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I Funghi di Febbraio – Ecco i primi funghi primaverili
Fa ancora freddo sulle Alpi e sugli Appennini, ma i Cambiamenti Climatici ci stanno mettendo lo zampino nel far anticipare le prime nascite di funghi. Dove non soffia il vento e non c’è neve, arrivano i primi funghi primaverili
I Funghi di Febbraio
INDICE
- 1 I Funghi di Febbraio
- 1.1 Il Calendario dei funghi di Febbraio – Scheda
- 1.2 CAMBIA IL CLIMA, CAMBIA IL CALENDARIO DEI FUNGHI
- 1.3 CALDO PRECOCE, NASCITE PRECOCI
- 1.4 IL FUNGO CHE STA SOFFRENDO DI PIU’ LA CRISI CLIMATICA
- 1.5 I PRIMI FUNGHI DI FEBBRAIO
- 1.6 I CARDONCELLI
- 1.7 VERPE, MORCHELLE-SPUGNOLE
- 1.8 ALTRI FUNGHI PRECOCI
- 1.9 Condividi:
Il Calendario dei funghi di Febbraio – Scheda

CAMBIA IL CLIMA, CAMBIA IL CALENDARIO DEI FUNGHI
I FUNGHI DI FEBBRAIO
Febbraio in Italia dovrebbe essere il mese più freddo dell’anno.
I giorni della merla, che corrispondono alle ultime giornate di Gennaio, un tempo erano noti per essere il periodo più rigido e nevoso dell’anno.
Fino alla fine degli anni ’70 in effetti, a Febbraio faceva ancora molto freddo. Sulle vette alpine la temperatura scendeva costantemente al di sotto dei -30°C con picchi fin verso i -40.
Non mancavano mai i passaggi perturbati forieri di importanti nevicate che, grazie ai primi timidi cenni di tepore-umido in arrivo dal vicino Oceano Atlantico, dispensavano nevicate, talvolta anche copiose, dalla Pianura Padana alle vette alpine e, assai spesso anche dalle zone collinari ai monti appenninici.
Freddo, vento, gelo e neve, inibivano le nascite di qualsivoglia specie fungina, fatta eccezione per i soli funghi che non temono affatto il freddo, quali i Funghi dell’Olmo (Flammulina velutipes), i Funghi Geloni o Orecchioni (Pleurotus ostreatus) e sul finire del mese anche i Funghi Dormienti (Hygrophorus marzuolus) che, il freddo non lo temono affatto, anzi ma, spesso impossibilitati ad affacciarsi all’aria aperta, a causa degli spessi strati di neve presente al suolo.
Dal 1981 in poi gli inverni sono cambiati radicalmente, non più tenacemente freddi e nevosi, ma freddi e secchi, poi, progressivamente più freschi e secchi, fino ai recenti anni 2000, caratterizzati da inverni freschi, con alternanze di lunghe fasi anticicloniche calde, e poche incursioni fredde, sempre in un contesto meno nevoso o piovoso.
L’Anticiclone Continentale Russo si è progressivamente ritirato verso il solo entroterra asiatico, l’Anticiclone oceanico noto come Anticiclone delle Azzorre ha cambiato fisionomia, passando da un carattere fresco-umido, ad uno caldo e via-via meno umido, mentre sull’Europa si è andato affermando sempre più l’Anticiclone sub-tropicale Africano, i suoi caratteri principali sono diventati sempre più tropicali, anziché sub-tropicali.
In pratica, il cosiddetto ‘Effetto Serra’ ha creato in atmosfera una coltre d’aria che intrappola i caldi raggi solari, consentendo alle masse d’aria calda, di avere una indiscussa supremazia su quelle fredde.
Non è cosa d’importanza secondaria questa legata al Clima ed ai Cambiamenti Climatici perché i funghi, per poter prosperare, necessitano assolutamente di ambienti accoglienti, di temperature, umidità e venti adeguati ma, la crisi climatica in cui ci troviamo, non fa altro che ingigantire i fattori abiotici (atmosferici, climatologici, geologici) che, presi singolarmente o anche tutti insieme, non fanno altro che inibire la prosperità della vegetazione e nel sottosuolo dei miceli. (Vedi voce dell’enciclopedia → abiotico).
CALDO PRECOCE, NASCITE PRECOCI
I FUNGHI DI FEBBRAIO
C’è chi gioisce nel constatare che la stagione invernale si è contratta a tal punto da non durare più di una quarantina o al massimo una cinquantina di giorni.
Per alcuni non c’è nulla di cui lamentarsi nel constatare che, a fine stagione, la spesa energetica per riscaldarsi durante l’inverno, si è ridotta drasticamente rispetto agli anni passati, anche se il risparmio avuto, va appena a compensare i costi esorbitanti, che non cessano più di aumentare incessantemente.
Altri gioiscono nel poter uscire di casa senza l’incubo del ghiaccio, della neve, del vento gelido e di tutti i disagi che ne conseguono.
A non gioire per nulla è però la natura che, trova innaturale e fastidioso rincorrere nuovi adattamenti, anche perché non sempre riesce a farlo.
Così come la natura ha voluto che sul nostro Pianeta ci siano varie fasce climatiche e che sul nostro continente domini un clima temperato, allo stesso modo, dovremmo imparare ad accettare che durante la stagione fredda faccia appunto freddo, che animali selvatici e piante vadano in letargo o in riposo vegetativo e che il freddo possa consentire alla vegetazione di compiere i propri cicli vitali che, in assenza di freddo, non potrebbero svolgersi regolarmente, mettendo a rischio la loro sopravvivenza, esponendo all’estinzione vegetazione e funghi.
E’ un dato di fatto che, sin da quand’è iniziato il Riscaldamento Globale del Pianeta, il risveglio della natura avviene sempre più precocemente.
Sin dalla fine di Febbraio ritornano i temporali al Nord, le gemme che hanno iniziato ad ingrossare sin da Gennaio, entro i primi di Marzo, producono già fioriture precoci ed emissione di tenere foglioline che, in caso di una anche brevissima sciabolata fredda, gelano e muoiono.
Si risvegliano anche i funghi, e questo non è sempre un bene, dal momento che un risveglio troppo precoce, espone intere colonie fungine al rischio gelo, avvizzimento e morìa.
IL FUNGO CHE STA SOFFRENDO DI PIU’ LA CRISI CLIMATICA
I FUNGHI DI FEBBRAIO

Tra le tante specie fungine che patiscono maggiormente l’attuale crisi climatica, ce n’è una che, più di tutte, non riesce ancora a trovare forme di adattamento all’assenza di coperture nevose e relativi terreni pregni d’acqua non stagnante.
Si chiama Fungo Dormiente o Marzuolo (Hygrophorus marzuolus), un fungo tipicamente invernale che ama il freddo e la neve, non certo la siccità ed il mite tepore di questi ultimi anni.
Il Dormiente, come dice il nome stesso, è un fungo che ama iniziare a vegetare sin dall’inizio dell’inverno, quando il suo micelio si attiva e comincia a riprodursi freneticamente, dando anche vita ai primi carpofori, che poi rimarranno semi-interrati o, preferibilmente, ricoperti da spesse coltri di neve.
Se però viene a mancare il freddo, il micelio non si attiva, non si riproduce e non nascono i suoi apprezzatissimi funghi che, oltre ad esser ottimi funghi commestibili, sono anche la prima specie fungina del nuovo anno, a riportare i cercatori di funghi nei boschi.
I Dormienti o Marzuoli, come dice il loro secondo nome, amano vegetare prevalentemente nel mese di Marzo, quando si sciolgono le spesse coltri nevose e si vengono a creare estese pozze d’acqua fredda che, in assenza di importanti fonti di calore, non imputridisce.
Nel corso degli ultimi decenni però, sempre più frequentemente, è successo che la neve sia stata latitante per tutta la prima parte dell’inverno, giungendo in extremis solo dopo la metà del mese di Febbraio.
Grazie alle nuove disposizioni delle correnti perturbate, dettate dall’ingombrante presenza sul Continente Europeo del caldo Anticiclone delle Azzorre, i venti prevalentemente settentrionali impediscono si verifichino nevicate sui versanti a Sud della barriera alpina, ovvero sul nostro Nord Italia.
Nevicate, talvolta anche copiose, interessano invece gli Appennini dove la neve permane al suolo fin tanto che, l’arrivo di anomale bolle calde africane, con temperature simil-estive, non faccia sciogliere repentinamente ogni singola traccia di neve.
Nel giro di pochi giorni si passa dal pieno inverno alla piena estate, da suoli abbondantemente innevati a suoli improvvisamente sgombri di neve e già siccitosi.
I miceli del fungo Dormiente-Marzuolo non hanno modo e tempo di attivarsi e, se anche riescono a farlo, le fruttificazioni-riproduzioni saranno per forza di cose scarsissime, in assenza di ristagni di chiazze di neve e pozze d’acqua appena scioltasi.
Un problema non da poco che, costringerà questa specie fungina a cercare morbosamente di adattarsi, pena la morte e l’estinzione e, tra le due ipotesi, al momento sembra decisamente più probabile la seconda.
Non è un caso che, da diversi anni a questa parte, sono sempre più rari i ritrovamenti di funghi Dormienti sulle Alpi, mentre nei canonici luoghi di ritrovamento del Centro-Sud Italia, se ne stanno trovando sempre meno e con largo anticipo rispetto alle aspettative.
Se i funghi Marzuoli amano la neve e le pozze d’acqua fredda e pura, generate dalla neve appena fusa, va’ da sé che questi funghi andrebbero cercati sempre più con largo anticipo, allo scioglimento della poca neve caduta.
In realtà, a voler esser pignoli, non andrebbero cercati affatto, se non per fotografarli ed aver avuto ancora la soddisfazione di averli trovati.
Questi funghi andrebbero tutelati e protetti e, vista l’attuale crisi climatica che non sembra voler assolutamente cambiar rotta, ne andrebbe anche vietata la raccolta.

I PRIMI FUNGHI DI FEBBRAIO
I CARDONCELLI

Tolte le specie fungine tipicamente invernali (vedi a proposito l’articolo → Andar per funghi in Inverno – I funghi invernali ) quali i funghi dell’Olmo (Flammulina velutipes), gli Orecchioni o Geloni (Pleurotus ostreatus), i Piopparelli (Cyclocybe cylindracea), i Leccini (Leccinellum lepidum o L. corsicum), gli Steccherini (Hydnum repandum) e pochi altri, grazie ai cambiamenti climatici ed al caldo sempre più precoce, il mese di Febbraio può già esser considerato un buon mese per i primi funghi primaverili.
Sin dai primi timidi tepori, se accompagnati da buone piogge, in Sicilia iniziano a prosperare due specie fungine assai rinomate: i funghi Cardoncelli (funciu di ferla, fungo di spina) [Pleurotus eryngii].
I primi esemplari si trovano sempre ai piedi delle Ferule o Finocchiaccio, oppure tra i pungenti cespugli di Eringio, a partire dalle zone litornaee, appena oltre il limite delle dune sabbiose.
Man mano che il mite tepore avanza anche verso colli e monti, le nascite si spingono anche nelle zone interne e sulle pendici dell’Etna, oltre che in Sardegna, sulla Calabria jonica, Metapontino ed in Puglia, in particolar modo nel Salento. In quest’ultima regione però, le nascite sono sempre governate dai capricci dei forti e freddi venti di levante.
Sempre in base ai capricci meteorologici, seguono il Cilento, la Costiera Amalfitana, il Circeo ed in generale il basso Lazio e la Maremma.
VERPE, MORCHELLE-SPUGNOLE
I FUNGHI DI FEBBRAIO

Umidità permettendo, ma mai ristagni d’acqua, sovrabbondanza di pioggia e men che meno lettiere putrescenti, sin dai primi tepori di Febbraio, a partire dalla Sicilia a risalire verso Nord i versanti Tirrenici, ecco arrivare i funghi dell’Ordine dei Pezizales, Verpe, Mitrophore e soprattutto Morchelle.
Nel corso degli ultimi anni, anche in Italia, è cresciuto a dismisura il numero di estimatori di questi strani funghi, assai apprezzati tra Spagna, Francia ed altri stati europei.
Alcuni iniziano ad apprezzarli per il loro particolare sapore, altri perché non si tratta più di Specie misconosciute, di cui si sa ben poco, altri ancora perché sono la prima scusa ed occasione per poter tornare a passeggiare nei boschi.
Nella nostra homepage, per l’intera durata dei mesi di Febbraio e Marzo, trovi una apposita sezione denominata ‘I FUNGHI DEL MOMENTO – STANNO NASCENDO ORA‘ in cui trovi gli articoli dedicati ai Pezizales, ma più in generale a tutti quei funghi che sono tipici del periodo.
Per tua comodità ti posto anche in questo articolo i link agli articoli più pertinenti che non puoi non leggere:
- Morchelle o Spugnole: i primi funghi primaverili
- Morchella elata o Spugnola slanciata
- Pleurotus ostreatus – fungo-gelone – Ottimo commestibile
- Flammulina velutipes – Fungo dell’Olmo
- Leccinellum lepidum il Leccino invernale
Su tutti questi funghi, trovi approfondite informazioni nelle apposite schede, perciò per ora posso solamente aggiungere che, nonostante per alcuni di loro su libri di testo (ormai datati) o sul web, leggerai che si tratta di funghi primaverili (dati per presenti solamente dopo il mese di Marzo o Aprile), in realtà, il mese di Febbraio è già un buon mese per la loro ricerca.
ALTRI FUNGHI PRECOCI
I FUNGHI DI FEBBRAIO
Tra i funghi più strettamente legati a calendari ormai datati, ci sono senza dubbio i funghi di San Giorgio o Prugnoli (Calocybe gambosa).
E’ vero, sui libri di testo e sul web troverai sicuramente scritto che si tratta di funghi tipicamente primaverili, il cui periodo vegetativo dovrebbe corrispondere pressappoco al mese di Aprile-Maggio.
Anche in questo caso, grazie ai Cambiamenti Climatici, i primi ritrovamenti si potranno già fare sin dall’ultima decade di Febbraio, a partire dalla calda Sicilia e subito dopo dalla Sardegna, soprattutto sui versanti orientali più riparati dai freschi venti di Maestrale.
Nei verdi prati, annaffiati dalle prime piogge meno fredde, ecco arrivare i primi esemplari di Gambesecche (Marasmius oreades), mentre in orti e giardini tra le Rosaceae ecco comparire anche i primissimi Entoloma sepium – il fungo degli orti, ma su suoli ben concimati anche i primi Coprinus comatus o Fungo dell’inchiostro.
Insomma, nonostante gli ancora frequenti luoghi comuni, non più attuali perché oltretutto legati ad un clima che non c’è più, il mese di Febbraio non è più il mese più ‘sfigato’ dell’anno per la ricerca di funghi.
La riattivazione dei miceli e la nascita dei primi funghi non è legata al volere degli editori di libri sui funghi, o di siti web, ma è piuttosto legata all’andamento climatico con tutte le sue bizzarrie e stranezze.
A questo punto, senza voler tirar acqua al mulino di funghimagazine, non mi rimane altro da fare che invitarti a seguire costantemente la nostra homepage, per esser sempre aggiornato sulle nascite di funghi in tempo reale.
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