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Amanita phalloides – Amanita falloide – Funghi velenosi

Fungo velenoso-mortale responsabile del maggior numero di casi di avvelenamento mortale, l’Amanita falloide finisce spesso nei nostri cesti per negligenza e poca attenzione. Curiosità e note su di un fungo da temere

Amanita Phalloides – Amanita falloide

Ultima revisione scheda: Maggio 2021

Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link, 1833

Divisione: Basidiomycota
Classe: Basidiomycetes
Ordine: Agaricales
Famiglia: Amanitaceae
Genere: Amanita
Specie: A. phalloides
Nome comune: Amanita falloide, Amanita mortale, Tignosa verde, Tignosa verdognola, Ovolo velenoso, Ovolo bastardo. Tradotto da altre lingue suona: Coppa della morte, Fungo della morte, Ovolo verde, Ovolo mortale, Veleno verde, Cicuta verde
Nomi obsoleti: Agaricus phalloides, Venenarius phalloides
Tipo nutrimento: Simbionte-micorrizico
Periodo vegetativo: Dai primi caldi tardo primaverili-estivi a fine autunno se ancora caldo. Non è tendenzialmente un fungo del freddo
Commestibilità o Tossicità: VELENOSO MORTALE
responsabile di gravissime forme di insufficienza epatica fatali

Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link, 1833

Scopri in questa scheda uno dei funghi velenosi più pericolosi dei nostri boschi. La sua tossicità mortale è nota a tutti, eppure c’è ancora chi raccoglie funghi immaturi che possono esser facilmente confusi con i primordi di questo fungo letale.

NOMI / SINONIMI DI VARIETA’ RITENUTI VALIDI

  • Amanita phalloides Secr. 1833
  • Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link 1833
  • Amanita phalloides f. citrina J.E. Lange 1915
  • Amanita phalloides f. dunensis R. Heim 1963
  • Amanita phalloides f. phalloides (Vaill. ex Fr.) Link 1833
  • Amanita phalloides f. umbrina Ferry 1911
  • Amanita phalloides var. alba Costantin & L.M. Dufour 1895
  • Amanita phalloides var. euphalloides Maire 1937
  • Amanita phalloides var. larroquei F. Massart & Beauvais 1975
  • Amanita phalloides var. larroquei F. Massart & Beauvais ex F. Massart 2004
  • Amanita phalloides var. moravecii Pilát 1966
  • Amanita phalloides var. phalloides (Vaill. ex Fr.) Link 1833
  • Amanita phalloides var. pulla Killerm. 1930
  • Amanita phalloides var. striatula Peck 1902
  • Amanita phalloides var. umbrina (Ferry) Maire 1937

NOMI INTERNAZIONALI

HABITAT ED ECOLOGIA

É un fungo comune e ben distribuito in tutta Italia.

Vegeta dai boschi planiziali ai monti, preferibilmente tra le latifoglie, ma lo si può trovare anche tra le conifere.

Può capitare di incontrarlo con gran facilità nei boschi umidi di pianura, così come tra i boschi fitti e caldi di collina, diventa meno presente in montagna, più raro in alta montagna.

Ai boschi radi e ben soleggiati preferisce boschi fitti ma caldi, anche in ambiente mediterraneo o in ambiente termofilo.

Lo si può rinvenire facilmente sotto Roverelle, Lecci e tutte le altre Querce presenti in Italia, oltre che tra i Noccioli, Carpini, Castagni, Ornielli, Corbezzoli, Macchia Mediterranea ed in misura minore sotto tutti gli altri alberi, incluse le Conifere ed i Faggi.

Come riconoscerlo

Nella scala dei colori del web, non esiste un colore che possa definire esattamente i cromatismi di questo fungo che, si presenta con il classico aspetto delle Amanite, ovvero con un cappello divisibile dal gambo, gambo con anello e volva alla base.

Il cappello di norma è di colore verdastro-giallognolo-bianchiccio con sfumature di colore verde oliva, intense al centro del cappello e più sfumate e spesso tendenti al giallognolo-bianchiccio in periferia. Sporadicamente può presentarsi però anche in colore completamente giallognolo, completamente verdastro o completamente bianchiccio, nonché anche completamente bianco se in forma albina.

Il gambo e l’anello sono di colore bianco, a volte con sfumature, zebrature o screziature dello stesso colore del cappello, mentre la volva basale è totalmente bianca. Quest’ultima ha forma di uovo con base più larga rispetto all’apice.

Il gambo e l’anello sono di colore bianco, a volte con sfumature, zebrature o screziature dello stesso colore del cappello, mentre la volva basale è totalmente bianca. Quest’ultima ha forma di uovo con base più larga rispetto all’apice.

NOTE E CURIOSITA’

⚠️ Allo stadio di ovolo, questa Amanita mortale può finire nei nostri cesti perché confuso con altri funghi. Per questa ragione ogni anno si verificano decine di avvelenamenti da funghi, spesso con esito mortale.

L’ovolo di una Amanita cæsarea, allo stadio immaturo, può somigliare in tutto e per tutto ad una Amanita mortale e, assai frequentemente l’Ovolo buono e quello mortale possono condividere non solo lo stesso habitat, ma anche la stessa pianta.

UNA PESSIMA ABITUDINE

Purtroppo non c’è modo di far paredere la pessima abitudine di molti cercatori di funghi di raccogliere funghi immaturi.

Questo gesto, non solo impedisce ai funghi di maturare, e quindi di poter produrre le preziosissime spore, senza le quali vi saranno nascite sempre più ridotte, fino a scomparire, ma anche espone i cercatori al rischio di mettere inavvertitamente nel cesto un fungo mortale.

Ci sono cercatori che irresponsabilmente raccolgono funghi Porcini ancora chiusi su se stessi. Piccoli ovetti che sono cresciuti in mezzo ad altri Porcini adulti, ma che potrebbero in realtà essere i primordi di una Amanita falloide, o altra Amanita tossica-velenosa.

Ti ricordo che in Italia è vietato raccogliere Amantia cæsarea allo stato di ovolo chiuso, così come pure di funghi Porcini immaturi.

L’Amanita falloide può inoltre essere confusa con molte altre specie di Amanita, perciò, si raccomanda di raccogliere funghi di questa specie soltanto se si è ben sicuri di ciò che si sta facendo, se si ha ottima conoscenza dei funghi, avendo seguìto un corso di micologia. Mai improvvisarsi sperimentatori perché la sperimentazione potrebbe essere fatale.

Attenzione poi perché, se privata di volva da eventi atmosferici o dal pasto di una lumaca, una Amabita tossica potrebbe facilmente esser confusa per un primordio di alcune russule, tricholomi o altri funghi lamellari.

Mai affidarsi a vecchie credenze o dicerie: è assolutamente falso che un fungo, se mangiato dalle lumache, può essere mangiato anche dall’uomo. Le lumache non posseggono un fegato, l’uomo sì, ed il veleno dei funghi velenosi, in primis dell’Amanita phalloides, distrugge il nostro fegato portandoci in brevissimo tempo alla morte.

Puoi verificare lo stato delle tue conoscenze fungine (micologiche) leggendo la nostra guida: VERO E FALSO SUI FUNGHI, la guida originale, la prima guida ad esser apparsa alcuni decenni fa sul web.

TOSSICITA’ MORTALE

l’A. phalloides (Amanita falloide) è oggi considerato uno dei funghi più malefici tra quelli normalmente conosciuti.

In realtà non è il solo fungo mortale o il più pericoloso ma, è uno dei funghi che quasi tutti i fungaiolo conoscono o di cui hanno sentito parlare almeno una volta; forse altri funghi sono anche più pericolosi ma si tratta per lo più di specie che in pochi conoscono o raccoglierebbero.

Come detto, nel caso dell’Amanita falloide è facile che un ovolo immaturo venga scambiato per un fungo edibile e che finisca dunque nei nostri piatti causando danni irreversibili.

E’ sufficiente consumare anche una porzione grande quanto la capocchia di un chiodo per finire dritti in ospedale, con danni epatici spesso irreversili, che portano anche alla morte.

La dose letale di Amanitina nell’uomo è di 0,1 milligrammi per peso corporeo, → ovvero 7 milligrammi di α-amanitina sono sufficienti a far morire un uomo che pesa 70 kg, con sintomi gravi che compaiono dopo 6 – 12 ore o al massimo entro 48 ore, a seconda del peso di chi l’ha ingerita.

Per farti capire meglio, 35 grammi di Amanita falloide possono contenere α-amanitina sufficiente a far morire un uomo di circa 80 kg di peso.

Il tasso di mortalità tra chi ha ingerito questo fungo si aggira tra il 10 ed il 30% [→ fonte: Garcia, J.; Costa, V.M.; Carvalho, A.; Baptista, P.; Guedes de Pinho, P.; de Lourdes Bastos, M.; Carvalho, F. (2015). “Amanita phalloides poisoning: Mechanisms of toxicity and treatment“. Toxicology. 86: 41–55]. Questi tassi di mortalità si sono ridotti rispetto al passato grazie a diagnosi precoci e terapie intensive, oltre che al ricorso del trapianto del rene.

Si pensa che alcuni Imperatori romani siano stati avvelenati proprio con questo fungo. All’A. phalloide è attribuita la morte dell’Imperatore Claudio nel 45 d.C. così come pure di Carlo IV nel 1740. In media nel Nord America muore una persona all’anno a causa dell’ingestione di questo fungo [→ fonte: Childs, Craig (1 February 2019). “Death-Cap Mushrooms Are Spreading Across North America“. The Atlantic. Retrieved 5 February 2019]

Tra le sostanze velenose contenute in questo fungo spiccano la ‘α-amanitina‘, artefice di ingenti danni al fegato ed ai reni.

I veleni contenuti nell’Amanita falloide sono principalmente vari oligopeptidi ciclici. Si tratta di amatossine (α-amanitina, β-amanitina, γ-amanitina) e le farotossine (falloina, falloidina, falloidina, falloidina).

Secondo scoperte fatte di recente però, le farotossine risultano innocue per l’uomo quando si consumano Amanite falloidi, poiché queste sostanze non vengono assorbite nell’intestino; inoltre l’amanitina estremamente tossica del fungo rimane stabile anche ad elevato calore, perciò la cottura del fungo non lo rende meno tossico.

FOTOGALLERY

Amanita phalloides / Amanita falloide

Amanita phalloides Amanita falloide
Amanita phalloides nel buio di un bosco fitto
Amanita phalloides Amanita falloide
Due differenti cromatismi per la mortale Amanita phalloides
Amanita phalloides Amanita falloide
Due esemplari di Amanita phalloides a confronto
Ovolo di Amanita phalloides Amanita falloide
Amanita phalloides allo stadio di ovolo – foto: Duilio Persoglia
Amanita phalloides Amanita falloide
Primo piano su di una Amanita phalloides
Amanita phalloides avvelenamento
L’amanita phalloides, la più pericolosa/mortale tra tutte le amanite

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