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I funghi di ferragosto 2022. Molti nubifragi = molti funghi?

Perché piove ma il terreno non si bagna e non nascono funghi? Come si forma un temporale e perché alcuni di essi danneggiano il bosco ed i funghi, anziché favorirli? Tornano le piogge e nubifragi in Italia, ma torneranno anche i funghi? I funghi di Ferragosto, dove se ne stanno già raccogliendo

I funghi di ferragosto 2022. Molti nubifragi = molti funghi?

I funghi di ferragosto 2022 – parte 1 – Aggiornamento Meteofunghi

Archiviato il mese di Luglio* più caldo, ma anche più secco a memoria d’uomo (*fonte CNR), Agosto non è iniziato sotto i migliori auspici, dal momento che l’invadente Anticiclone Africano sembra esser molto restìo a voler cedere lo scettro ed abdicare.

Tuttavia, qualche scorcio di timida speranza, per una tregua al gran caldo ed all’imperante siccità, sembra iniziare a giungere dai Modelli Matematici Meteorologici, soprattutto in corrispondenza del Ferragosto e della settimana successiva.

→ Per avere più certezze circa l’esatta evoluzione del tempo nei prossimi giorni ti ricordo che puoi leggere PREVISIONI METEO affidabili sul sito web amico Naturalmeteo.

Nonostante le centinaia di messaggi che abbiamo ricevuto dai nostri lettori, che ci invitano a continuare a parlare di funghi & clima, infischiandocene di chi sostiene che tutto va a gonfie vele e, che non c’è nulla di cui preoccuparsi nel non trovar acqua per bagnare i campi o da bere, oppure nel rosolare come bistecche fiorentine, già solo stando all’aria aperta, c’è anche qualche (fortunatamente sparuta) voce fuori dal coro che continua a chiderci di limitarci a scrivere (suggerire) dove andare a raccogliere funghi a colpo sicuro, “senza rompere le balle” con argomenti noiosi di cui ‘non avremmo‘ competenza.

A quest’ultimi ribadisco che siamo un blog educativo e che, pertanto ci occupiamo degli argomenti che riguardano i funghi e tutto ciò che gli sta attorno, quindi la Natura nel suo insieme ed il Clima che la governa, non a caso questi articoli si chiamano “Aggiornamento Meteofunghi” e non ipotetiche “Razzie Sicure al 100%”.

Se costoro si annoiano nel leggere contenuti educativi, ricordiamo che il web è pieno zeppo di bufale d’ogni sorta e pure di modelli diseducativi da seguire e, che non rompano le balle a noi (per dirlo pane al pane, vino al vino) con le proprie sciocche lamentele, dal momento che caldo e siccità sono sulla pelle e sotto gli occhi di tutti, almeno di coloro che non vivono con i prosciutti davanti agli occhi.

Ma polemiche a parte, se dal 1° Gennaio 2022 al 10 di Agosto 2022 ci sono ancora centinaia di appassionati cercatori di funghi che non hanno mai messo nel proprio cesto un solo fungo Porcino un motivo ci sarà.

Se ogni singolo giorno della settimana riceviamo dai nostri lettori almeno 10/20 o più messagi/richieste, attraverso i quali i lettori ci domandano il perché delle cose, il perché di questa ostinata assenza di funghi o di questo assurdo clima, come minimo, ci informiamo, consultiamo chi ne sa più di noi, là dove non abbiamo risposte da dare e ne traiamo le conseguenze.

Limitarci ad infischiarcene, rispondendo che è il fato o che è colpa della Befana che ci sta portando il carbone perché abbiamo fatto i cattivi, ci sembra decisamente sciocco ed altamente diseducativo. Questo non rientra nelle linee editoriali di funghimagazine.

Fatte queste doverosissime premesse, veniamo alle discretamente buone notizie.

Nonostante tutto il buon impegno che ci abbiamo messo nel rendere la nostra Atmosfera Terrestre un agglomerato di gas ad effetto serra i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti e che si manifestano con temperature invivibili ed una siccità preoccupante, la Natura sembra aver comunque compassione per noi e, lo fa con quella che è la più classica delle configurazioni meteorologiche tipiche di metà Agosto.

POST FERRAGOSTO CON UN CLIMA PIU’ UMANO E MOLTE PIU’ PIOGGE

I funghi di ferragosto 2022 – parte 2 – Aggiornamento Meteofunghi

Sarà una cosiddetta ‘Goccia Fredda’ d’alta quota che, con alta probabilità, subito dopo il Ferragosto, giungerà dal vicino Oceano Atlantico, a dare ampie boccate d’ossigeno a tutta l’Europa Occidentale, inclusa l’Italia centro-settentrionale, con un repentino calo delle temperature ed un rapido susseguirsi di piogge e forse persino di pericolosi temporali.

Purtroppo, e questo ormai lo hanno imparato persino i bambini, il Mar Mediterraneo è un mare chiuso che si sta surriscaldando ad una velocità tripla o persino quadrupla rispetto agli altri mari o oceani*, che invece si raffreddano per effetto delle fredde acque generate dallo scioglimento della calotta artica e di buona parte anche di quella antartica (*riscaldamento certificato ed ufficializzato dal CNR (Isac.cnr.it).

Un Mediterraneo così eccessivamente caldo, signfica aumentata o persino esasperta evaporazione di vapore acqueo che si concentra là dove le correnti d’aria lo intrappolano in piccole ma insidiose formazioni temporalesche in grado di scaricare in pochissimi minuti quantità d’acqua che normalmente cadono nel corso di uno o più mesi.

Le alluvioni della Val Camonica (29/07/2022) o gli allagamenti dell’Irpinia, di Cagliari, di varie località della Sicilia ne sono un esempio lampante. Tutta l’Italia è ora a forte rischio alluvioni ed allagamenti.

Le leggi della fisica ci dicono che “quanto più elevata è la temperatura dell’aria, tanto maggiore è la quantità di vapore acqueo che vi può essere contenuta”.

Per questa ragione, con temperature così elevate, all’interno delle formazioni temporalesche si concentrano quantativi di vapore acqueo così elevati da generare piogge consistenti, quando non addirittura alluvionali.

L’evapotraspirazione che precede un temporale diventa tanto più intensa quanto più lo strato d’aria sottostante è caldo e secco. Si calcola che nella parte inferiore della nube temporalesca e nella porzione di atmosfera che sta al di sotto della nube stessa, evaporino all’incirca 3,000 tonnellate di acqua al secondo*, pari più o meno al 50% della precipitazione che si forma all’interno del cumulonembo (*fonte: Manuale di Meteorologia – Alpha Test 2003/2022).

Diversi nostri lettori ci hanno domandato perché in alcune località piove come se non ci fosse un domani, tuttavia, a due soli giorni dal nubifragio i boschi si presentano asciutti come non mai, proprio come se non avesse mai piovuto.

PERCHE’ PIOVE MA IL TERRENO NON SI BAGNA? E PERCHÉ NON NASCONO FUNGHI?

I funghi di ferragosto 2022 – parte 3 – Aggiornamento Meteofunghi

La ragione è molto semplice, perché statisticamente, non sono i nubifragi violenti a poter riequilibrare un fragile ecosistema che ha subito ogni sorta di maltrattamento climatico.

Per riportare un ecosistema boschivo ad una condizione di equilibrio sostenibile, in cui prosperano vegetali, animali, funghi e batteri, occorre una normalità climatica che ormai si è persa da troppo tempo.

Non piove da secoli”, giusto per usare una terminologia a tutti comprensibile e, quando lo fa, piove furiosamente e per un lasso di tempo troppo breve per consentire al terreno di riuscire ad assorbire la pioggia caduta.

L’eccesso di calore e di siccità riduce il terreno a cemento armanto. Con temperature dell’aria superiori ai +30°C, ma ancor di più con temperature superiori ai +35, o addirittura +40°C, i raggi solari arrivano a terra con temperature folli.

Si parla tranquillamente di +50° ma anche +60° o persino +70°C quando il terreno molto scuro tende ad accumulare calore, il che innesca fenomeni di esasperata evapotraspirazione (oltre che incendi) che rendono il terreno così caldo-secco da modificarne la chimica.

É come se sul terreno fosse transitato un vero e proprio incendio. La terra si compatta, si crepa, si indurisce come cemento e non riesce più a reidratarsi, a meno che l’acqua non sopraggiunga calma, lenta e spalmata su più giorni consecutivi.

Se un nubifragio da 30/50 o persino 100 millimetri si scatena su di un prato, ci sono buone probabilità che un buon quantitativo d’acqua venga assorbito dal terreno, poiché i fili d’erba tendono ad intrappolare gocce d’acqua che giungeranno a idratare il terreno stesso, ma tutto questo non può durare solamente un quarto d’ora, o anche meno.

Viceversa, se 30/50 o 100 millimetri di pioggia cadono su di un suolo arido, duro ed impermeabile, si viene a creare un effetto strada, dove l’acqua piovana non viene assorbita dall’asfalto ma inizia a ruscellare a valle impetuosa.

Non solo ma, in presenza di formazioni temporalesche “esuberanti”, avvengono fenomeni atmosferici ben noti in ambito meteorologico.

COME SI FORMA UN TEMPORALE – LA GENESI DI UN NUBIFRAGIO

Non sottovalutare questo argomento. É di importanza vitale per comprendere meglio la mancata nascite di funghi, pur in presenza di forti piogge.

I funghi di ferragosto 2022 – parte 4 – Aggiornamento Meteofunghi

Un temporale si forma e può accrescere, anche a dismisura, fino a degenerare in qualcosa di assai violento (“supercella” con relativo nubifragio o “cloudburst”), grazie al miscuglio di energia termica e vapore acqueo che, insieme daranno vita ad acqua allo stato liquido (pioggia), eventualmente anche allo stato solido o pastoso (grandine, o graupel-neve tonda) ed energia cinetica (vento). Naturalmente tra tutte queste sfuriate di energia, oltre all’energia cinetica (vento), e precipitazioni, non possono mancare le energie: elettrica-termica-luminosa-sonora, ovvero di fulmini, lampi e tuoni.

Il prodotto di questo miscuglio può raggiungere livelli energetici impressionanti, che aumentano in maniera proporzionale, ma alla quinta potenza, alla dimensione della nube temporalesca stessa.

In pratica, se la nube temporalesca raddoppia la sua dimensione iniziale, il temporale diventa 30 volte più potente, se la nube triplica la sua dimensione, il temporale diventa 250 volte più potente ma se la dimensione quadruplica, la potenza del temporale aumenta fino a 1000 volte. Una forza davvero impressionante.

Durata ed intensità di un Nubifragio dipenderanno essenzialmente, dalla quantità di energia termica e vapore acqueo che alimenteranno la cella, multicella, supercella, o l’intero sistema temporalesco.

Tutto ha inizio con una bolla d’aria che si riscalda velocemente, a contatto con una superficie arroventata dal sole, magari dove il caldo è anche torrido (secco) a causa della presenza di una massa d’aria calda giunta dal Nord Africa.

Perché si formi un cumulo di calore però, occorre che intervenga qualcosa, ad interrompere la quieta staticità della bolla d’aria calda, trattenuta al suolo dall’elevata pressione esercitata da un Anticiclone.

Può trattarsi di un colpo di vento, una improvvisa variazione della Pressione Atmosferica, il sopraggiungere di una Perturbazione o anche semplicemente di una Linea Instabile (Temporalesca), ma anche di una infiltrazione in quota o negli strati atmosferici inferiori, di aria più fresca, o comunque con caratteristiche differenti (fresca, fredda, umida) rispetto alla massa d’aria preesistente.

La bolla calda viene così forzata a sollevarsi dal suolo e salire in quota, magari incentivata dalla presenza di un monte. Le correnti ascensionali che si vengono a creare, prendono quindi la via delle alte quote e, siccome l’aria calda è decisamente più leggera rispetto all’aria fredda, succede che la corsa verso l’alto diventi irrefrenabile e sempre più veloce.

Salendo in quota, l’aria calda si viene a trovare in un ambiente atmosferico a Pressione sempre più bassa, poiché in quota l’aria è progressivamente meno densa e più leggera, perciò si espande e al contempo si raffredda.

Man mano che la bolla sale, il Vapore acqueo in essa contenuto condensa, si forma quindi la nube vera e propria e, grazie a cosiddetti ‘nuclei di condensazione‘ (che può anche essere semplice polvere), si formano le goccioline d’acqua che fanno manifestare la nube stessa.

Ogni singola cella temporalesca attiva, ha una vita media di circa 45 minuti con un ritmo di rigenerazione di circa 15 minuti e può interagire con altre celle attive adiacenti che possono inglobarla e rigenerarla, formando appunto un sistema temporalesco multicellulare.

Durante la formazione di una nube temporalesca ben organizzata, diciamo “matura”, avviene un fenomeno atmosferico detto “entrainement”, ovvero un vigoroso risucchio di vapore acqueo dall’ambiente circostante.

→ Si calcola che una simile nube possa innescare un contemporaneo fenomeno detto “inflow”, attraverso il quale la nube si alimenta con un flusso d’aria di circa 700,000 tonnellate al secondo. Il rimescolamento laterale della nube stessa fornisce all’incirca altre 450,000 tonellate d’aria al secondo.

Le correnti ascendenti che si formano all’interno della nube, dette in gergo “updraft” raggiungono un’intensità normale intorno ai 6/8 metri al secondo ma, nei temporali più violenti possono addirittura superare i 15/20 metri al secondo con punte anche superiori all’interno di una cella temporalesca detta “supercella”o sistema temporalesco dotato di moto rotatorio proprio (Mesociclone).

Ancora più pericolose per l’uomo e le sue costruzioni, oltre che per la Natura, sono invece le raffiche discendenti dai vertici della nube verso le zone periferiche, dette “outflow” (anche “downburst” o “microburst/microraffica discendente” oltre che “vertical wind shear”). Queste di norma hanno un’intensità attorno ai 20/30 metri al secondo ma possono raggiungere la ragguardevole velocità di 50 metri al secondo.

→ 20 metri al secondo significano 72,000 metri all’ora, ovvero un vento di 72 km orari che, nel caso di microburst o downburst possono diventare 50 metri al secondo, ovvero 180 km orari.

ECCO SPIEGATO PERCHE’ PIOVE, MA IL TERRENO NON SI BAGNA – E QUINDI NON POTRANNO NASCERE FUNGHI

I funghi di ferragosto 2022 – parte 5 – Aggiornamento Meteofunghi

Con numeri così importanti, come quelli appena citati, è del tutto normale che gli ecosistemi boschivi vengano di volta in volta letteralmente sconvolti dalle formazioni temporalesche a scala più o meno locale.

Pensa e rifletti…

Se una cella temporalesca “matura” è in grado di risucchiare 750,000 tonnellate d’aria al secondo al di sotto della nube stessa, più altre 450,000 tonnellate d’aria al secondo provenienti dalle periferie della nube, oltre che 3,000 tonnellate d’acqua al secondo, immagina quanti e quali sconvolgimenti subisce il territorio ogni qualvolta diverse nubi temporalesche ci sfiorano di soli pochi chilometri.

Il risultato è che non è piovuto, non è caduta neppure una goccia d’acqua. Il territorio circostante il temporale si è privato di una grandissima massa di vapore acqueo/acqua che sono confluiti all’interno del sistema temporalesco, provocando ulteriore siccità.

Venti a 40/50/70 o addirittura 100 o più chilometri orari, prima e dopo il temporale, hanno letteralmente devastato l’ecosistema boschivo rendendolo così secco da non consentire il normale funzionamento dei processi di decadimento della materia organica.

Il danno oltre alla beffa!

Per questa ragione accade che in molte zone d’Italia, nonostante transitino diverse nubi e, quindi apparentemente/teoricamente, dovrebbero aumentare i tassi d’umidità relativa dell’aria, questi anziché aumentare decrescono vertiginosamente, amplificando ulteriormente la siccità pregressa.

Non basta ma, anche nell’ipotesi in cui il temporale ci “colpisce e ci affonda”, con un nubifragio che può raggiungere e superare di gran lunga l’intensità oraria di 100 mm/h, non è detto che tutta questa pioggia riesca a raggiungere il sottobosco.

Durante il transito di temporali così violenti, accade infatti che il vento, l‘odioso ed infausto vento, non soffi solamente prima del temporale (“inflow”), ma anche durante il temporale stesso (“updraft” e “microburst”).

Accade così molto spesso che mentre piova a dirotto, si possa veder la piogga risalire anziché scendere!

É il forte vento ascendente ad impedire alla pioggia di cadere o a rallentarne la caduta.

Molto spesso poi, sono le raffiche di vento orizzontale a far sì che le nuvole di pioggia si limitino ad “accarezzare” le chiome degli alberi, spingendo la pioggia, appena poggiatasi sulle chiome stesse, oltre ed oltre, impedendole di raggiungere il sottobosco.

Fenomeni così violenti andrebbero assolutamente riprovati, combattuti, andrebbero detestati, anziché sperare che ci raggiungano per portarci la tanto anelata acqua piovana.

Questi, non fanno bene al bosco, alla Natura, ma neppure ai Sapiens, primo perché sono sempre fonte di danni, secondo perché non sono fonte di vita ma di pericolosa distruzione.

Ora, senza voler tornare all’interno di polemiche senza fine, domandati il perché di tutto questo.

Domandati per quale ragione, quelli che in passato erano degli innocenti, quieti e floridi temporali di calore estivi, oggi sono diventati pericolosissimi fenomeni violenti che, oltre a portare danni e distruzione, amplificano di fatto la pregressa siccità, anziché portar ristoro?

Sarà colpa di Babbo Natale o della Befana? Sarà forse colpa di chi continua ad inquinare senza sosta e senza alcun pudore, fregandosene di quel che sarà delle generazioni future che dovranno fare i conti con un Pianeta invivibile?

E non sarà anche colpa di chi, con assoluto menefreghismo ed irresponsabilità continua a votare quei ricchissimi signori che si arricchiscono, depredando, inquinando ed insozzando il Pianeta, alle spalle di poveri sempre più poveri che incomprensibilmente li votano?

Se la logica è ancora logica, per quale strana ragione psicologica dovremmo votare chi si arricchisce alle nostre spalle, vendendo idrocarburi, pur sapendo che sono i maggiori responsabili di questi fenomeni meteorologici così violenti da mettere in serio pericolo le nostre vite ad ogni transito perturbato?

Perché questi poco lungimiranti signori non investono i loro miliardi in ricerca e tecnologia, spinti dal desiderio di trovare fonti energetiche alternative che non insozzino e distruggano il Pianeta, anziché abbuffarsi come non ci fosse un domani, per poi andare a scorreggiare in orbita, inquinando con i loro razzi del turismo spaziale anche gli spazi interstellari?

Riflettete gente! Riflettete, sempre che siate ancora in grado di farlo e che non via abbiano fatto il lavaggio del cervello attraverso TV spazzatura o giornali al servizio del proprio padrone.

IL RITORNO DELLE PIOGGE E, FORSE, ANCHE DEI FUNGHI

I funghi di ferragosto 2022 – parte 6 – Aggiornamento Meteofunghi

Che ci piaccia o meno, lo ribadisco fino allo sfinimento, NON POSSONO ESISTERE FUNGHI, SENZA UNA APPARENTE NORMALITA’ CLIMATICA.

Chi si annoia a leggere questi post sicuramente non è un amante della Natura e dei Funghi in senso stretto. Forse ama i benefici del venderli i funghi depredati alle spese altrui, quindi senza rispettare i limiti imposti per legge, sempre che appunto le leggi le rispetti.

Chi ha a cuore la Natura, chi è cosciente del fatto che la scomparsa dei funghi nei boschi equivale alla scomparsa delle piante micorrizate (che poi sono la maggioranza dei nostri boschi), non troverà certamente noioso apprendere i meccanismi che regolano ed innescano i fenomeni violenti appena descritti, così come non sottovaluterà il fatto che, senza funghi, senza alberi e senza ossigeno non potrà esserci alcun futuro per i nostri figli e nipoti.

Noi boomers potremo continuare a fregarcene della Natura, del Clima e del futuro ma, le nuove generazioni dovranno alla fine fare i conti con il nostro menefreghismo e non saranno certamente tempi felici per loro.

Per fortuna i funghi sanno adattarsi molto meglio rispetto ai Sapiens ai cambiamenti, soprattutto a quelli degli ecosistemi e del clima.

Checché se ne dica e si legga su alcuni gruppi sui Social, i funghi nel corso dei millenni, hanno affinato capacità di adattamento a noi inspiegabili.

Attraverso le loro capillari ed efficientissime reti di miceli, sono in grado di andare a cercare l’acqua anche a svariati chilometri di distanza, rendendola disponibile alle piante simbionti che hanno micorrizato.

Tutta questa efficienza però va a cozzare contro una sempre più crescente assenza di fonti d’acqua, dovute proprio ai Cambiamenti Climatici che noi stessi abbiamo innescato.

Per ora però, per fortuna, i buoi non sono ancora tutti fuori dal recinto. Qualcuno è rimasto perciò, per ora non tutto è ancora perduto.

Qualche colonia fungina riesce ancora a prosperare, nonostante tutto e, quanto hanno studiato e rilevato Micologi di fama, oggi sta accadendo, quasi insperabilmente in alcuni boschi della nostra Penisola.

Qua e là da alcuni giorni, dopo le piogge, più o meno violente, di inizio Agosto, si stanno iniziando a trovare i primi funghi igrofili (Cantarelli/Galleti, Finferle, Russule, Mazze di Tamburo e Boleti dal Piede Rosso), soprattutto dove alcune piogge si sono ripetute nel corso della settimana di San Lorenzo.

Dal Piemonte al Triveneto una serie di temporali, stavolta meno violenti rispetto ad inizio mese, hanno bagnato maggiormente i boschi e, infatti dalle nostre chat ci giungono già le prime conferme di ritrovamenti anche di funghi Porcini.

Per ora non tanti ma, qua e là una dozzina di Porcini fanno già bella mostra nei cesti.

Mentre pubblico questo post, violenti temporali stanno interessando la Calabria con alluvione lampo alle porte di Reggio Calabria e focus temporalesco su Scilla dove, i soliti fiumi di acqua e fango hanno invaso il bellissimo gioiello del turismo reggino. 90 mm di pioggia sono infatti caduti anche in meno di un’ora. Solite piogge devastanti, frutto di questi scellerati fenomeni innescati dal nostro menefreghismo climatico.

Dopo l’Irpinia, Cagliari, Sicilia ed ora anche Calabria, piogge e temporali interessano le spiagge della Riviera Romagnola, le zone interne del Lazio ed Abruzzo-Molise, la Campania con nubifragi soprattutto nel Cilento e la Basilicata occidentale. Qualche temporale anche sulla punta del Gargano. Qualche doccia si è avuta anche in Emilia Romagna e Veneto.

Nel corso dell’ultima settimana piogge interessanti si sono avute in Piemonte, Liguria, Lombardia soprattutto settentrionale, Trentino, Veneto, Friuli, Toscana e Lazio interni poi successivamente anche in Umbria, Marche interne, Abruzzo, Campania, Sicilia, localmente le primissime piogge sono tornate anche in Sardegna, ci sono poi state grandi piogge in Campania, Lazio meridionale, Basilicata, Calabria e nuovamente in Sicilia con ulteriori deboli docce in Sardegna.

Il 10 ed 11 di Agosto hanno visto piogge importanti cadere nuovamente nel Lazio interno, in Campania, Basilicata, parzialmente sulla Puglia, in buona parte della Calabria e Sicilia e qualche temporale in più anche violento, nel Sud Sardegna.

Insomma, in questi ultimi giorni pre-ferragostani è stato il Sud Italia a far incetta di acqua piovana, indispensabile ad innescare future nascite di funghi.

FINALMENTE UN DECISO CAMBIO DI ROTTA

I funghi di ferragosto 2022 – parte 7 – Aggiornamento Meteofunghi

I funghi di ferragosto 2022
I funghi di ferragosto 2022 – Foto: Simone Crestani-Lombardia, raccolto di metà Agosto 2022
I funghi di ferragosto 2022
I funghi di ferragosto 2022 – Foto: Renzo-Lombardia – Raccolto di metà Agosto 2022

Piove ma non c’è più quel caldo torrido-rovente che c’era prima.

I livelli di “geopotenziale” in alta quota sono decisamente diminuiti. Il Geopotenziale misura l’entità della presenza d’aria calda in quota.

Se in quota l’aria è meno calda c’è più instabilità atmosferica; nei bassi strati atmosferici le temperature diurne si alzano per effetto dell’irraggiamento solare, ma non impennano per concomitante effetto di compressione delle masse d’aria.

In parole povere, diminuisce l’evapotraspirazione diurna ed i terreni iniziano a perdere meno umidità, consentendo così alle piogge, che riescono ad oltrepassare le chiome degli alberi, di rimanere più a lungo intrappolate nel sottobosco.

Tutto questo si traduce in una maggior umidità dell’aria e del bosco, con un progressivo risveglio degli ecosistemi andati in sofferenza o addirittura in shock durante la pesante fase di prolungata siccità.

Entro Ferragosto le temperature diminuiranno di pochi gradi ma subito dopo le diminuzioni potrebbero essere un po’ ovunque più accentuate.

In alta quota si dovrebbe instaurare una cosiddetta ‘Goccia Fredda’ ovvero una massa d’aria instabile, con temperature decisamente assai più consone e più basse rispetto agli strampalati valori raggiunti durante il mese di Luglio.

Più piogge = maggiori probabilità di nascite di funghi

Non se ne esce. Checché ne dicano o ne pensino coloro che rifiutano di prendere atto che se il Clima è improvvisamente impazzito non è colpa di qualche capriccio di ADAD, il Dio della pioggia, ma è semplicemente colpa di Umani che, chiamarli Sapiens sarebbe un insulto all’intera umanità.

BOSCHI COMPROMESSI DALLA TORRIDA SICCITA’

I funghi di ferragosto 2022 – parte 8– Aggiornamento Meteofunghi

Altro argomento scomodo ma di triste e reale attualità, è la morte di alberi nei boschi.

Quale forma di estrema difesa, la Natura ha innescato processi di quiescenza. É temporaneamente andata in ‘stand-by’, si è assopita, ha bloccato i propri processi metabolici e quale risposta a questi letarghi anticipati, molte piante hanno già lasciato ingiallire o addirittura cadere le proprie foglie.

Dove i Tigli non sono stati letteralmente divorati e spogliati dall’ennesimo parassita, frutto della Globalizzazione, ovvero della pestifera Popilia Japonica (il coleottero giapponese che tutto divora in men che non si dica), molti esemplari hanno già perduto completamente le foglie, essendo piante che di norma, necessitano di ambienti tendenzialmente umidi (mesofili umidi).

Morti, quindi abbattuti anche molti Abeti alpini, questa volta per colpa di un altro parassita alieno, il Bostrico Tipografo.

Ingialliti o defogliati anche molti esemplari di Pioppo, Frassino, di Nocciolo ma soprattutto le Querce, persino quelle Roverelle che di norma sono abituate a vegetare in assenza di umidità, dal momento che prediligono terreni pietrosi-rocciosi secchi. Ma non così esasperatamente secchi!

In Pianura Padana, lo avevamo già scritto, il ritorno dei nubifragi, con anche accumuli totali attorno ai 100 millimetri, avrebbero potuto innescare ottime nascite lampo di centinaia di Porcini Neri ma, là dove le loro piante simbionti sono già ingiallite o defogliate, non vi sarà nascita alcuna.

Non pretendete dunque che vi diciamo dove le piante non hanno sofferto o sono rimaste sane perché non lo sappiamo né potremmo saperlo, quindi non sapremmo dirvi dove vi sono le probabilità maggiori di trovare nel bosco un autentico tappeto di Porcini Neri.

In questi casi, lasciatemelo dire volgarmente, è solo questione di… culo!

Forse però più che di fortuna, è questione di calma, pazienza e buon senso. Pretendere di entrare in un bosco e raccogliere a piene mani di questi tempi è piuttosto utopistico.

Come ben saprai, su funghimagazine ci sono tutti gli strumenti utili o necessari per sapere dov’è piovuto o dove ha prevalso la siccità e quindi anche dove ci sono le maggiori chances di veder nascere bei funghi Porcini.

Chi ha fretta di sapere, “senza rompimenti di balle” sta sicuramente leggendo un post sbagliato nel posto sbagliato perché su funghimagazine non c’è posto per irresponsabili che pensano che la Natura sia un luogo da depredare a proprio piacimento, fregandosene delle conseguenze delle proprie azioni.

Funghimagazine ricorda e ricorderà sempre ai propri lettori che la Natura ci saprà ancora premiare se la rispettiamo e la rispetteremo.

Ricordati perciò, e lo ribadisco a scanso d’equivoci, che in presenza di fasi calde-siccitose o comunque avverse, le colonie fungine tendono a generare più apparati riproduttivi indispensabili per la propria sopravvivenza perciò, quando ti recherai nei boschi perché hai sentito dire che è iniziata la ‘buttata’, ricordati che, una razzia di funghi adesso, nel momento del pericolo, significherà ulteriore ed esasperata assenza di funghi domani!

Pensa! Non fare lo struzzo!

I funghi di ferragosto 2022©funghimagazine.it

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6 Commenti
  1. Massimo dice

    Articolo molto interessante e ricco di argomenti, come sempre. Complimenti vivissimi

    1. funghimagazine dice

      Grazie mille. L’apprezzamento è uno stimolo a dare sempre di più

  2. Bruno Bechelli dice

    Come hai ragione,ma non su e solo i funghi; è un disastro ambientale mai successo prima della nostra era. Su tutti gli argomenti concordo e sostengo le tesi esposte.
    Cosa dovremmo fare. Ripartire da zero.Tanto
    impegno , volontà e modestia. Amare molto di più la natura. Altro che cercare i funghi.
    Attiviamo il cervello se ancora ne abbiamo di non condizionato.
    .

    1. funghimagazine dice

      Purtroppo ci sono tante persone che il cervello attivato ce lo avrebbero anche ma, così come ha spiegato il compianto Piero Angela nella scorsa puntata post-mortem di “Super Quark”, per paura delle conseguenze della verità, preferiscono arroccarsi su bufale o scemenze che “fanno meno paura”. Comunque il disastro ambientale è sotto gli occhi di tutti, anche di chi preferisce nascondere la testa sotto la sabbia, inclusi i fungaioli che, per trovare 2 funghi Porcini devono migrare per mezza Italia, andando ad incrementare ulteriormente le emissioni di Anidride Carbonica, chiudendo il cerchio del circolo vizioso. Tempi duri per la Natura, non oso pensare che accadrà quando lo saranno palesemente anche per i Sapiens!

  3. Giovanni Perazzolo dice

    Grazie Angelo, grazie per tante notizie, cultura, conferme di cultura e notizie vere, sulla natura, ambiente, micologia, non mollare e grazie.

    1. funghimagazine dice

      Grazie mille! Non molliamo, non molliamo!

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