nostro Pianeta c’è qualcosa di davvero molto importante che non va, che non sta più funzionando nel verso giusto.
Quello che non va, ha un nome e cognome e si chiama Consumismo, sfrenato e senza più controllo, che ha fatto sì che si perdesse di vista lo stato di salute del nostro Pianeta, al di fuori delle nostre case, piene zeppe di inutili suppellettili, apparati tecnologici, cibi stipati in dispense, che puntualmente andranno in scadenza e verranno perciò buttati e di consumi sfrenati di acqua ed energia.
In nome dei Consumi sfrenati, della produzione e dei profitti esasperati, abbiamo iniziato a fare i nostri bisogni fisiologici nel piatto in cui mangiamo ed ora ci troviamo schifati a non voler mangiare in questo piatto da noi stessi insozzato e reso inutilizzabile.
Per svariati decenni, abbiamo riversato nelle falde acquifere inquinanti d’ogni sorta ma, soprattutto, abbiamo riversato nell’aria enormi quantità di Anidride Carbonica, senza curarci del fatto che, quest’ultima, insieme con decine di altri gas ad effetto serra, ha di fatto assottigliato in maniera preoccupante, lo strato d’aria che avvolge il nostro Pianeta, il cui compito è di proteggerlo dai raggi cosmici.
Da alcuni decenni a questa parte, lo strato d’ossigeno (ed altri gas ‘buoni’), che proteggeva la terra, ovvero l’Atmosfera Terrestre, si è progressivamente assottigliato, consentendo un maggior flusso verso la Terra di raggi solari non più ‘mediati’ dallo strato protettivo.
É un po’ come se andassimo al mare privi di protezione solare. In men che non si dica, ci scotteremmo tutta la pelle.
Questo è quanto sta accadendo al nostro Pianeta: non abbiamo più una adeguata protezione dai raggi solari, per tanto ci stiamo scottando, così come farebbe la nostra pelle senza l’ausilio di creme solari.
E bada bene che, questa non è un’invenzione di alcuni ‘pessimisti’ sinistroidi-ambientalisti, ma è una realtà, ormai sotto gli occhi di tutti coloro che non vivono con i prosciutti davanti agli occhi.
Basta aprire un qualunque sito web che tratta di Meteorologia per rendersi conto che le nuove configurazioni Meteorologiche non sono più quelle di un tempo.
In un Pianeta la cui Atmosfera non media più (non attenua e non rinfresca) i raggi solari ed in cui le Temperature medie globali sono in costante rialzo dal 1982 ad oggi, incessantemente e senza alcuna sosta, le nuove configurazioni Meteorologiche fanno sì che le masse d’aria prevalenti si concentrino attorno ad alcuni unici centri di aggregazione.
Questi possono essere vastissimi e caldissimi Anticicloni, così come piccole ma furiose Depressioni, in grado di concentrare enormi masse di vapore acqueo, all’interno di una Circolazione Depressionaria in cui i fenomeni si estremizzano sempre più, originando sistemi temporaleschi che facilmente degenerano in Supercelle Temporalesche con associate Trombe d’Aria o veri e propri Tornado e, là dove le Supercelle non riescono a formarsi a causa della locale orografia, si addensano nubi minacciose e, talmente compatte da generare enormi piogge monsoniche in grado di provocare dannose alluvioni e relativi danni.
Tutto questo è facilmente riscontrabile su di una mappa Meteorologica, dalla più desueta Carta Sinottica alle più moderne Carte dei Geopotenziali, attraverso le quali si misura la potenzialità, in termini di energia sprigionata, di una Depressione o di un Anticiclone.
Siccità e Funghi com’è la situazione al 24-06-2022
BOLLE D’ARIA CALDA AFRICANA
Da decenni, osservando le Mappe dei Modelli Matematici Meteorologici ci si può facilmente rendere conto di come siano cambiate le masse d’aria, con quelle calde diventate sempre più preponderanti rispetto a quelle fredde.
Se prima del 1990 era ancora raro osservare un Anticiclone Sub-Tropicale, contenente masse d’aria torrida, oggi queste cosiddette ‘Bolle Calde Africane’ sono diventate sempre più presenti, costanti e persino insistenti, oltre che furiose in termini di ondate di calore.
Valori di Geopotenziale estremi, su di una scala di misurazione che ha come valore massimo 600 GpDam, si registrano costantemente, non più sulle sole regioni del Sahara centro-meridionale, ma da alcuni anni anche fin sul Mahgreb con livelli di 594 e 588 che a più riprese si spingono fin sul Mediterraneo ed Europa sud-occidentale e spesso anche fin oltre le Alpi.
Una Bolla d’Arica Calda con valori di Geopotenziale superiore ai 582 GpDam ha una forza ‘essiccatrice’ notevole, perché risucchia vapore acquaeo e lo disintegra in men che non si dica.
E questa attività ‘essiccatrice’ è ormai in modalità attiva, quasi costantemente-ininterrottamente, da almeno 2 anni a questa parte.
Già lo scorso anno il Sud Piemonte, per esempio, ha dovuto fare i conti con una siccità estrema. Quest’anno la siccità non si è limitata ad un’area circoscritta ma sta interessando vaste porzioni della nostra Nazione.
A causa della locale orografia, quindi a causa della Barriera Alpina, molte regioni del Nord Italia, vedono addirittura amplificati i già deleteri effetti di una Bolla Calda Africana ‘essiccatrice’.
Quando infatti una Bolla d’Aria Calda dalla Spagna si espande verso la Francia, avanzando verso Est, quindi verso l’Italia, accade infatti che le masse d’aria già calde in origine, dovendo oltrepassare l’ostacolo alpino, dalle alte quote iniziano a precipitare verso il piano, surriscaldandosi ulteriormente e quindi diventando ancora più caldo-torride.
In lingua italiana il fenomeno è detto Favonio, ovvero il vento caldo delle Alpi, che apporta grandi danni ai nostri boschi perché l’aria calda si insinua facilmente anche al di sotto delle chiome protettive degli alberi, seccando il sottobosco e tutto lo strato superficile della lettiera.
In presenza contemporanea di una Bolla Calda Africana col supporto del Favonio, l’umidità presente nell’aria è pochissima perché, il poco vapore acqueo rilasciato nell’aria attraverso l’evapotraspirazione, svanisce nel nulla, si disintegra in men che non si dica.
Nel corso degli ultimi 15 giorni in Piemonte e parte della Lombardia si erano registrati valori di umidità relativa dell’aria attorno al 30 e persino 20%, davvero bassissimi.
Con simili valori, tutto secca, persino la nostra pelle, se non adeguatamente coperta, figuriamoci i nostri campi e boschi ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti, attraverso i Telegiornali che ci mostrano fiumi solitamente ricchi d’acqua, trasformati in fiumare secche e campi riarsi dalla siccità.
E bada bene che, questa non è una eccezione!
Non è qualcosa di transitorio che accade una-tantum e poi nulla più per qualche decennio ma, da ora in avanti, diventerà norma e regola, fin tanto che la nostra Atmosfera non tornerà ad avere uno spessore adeguato, ottenibile solamente limitando le emissioni di Gas ad effetto serra, cosa che sta ancora avvenendo nella smania consumistica e speculativa della iper-produzione, al fine di generare iper-profitti, che puntualmente andranno a finire nelle mani dei soliti noti e pochi operatori che, super-ricchi, non trovano di meglio da fare che gettare miliardi in fumo per sviluppare un inutilissimo turismo spaziale o far la guerra a chi ha idee liberali diverse da loro.
STILI DI VITA COMPLETAMENTE SBAGLIATI
Quando navigando sui Social vedi foto e video di ricchi nababbi o oligarchi che si fanno fotografare a bordo di navicelle spaziali dirette verso l’orbita spaziale o verso la Luna, sii cosciente dello scempio senza senso che stanno commettendo, indignati invece di mettere un irresponsabile like e pensa a quanti soldi in busta sarebbero andati alle maestranze delle loro industrie che, nel frattempo vengono licenziate per diminuire le voci di spesa relative alle buste paga degli operai.
Cose del tutto prive di senso, non solo senza buon senso; ed è anche grazie a queste irresponsabili azioni che oggi ci troviamo nello stato in cui versa il nostro Pianeta, quasi del tutto privo di un’adeguata barriera protettiva fatta di ossigeno ed altri gas utili, ovvero la nostra preziosissima Atmosfera.
Ormai ci troviamo in piena Crisi Climatica e guai a parlare di allarmismi perché gli allarmi sono sotto gli occhi di tutti. Fiumi prosciugati, campi aridi ed acquedotti privi d’acqua potabile per tutti, senza contare poi che, la guerra tra Russia ed Ucraina sta anche alterando le produzioni di energia.
Là dove si sono dovute chiudere le centrali idroelettriche, lungo i grandi fiumi, per assenza d’acqua, contestualmente ad una maggiore richiesta di energia elettrica a causa dell’iper lavoro dei condizionatori d’aria nelle case private, si sono registrati back-out che, di fatto esasperano ulteriormente la già critica situazione di caldo eccessivo, non mitigabile attraverso l’uso di ventilatori e condizionatori.
Il classico circolo vizioso.
Aumenta la richiesta-necessità d’energia ma diminuiscono le fonti di approvvigionamento a causa della siccità e della concomitante guerra.
Ma se, da un lato, di fronte al caldo eccessivo ed alla mancanza di elettricità, noi comuni cittadini possiamo fare ben poco, se non spegnere tutti gli elettrodomestici normalmente lasciati in stand-by, svuotare e spegnere i freezer, acquistando di volta in volta il cibo fresco che ci serve, invece di accumulare cibo che poi andrà gettato perché lasciato scadere, e che nel frattempo ci costerà una cifra, calcolando i consumi elettrici per mantenerla ghiacciata nel freezer, dall’altro, di fronte alla siccità e penuria d’acqua, possiamo fare davvero molto.
Iniziamo ad ottimizzare i nostri consumi.
Quando laviamo la verdura, quando laviamo qualunque cosa che non richieda l’uso di detersivi, non lasciamo che l’acqua vada sprecata. Raccogliamola in una bacinella o in un secchio e poi utilizziamola per bagnare le piante nei vasi, il nostro orto o giardino o per lavare l’auto.
Potremmo fare lo stesso anche sotto la doccia. Primo risciacquo con sola acqua, da raccogliere tenendo i piedi in una bacinella poi, con l’acqua chiusa, ci insaponiamo e solo dopo esserci insaponati per bene, aprire l’acqua per sciacquarci il sapone di dosso.
Anche in cucina si può essere più virtuosi e risparmiare, e pure molto, in termini di consumi di Gas, che sappiamo essere sempre più caro e raro a causa del conflitto in Ucraina ed alle mancate forniture russe.
Utilizziamo pentole molto spesse che trattengono il calore con coperchi sigillanti. Verdure e carni vanno cotte per pochi minuti, il tempo che la pentola raggiunga il massimo punto di calore.
A questo punto togliamo la pentola dal fornello, la avvolgiamo dentro ad una spessa coperta di pile o di lana e meglio ancora la avvolgiamo anche in una ‘coperta termica di sopravvivenza’, quei teli dorati che di solito si usano per avvolgere persone che rischiano l’ipotermia.
Così facendo si può mantenere il calore anche fino a 8 ore, nel frattempo i cibi continuano a cuocere e si ammorbiscono come non mai, grazie alla lenta cottura (che normalmente si ottiene con una grande spesa in termini di consumi energetici, utilizzando una planetaria-robot da cucina che consente la lenta cottura, ma anche consumi elevati).
Sono mille i piccoli accorgimenti che ognuno di noi può adottare per risparmiare consumi di qualunque tipo perché, sono letteralmente finiti i tempi in cui si acquistava, si stra-consumava e molto spesso si gettava.
Oggi non possiamo più permetterci di acquistare cibi che rimarranno in dispensa per mesi, acquistati in quantità industriali perché in offerta speciale se acquistati in blocco, ma che non consumati, perché non possiamo mangiare ogni giorno lo stesso cibo, andranno presto in scadenza e verranno buttati.
Sprechi di qualsivoglia genere, in nome del consumismo e della speculazione, sono oggi del tutto insostenibili.
E agli idioti che ti diranno che installare parchi di pannelli fotovoltaici o di pale eoliche è antiestetico perché deturpano il paesaggio, rispondigli che il paesaggio è già stato deturpato da quelle industrie che producono gas serra in quantità industriale, senza che nessuno muovesse mai un dito.
Che il paesaggio non è soltanto deturpato, ma ormai anche del tutto morto, là dove la siccità ha prosciugato e disidratato i letti dei fiumi e letteralmente bruciato la vegetazione.
In Pianura Padana, anziché vedere campi verdi, grazie a questi idioti che per anni hanno gridato facendo le bave in TV, oggi vediamo alberi che al 20 di giugno avevano le foglie già completamente gialle o secche, come in pieno autunno, quale forma di difesa contro l’eccesso di calore, per poter garantire all’albero la sopravvivenza e, sottraendo ulteriormente ossigeno all’aria per la mancata produzione di questo gas che è indispensabile per la nostra sopravvivenza e per il mantenimento dell’equilibrio della nostra Atmosfera.
A queste persone andrebbero mandate da pagare, le carissime bollette della luce che oggi paghiamo per non aver, per tempo, installato pannelli fotovoltaici, pale eoliche o altre fonti energetiche rinnovabili, senza contare i ricatti cui oggi siamo soggetti da parte di nazioni autoritarie-illiberali in cui dittatori al comando si ergono a Dei, decidendo chi può e chi non può avere il proprio petrolio e gas naturale.
Tutto questo non è allarmismo ma semplice presa di coscienza che sul nostro Pianeta c’è qualcosa di veramente molto grosso che non va. Senza contare poi anche le pandemie dovute al proliferare di virus e batteri che, grazie al surriscaldamento del Pianeta, diventeranno sempre più numerosi, pericolosi e virulenti.
Ognuno di noi ha il dovere etico-morale di prendere coscienza di come stanno le cose e, agli idioti che al giovedì diranno: «speriamo che nel weekend non piova che devo andare al mare» fare una bella strigliata, dandogli dell’irresponsabile, non sarebbe davvero male.
E non dire che tu sei un microbo rispetto al resto dell’umanità perché, anche una piccolissima goccia d’acqua è indispensabile per fare un Oceano. Alcuni miliardi di semplici gocce d’acqua possono far aumentare il volume di un grande Oceano.
Miliardi di umani coscienziosi, virtuosi, consapevoli, possono fare la differenza per rallentare lo sfaldamento della nostra Atmosfera e garantire la sopravvivenza della specie umana, della vegetazione, degli animali e dei funghi.
Siccità e Funghi com’è la situazione al 24-06-2022
CRISI CLIMATICA-SICCITA’ E FUNGHI
Sono moltissimi i lettori che mi domandano attraverso le chat private Telegram, che ne sarà di future nascite di funghi in tempi così duri, così difficili, così proibitivi ed aridi.
La risposta è semplice. I funghi, per loro fortuna, sanno adattarsi molto meglio e prima rispetto a noi Sapiens di fronte ai Cambiamenti Climatici.
Loro non hanno il problema dell’immobilismo dei politici che, da una parte devono accontentare la ‘massa’ che chiede misure d’emergenza, ma dall’altra hanno le solite lobbies di potere che frenano continuamente, affinché non si faccia nulla per stravolgere lo status quo di iper-produzione e consumismo sfrenato e, guai a toccare i loro interessi.
I funghi sono progettati in modo tale da poter affrontare assai meglio di noi le calamità naturali.
Per prima cosa, ricordati che ciò che noi chiamiamo ‘fungo’ in realtà è il corpo vegetativo, più o meno il frutto del ‘fungo’ vero e proprio, che di fatto sta sotto terra o dentro al legno o all’organismo che lo ospita.
Il fungo, che chiameremo ‘colonia fungina’ possiede un fitto e talvolta anche interminabile intreccio di ife e miceli, che gli consentono di andare a captare l’acqua dove questa risiede.
Un micelio in piena efficienza, può coprire un’area vasta alcuni chilometri o anche alcune centinaia di chilometri.
Può andare a scovare l’acqua anche a chilometri di distanza dal punto in cui noi di solito facciamo i nostri ambiti ritrovamenti di ‘funghi’.
Non solo, ma può anche produrre ‘semi’ (spore) che sono in grado di resistere anche alle calamità più estreme, incluse pesanti ondate di calore, incendi, eruzioni ed inondazioni.
Queste formidabili strutture riproduttive sono dette ‘SPORE DI SOPRAVVIVENZA‘ ovvero ENDOSPORE.
Perché si formino queste speciali spore, occorrono condizioni ambientali estreme e, in questi giorni di gran caldo e siccità, di condizioni ambientali estreme, certo non ne mancano davvero.
Più fa caldo e più probabilità ci sono che le normali spore dei funghi si trasformino in endospore, semi ricoperti da un’involucro di sostanze chimiche in grado di cementificarsi e resistere a terra per decenni o persino per alcuni secoli, fin tanto che non torneranno a ristabilirsi condizioni ambientali favorevoli.
Ciò significa che, in barba alla pressante siccità, alcune colonie fungine possono, potrebbero, tentare di riprodursi anche in piena ondata di calore, anzi, meglio se l’ondata è persino estrema, così da garantirsi la futura sopravvivenza della Specie.
Questo non vuol dire che, ora sapendo che alcune colonie fungine si riproducono se il caldo è estremo, dovrai fiondarti nei boschi a cercar di raccogliere quei pochi funghi che, coraggiosamente, tentano di far sopravvivere le future colonie fungine attraverso le endospore.
Cerca di essere intelligente e non un amimale senza cervello. In questi casi, a parte che è estremamente proibitivo e da sciocchi girar per boschi con più di 30°C, con anche le zanzare che ti succhiano pure l’anima, sottrarre alle colonie fungine i loro riproduttori è come decretarne ufficialmente la loro morte!
Fin tanto che si morirà di caldo, stai tranquillo a casa tua a goderti le immagini di funghi raccolti, là dove la siccità estrema non è ancora arrivata.
Siccità e Funghi com’è la situazione al 24-06-2022
DOVE POTRANNO NASCERE FUNGHI PORCINI E ALTRI FUNGHI?
Fatte tutte queste doverose premesse, ti posso dire che non tutta l’Italia versa al momento in un pietoso stato di caldo-torrido e di siccità estrema.
Alcuni bei temporali hanno, a più riprese, bagnato diverse zone della nostra penisola nel corso degli ultimi 15 giorni e, là dov’è piovuto, non stanno mancando ottime nascite di funghi, inclusi gli ambiti Porcini.
Vediamo allora dov’è piovuto e soprattutto da dove ci giungono segnalazioni di bei ritrovamenti di funghi.
NORD ITALIA, SICCITA’ E FUNGHI
Situazione prevedibilmente tragica nel Nord Ovest italiano, dove la siccità la fa da padrona, dopo una quindicina di giorni di permanenza di una opprimente Bolla d’Aria Calda Africana, amplificata dall’effetto adiabatico del Favonio.
Tra il giorno 11 ed il 21 del mese si sono registrate temperature anomale per il periodo, con siccità sostenuta, se non del tutto estrema.
A parte il giorno 14 e 15 con qualche nube in più, sporadiche docce sui monti e temperature di poco sotto i +30°C in collina, per il resto il caldo è stato decisamente importante, anche se, a rigor del vero, inferiore ai picchi estremi registrati nel caldissimo 2003.
Giusto per parlare con il supporto dei numeri, dei dati certi e non frutto del sentito dire, o di fantasiose interpretazioni, la Stazione Meteo più rappresentativa del Nord ovest italiano (per anzianità e posizione) di Biella-Oropa a 1,180 mt s.l.m., ha visto un mese di Maggio 2022 decisamente più caldo rispetto al già caldo 2003, con una temperatura media che ha toccato i +23,9°C contro i +21,7°C del 2003.
I primi 22 giorni di Giugno 2022 hanno invece visto una prevalenza di giornate più fredde rispetto al 2003, pur nonostante 2 importanti ondate di caldo che però, non hanno superato, per intensità, quelle del 2003.
Giugno 2022 segna al momento 1,3°C in meno rispetto al 2003 quando a mille metri si toccò una temperatura massima di +28,1°C contro la massima del 2022 di ‘soli’ +25,7°C.
Sul fronte della siccità, è interessante lo sconvolgente dato della Stazione Meteo Arpa di Trivero Caulera (Valdilana, Oasi Zegna alto Biellese, alto Piemonte) che al momento di pubblicare questo articolo, segna un accumulo mensile di ben 298 millimetri di pioggia, contro una media mensile di 214.
Ora, la domanda che molti si porranno è: «com’è possibile che sui monti Biellesi siano già caduti 100 mm di pioggia in più rispetto alla media, eppure siamo in piena emergenza siccità?»
La risposta è molto semplice e, perfettamente in linea con l’attuale crisi climatica in cui, al caldo torrido estremo, fa il paio qualche veloce ma intensissimo nubifragio che, di fatto non bagna il terreno, non penetra nelle falde acquifere ma dilava rapidissimamente a valle, lasciando dietro sé eventuali danni dovuti alle improvvise piene ma solo un vago ricordo della pioggia caduta.
E infatti nella stessa Stazione Meteo spiccano i 112 millimetri caduti il 3 Giugno, seguiti poi da altri 33 il 5 giugno e subito dopo, una furiosa ondata favonica che di fatto ha fatto evaporare più acqua rispetto a quanta ne è caduta.
Nella giornata del 22 Giugno, il ritorno dei temporali dopo l’ondata africana, ha regalato altri 93 mm, seguiti da altri 52 mentre vado in pubblicazione.
Questi ultimi temporali fanno ben sperare per una piccola ‘buttata’ probabilmente in arrivo a partire dai primi giorni di Luglio 2022, sempre che, dopo la pioggia non subentri nuovamente, teso ed insopportabile, il Favonio supportato dal Caldo Africano.
I temporali degli ultimi giorni, pur non potendo ripianare il deficit pregresso, stanno portando più di una boccata d’ossigeno ai nostri boschi, all’agricoltura ed alle nostre riserve idriche. Oggi sono infatti previsti forti o anche violenti temporali pomeridiani in transito dal Piemonte verso la Lombardia-Liguria-Emilia Romagna e Canton Ticino.
Arpa Piemonte ha calcolato che le piogge cadute in Piemonte il giorno 22 sono state in grado di coprire-tamponare solamente il 2,6% del deficit pluviometrico pregresso che, ti ricordo esser iniziato già da lontano, con un mese di Gennaio 2022 estremamente secco in tutto il Nordovest, quando non si sono registrate piogge superiori ai 2/5 millimetri, seguite poi da un mese di Febbraio con piogge nell’ordine di 10 mm (salvo poche eccezioni), ed un mese di Marzo con poco più di 10 mm, anche in questo caso con poche eccezioni rappresentate dal Sud Piemonte.
É pure mancata la neve invernale sui monti, il che ha acuito ulteriormente la crisi idrica, dal momento che sono mancate le scorte montane di neve, che là dove è caduta, si è fusa ancor prima di rimanere a terra, a causa di temperature invernali-primaverili troppo elevate.
Siccità e Funghi com’è la situazione al 24-06-2022
COME ANDRA’ A FINIRE? TORNERA’ IL CALDO AFRICANO IN ITALIA?
Sulla scorta delle piogge appena cadute, o in arrivo nella giornata odierna, nascite di funghi si potrebbero realizzare tra Valle d’Aosta, Piemonte, Canton Ticino, Lombardia e Liguria, solamente là dove le piogge recenti sono state pari o superiori ai 30/50 mm in almeno un paio di giorni. Molto meglio se queste hanno superato i 70/80 mm, il che restringe di molto il possibile campo d’azione.
Naturalmente, in tempi di crisi climatica è bene non dare mai nulla per scontato.
Al momento non abbiamo certezze sul tempo che farà subito dopo l’attuale ondata temporalesca e, l’incognita più grossa è sempre legata alla presenza del vento che, di fatto amplifica all’eccesso gli effetti già di per sé negativi del caldo eccessivo.
Un breve sguardo ai Modelli Matematici Meteorologici ci dice che il caldo estremo dovrebbe proseguire sul Sud Sardegna e Sicilia, incluso ora anche l’estremo Sud fin sulla Campania.
Il caldo Africano potrebbe tornare a salire verso Nord a partire da Lunedì 27, allorquando una nuova Bolla Calda dovrebbe espandersi fin sull’Arno e Riviera Romagnola.
Martedì 28 Giugno il caldo avanzerà torrido fin su tutto il Lazio, importante ma meno ruggente fin sulla Romagna e Laguna Veneta, lasciando fuori l’Italia centro-occidentale del Nord.
Un cenno di caldo in più si potrebbe avere anche al Nordovest Mercoledì 29 Giugno ma la Bolla Calda più furiosa dovrebbe potersi ritirare a Sud fin sul Sud della Sardegna, Sicilia e Stretto di Messina, allentando la presa a Nord del Lazio.
Parallelamente uno sbuffo umido Oceanico potrebbe avanzare dalla Francia verso il Nordovest italiano con ritorno di forti temporali, dapprima tra Piemonte e Lombardia-Canton Ticino, poi anche sul Triveneto e forse già da Mercoledì sera o Giovedì anche verso il Triveneto.
Attenzione però ai primi giorni di Luglio perché una furiosa ondata di caldo, ancor peggiore delle precedenti potrebbe avanzare dal Nord Africa Algerino fin sulla nostra Penisola.
Tra il 2 ed il 3 di Luglio, una Bolla d’Aria Calda Africana potrebbe infatti impossessessarsi di Sicilia e Sardegna, qua con valori di Geopotenziale di 594 GpDam e temperature massime possibilmente anche prossime ai 45/48°C.
I caldissimi venti da Sud potrebbero spingere masse calde fin sulla Liguria ed Appennino Settentrionale con un piccolissimo lembo di Piemonte occidentale e Valle d’Aosta risparmiati dalla pesante ondata di calore, ma pur sempre con caldo oltre la media, e qualche possibile temporale pomeridiano-serale, anche violento.
Sul dopo non vi è ancora alcuna certezza, considerato anche che, al momento il prestigioso Modello Matematico di proprietà del Centro Meteorologico Europeo (ECMWF) sembra voler escludere questa infausta previsone con caldo intenso in arrivo fin sulle coste del Lazio ed Abruzzo ma senza stravaganze roventi con aria meno rovente a Nord dell’Appennino Settentrionale e possibili temporali in transito a Nord del Po.
Se verranno confermate le ipotesi che, il caldo Africano giungerà dall’Algeria e non da Spagna-Francia (al momento sembra una consolidata certezza), ci sono ottime speranze che, subito dopo i temporali odierni non arrivi il vento favonico, quindi che non arrivi il Fohn ad amplificare il già caldo fervore Anticiclonico Africano.
Anzi, la permanenza (finalmente!) di un caldo Anticiclone Oceanico (Atlantico) che di fatto modificherà la normale struttura del vecchio Anticiclone Azzorriano, trasformandolo in Anticiclone Caldo Azzorriano, farà sì che masse d’aria fresco-umida d’estrazione Nord Atlantica possa continuare a fluire verso una serie, un treno di Depressioni dirette verso le Isole Britanniche che avranno una più o meno marcata influenza fin sulla nostra Penisola, per lo meno a Nord del Po, più incerto fin sul bacino dell’Arno o del Tevere.
Non dovrebbero dunque mancare ulteriori piogge-temporali sparsi, a tratti e localmente anche forti ma ciò che conta è che, quest’ultimi, per quanto non saranno in grado di ripianare il deficit pluviometrico pregresso, potranno dare diverse piccole boccate d’ossigeno alla nostra agricoltura ed acquedotti.
E a proposito di acquedotti, sarebbe seriamente opportuno che la nostra acqua potabile tornasse urgentissimamente in mano al pubblico, sottraendola a quei privati che, fino ad oggi hanno gestito l’acqua potabile come fonte di reddito e speculazione e non come risorsa da garantire ai cittadini.
Gli scienziati del IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change, è da almeno trent’anni che ipotizzavano che un giorno non troppo lontano (si era già parlato di 2020 alcuni decenni fa), avremmo dovuto affrontare le conseguenze di una grave siccità e l’avanzata della desertificazione sulla nostra Penisola.
Questi allarmi sono rimasti però inascoltati e nulla è stato fatto per prevenire, invece di curare.
Non sono state costruite vasche e cisterne di raccolta dell’acqua piovana, in modo da avere scorte sufficienti anche in superficie, visto che le nostre falde acquifere nel frattempo sono state rese inutilizzabili (quelle di superficie) perché inquinate; esaurite per eccessi di prelievi invece quelle più profonde.
L’acqua delle sorgenti è stata ceduta, spesso anche a titolo gratuito agli imbottigliatori di acque minerali che poi ci vengono rivendute a peso d’oro, facendoci credere che l’acqua del rubinetto è imbevibile perché cattiva e non minerale.
L’acqua dei nostri rubinetti, tolte le aree più sfavorite è né più e né meno minerale, tanto quanto lo è l’acqua in bottiglia, essendo prelevata dalle stesse fonti in cui prelevano i nostri acquedotti, anzi, in cui l’acqua viene sottratta ai nostri acquedotti comunali.
Ogni giorno, miliardi bottiglie d’acqua minerale sottraggono acqua ai nostri rubinetti, ai miceli, quindi ai funghi, alla vegetazione, all’agricoltura e, quella che non viene sottratta dalle società di imbottigliamento, viene sottratta dalle industrie che prelevano acqua sotterranea in quantità industriale.
Tutto questo è diventato insostenibile in un’era in cui, il Clima è decisamente palesemente cambiato e non c’è più spazio per sprechi di alcun genere.
Ricordati che chi preleva in massa acqua da imbottigliare, ti costringe a pagare l’acqua che bevi al un prezzo esorbitante.
L’acqua del rubinetto costa al momento 1,37€ al metro cubo, in un metro cubo ci sono 1,000 litri d’acqua, perciò con 1,37€ acquisti 1,000 litri d’acqua potabile del rubinetto.
1 litro d’acqua, presumibilmente, minerale, imbottigliata, costa mediamente 0,15/0,20€ al litro, il che significa che 1,000 litri d’acqua, anziché pagarli 1,37€ li paghi 150€!
Vuoi davvero continuare a farti sottrarre tutti questi soldi ogni 3/6/12 mesi a seconda dei tuoi consumi?
Senza contare che, più acqua in bottiglia, significa meno acqua nei rubinetti, nella doccia, nei campi.
Siccità e Funghi com’è la situazione al 24-06-2022
DOVE STANNO NASCENDO I FUNGHI IN QUESTO MOMENTO
Tornando alle nascite di funghi, al momento, compatibilmente con la siccità e con le poche piogge cadute, alcune discrete o buone nascite di funghi si stanno realizzando nel Lazio di confine, in Abruzzo, in Molise, tranne che nei settori costieri o basso collinari.
In Campania interna le nascite dei giorni scorsi vanno un po’ scemando ma sono ancora possibili al confine con Lazio-Molise ed al confine con la Basilicata Nord-occidentale, più sporadicamente in Irpinia-Matese.
In pole-position per le nascite di funghi la Calabria che, con i suoi temporali del 17 e 18 Giugno vede nascite di funghi Porcini, Boleti dal Piede Rosso, Gallinacci ed altri, tanto tra i Cerri-Querce, che nei Castagni e pure nei Faggi e Pini d’alta quota.
Il Parco Nazionale del Pollino è in produzione, ma senza eccessi così come anche la Catena Costiera, Orsomarso ed in generale il Cosentino.
Molto meglio però l’intera Sila, baciata da forti rovesci il giorno 17.
Nascite però quasi a sorpresa, perché sono tutti concentrati (facilmente) sulla Sila, dove al momento si registrano però più cercatori che funghi (provenienti da tutto il Sud Italia) che funghi, si registrano sulle Serre dal limitare della Piana di Sant’Eufemia al Montalto con maggiori nascite sulle Serre di San Bruno e Limina fino ai Piani di Zervò.
Trovi dettagli sulle zone nella sezione Semaforo dei Funghi, Calabria, Località.
Ricevo insistentemente richieste di info dalla Sicilia. Ai locali lettori non posso che rispondere che, fin tanto che non pioverà seriamente, almeno una cinquantina di millimetri minimo, è inutile pensare ai funghi perché difficilmente ce ne saranno, anche sull’Etna che, ciò che poteva dare, in termini di neve fusa, l’ha già dato, ora sotto la cappa del caldo Africano, non può che mettersi in attesa di piogge serie.
Cuore in pace anche in Sardegna dove regna sovrana la siccità, il caldo torrido ed il vento.
Basilicata temporaneamente protagonista, a sorpresa persino più della Calabria dove si registrano ottime nascite, anche e soprattutto di Porcini Bronzini (Boletus aereus). Tolta l’area litoranea jonica, il resto della regione sta vivendo un piccolo exploit di nascite, ovviamente dai più taciuto per non attirare l’ingordigia di coloro che si sono riversati in massa sulla vicina Sila.
Nascite modeste sono segnalate in poche località Umbre, appena poco migliori sulle creste appenniniche a cavallo tra le province di Pistoia-Prato-Firenze e Reggio Emilia-Modena-Bologna. Meno buona ma qua e là presenti in rive scoscese, umide, al riparo dal vento tra Garfagnana e Lunigiana.
Ottime nascite in Friuli Venezia Giulia nel Goriziano collinare-montano, decisamente meno sulle Alpi Carniche e Giulie con qualche picco sulle Dolomiti Bellunesi, tenendo però conto che al momento sono in produzione i Castagni o i Faggi e non ancora gli Abeti che, spesso sono sofferenti o morenti a causa dell’insetto parassita Bostrico Tipografo che di fatto sta mettendo a ferro e fuoco (altra manifestazione della Crisi Climatica attuale) tutti i settori alpini.
Va meglio oltr’alpe, sia in Austria che nei Grigioni, peggio in Canton Ticino dove le piogge abbondanti sono appena giunte come tra Piemonte e Lombardia.
Qualche buona nascite è segnalata anche nel Trentino Alto Adige, essenzialmente nei boschi misti di Castagno-Faggio-Abete, non nei boschi esclusivi e non nei soli Abeti.
Nascite poco più che modeste ma presenti anche sulle Orobie settentrionali ma soprattutto sulle Alpi Retiche.
Il resto del Nord, come sappiamo è in sofferenza per via dell’eccessiva siccità.
A giorni, troverai in homepage un nuovo articolo Meteofunghi in cui analizzeremo le conseguenze sulle nascite di funghi delle ultime piogge ed il progredire della siccità al Nord, in relazione alle future nascite di funghi.
Siccità e Funghi com’è la situazione al 24-06-2022 @funghimagazine.it