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Mazze di Tamburo velenose. Dai Tropici in Italia il loro sosia tossico
Sei un fan delle Mazze di Tamburo? Allora stai molto attento a ciò che raccogli, perché potresti aver messo nel cesto un sosia tropicale, da poco giunto in Italia e fortemente tossico
Mazze di Tamburo velenose. Dai Tropici in Italia il loro sosia tossico – Parte 1
INDICE
- 1 Mazze di Tamburo velenose. Dai Tropici in Italia il loro sosia tossico – Parte 1
- 2 Mazze di Tamburo velenose. Dai Tropici in Italia il loro sosia tossico – Parte 2
Il Riscaldamento Globale del Pianeta e la progressiva avanzata verso Nord del clima Tropicale, stanno iniziando a dare i primi, e non pochi, grattacapi ai cercatori di funghi.
Già, perché con il progressivo riscaldamento dell’atmosfera, specie fungine, vegetali o animali, che un tempo non erano adatte a vivere in Italia, oggi trovano nel bacino del Mediterraneo condizioni ambientali decisamente più favorevoli.
Il Mediterraneo è un bacino chiuso che, per secoli ha garantito agli Stati che gli si affacciano, un Clima unico nel suo genere.
Secondo la classificazione climatica di Köppen, che lo chiamò clima etesio, il Clima Mediterraneo viene indicato dai climatologi con la sigla Cs e viene descritto come un clima temperato caldo, caratterizzato da un lungo periodo secco estivo, con anche rischio siccità, alternato ad un più mite e piovoso periodo invernale.
Il mare influenza direttamente questo clima che è per lo più caratterizzato da escursioni termiche giornaliere e annuali modeste infatti, grazie all’effetto di immagazzinaggio del calore in estate, il progressivo rilascio autunnale-invernale garantisce un mite tepore anche durante i mesi più freddi.
Da quando il nostro Pianeta ha iniziato a surriscaldarsi rapidamente, convenzionalmente a partire dal 1981-82, il Clima Mediterraneo ha subito un drastico cambiamento.
L’area ad influenza Mediterranea si è estesa anche a tutto l’arco alpino con progressivo innalzamento della quota delle nevi perenni dai 3.300/3.400 mt pre-riscaldamento globale, agli attuali 4.200/4.500 mt.
Si sciolgono i ghiacciai alpini, si coltivano ulivi anche in Piemonte e avanzano verso Nord funghi tipicamente mediterranei quale il Porcino Nero o Bronzino (Boletus aereus), insieme con gli Ovoli reali ed i funghi ‘Sementini‘ o ‘Ordinali‘ / ‘Cimballi‘ (Infundibulicybe geotropa) che oggi colonizzano già i colli del Veneto e le pedemontane di Lombardia e Piemonte.
Naturalmente con le colture dell’ulivo, avanzano in tutto l’Alessandrino, Cuneese, Torinese, grandi laghi e Veneto, anche i velenosi funghi dell’ulivo (Omphalotus olearius), sosia fortemente tossici del comune Galletto (Cantharellus cibarius e varie specie).
Sempre da paesi esotici è da poco approdato in Italia il sosia dell’Ovolo buono (Amanita caesarea), ovvero l’Amanita erytrocephala o Amanita Clandestina e da qualche anno a questa parte ecco arrivato anche il più temibile sosia delle comunissime Mazze di Tamburo. Si chiama Chlorophyllum molybdites ed in italiano può esser tranquillamente detto Falsa Mazza di Tamburo.
Chlorophyllum molybdites – Falsa Mazza di Tamburo – funghi tossici
Mazze di Tamburo velenose. Dai Tropici in Italia il loro sosia tossico – Parte 2
CLOROPHYLLUM MOLYBDITES – Mazze di Tamburo velenose
Mazze di Tamburo velenose
Non vogliamo diffondere il panico tra i nostri lettori ma, con i funghi amici, non si scherza!
Troppe volte ci è capitato di andar per boschi ed incontrare irresponsabili raccoglitori di funghi della domenica intenti a prendere a bastonate qualunque fungo non fosse un Porcino (commestibile o tossico che fosse).
E che dire di coloro che, incrociandoci nel bosco, aprendo lo zaino, ci hanno mostrato decine di Cortinari velenosi appena raccolti, domandandoci se fossero funghi Porcini?
Un fungo può cambiarti la vita, la micologia non ammette ignoranza
Come dice un semi-spiritoso adagio popolare: «non esistono funghi non commestibili. Tutti si posso mangiare, alcuni di loro però li mangi una volta soltanto, poi vai a coricarti nella bara!»
Troppi cercatori di funghi improvvisati, raccolgono ancora funghi all’acqua di rose, senza curarsi più di tanto di cercare nel fungo appena raccolto, i caratteri tipici dei vari funghi, per poter capire se effettivamente hanno raccolto il fungo giusto o un pericoloso sosia.
Nel caso delle Mazze di Tamburo velenose (Clorophyllum molybdites), occorre davvero prestare la massima attenzione perché è risaputo che sono proprio le Mazze di Tamburo i funghi che in tutto il mondo vengono raccolte più massicciamente, ma ahimè anche più frequentemente confuse con sosia tossici, all’origine di intossicazioni o avvelenamenti.
Come puoi leggere nell’apposita scheda dedicata appunto alle → Mazze di Tamburo velenose Clorophyllum molybdites, in tutto il mondo, in particolar modo negli Stati Uniti e Cina, il maggior numero di intossicazioni da funghi è provocato proprio da questa specie che da poco è approdata anche in Italia.
Se in tutto il Pianeta si registrano così tanti casi di intossicazione ci sarà ben una ragione no? Leggerezza, superficialità, disinformazione, ignoranza, sbadataggine, chiamala come vuoi, sta di fatto che, è un attimo confondere una comunissima Mazza di Tamburo con le nuove Mazze di Tamburo velenose da poco sbarcate anche in Italia.
Durante i primi 3 giorni di Ottobre 2021, nella sola Sicilia orientale, si sono registrati 6 casi di intossicazione da Mazze di Tamburo Velenose (Clorophyllum molybdites).
La ragione è che il clima favorevole, ancora caldo e fortemente piovoso, che ha caratterizzato il transito dell’Uragano Mediterraneo Apollo (altro evidente segnale del cambiamento climatico in atto anche e soprattutto in Italia), ha fatto letteralmente esplodere ovunque, sui settori orientali dell’isola, fioriture di Mazze di Tamburo di ogni specie.
Alcune di queste, riconducibili al genere Macrolepiota (Macrolepiota procera e altre), sono ottimi commestibili ma, diversi sosia ingannevoli risultano non commestibili o anche tossici e persino mortali, come puoi leggere nella scheda dedicata alle nuove Mazze di Tamburo velenose nella sezione SPECIE SIMILI ALLE MAZZE DI TAMBURO MA TOSSICHE O VELENOSE.
DOVE VEGETANO LE NUOVE MAZZE DI TAMBURO VELENOSE
Le nuove Mazze di Tamburo velenose sono subdole perché crescono proprio là dove si concentra la popolazione, ovvero nei centri abitati, in parchi, giardini, fioriere, su prati all’inglese ben irrigati, ma persino sulle spiagge, tra ciuffi d’erba che intercettano l’umidità marina e la rendono disponibile per questi funghi ingannevoli.
In zona etnea sono stati avvistati anche tra le sabbie vulcaniche dell’Etna, a riprova della loro facilità d’adattamento a nuovi ambienti.
In generale però, tra Messinese, Catanese, Ragusano, all’indomani delle grandi piogge autunnali, le Mazze di Tamburo velenose, in molti casi, sono state avvistate proprio nei pressi delle comuni Mazze di Tamburo commestibili.
L’intera Sicilia si candida a diventare l’habitat preferito da questi funghi ingannevoli, ma anche Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia sono a forte rischio di espansione del loro aerale che facilmente, entro pochi anni, potrebbe oltrepassare il 40° Parallelo che si trova pressappoco sopra il Golfo di Maratea-Pollino-Salento, includendo la metà della Sardegna a Sud di Oristano e Gennargentu.
Anche Campania e Lazio potrebbero a breve venir colonizzati dalla Falsa Mazza di Tamburo (Clorophyllum Molybdites) ma non è tutto.
Molti nostri lettori, sin dallo scorso anno, ci hanno segnalato di aver trovato nelle proprie fioriere in casa, dove c’erano piantate piante esotiche-tropicali, strani funghi del tutto simili a Mazze di Tamburo.
Molte segnalazioni ci sono giunte da Roma, alcune da Firenze, Genova e persino un paio da Milano.
Evidentemente, piante esotiche importate quotidianamente da zone lontane, portano con loro, spore di specie fungine che nulla hanno a che fare con il nostro Clima.
Il Ministero della Salute è già in allerta
Mazze di Tamburo Velenose
«Considerato che le Mazze di Tamburo sono funghi molto conosciuti e da tutti raccolte, oltre che facilmente reperibili, il Ministero della Salute raccomanda ai cittadini di non consumare funghi simili se, prima del consumo, non sono stati correttamente controllati e identificati dai Micologi di un Centro di Controllo Micologico»
Una nota del Ministero della Salute (nota_39416_del_26_10_2021) inviata a vari enti regionali siciliani che si occupano della tutela della salute, oltre che agli Assessorati alla Sanità di tutte le Regioni d’Italia, dice così:
«Si fa riferimento ai casi di intossicazioni causati dall’ingestione del fungo Chlorophyllum molybdites, verificatesi nel territorio di codesta Regione, segnalati anche attraverso stampa dall’Asp di Catania.
Da quanto segnalato si tratta di una specie presente in America, Africa e nelle Regioni temperate e sub-tropicali di tutto il mondo, da qualche anno presente anche nel territorio etneo.
Tale fungo e fortemente confondibile con il fungo Macrolepiota procera (Mazza di tarnburo o cappiddini), che e invece commestibile e largamente consumato.
Tanto premesso, si chiede di voler effettuare attraverso gli Ispettorati Micologici delle Asl maggiori controlli sulla raccolta da parte di privati cittadini del fungo su citato e su una sua eventuale vendita.
Si ritiene inoltre opportuno fornire maggiori informazioni ai cittadini che raccolgono o consumano funghi, sul pericolo derivato dall’ingestione del Chlorophyllum molybtes, attraverso gli Ispettorati Micologici e i maggiori canali di informazione, televisioni, riviste, giornali, stampa, ecc. coinvolgendo anche le Associazioni Micologiche presenti sul territorio di codesta Regione».
⚠️Puoi scoprire come distinguere una Mazza di Tamburo commestibile dalle nuove Mazze di Tamburo velenose, gli effetti che provoca il loro consumo, anche solo casuale, e tante altre informazioni importanti, leggendo l’apposita scheda → LA FALSA MAZZA DI TAMBURO (Clorophyllum molybdites).
INFO UTILI PER I LETTORI SICILIANI
Nuove Mazze di Tamburo Velenose
Sedi e orari di apertura di tutti gli Sportelli micologici sul territorio provinciale di Catania:
- Catania
Unità Operativa Igiene Pubblica di Catania
Viale Vittorio Veneto, 31
095.2545022/23
Lunedì: 8.00-10.00; da Martedì a Venerdì: 8.00-9.00 - Cerza di San Gregorio
Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione – SIAN
Via Tevere, 39
095.2540114/2540167/2540168/2540190
Lunedì: 8.00-9.30, 13.00-14.00; da Martedì a Venerdì: 8.00-9.00 - Bronte
Unità Operativa Igiene Pubblica di Bronte
Via Marziano, 50
095.7746506/03
Martedì: 15.00-16.00 (previo appuntamento telefonico) - Caltagirone
Unità Operativa Igiene Pubblica di Caltagirone
Piazza Marconi, 2
0933.353106/353015
da Lunedì a Mercoledì: 13.00-14.00 (previo appuntamento telefonico) - Giarre
Unità Operativa Igiene Pubblica di Gravina di Giarre
Via Don Minzoni, 1 – piano IV
Lunedì: 8.30-9.30 - Mascalucia
Unità Operativa Igiene Pubblica di Gravina di Catania
Via Regione Siciliana, 12
095.7502104
Lunedì: 8.00-10.00; da Martedì a Venerdì: 8.00-9.00 - Paternò
Unità Operativa Igiene Pubblica di Paternò
Via Massa Carrara, 2
095.7975060/61
Giovedì: 15.30-17.30 (previo appuntamento telefonico)
Per maggiori informazioni i cittadini potranno rivolgersi all’Ispettorato micologico dell’Asp di Catania che ha sede a Cerza San Gregorio, presso il Dipartimento di Prevenzione, in Via Tevere, 39, ai seguenti contatti: 095.2540167/114/190.
Unità Operativa Complessa – Servizio Igiene degli alimenti, Sorveglianza e Prevenzione Nutrizione (S.I.A.N.) di MESSINA
Sede: Viale Giostra (ex PO Mandalari) – Messina, Telefono 090 3653915 – Email: uocsian.messina@asp.messina.it.
INFO UTILI PER I LETTORI DELLA PUGLIA
Il Centro di Controllo Micologico (CCM) del Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) Area Nord si trova a Lecce, in viale Don Minzoni 6/8, Palazzo ex Inam (I° piano stanza 66) diretto dal Dott. Biagio Galante, è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 12.30 alle ore 13.30, tel. 0832/215392 e fax 0832/215398, mail: sian@ausl.le.it
Il Centro di Controllo Micologico (CCM) del Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) Area Sud, diretto dal Dott. Martino Protopapa, è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 9, e svolge la sua attività in tre sedi:
- Maglie: via Sante Cezza 5 (sede Dipartimento di Prevenzione), mail: sian.uo.maglie@ausl.le.it
- Casarano: Via Spagna (sede Dipartimento di Prevenzione), mail: sian.uo.casarano@ausl.le.it
- Gallipoli: Lungomare Marconi (ex Ospedale), mail: sian.uo.gallipoli@ausl.le.it
Nuove Mazze di Tamburo Velenose
FOTOGALLERY
Mazze di Tamburo commestibili e Mazze di Tamburo Velenose a confronto
RICORDA BENE → NON E’ POSSIBILE DISTINGUERE FUNGHI COMMESTIBILI DA FUNGHI TOSSICI/VELENOSI BASANDOSI SOLO SU FOTOGRAFIE! NON CHIEDERE MAI IDENTIFICAZIONE DI FUNGHI SU GRUPPI SOCIAL O SU CHAT.
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Aggiornamenti dal Trentino, quasi in tempo reale: Il 10.08.2022 io e mia moglie abbiamo raccolto 36 porcini edulis ( kg 1,60 ); il 13.08.2022 ne abbiamo raccolti 43 ( kg 1,85 ); il 14.08.2022 ne abbiamo raccolti 46 ( kg 2,05 ) e ieri 16.08.2022 n. 51 ( kg 2,30 ) per un totale di kg 7,8….non male direi per i tempi che corrono. Un sincero augurio a tutti gli appassionati di riuscire a batterci su quantità e peso.
Complimenti a voi. Eh sì, visti i tempi direi che potete essere molto più che soddisfatti. Dai era ora, non tanto per i funghi di per sé, quanto perché la prfesenza dei Porcini nei boschi significa parvenza di normalità e apparente salute degli ecosistemi