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Spirea japonica l’arbusto infestante che scaccia i funghi
É arrivata dal Giappone e sta già invadendo gli incolti del Nord Italia. Forma cespuglieti impenetrabili che colonizzano i bordi strada e sottraggono habitat naturale ai funghi autoctoni
La Spirea japonica è un arbusto alieno invasivo, perenne ed a foglie decidue, che sta colonizzando mezzo mondo
Appartiene alla Famiglia delle Rosaceae, Genere Spirea, Specie Spirea japonica.
Sinonimi o varietà:
Spirea bumalda Burv., Spirea callosa Thunb., Spirea japonica var. alpina Maxim, Spirea salicifolia (presente soprattutto in Piemonte), questi alcuni dei suoi nomi scientifici, ma nel mondo è anche conosciuta come Spirea Giapponese, Spirea Coreana o Japan preadweet.

Proviene dall’estremo oriente, dove sono presenti 8 varietà, in particolar modo dal Giappone, Corea e Cina sud-occidentale, ma oggi colonizza già, quale specie naturalizzata, la gran parte del Nord America tra Stati Uniti e Canada, Asia e buona parte d’Europa, con massima diffusione tra Austria e Paesi Alpini con le specie S. japonica var. alpina Maxim e S. salicifolia. Tra Nord Europa e Gran Bretagna dominano invece la Spirea tomentosa (Dajdok et al., 2011), S. alba, S. douglasii e S. x bilardii (ibrido tra S. alba e S. douglasii).
In Italia vede il suo areale espandersi a macchia d’olio, soprattutto tra l’alta Pianura Padana e le fasce collinari fino all’Orizzonte montano, con colonie ben presenti fin verso i 1400/1500 metri (in estremo Oriente vegeta in montagna fino al limitare della flora arborea), ma in generale ovunque vi siano zone incolte umide, anche a margine dei pascoli alpini, con apice di distribuzione tra i 300 ed i 600 metri.
Venne introdotta quale specie esotica nel 1839 dove fu messa a dimora nei giardini delle grandi ville tra Arona, Stresa, Verbania, sulle sponde del Lago Maggiore in Piemonte.
Da qua la pianta si propagò rapidamente al vicino monte Mottarone. Nel frattempo venne introdotta anche nei giardini dei grandi Laghi Lombardi e nel volgere di pochi decenni iniziò ad infestare gli incolti ed i ripariali di quasi tutto il Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia.
Solo in tempi più recenti si sta espandendo anche alle sponde della Dora Baltea in bassa Valle d’Aosta, in Alto Adige, Emilia, e Val Magra-Valdarno in Toscana.
La specie inizia a generare preoccupazione nel Biellese ed in alcune zone della Valsesia, alto corso del Torrente Agogna, ma più in generale nel Cusio, a causa della sua rapida espansione verso zone agricole periferiche, o più facilmente pascolative.

Habitat ed esposizione
Il suo habitat ideale, o meglio preferenziale, sono le zone ripariali, anche dette zone riparie, ovvero quelle fasce di transizione tra i fiumi e la terra, che normalmente troviamo nelle golene, e più in generale in quelli che sono detti Ambienti igrofili, ovvero le zone umide caratterizzate da piante idofite → che necessitano di una buona disponibilità di acqua.
Abbonda però ovunque vi sia umidità sufficiente a vegetare, senza che vi sia aridità nel terreno che la deve ospitare.
Il terreno deve essere preferibilmente acido, ma in presenza di umidità costante, si adatta bene anche ai suoli basici o alcalini.
Nonostante la sua predilezione per i suoli ben umidi, la Spirea japonica non sopporta i ristagni d’acqua con saturazione del terreno per più giorni consecutivi, questi dovranno necessariamente esser ben drenati.
Al contrario predilige le zone in cui vi è un temporaneo flusso d’acqua, soprattutto durante i temporali, pertanto si adatta perfettamente a colonizzare, infestandole letteralmente, le bordure di strade con cunette umide, mulattiere, sentieri di bassa e media montagna che a volta invade al punto da renderli completamente inaccessibili o da renderne irriconoscibile il percorso.

Non ama l’ombra ma preferisce il pieno sole, o al più la mezza ombra perciò tende a colonizzare rapidamente le sponde dei corsi d’acqua, contendendosele con l’altrettanto invasiva Reynoutria japonica, un altro arbusto alieno proveniente dal Giappone.
Invade, nel volgere di pochissimo tempo, ogni zona boschiva disboscata, diventando addirittura infestante lungo le fasce disboscate al di sotto delle linee elettriche, così come ai bordi di boschi e foreste o incolti abbandonati.
Quando si crea un’associazione tra Spriea japonica e rovo da more, allora il cespuglieto diventa davvero letteralmente inaccessibile.
La Spirea japonica è una infestante che sottrae continuamente habitat ai funghi autoctoni
Sono soprattutto i funghi Porcini a farne le spese
Sappiamo infatti che i Boleti amano vegetare in luoghi boschivi aperti, ben aerati, dove c’è molta luce, ma anche la possibilità che la rugiada della notte si depositi al suolo, così come una maggiore bagnatura durante i temporali estivi che, potrebbero invece lasciare quasi all’asciutto le zone boschive più fitte, dove le folte chiome fanno da ombrello.
Ambienti questi contesi tra i perdenti Boleti e l’infestante Spirea japonica che non ha rivali nella rapidità di propagazione. Nel Piemonte settentrionale vi sono vaste aree, un tempo patria di abbondanti Boleti edulis, dove questo arbusto ha invaso betulleti radi e persino i bordi di Peccete (Abete rosso), tanto da renderle praticamente inaccessibili.
Al contrario della Reynoutria japonica, la Spirea non emette sostanze tossiche dalla sue radici ma l’infestazione avviene comunque rapidamente ed in maniera capillare tanto da far soffocare i miceli preesistenti.
Contiene tuttavia alcaloidi diterpenoidi, potenzialmente tossici per gli erbivori (Hao et al., 1997; Hanuman & Katz, 1994), che naturalmente non la brucano, facilitandone la sua espansione nei pascolativi.
Come riconoscere la Spirea japonica

Anzitutto dalla sue foglie che sono alterne, brevemente picciolate con lamina semplice, ovata o lanceolata, lunga fino a 10-12 cm.
La pagina inferiore è di colore verde-glauco, in genere pubescente → provvisto di leggera peluria, lungo le nervature, mentre nella pagina superiore è verde scuro, in genere glabra con margine irregolarmente dentato e apice acuto. I germogli e comunque le foglie giovani sono inizialmente di colore bruno-rossiccio.

I fiori ↑ sono il carattere principale di questa pianta che, ovviamente è stata introdotta anche in Italia per scopi ornamentali, pertanto sono nel loro insieme piuttosto appariscenti, anche se piccini, riuniti in un caratteristico ombrello a fiori rosa.

Sono ermafroditi piccoli, con calice pubescente, corolla formata da 5 petali di colore rosa più o meno intenso. Gli stami sono numerosi e molto più lunghi dei petali.
I fiori sono inoltre riuniti in ombrelle (detti → corimbi), del diametro di 12-14 cm, che si formano all’apice dei rami dell’anno. Tra fine primavera ed inizio estate, durante la massima fase di fioritura, formano tappeti rosa anche esteticamente piacevoli.

I frutti sono delle piccole capsule lucide (dette → follicoli), prodotte da ogni fiore, lunghe 2 mm.
A maturità (attorno ad ottobre) le capsule si aprono lungo una linea di sutura, liberando minuscoli semi del diametro di 1 millimetro.
L’impollinazione è di tipo entomogama.
La riproduzione avviene grazie ad una iper produzione di semi. Una sola pianta è infatti in grado di produrre centinaia di piccoli semi dispersi dal vento non lontano dalla pianta madre, dove tendono ad accumularsi nel terreno a formare una riserva di semi che rimangono vitali per diversi anni.
La dispersione dei semi è determinata da operazioni di movimentazione della terra, ma più facilmente per trasporto d’acqua piovana o dei vicini corsi d’acqua, oltre che attraverso le feci degli uccelli che se ne cibano.
La moltiplicazione vegetativa è facilitata da un’elevata capacità pollonifera basale, stimolata dal taglio.
In vivaio la specie sia moltiplicata facilmente per talea, la moltiplicazione vegetativa per frammentazione di fusti non è stata riscontrata in natura.
Trattandosi di specie ritenuta invasiva-infestante è necessario smaltire gli sfalci di questa arbusto in apposite aree di stoccaggio delimitate e protette con teloni di plastica ma, è altamente consigliabile smaltirli tramite incenerimento.

Arbusti del Genere Spirea oggi si possono trovare in molti giardini d’Italia e del resto del Pianeta con numerose varietà ibride. Si consiglia tuttavia di piantare nei propri giardini o negli interventi di arredo urbano, solamente piantine provenienti da vivai che utilizzano varietà sterili, questo per evitare ulteriori infestazioni.