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Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini?

In questo post, rispondiamo alla domanda che in migliaia di lettori ci stanno facendo: “quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini?”. Nello specifico rispondiamo a Luca che ci chiede: «Dopo il forte maltempo ci sarà una grande buttata di funghi Porcini? Se sì, quando?» E altre domande simili

Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini?

Dopo il recente forte maltempo, ci sarà una grande buttata di funghi Porcini?

L’arrivo sull’Italia del Ciclone Rea, ha immediatamente risvegliato l’attenzione di milioni di italiani che hanno immediatamente pensato all’assioma: “tanta pioggia = tanti funghi”.

In questi ultimi giorni, siamo stati letteralmente sommersi da chat ed email di lettori che, certi che siamo all’alba di una grande buttata di funghi Porcini, ci domandano una nostra opinione, il più possibile scientifica, e non buttata lì tirando a indovinare, su ciò che accadrà ora che sono arrivate le prime grandi piogge autunnali.

Tutti vogliono sapere quanti giorni dopo la pioggia nascono i primi funghi Porcini ma, ci sono anche domande ben più specifiche come questa che ci ha posto Luca:

«In alta Toscana, ieri vi sono stati cumuli pluviometrici per circa 25 mm, mentre oggi 70 mm e nei prossimi giorni qualcosina dovrebbe ancora cadere. Negli ultimi anni è diventato, se possibile, ancor più difficile provare a prevedere l’ipotetica buttata. Considerando la pioggia caduta e temperature massime che si aggireranno tra i 16 ed i 19 e minime tra i 9 e gli 11, salvo vento secco ecc., tra quanti giorni è auspicabile aspettarsi una buttata (da capire di che entità)? Secondo quali parametri è possibile tentar di capire se saranno necessari 15/16 giorni o se ne basteranno 12 o meno?»

Partiamo subito da una considerazione…

Non possediamo alcuna sfera di cristallo (purtroppo), ma abbiamo buona volontà e pazienza da vendere. Da più di quarant’anni, segniamo-riportiamo su fogli di calcolo, ogni singola uscita che abbiamo fatto nei boschi, correlata da immagini dei funghi trovati.

Più di quarant’anni è un lasso di tempo sufficiente per poter fare statistica, pensiamo perciò di esser capaci di intuire un nesso tra piogge, vento, caldo-freddo e nascite di funghi, quindi di poter trarne le dovute conclusioni.

Purtroppo non possiamo avere alcuna certezza riguardo all’esatto numero di giorni che occorrono dall’ultima pioggia utile alle prime nascite di funghi perché, ogni singolo evento piovoso fa scuola a sé. Intendo dire che, possiamo ipotizzare, come da regola, minimo 12 giorni, massimo 20/22 ma, Dio solo sa se l’ipotesi è corretta.

Vento che insorge prima, durante o dopo le piogge, temperature che possono scendere più o meno rapidamente o intensamente, grandinate, attività elettrica-fulminazioni, caldo post-pioggia, siccità pregressa e a seguire, o ulteriori piogge nei giorni a seguire. Quante variabili!

Per quanto siano in molti i “coraggiosi” che, ultimamente abbiano tentato di imbrigliare queste variabili all’interno di algoritmi e calcoli matematici, nessuno è mai riuscito (né mai riuscirà), a stabilire con precisione un lasso di tempo entro il quale si verificheranno con certezza le prime nascite di funghi, in particolar modo di funghi Porcini e, diffidate da chi pubblica articoli in cui, non si sa bene su quali basi scientifiche, afferma che occorrono esattamente 12 giorni perché avvengano le prime nascite.

Ad oggi consideriamo come verosimile un lasso di tempo che varia tra i 10 e i 22 giorni per poter trovare i primi funghi Porcini dopo una adeguata pioggia e, bada bene però che, nel corso di 12/15 giorni la buttata fa in tempo ad esplodere e terminare, senza che nessuno magari se ne sia accorto, se non si è recato nei boschi tutti i giorni per constatare di persona come sta andando la progressione delle nascite. Fare dunque una simile ipotesi dice tutto e niente.

Non solo ma, oltre ai fatidici 10/22 giorni…

Quanta pioggia dev’essere precedentemente caduta, affinché si possa verificare una buona buttata di Porcini?

Nel video di seguito, funghi spettacolari sulle Alpi lombarde dopo una abbondante pioggia di inizio luglio 2023, peraltro seguita da ulteriori piogge, proprio sullo scadere dei canonici 12/15 giorni dopo la pioggia. Nella fattispecie, in zona erano caduti tra i 40 e di 60 mm a inizio mese, successivamente, ad una settimana di distanza, una ulteriore copiosa pioggia da 50/70 mm quindi, dopo una settimana di caldo “giusto” non eccessivo, ecco la bella buttata di Porcini edulis, come da video.

I funghi, ed in particolar modo i Porcini, non nascono per magia, né perché è la Luna che gli intima ed impone di sbrigarsi a nascere e crescere.

Nascono perché i loro semi sono germinati, si sono sviluppati, hanno generato nuovo micelio che è sessualmente maturato e, quindi si è riprodotto. Né più e né meno come accade a noi umani. Non può esserci concepimento di un neonato se prima, un ovolo ed uno spermatozoo, non si siano uniti ed abbiano dato via ad un processo di sviluppo di un feto.

Allo stesso modo, una spora (o eventualmente una endospora) (i semi dei funghi), deve germinare, produrre un micelio primario fatto da ife sterili ma indispensabili alla produzione di un micelio fertile, la cui fertilità dipende dall’incontro e fusione con altre ife sterili, ma a carica elettrica-sessuale differente e compatibile.

Il successo dell’incontro e fusione di queste ife-miceli dipende dallo stato di umidità, salute e nutrienti presenti nella rizosfera (lo strato di terreno utile per la vegetazione dei funghi) o nella lettiera.

Più la rizosfera o la lettiera saranno caldo-umide e più facilmente si potranno verificare processi chimici di disgregazione dei sali minerali e nutrienti indispensabili sia per i funghi che per le piante simbionti-micorriziche ma, attenzione all’eventuale sviluppo di muffe dannose!

Un terreno secco-duro, compatto, inospitale, difficilmente potrà nutrire forme di vita, siano esse animali, vegetali o fungine.

Allo stesso modo, anche un terreno troppo impregnato d’acqua ed eccessivamente caldo, sarà ugualmente inospitale perché diventerà abiotico, ovvero non adatto alla vita, se non di quella di muffe e microrganismi dannosi.

Ne consegue perciò che, affinché le colonie fungine porcine, possano vegetare floridamente, occorre che si crei un fragile equilibrio tra umidità-calore-nutrimento. Se manca anche uno solo di questi preziosi elementi o se qualcuno di essi sarà eccessivamente presente, salta il banco ed il disequilibrio venutosi a creare, può impedire ogni nascita fungina.

Quale sia il punto di equilibrio affinché si possano avere nascite fungine degne di nota, nessun umano può o potrà mai saperlo. Possiamo solamente fare ipotesi o limitarci ad osservare attentamente, analizzare e trarre le ipotetiche conclusioni.

Oggi, sappiamo che, in laboratorio tutto sembra assai facile. Una coltura fungina può esser osservata e studiata ma, ad oggi nessun laboratorio mondiale è ancora riuscito a replicare una coltivazione di micelio porcino e ancor meno una riproduzione di questi funghi.

Questo a riprova di quanto sia complesso e difficilmente replicabile quanto avviene normalmente in natura (per non dire impossibile).

Detto ciò, possiamo affermare che:

🔴 Un ecosistema, in grado di ospitare funghi Porcini, trova il suo punto di equilibrio in un substrato sufficientemente umido da consentire la disgregazione-soluzione dei sali minerali e altri nutrienti, ma adeguatamente umido da impedire la formazione di muffe e batteri abiotici.

Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini
Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini? Porcini con spugna ammuffita

Affinché un ambiente sia in equilibrio occorre perciò che non vi siano sconquassi meteorologici, che non vi sia un eccesso di siccità o di pioggia o che, nel caso di forti piogge, non vi siano temperature ideali per il proliferare di muffe dannose (vedi ad esempio la Botrite delle viti, l’Oidio o la mycogone rosea degli Ovoli reali).

Un ecosistema fungino equilibrato deve perciò esser riumidificato ogni qualvolta un eccesso di evapotraspirazione prosciughi eccessivamente il substrato di vegetazione dei funghi. Questa riumidificazione avviene ovviamente attraverso le piogge, in minor misura, attraverso le rugiade notturne.

Affinché un ecosistema fungino sia adeguatamente umido, non occorrono però nubifragi o alluvioni. Questi semmai possono esser più dannosi che benefici. Una doccia da 1 a 5 millimetri è più che sufficiente, in assenza di bolle calde (che tutto prosciugano nel giro di poche ore), affinché il substrato si mantenga adeguatamente umido.

Già, ma allora perché ovunque sentiamo dire o leggiamo che:

🔴 Perché parta una buona buttata/bollata di Porcini, occorrono piogge adeguate/copiose e tutti i cercatori di funghi consultano freneticamente i dati pluviometrici di migliaia di stazioni meteo, in cerca di piogge over 50 mm?

La risposta è assai più semplice e banale di quel che si possa immaginare.

Perché se non è piovuto adeguatamente e veemente, i semi dei funghi non riusciranno ad idratarsi e quindi a germinare.

Accade la stessa cosa in natura anche con i semi di fiori o ortaggi. Prova a seminare insalata su di un terreno secchissimo su cui non pioverà per settimane. Voglio vedere quanti semi riusciranno a germinare se non sono stati adeguatamente idratati e mantenuti umidi per più giorni, il tempo necessario a far fortificare le neonate radici.

Né più e né meno, affinché le spore dei funghi possano germinare, occorre anzitutto una pioggia che le idrati e poi umidità che le mantenga forti e che idrati le neonate ife-miceli, fin tanto che questi non siano abbastanza robusti-estesi da essere in grado di sopportare almeno una settimana di siccità.

Esistono vari tipi di spore fungine

Ci sono spore giovani, frutto della recente maturazione di carpofori e spore vecchie o persino antiche (le endospore), frutto di vecchie o antiche maturazioni fungine.

Una spora giovane si idrata facilmente, bastano poche gocce di pioggia per farla germinare ma, affinché la germinazione vada a buon fine, occorre che il neonato micelio trovi umidità adeguata per evitarle di disidratarsi e morire.

Va da sé perciò che, se dopo la germinazione, subentra vento secchissimo, aria calda-torrida, questo povero neonato micelio avrà possibilità infinitesimalmente piccole, di poter sopravvivere quel tanto che basta per generare una neonata colonia fungina.

Tanto più frequentemente, giovani spore saranno germinate e subitaneamente morte, per subentro di grave siccità, tanto più povera sarà la colonia fungina e soprattutto la scorta a terra di ulteriori spore, pronte a germinare.

In questo caso, se i funghi non avessero adottato geniali stratagemmi evolutivi, oggi molte specie fungine sarebbero del tutto estinte, proprio a causa di eventi meteorologici avversi, estremi, dannosi.

Ecco allora che entrano in gioco le cosiddette endospore, normali spore fungine che, stimolate da calamità naturali estreme quali: eccesso di calore (sole rovente, incendi), gelo intenso, eruzioni vulcaniche ecc., iniziano ad indurirsi, sotto un durissimo strato calcareo che crea uno scrigno inviolabile, che le rende resistenti per centinaia di anni o addirittura per millenni.

Già, ma se queste endospore sono così dure ed inviolabili, cosa potrà mai riuscire a farle germinare e renderle utili alla causa fungina?

«Acqua. Acqua che le allaga per molte ore consecutive, erodendo il durissimo strato calcareo protettivo»

E’ accaduto, ad esempio, durante il mese di luglio 2023, allorquando milioni o miliardi di spore ed endospore di Finferli/Galletti sono state idratate a lungo da insolite abbondanti piogge estive, dapprima tra Centro-Sud Italia, poi nel Triveneto.

A seguito di questa idratazione si è avuta una eccezionale nascita di Finferli, anche in località in cui non vi era notizia di ritrovamenti di Galetti da decine di anni a questa parte. Un’esplosione di Finferli, come i più giovani non avevano mai conosciuto.

Naturalmente, affinché queste endospore si possano re-idratare e germinare, occorre una pioggia adeguata ma, c’è pioggia e pioggia.

Un nubifragio che lascia al suolo 100 mm d’acqua in poche ore, potrebbe sembrare apparentemente una figata, un simile evento meteorologico di norma, fa però più danni che bene. 100 mm di pioggia equivalgono a 100 litri d’acqua che cadono su di una superficie di 1 metro quadrato e che, difficilmente potranno esser assorbiti dal terreno.

Tanta acqua finirà perciò per dilavare, ruscellare a valle erodendo, o per allagare un terreno piano, generando così un ambiente assolutamente abiotico per giorni, o addirittura per settimane o mesi, oltre a spostare e dilavare le spore presenti a terra, da luoghi ideali a luoghi non idonei alla loro schiusa.

Troppi 100 mm caduti in poche ore ma, adeguati se questi sono il frutto di 2/3 o meglio ancora di 4 giorni di pioggia.

In questo caso, questi 100 litri d’acqua saranno certamente in grado di far idratare le endospore, però non a far germinare sul subito le normali spore, per eccesso d’acqua.

Naturalmente, nel caso in cui una pioggia così copiosa sarà seguita da un repentino rasserenamento, con Pressione Atmosferica in rapidissima risalita e quindi, con insorgenza di forti venti e caldo-torrido a seguire, il terreno precedentemente zuppo d’acqua finirà per seccare rapidissimamente e quindi diventare duro come una pietra, ergo, inospitale.

Parlare dunque genericamente di pioggia abbondante, di tanti millimetri di pioggia, non potrà essere di alcuna utilità al fine della comprensione dei meccanismi che possono innescare l’idratazione delle spore, la loro schiusa-germinazione e la formazione di nuovi miceli.

Oggi sappiamo che un quantitativo di pioggia ideale per la schiusa delle spore, e la formazione di neonati miceli primari, varia tra un range di 30/80 mm caduti in non meno di mezza giornata, meglio se nel giro di 2 giorni.

L’idratazione e la germinazione di spore antiche (endospore) richiede invece quantitativi di pioggia simili o superiori, a patto che la pioggia cada al suolo (continuando ad idratarle) per molte ore consecutive, meglio se per almeno 2/3/4 o 5 giorni consecutivi.

A questo punto se non sei il classico cercatore di funghi che non desidera rompimenti di balle, pigro e in cerca di risposte “tutto e subito” (per poter andare a colpo sicuro alla ricerca di funghi, infischiandosene di come, cosa o chi abbia innescato le nascite), avrai intuito che le risposte alle domande più comuni sulla nascita dei funghi le hai avute.

Torniamo quindi in focus e al nostro tema portante che è:

Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini? – Seconda parte

Veniamo quindi alle specifiche domande di Luca «Considerando la pioggia caduta e temperature massime che si aggireranno tra i 16 ed i 19 e minime tra i 9 e gli 11, salvo vento secco ecc., tra quanti giorni è auspicabile aspettarsi una buttata (da capire di che entità)? Secondo quali parametri è possibile tentar di capire se saranno necessari 15/16 giorni o se ne basteranno 12 o meno?»

Dopo aver analizzato i meccanismi che innescano la schiusa delle spore e la loro germinazione, ora dobbiamo capire quanti giorni occorrono perché possano nascere i primi carpofori o perché si possa essere in presenza di una vera e propria buttata.

Da esperimenti fatti in laboratorio, sappiamo che un micelio fungino “medio” (facendo la media tra diverse specie fungine), coltivato su di un substrato ideale, accresce di un tot di centimetri all’ora, in alcuni casi, con substrati migliorati, i centimetri possono raddoppiare o addirittura triplicare.

Possiamo quindi ipotizzare una crescita media che varia tra i 50 centimetri ed i 2 metri al giorno, a seconda di molte variabili in gioco e, un terreno secco-duro non è certo ideale.

🔴 Cosa importantissima (siete in moltissimi a farmi questa domanda): da una spora di boletus edulis nasce esclusivamente un boletus edulis, non può nascere un aereus, reticulatus, pinophilus o viceversa.

💥 Se unisci un ovolo umano ad uno spermatozoo umano, otterrai un feto umano, non altro e, se unisci un ovolo umano ad uno spermatozoo di cane non otterrai nulla. Accade lo stesso nel Regno dei Funghi💥

Una spora nata nel bel mezzo di una preesistente colonia fungina, non avrà necessità di far accrescere il suo neonato micelio in maniera esponenziale, poiché nel giro di poco tempo potrà raggiungere un altro micelio primario con cui formare un micelio secondario fertile.

Viceversa, una spora sospinta dal vento, e nata in luogo decentrato (ma fertile, in cui siano presenti piante micorrizabili), avrà necessità di far accrescere il suo neonato micelio rapidamente, e per più giorni consecutivi, fino a poter raggiungere un altro micelio primario e, prima ancora, una pianta micorrizabile.

Una volta che due miceli primari si saranno raggiunti e fusi, non è detto che non occorra cercarne un terzo, quarto o multipli di 2.

💥 Il Boletus aereus (Porcino nero) per esempio, per poter diventare fertile e fruttificare, ha necessità di far incontrare e fondere ben 12 miceli a carica sessuale identica/differente, poiché ogni singolo micelio fertile, possiede gameti differenti ed indispensabili alla fertilità del micelio stesso. In mancanza di anche uno solo di questi gameti, la riproduzione non potrà avere atto💥

La diversificazione dei gameti avviene per cariche elettriche, negative o positive/calore, e questo meccanismo è pressappoco paragonabile a ciò che accade nel regno animale dove, il sesso di alcuni nascituri dipenderà dalle temperature che si sono raggiunte durante la gestazione.

Per quanto, in molti stiano provando ad imbrigliare questi meccanismi all’interno di App fondate su algoritmi basati su dati pluviometrici e temperature, difficilmente potranno dare risultati soddisfacenti poiché le variabili in gioco non si limitano solamente alla sterile misurazione di millimetri di pioggia e temperature dell’aria o intensità del vento ma, dovrebbero tenere conto di molti altri parametri che, non sarò certo io a suggerire loro.

Non per egoismo o per concorrenzialità ma, per semplice etica poiché, non sarebbe etico svelare tutti i misteri dei funghi e quindi imbeccare la massa di “Lanzichenecchi” che non hanno nulla del virtuoso cercatore di funghi, ma hanno molto dei raccoglitori seriali o dei raccoglitori patologici.

Immagina milioni di raccogliori seriali che invadono i boschi come fossero insetti parassiti-cavallette che, ad ogni singola buttata di Porcini… Tempo un paio di anni ed i Porcini si saranno completamente estinti. Davvero vogliamo arrivare a tanto?

Tornando in focus, devi poi sapere che, una neonata colonia fungina necessita di minimo una settimana per potersi sviluppare quel tanto che basta per generare un micelio sterile e un’altra per generare un micelio fertile, possono servire poi molte più settimane affinché il neonato micelio riesca a micorrizare efficacemente una pianta simbionte.

15 giorni sono dunque un lasso di tempo ideale affinché si verifichino le prime nuove fruttificazioni ma, a patto che, nel frattempo l’ambiente di sviluppo dei miceli sia rimasto idealmente florido e privo di intoppi climatici o comunque ambientali.

Più di una volta è capitato che una pioggia da 30/40/50 mm abbia innescato una buona schiusa di nuove spore ma, al 6°, 7°, 8° o 9° giorno sia piovuto nuovamente, abbondantemente, magari anche con pioggia fredda o grandine e quindi, il classico conteggio dei giorni dopo la pioggia sia andato a farsi benedire, non fosse altro perché i funghi Porcini non nascono se il suolo è zuppo d’acqua, sia perché i nuovi carpofori verrebbero immediatamente annientati dalle lumache, sia perché marcirebbero in men che non si dica e, chi si sognerebbe di programmare la messa al mondo di un figlio se ci si trova su di un’isola da 50 metri quadri, ripetutamente sommersa dall’acqua e senza cibo?

Per quanto i funghi possano apparirci come strani esseri viventi privi di vita ed intelligenza propria, nessuna colonia fungina si sognerebbe di produrre carpofori destinati a non produrre alcuna spora. A volte però, succede (ultimamente troppo spesso) che una colonia fungina sia pronta a fruttificare ma…

Tutto è andato per il verso giusto, ma al momento del parto dei nuovi funghi neonati, questo viene interrotto dal vento e da una siccità estrema. Prima che subentrasse il vento caldo-secco, alcune colonie fungine avevano già iniziato a partorire e diversi carpofori erano nati e si avviavano a far maturare le proprie spore ma, l’arrivo improvviso di questo infausto vento, aveva iniziato a far disidratare i carpofori già nati, seccandoli, screpolandoli o addirittura rompendoli, dando luogo a figure geometriche aliene.

Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini
Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini? Funghi crepati-rotti dal vento e dal gran secco

In questi casi, i carpofori più fragili, più giovani, tentano di far maturare le spore anzitempo, senza diventare grandi-voluminosi ma rimanendo piccini e già con il cappello completamente aperto ma, il secco li disidrata e li spacca e non c’è umidità sufficiente a far maturare le spore. Naturalmente nessuna colonia fungina si sognerebbe di continuare a riprodursi con simili avversità-calamità così la buttata si blocca repentinamente e, chissà quando riprenderà.

Ci fu un tempo in cui il clima era per così dire “dolce/normale”, sicuramente “ideale” e andar per funghi era una pratica abbastanza banale, bastava entrare in un bosco per raccogliere funghi.

Bastava attendere una quindicina di giorni, affinché tutte le ife riproduttive (gestanti) riuscissero a “partorire” i propri carpofori e, a forza di andar per boschi e verificare che ogni ciclo riproduttivo durava all’incirca 15/20 giorni, seguito poi da un ulteriore ciclo di “stanca” di assenza di nascite, di riposo riproduttivo, di altri 15/20/30 giorni, per associare queste buttate o queste assenze di funghi a qualcosa di inspiegabile, di innaturale, di misterioso: le fasi lunari.

Cercare di capire i funghi non era cosa per i nostri bisnonni, nonni o boomers, intenti più a raccogliere che a capire. Ecco allora che per spiegare le nascite dei funghi si andava a cercare vecchi e superati testi latini, di quando ancora si veneravano luna e sole, ed ecco che si attribuva questa “magia” a ciò che per alcuni è il motore della vita sulla Terra… Una insignificante palla di terra sterile, che ruota attorno al nostro Pianeta: la Luna!

Eppure è così semplice capire la vita e la riproduzione dei funghi, se intesi come esseri viventi e non come misteriosi esseri magici.

Spore e Carpofori del regno fungino, non sono altro che il parallelo di spermatozoi ed embrioni all’interno del regno degli umani. Di misterioso e magico non c’è proprio nulla.

La vera magia sta solamente nella geniale capacità della natura di non farsi imbrigliare all’interno di algoritmi.

La vera magia sta nella resilienza del Regno dei Funghi che, sin dalla notte dei tempi è stato capace di evolversi e di adattarsi a nuove situazioni, ai grandi sconvolgimenti che hanno interessato il nostro pianeta, ai nuovi climi.

Dopo questa lunga ed indispensabile dissertazione, torniamo alla seconda domanda principe, dopo aver analizzato i meccanismi che ci fanno comprendere meglio quanti giorni dopo la pioggia nascono i primi funghi Porcini.

Dopo il forte maltempo ci sarà una grande buttata di funghi Porcini? Se sì, quando?

In questi giorni sulle varie chat leggiamo opinioni d’ogni sorta. C’è chi sostiene che è piovuto fin troppo, chi invece asserisce che ha fatto troppo freddo, chi si aggrappa a terreni che, nonostante la pioggia ed il freddo, hanno una latenza calda al di sotto della lettiera, dato il lunghissimo periodo con temperature africane. C’è poi chi, sconfortato, ritiene che il caldo pregresso sia stato tale da non consentire nuove nascite porcine.

Eppure, a ben guardare il passato, i funghi Porcini, tra Settembre ed Ottobre, nel bene e nel male, sono sempre nati, anche se, a volte più generosamente, altre un po’ meno.

Come accennato, le variabili che possono impedire una buona buttata sono davvero tante.

Tecnicamente si chiamano “fattori abiotici” (abiotico) i fattori che impediscono le nascite, al contrario, un’ottima buttata sarà favorita da una concomitanza di “fattori biotici” (biotico).

Nel nostro caso, ci troviamo di fronte ad un’Italia che, per una volta tanto, ha avuto piogge copiose o comunque sufficienti ad innescare buone nascite, quasi ovunque.

Un vero e proprio ciclone di stampo autunnale che può stimolare e far sapere alle colonie fungine che l’autunno ormai è alle porte e che occorre quindi darsi da fare a fruttificare, prima che sia troppo tardi e non ci sia più tempo per farlo.

Non è un caso infatti che, i funghi Porcini, a parte i tipicamente estivi Boletus reticulatus / aestivalis, siano funghi autunnali e, non è un caso che i chiari Porcini edulis siano proprio detti Porcini (chiari) autunnali e non Porcini estivi.

Ciò che è innegabile è che fino all’arrivo del Ciclone Rea, il caldo folle africano, a tutto faceva pensare, tranne che all’autunno. Alcune locali nascite di Porcini edulis si erano avute grazie a piccoli shock termici generati dalle piogge del 3/5 di Agosto e poi a quelle di metà mese ma, il grosso delle nascite di questi Porcini avverrà grazie all’importante crollo termico e alle importanti bagnature di fine mese.

Qualcuno ipotizza già che ora faccia troppo freddo perché possa partire un’ottima buttata di Porcini. Forse però dimentica che gli edulis normalmente nascono fino a fine Novembre quando, caldo certamente non ne fa, anzi.

Ci sono state annate in cui si raccoglievano Porcini edulis a fine Ottobre o a Novembre sotto la neve o con la brina al suolo, dunque?

Qual è il livello di freddo sotto al quale le nascite di Porcini non possono più verificarsi?

Certo non quello attuale. Le spore fungine possono maturare con una temperatura al di sopra dei 12°C. Al di sotto di questa soglia non maturano più ma, ad impedirne la maturazione occorrono temperature costantemente al di sotto dei 12°C nel corso dell’intera giornata, e non un paio d’ore durante le ore notturne.

Se e quando i funghi Porcini non nascono, è sempre per via di una prevalenza di fattori abiotici su quelli biotici.

La grandine può essere sia un fattore abiotico che biotico. É fattore abiotico nel momento in cui risulta essere rovinosa e defogliante. Se priva gli alberi delle proprie foglie e quindi impedisce i processi di fotosintesi clorofilliana e la trasformazione di sostanze minerali o inorganiche in sostanze organiche zuccherine-caloriche.

Se la grandine invece è fine, non distruttiva, può rappresentare un efficace fattore biotico perché, durante lo scioglimento, idrata la terra sottostante senza scivolare a valle e provoca quello shock termico che piace ai miceli porcini perché gli suggerisce che fa freddo e che quindi l’estate sta finendo ed è ora di riprodursi e fruttificare.

Se ci sarà una grande buttata di funghi Porcini dipenderà dunque dall’insieme dei fattori abiotici e biotici e dal loro fragile equilibrio che vuole, ovviamente che quelli biotici siano prevalenti su quelli abiotici.

🔴 La nostra sensazione, e quella della gran parte dei fungaioli, è che sì, la prima grande e diffusa buttata di funghi Porcini ci sarà, e sarà anche generosa e democraticamente ben distribuita.

Per una volta tanto tutto sembra incastrare perfettamente affinché questa si possa realizzare.

É piovuto diffusamente, quasi dappertutto, c’è stata una generosa rinfrescata ma, non dimentichiamoci che partivamo da temperature folli, di almeno 10/15°C più alte della norma, mentre ora siamo tornati ai valori tipici di fine Agosto ma, soprattutto, per una volta tanto, sebbene il ciclone Rea sia stato caratterizzato anche da forti venti, nel post-ciclone non c’è aria torrida o venti troppo caldi.

Le temperature torneranno a salire rapidamente, soprattutto al Centro-Sud ma, rimarranno entro valori tipici del periodo o al più leggermente più elevati, ma senza le pregresse follie africane.

Quando potrà partire la grande buttata?

In sintesi questa è la domanda che tutti mi pongono e a cui tutti vorrebbero avere una risposta

Diciamo subito che non esiste una data valida per tutti. L’avvio della nuova grande buttata dipenderà essenzialmente dalle condizioni pregresse, da ciò che è accaduto nei 15 giorni prima dell’arrivo di Rea.

Di sicuro le nascite innescate dalle piogge del 3/6 di Agosto sono acqua passata, dimentichiamocele. Altra cosa sono invece le piogge di metà mese che, in alcuni casi sono state effimere, in altre appena sufficienti, in altri ancora discrete o persino abbondanti, anche se quest’ultime per lo più a scala locale.

Dove le piogge sono state leggere e quindi poco utili alla causa, il computo dei 15 giorni post pioggia è inutile, perché viene a mancare la materia prima: l’acqua. Dove invece le piogge di metà mese sono state più generose, si parla almeno di 20/30 mm, allora ecco che si pone il problema della concomitanza dello scadere dei 12/15 giorni post-pioggia e dell’arrivo di nuove abbondanti piogge.

In questo caso, le esperienze passate ci suggeriscono che esiste una sorta di regola aurea che prevede che:

🔥 Se piove allo scadere dei giorni post-pioggia, a buttata già iniziata, la pioggia sopraggiunta non disturberà la buttata, anzi la potrebbe di molto amplificare, tenendo però conto che: un suolo eccessivamente bagnato potrebbe favorire marcescenze e invasioni di lumache, perciò sul subito le nascite potrebbero rallentare ma, a suoli più asciutti, potrebbero letteralmente esplodere.

Quanto impiegherà un suolo a drenare la pioggia e ad asciugarsi, dipende esclusivamente dalla locale geologia (caratteristiche geologiche del terreno, se più o meno sabbioso o argilloso-roccioso) e dal pregresso stato di bagnatura del suolo.

Un suolo che era già secchissimo per il perdurare di assenza di piogge adeguate, può assorbire molto rapidamente l’acqua piovana così come potrebbe non assorbirla affatto, perché la sua superficie è stata resa compatta-dura impermeabile dall’eccesso di calore.

Un suolo ancora eccessivamente caldo potrebbe poi far evaporare una grande porzione di acqua piovana, almeno nella fase iniziale del maltempo, perciò potrebbe assorbire molta meno acqua rispetto ai millimetri effettivamente caduti su quella superficie.

Tutte queste variabili non sono prevedibili o contemplabili da eventuali App o algoritmi. In questi casi l’unica regola aurea è che devi conoscere bene il tuo territorio e soprattutto devi mettere in pratica il detto che: “se non vai, non sai”.

→ In termini pratici, in questi giorni sulle Alpi Marittime è piovuto molto ma, non in maniera eccessiva. Qua in zona la buttata innescata dalle piogge di metà Agosto era già iniziata e, infatti riceviamo report da parte di “pazzi” che hanno voluto sfidare il maltempo per recarsi ugualmente nei boschi, per constatare di persona gli effetti delle piogge giunte a buttata già iniziata, o per continuare a raccogliere. Ebbene, questi “pazzi” cercatori di funghi, un po’ troppo spavaldi, hanno comunque raccolto moltissimi Porcini e ci hanno riferito di “tappeti” di micro-porcini pronti a sbocciare.

🔥 Se piove allo scadere dei giorni post-pioggia e la buttata non è ancora iniziata, non è detto che occorra resettare il computo dei giorni e ripartire da zero (in molti casi però sì).

Molti cercatori di funghi sono convinti che, se piove molto allo scadere dei giorni post-pioggia (come nel nostro caso attuale), occorra ripartire da zero col conteggio dei giorni ma, questa tesi non ci trova completamente d’accordo.

In questo caso, secondo noi la buttata può tranquillamente partire, a patto che si dia modo e tempo al bosco di asciugarsi e, come appena detto, i tempi di asciugatura di un suolo dipendono dalla locale geologia, dalle condizioni pregresse del suolo ma, anche dalle condizioni meteo successive al nuovo evento piovoso.

Ad esempio, l’insorgenza del vento nel post-pioggia, potrebbe favorire una più rapida asciugatura del suolo e quindi una accelerazione nell’avvio della nuova buttata ma, la persistenza del vento, finirebbe per bloccare le nascite nel momento in cui, come già detto più volte, i neonati carpofori dovessero risultare rapidamente disidratati e/o spaccabili dall’eccesso di aria secca.

La persistenza di cieli coperti o comunque prevalentemente nuvolosi, magari con qualche ulteriore temporanea pioggerella, favorirà il persistere dei suoli bagnati, così come bagnati a lungo rimarranno se continuerà a piovere, poco o tanto, tutti i giorni per diversi giorni consecutivi. Ovviamente più a lungo rimarranno bagnati i suoli e più sarà ritardato il tempo di avvio della nuova buttata. Su questo non ci piove!

Può però capitare a volte che malauguratamente piova molto sul bagnato e a buttata pronta a partire. É successo nel mese d’Agosto del 2021 quando, dopo un fine Luglio piovosissimo, a buttata pronta sia piovuto nuovamente molto, altri 30/40 mm distribuiti su più giorni.

Per ragioni apparentemente incomprensibili/inspiegabili, la buttata sia partita comunque, e persino in quantità stupefacenti, con Porcini che nascevano ovunque ed in grandi quantità, persino sotto la pioggia. Porcini estivi e pure Porcini neri che, per difendersi dalla pioggia che ancora cadeva, si liberavano di parte di gambo così da non dover assorbire troppa acqua dal terreno.

Come puoi vedere in foto, in questi casi i gambi dei Porcini che, inspiegabilmente nascono all’unisono su suoli troppo bagnati, si difendono come possono:

Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini
Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini? Porcini dal cambo spaccato per la troppa umidità al suolo

Non esiste dunque una regola fissa che vale per tutto e per tutti. Le sfaccettature sono innumerevoli e le variabili sono immensamente troppe ed imprevedibili anche per le App più sofisticate ma, bada bene, questa non è una resa senza condizioni. Non prenderla come una forma di astuzia, un escamotage per non rispondere ad una domanda tanto banale quanto quella posta da Luca, ovvero: «Dopo il forte maltempo ci sarà una grande buttata di funghi Porcini? Se sì, quando? Quando partirà la nuova buttata?»

Sono più che certo che, a questo punto qualche lettore poco paziente e assai ansioso di avere risposte certe, senza rotture di balle, potrebbe pensare:«Ok, potevi dirlo sin da subito che non sai che pesci pigliare e che non sai nemmeno te quando la buttata inizierà e non sei quel genio che vuoi far sembrare d’essere».

Ok, in questo caso ribadisco che la sfera di cristallo non ce l’ho io, non ce l’hai tu, non ce l’ha nessuno. Io ti ho messo a disposizione gli ingredienti per fare la torta, ora sta a te, impastarli correttamente al fine ottenere un dolce perfetto.

Prima di concludere questo lungo post, vorrei rispondere anche all’ultima domanda che mi ha posto Luca: «Com’è possibile capire ora, se dar la precedenza a radure, prati e bordo bosco, oppure al cuore della boscaglia?»

Anche questa è una bella domanda, non poco impegnativa, un vero e proprio rompicapo.

Diciamo che in linea di massima, essendo ora passato il picco di calore ed essendo che finalmente i boschi si sono adeguatamente idratati, tanto al piano, quanto sui monti, tanto al Nord, quanto al Centro-Sud (salvo poche aree più sfortunate), è plausibile attendersi nascite di Porcini ovunque, senza particolari distinzioni tra radura, bosco rado o bosco leggermente più fitto.

Forse l’unica distinzione va fatta tra bosco fitto/bosco scuro ed altre tipologie di bosco-foresta.

Abbiamo detto che in questo momento molte zone d’Italia hanno ricevuto quantitativi d’acqua piovana da sufficienti per le nascite, ad esagerati-eccessivi.

Abbiamo detto che la buttata inizierà nel momento in cui i suoli risulteranno ancora umidi ma non più bagnati perciò, è plausibile pensare che i punti in cui il bosco si asciugerà prima siano quelli più esposti ai raggi solari, perciò tra radure, boscaglie poco fitte o dove siano presenti piccole chiazze con assenza d’alberi nel bel mezzo del bosco.

🔥 Un trucchetto valido per prevedere i migliori punti in cui cercare i Porcini ora, è per esempio, di cercare la presenza di Betulle, all’interno di un bosco di Faggi o di Abeti.

Perché proprio le Betulle? Non tanto perché potrebbero esser state micorrizate dai Boleti, quanto perché con l’arrivo dei primi cenni di fresco autunnale, questi alberi sono i primi ad avere già le foglie ingiallite, a defogliarsi lentamente, ad avere chiome tutt’altro che fitte, e tutt’altro che impermeabili, come invece avviene con Faggi ed Abeti.

Chiome poco fitte, che non fanno effetto ombrello, consentono in primo luogo una migliore penetrazione delle piogge nel sottobosco, in secondo luogo, una più rapida asciugatura del suolo perché, tra le sue chiome possono penetrare aria e raggi solari.

Veceversa, un bosco fitto/bosco scuro, in cui penetra poca luce e poca aria, in periodi progressivamente sempre più freschi e poi freddi, conserverà assai più a lungo umidità o addirittura bagnatura dei suoli.

Subirà marcescenza della lettiera, anziché decomposizone ad opera dei numerosissimi microrganismi deputati a questo compito (ivi inclusi i funghi), diventerà abiotico, quindi sfavorevole alla vita.

Naturalmente, ogni tipologia di fungo Porcino ha le proprie peculiari esigenze e caratteristiche, che vanno tenute in buon conto quando ci si reca a cercar funghi, sorge dunque spontanea la seguente domanda:

QUALI SONO LE ESIGENZE DEI VARI FUNGHI PORCINI?

Queste caratteristiche sono tipiche dei vari Porcini:

🍄 Boletus pinophilus (Porcino rosso-pinicola)

Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini
Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini – Boletus pinophilus

É il Porcino del freddo. Ama il freddo e non sopporta siccità o caldo eccessivo, perché è forse il fungo Porcino che assorbe più acqua dal suolo e perciò patirebbe molto la disidratazione e la siccità. E’ il più resistente di tutti all’acqua piovana e può sopportare la bagnatura del piede ma, solo se l’aria è fredda e non calda. Caldo e umidità lo farebbero ammuffire-marcire in un batter d’0cchio, perché non possiede una “scorza” del gambo dura ma, tendenzialmente tenera.

🍄 Boletus reticulatus/aestivalis (Porcino estivo-estatino-fiorone)

Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini
Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini – Boeltus reticulatus

É il porcino del caldo. Ama il caldo, può sopportare un po’ di fresco, ma assolutamente non il freddo. Ha un gambo più duro rispetto agli altri Porcini e grazie al suo reticolo in rilievo può vantare una sorta di “scorza” che lo difende da eventuali improvvisi temporali ma, ammuffisce rapidamente se la bagnatura dei suoli post-temporale permane già più di un giorno. I suoi neonati possono nascere anche su suoli ancora bagnati, purche la Pressione Atmosferica sia in rapida risalita, annunciando l’arrivo di bel tempo e di potenziali venti che asciugheranno rapidamente i suoli.

🍄 Boletus aereus (Porcino nero-bronzino)

Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini
Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini – Boletus aereus

É il Porcino più eclettico e di facile adattamento ma, non nascerà le sue spore non avranno subito un bagno d’acqua adeguato. Questo Porcino sopporta tanto il caldo quanto il fresco o il freddo pre-invernale. Non ama il fresco-umido primaverile, ma necessita di periodi fortemente piovosi alternati ad altri fortemente secchi. Senza alternanza pioggia-caldo-secco-pioggia difficilmente fruttificherà. Non sopporta il piede bagnato e se sorpreso da un improvviso temporale marcirà, a partire dalla “spugna” che diventerà bianca ma, bianca di muffa. Fin tanto che il bosco rimarrà baganto, scordati perciò di andare a cercare questa tipologia porcina. Se una pioggia giunge a fine conteggio dei giorni post-pioggia, le nuove nascite verranno rimandate fino a data da destinarsi e potrebbe anche saltare completamente la buttata.

🍄 Boletus edulis (Porcino chiaro autunnale)

Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini
Quanti giorni dopo la pioggia nascono i funghi Porcini – Boletus edulis

É il Porcino del clima umido. Ama vegetare in ambienti umidi con forte umidità nell’aria e meno umidità nel suolo benché, in presenza di fresco o freddo, possa vegetare tranquillamente anche su di un suolo ancora molto umido, persino bagnato. Le muffe proliferano solamente con caldo-umido, per questa ragione l’edulis ama e sopporta l’umido autunnale o invernale, perché non entra in competizione con le muffe. Ci è capitato di trovare buttate di edulis davvero copiose in periodi fortemente piovosi in cui pioveva ogni giorno e quindi ci è anche capitato di raccogliere grandi quantità di edulis sotto la pioggia ma, indossando felpe pesanti ed impermeabili altrettanto pesanti, mai in maniche corte o in maniche di camicia. Nascite più o meno sporadiche di edulis si possono verificare anche in periodi estivi, in montagna, dove fa più fresco e mai in collina o al piano, sempre però all’indomani di piogge fredde o di grandinate, comunque mai rovinose.

Ci pare che questo lunghissimo articolo possa esser considerato più che esaustivo.

Com’è nelle peculiarità di Funghimagazine, non ci siamo limitati a dare risposte senza senso, sulla base di ciò che si trova scritto sul web o peggio ancora interrogando I.A. in cerca di risposte, quelle, approssimative e spicciole le può cercare chiunque ma, siamo certi che lascino il tempo che trovano.

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2 Commenti
  1. Tommaso Iaquinta dice

    Ciao, sto facendo un dottorato sull intelligenza artificiale e sono appassionato di funghi. Se vi interessa fare una collaborazione possiamo provare a modellare il vostro database con algoritmi di apprendimento automatico e vedere cosa ne viene fuori. Contattai a tommyiaq22@gmail.com.

    1. funghimagazine dice

      Ciao Tommaso. Ti contatto in privato. Grazie della risposta

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