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Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – Prima vera buttata di funghi Porcini

Finalmente arretra il caldo-secco Anticiclone Africano e, da Nord a Sud sull’Italia, si torna a raccogliere molti più funghi, mentre potrebbe partire la prima vera ‘grande buttata’ del 2021. Dov’è piovuto e dove stanno già nascendo o nasceranno i funghi Porcini

COSA CI RISERVERA’ IL METEO DA QUI A FINE MESE?

Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021- MODELLI MATEMATICI

Forse ci siamo. Alla fine potremmo già trovarci al punto di svolta tra l’estate e l’autunno che avanza a grandi passi.

Di solito questo giro di boa si verifica subito dopo il ferragosto ma, il Riscaldamento Globale del Pianeta, ed è sotto gli occhi di tutti, impone i suoi modi ed i suoi tempi e così quest’anno tutto è stato rimandato esattamente di un mese.

La Perturbazione Atlantica che, tra ieri ed oggi sta interessando buona parte d’Italia, potrebbe essere l’antipasto di un lungo deterioramento dell’estate che, a fine mese, potrebbe culminare con l’arrivo della prima ondata di freddo autunnale, ma anche delle prime nevicate a quote piuttosto basse.

A questo punto però si impone una doverosa premessa: quanto sto per spiegarti, riguardo alla tendenza meteo per la seconda metà del mese, non ha purtroppo alcuna certezza.

Da quando i Cambiamenti Climatici hanno iniziato ad ingranare la marcia, i noti ‘Modelli Matematici Meteorologici‘ hanno iniziato a fare acqua da tutte le parti, ops in realtà più che acqua, hanno iniziato a dispensare siccità da tutte le parti!

Con un’atmosfera terrestre così altamente dinamica, come quella attuale, anche gli algoritmi e quindi i Modelli Matematici più blasonati, faticano a capirci qualcosa su quelle che saranno le reali linee di tendenza.

Tuttavia proviamo comunque ad analizzare quanto al momento attuale prevedono i due più importanti Modelli Matematici mondiali. L’Americano GFS e l’Europeo ECMWF.

La prima occhiata, sull’immediato, ci mostra il tenace Anticiclone Africano in rapido arretramento verso latitudini a lui più congeniali in territorio appunto africano.

Oggi la bolla calda africana avrà già abbandonato l’Italia con una influenza marginale sulla Sicilia.

La Perturbazione ancora presente al Sud sfiorerà la Sicilia con nubi e fenomeni solo sui settori occidentali e settentrionali con nuvolaglia sulla Sardegna meridionale e ancora piogge e temporali tra Campania, Puglia meridionale, Basilicata e buona parte della Calabria.

Sullo scacchiere Europeo invece spiccano due figure tipicamente tardo estive, ovvero due cosiddette ‘Gocce Fredde‘ → due Depressioni a cuore freddo con aria molto fredda in alta quota, una sul Golfo di Biscaglia settentrionaleil mare di fronte alla Francia, l’altra tra Bielorussia-Ucraina occidentale e Polonia.

Già domenica 19 settembre le due Gocce Fredde avanzeranno verso il cuore dell’Europa. La prima investirà la Francia, con ripercussioni anche sul Nord Italia, dov’è previsto un tenace quanto rapido peggioramento a cavallo tra Sabato 18 e Domenica 19, la seconda tenterà di avanzare, invano, verso Polonia e Slovacchia.

Quest’ultima genererà un ‘buco‘ depressionario serio, entro il quale si riverserà aria molto fredda, con relativo rapido calo dei Geopotenziali in quota che innescherà una rapida risposta calda da parte dell’Anticiclone oceanico che rapidamente si irrobustirà e si riempirà di aria assai caldo-secca che investirà le coste della Gran Bretagna occidentale e l’Irlanda.

Il modello matematico europeo ECMWF addirittura prospetta la formazione di una bolla calda sub-tropicale in spostamento verso la Gran Bretagna, Be-Ne-Lux e Francia settentrionale, costringendo la Goccia Fredda Francese ad arretrare verso i Pirenei e la Penisola Iberica, unico sbocco possibile.

Non senza che però possa richiamare aria freddina da Nordest, verso la Francia, Pirenei e Nord Italia, come lascia intendere il modello matematico americano GFS.

Nel frattempo, in risposta al rafforzamento Anticiclonico in Atlantico, sul Nord Europa si assisterà ad un repentino rafforzamento del Vortice Polare che, per la prima volta dopo l’estate, presenterà vere Tempeste Artiche invernali tra Mar Artico e Mar di Norvegia settentrionale, forse con coinvolgimento anche dell’Islanda.

La Goccia Fredda polacca potrebbe attirare verso sé il Vortice Polare Artico-Scandinavo con creazione di un lobo vorticoso a coinvolgere l’intera Europa più settentrionale.

Da qua in avanti, capire come evolveranno le figure meteorologiche sul nostro continente è un vero e proprio terno al lotto.

Venerdì 17 i modelli matematici ipotizzavano la discesa del Vortice Polare fin sul Nord Italia con sconfinamento sul su alta Toscana e Conero con relativo maltempo di stampo tardo autunnale con prime nevicate, anche abbondanti e a quote relativamente basse sui settori alpini centro-orientali.

La formazione di un Minimo Depressionario tra Piemonte e Golfo Ligure avrebbe garantito maltempo però anche sul Nordovest.

Oggi questa ipotesi sfuma ma, un’area leggermente Depressionaria in quota potrebbe evolvere in Goccia Fredda tra Golfo del Leone-Pirenei-Baleari-Catalogna, o forse più ad Ovest sulla Penisola Iberica occidentale.

Se questa Depressione si formasse tra Baleari ed Algeria, le ripercussioni interesserebbero anche la nostra Penisola, in particolar modo i settori occidentali ma, resta ancora vagamente aperta la via della discesa del Vortice Polare verso Sud con sconfinamento sul Nord della Francia e sbuffi freddi fin nel cuore del Mediterraneo.

Comunque vada, per ora, fino a fine mese non si intravvede alcuna rimonta Anticiclonica Africana, il che lascia intendere che da qua a fine mese avremo aria decisamente più fresca, in progressivo raffreddamento e variabilità a tratti anche ben Perturbata, soprattutto sui caldi litorali tirrenici e sulla Sardegna.

Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021
Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – Bosco alpino dell’Oasi Zegna, alto Piemonte, provincia di Biella,  immortalato da @Mirellinagiovi

Cosa comporterebbe l’arrivo di questa massa fredda?

Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021- PRIMI SBUFFI FREDDI

Sicuramente un repentino abbassamento termico con sensazione d’inizio dell’autunno e definitivo tracollo dell’estate.

Il Mar Mediterraneo è notevolmente più caldo del normale al momento e, l’arrivo di un qualsiasi sbuffo d’aria più fresca potrebbe generare vorticosità locale, anche molto accentuata, con formazione di sistemi temporaleschi che potrebbero degenerare in Alluvioni lampo, soprattutto sulle isole e in località sopravvento costiere.

Correnti fresche settentrionali però, potrebbero risultare poco attive dal punto di vista delle precipitazioni sul Nord Italia con vento secco e prime nevicate relegate per lo più ai versanti esteri con qualche sfondamento della barriera alpina lungo i valichi di confine e tra le Alpi centrali ed orientali.

Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021
Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – Porcini del freddo ‘Pinicola’. PH@VanesIriskic

Cosa comporterebbe l’arrivo di aria fredda e nevicate sulle Alpi per i funghi?

Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – ANTIPASTO D’AUTUNNO

In realtà non ci sarebbe da preoccuparsi più di tanto.

Nevicate settembrine si sono sempre avute, anche precocemente, sulle Alpi. L’importante è che l’arrivo di aria più fredda, di lontana origine Artica, non diventi stazionaria e non segni la definitiva fine dell’estate.

In alta quota, oltre i 1600-1700 metri le nascite di funghi potrebbero repentinamente rallentare fino a cessare ma, d’altra parte, c’è anche da dire che quest’anno, c’è ben poco da cessare, dal momento che in molte località alpine le nascite non sono in realtà mai iniziate.

Alle quote intermedie dei 1500/1000 metri invece, finalmente l’arrido di aria più fredda, potrebbe favorire la formazione delle latitanti rugiade notturne che per tutta l’estate sono state una autentica rarità, tra brezze o veri e propri venti favonici.

Tra Alpi ed Appennino, finalmente si potrebbe iniziare ad avere le prime vere ‘buttate’ di funghi Porcini, tanto nelle abetaie, fin qua piuttosto sterili, quanto nei faggeti, anch’essi fin ora poco produttivi.

L’aria fredda, se non sarà accompagnata da correnti favoniche troppo secche, potrebbe invece avere un effetto benefico tra colli ed aree pianeggianti.

In questo periodo dell’anno infatti, anche pochi millimetri di pioggia caduta, possono rimanere a lungo a terra, senza evaporare appena caduti, consentendo così alla lettiera o al substrato superficiale di impregnarsi del quantitativo minimo d’umidità, ideale per grandi nascite di funghi.

Ti ricordo che, per nascite ottimali di funghi, in particolar modo dei ricercatissimi funghi Porcini, non occorrono piogge torrenziali, men che meno alluvionali e ancor meno di piogge che ristagnino per più giorni al suolo, ma sono sempre da preferire piogge moderate, ancor meglio se ripetute nel tempo, che generano umidità ma mai bagnature importanti.

Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021
Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – Porcini dei primi freschi settembrini – PH Vittorio Gremmo

PREVISIONE NASCITE FUNGHI IN ITALIA

Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 –
DOVE STANNO GIA’ NASCENDO O NASCERANNO I FUNGHI PORCINI

In questo Aggiornamento Meteofunghi non mi soffermerò, come di solito faccio, nell’illustrarti nei dettagli, zona per zona, dove nasceranno i funghi Porcini nel corso della prossima settimana.

La ragione è semplicissima: finalmente, dove più, dove meno, nel corso dell’ultima settimana è piovuto quasi ovunque.

Per sapere dove e quanto è piovuto in Italia nel corso degli ultimi 18 giorni, visita la pagina → Pioggia Settembre 2021.

Ah dimenticavo di dirti che, così come mi hanno chiesto in molti, non è sempre necessario attendere 10/15 giorni dopo la pioggia per andare a cercare i primi funghi.

I funghi cosiddetti igrofiliche amano la pioggia (Trombette dei Morti, Finferli, Finferle, Russule) possono nascere già immediatamente dopo la pioggia, giusto 24/48 ore dopo.

Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021
Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – Funghi Porcini e Trombette dei Morti di Settembre 2021

I funghi Porcini sono molto più esigenti. Vogliono terreni mediamente umidi, mai impregnati-zuppi d’acqua (salvo rari casi), marciscono facilmente e vengono facilmente divorati dalle Limacce, le lumache senza guscio che possono farne un sol boccone in pochi minuti, quando nel bosco c’è molta, troppa umidità, e non rischiano la disidratazione.

Se il Micelio è in buona salute, se nel corso degli ultimi giorni c’è stata buona umidità dell’aria e assenza di vento, se si è avuta qualche pioggerella di poco conto, dopo una pioggia mediamente attorno ai 10/20 mm col ritorno del sole, ma ancora in assenza di siccità e vento, possono bastare anche la metà dei giorni standard ma, questa non è una regola fissa, anzi è persino una evenienza piuttosto rara in tempi recenti di clima avverso e siccità.

PROBLEMA SICCITA’

Parlando di ritorno delle piogge, il quasi però è d’obbligo, poiché vi sono ancora alcune zone in cui la siccità si ostina a perdurare pervicacemente.

La ragione di tanta ostinazione va ricercata nelle dinamiche meteorologiche, sempre uguali a sé stesse, che purtroppo non cambiano e non lasciano molto spazio all’immaginazione in un periodo caratterizzato dalla presenza di Anticicloni Africani dominanti.

I pochi sbuffi d’aria fresco-umida o le Gocce Fredde d’alta quota, giungono sempre con la medesima traiettoria, andando ad interessare sempre le solite zone.

I venti dominanti in quota o sono del tutto assenti sulla nostra penisola, oppure sono tesissimi da Ovest o Sudovest, con Libeccio teso alle quote medie e venti da Nord nei bassi strati atmosferici, là dove invece servirebbero richiami umidi da Sud.

Insomma un meteo davvero balordo, che è l’esatto opposto di ciò che gradirebbero agricoltura, boschi e funghi.

In questo contesto, fin ora tutt’altro che cortese nei confronti dei funghi, restano a secco ampie zone del Cuneese ed Alessandrino dove la siccità ormai è più che conclamata e pericolosa da mesi e mesi.

La Liguria di Ponente, salvo piccole oasi nell’Imperiense e in misura minore, le zone costiere dell’Adriatico. In pratica tutte le zone sottovento rispetto alle correnti dominanti da Ovest o Sudovest.

Per il Cuneese addirittura si potrebbe persino ipotizzare un futuro non troppo lontano, di rapida desertificazione, così com’è avvenuto nelle zone sottovento del Nord e Sud America a causa delle ‘ombre pluviometriche‘ generate dalla barriera alpina.

Nonostante il gran numero di corsi d’acqua (per altro attualmente quasi in secca) in discesa verso il piano dalle Alpi Marittime-Liguri ed Appennino, basterebbe un vasto incendio, in un periodo estivo particolarmente caldo-torrido, a creare un circolo vizioso in cui, il nero di cenere e carbone generati dalla combustione di erbe, arbusti ed alberi, attirerebbe, conserverebbe ed amplificherebbe il calore dei raggi solari, modificando la geologia degli strati superficiali di terreni, già impoveriti da eccessivo sfruttamento, ora anche riarsi dal sole.

Il vento completerebbe l’opera generando le prime dune di sabbia e questo sarebbe solo l’inizio di un rapido processo di desertificazione che al momento ci appare come qualcosa di fantasioso ma che in realtà fantasioso non lo è affatto.

I castagneti coltivati per la produzione dei Marroni, con un fantastico sottobosco erboso, dove i funghi Porcini crescevano sovrabbondanti, è per i cuneesi già un vago ricordo.

In molte zone della ‘Granda‘ durante l’estate 2021 non è stato possibile irrigare né i campi coltivati ad ortaggi e tanto meno i boschi coltivati a castagno, a causa dell’eccessiva siccità e razionamenti dell’acqua.

La Sicilia meridionale già risente di tangibili quanto palesi fenomeni di desertificazione, con molte dune che già si spingono dalle spiagge verso l’entroterra ed il raggiungimento di temperature record mai segnate prima d’ora, non farà altro che amplificare questi fenomeni.

Ti ricordo che durante l’estate 2021 a Floridia, in provincia di Siracusa, si sono sfiorati i 50°C di temperatura dell’aria con +48,8°C, nuovo record europeo di calore.

Parallelamente, il resto del Sud Italia boccheggiava con temperature che oscillavano tra i +40 e +45°C per diversi giorni.

Se già l’aria è così calda, figuriamoci i suoli scuri, surriscaldati da raggi solari mai così brillanti come in questi ultimi anni. Là dove batte il sole da mattina a sera, il terreno può arrivare a raggiungere i 90°C.

Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021
Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – Fungo del caldo, Porcino aereus – PH Carmine di Cosenza

Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – CALDO TORRIDO E MICELI, QUALE EFFETTO SUI FUNGHI PORCINI?

Molti lettori mi hanno domandato in queste ultime settimane, quanti giorni occorre attendere dopo l’arrivo della pioggia per poter andare nei boschi a cercar funghi Porcini.

I lettori (cercatori di funghi) più attenti, ormai già sapranno che, di norma, occorre attendere dai 10 ai 14 giorni dopo la pioggia per veder partire le prime buttate di funghi.

Questa dei 10 giorni o delle 2 settimane non è però una regola fissa.

Le variabili che possono influenzare le nascite dei funghi sono tante, in primis la siccità, che è il più terribile tra tutti i fenomeni avversi.

Come i più sapranno, i funghi Porcini sono detti funghi Simbionti o Micorrizici perché creano una Simbiosi con le piante che li ospitano, ovvero, avvinghiano il proprio micelio sopra e/o entro le radici degli alberi che colonizzano e una volta che ciò è accaduto, per osmosi o per fruizione, ricavano nutrimento e liquidi zuccherini, non senza aver dato in cambio agli alberi stessi, sali minerali, acqua ed altre sostanze indispensabili per la loro sopravvivenza.

Se il clima secco è solo temporaneo e se il caldo non ha una durata eccessiva, i miceli possono sfruttare i liquidi assorbiti dalle radici profonde degli alberi, così da poter superare senza troppi danni il periodo avverso.

uò persino capitare che la colonia fungina senta il bisogno di riprodursi in pieno periodo caldo-secco, ciò spiega le nascite di funghi a distanza di ben 20-25 giorni dopo l’ultima pioggia utile.

In questo caso, a garantire la corretta fruttificazione dei fungi ci pensano proprio gli alberi che, gentilmente, offrono nutrimento e forza riproduttiva ai miceli.

Viceversa però, in un periodo eccessivamente caldo, persino torrido, perdurante e ostinatamente rovente, va da sé che, i fragilissimi filamenti dei miceli non riescano a reggere l’onda d’urto del caldo africano.

Per quanto alimentati dagli alberi ospitanti, i fragilissimi miceli non sono in grado di porre resistenza a tassi d’umidità troppo bassi, ancor meno se accompagnati da temperature troppo elevate.

In simili situazioni, l’evapo-traspirazione dai suoli è così elevata che, in men che non si dica un micelio avvizzisce e muore.

Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021
Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – Porcino aereus – PH Carmine di Cosenza

Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – QUANTO IMPIEGA UN MICELIO A RICOSTITUIRSI?

Dopo una situazione particolarmente avversa quale un incendio, una bolla calda africana, il persistere troppo a lungo della siccità, la ricostituzione di un micelio superficiale può richiedere da una manciata di giorni a mesi o addirittura anni.

Tutto dipende dalla gravità del danno subito.

L’incendio può essere solo superficiale, ovvero ha bruciato solamente stoppie, erbe secche e pochi arbusti, o severo con alberi carbonizzati e suoli che hanno modificato il proprio pH e la propria geologia, per effetto di temperature troppo elevate che ne hanno fuso alcuni minerali → approfondisci l’argomento leggendo il mio articolo ► Incendi e funghi. Quali effetti sull’ecosistema .

In caso di incendio severo, occorreranno fino a 4 anni perché i miceli si ricostituiscano, sempre che la zona sia sufficientemente piovosa e che quindi l’acqua piovana riesca, anzitutto a dilavare l’eccesso di Azoto e Carbonio rilasciati da cenere e carbone, poi a scalfire e metamorfosare il suolo, reso duro-compatto-impermeabile dall’eccesso di calore generato dall’incendio e dai roventi raggi solari a seguire.

► Non dar retta agli stolti che ti diranno che un incendio serve a dar vita al bosco e a far partire favolose buttate di funghi. Ciò accade solo nelle favole, purtroppo in realtà, in epoca di Riscaldamento Globale del Pianeta, la scarsità di piogge dopo un incendio genera desertificazione, impoverimento dei suoli, morìa di microrganismi, vegetali e fungi. Nella migliore delle ipotesi, colonizzazione dei suoli da parte di specie colonizzanti invasive quali Robinia pseudoacacia, erbe coriacee alte ed impenetrabili, Felci aquiline o altre Specie Aliene.

Un incendio non è mai una soluzione per far ripartire nascite di funghi. Solo in pochi casi di incendio superficiale programmato e controllato, quindi sotto stretta sorveglianza del Corpo Forestale dello Stato, può dare benefici al bosco. Di Neroni fai-da-té non se ne sente alcuna necessità.

Ma non sono solamente gli incendi a rovinare i boschi e provocare la morte dei Miceli. Come anticipato, un eccesso di calore e la persistenza della siccità possono facilmente farli morire.

Così come un incendio può modificare il pH, ma anche e soprattutto la geologia del terreno colpito, anche una siccità perdurante, peggio ancora se accompagnata da gran caldo per molte settimane consecutive, può compromettere gravemente la sopravvivenza di una colonia fungina e modificare la mineralizzazione dei suoli.

Per quanto un micelio sia in grado di bucare asfalto e cemento, ciò non avviene dal giorno alla notte, ma richiede lunghissimo tempo.

Un suolo reso compatto da piogge torrenziali, poi surriscaldato dal sole e seccato dalle bolle calde africane, può impoverirsi rapidamente.

Le cascate d’acqua che si riversano al suolo durante una cosiddetta ‘bomba d’acqua‘ dilavano fortemente e demineralizzano la lettiera e l’humus.

Una lettiera compattata dalla grandine e poi seccata dall’eccesso di calore, impedisce all’ossigeno di penetrare negli strati sottostanti dove, di solito risiede la gran parte del Micelio e dove si genera pestifera asfissìa.

Perché un Micelio si ricostituisca dopo simili situazioni avverse, occorre molto più di un semplice nubifragio ► Il Nubifragio non è mai la soluzione vincente né auspicabile per la fruttificazione dei funghi.

Come detto in apertura, dà più giovamento ai Miceli e funghi, una serie di piogge da pochi millimetri, che non una bacinella d’acqua caduta in pochi minuti.

In conclusione, la settimana 13-19 Settembre 2021 si è finalmente caratterizzata dal ritorno delle piogge in molte località insulari e peninsulari.

Là dove la siccità pregressa non è stata particolarmente aggressiva, ora si ipotizza una vera e propria fioritura di funghi Porcini. Gli ultimi giorni del mese di Settembre potrebbero veder nascere funghi, finalmente in buone quantità, su e giù per l’Italia.

Ancor migliore dovrebbe essere la situazione a partire dai primi giorni di Ottobre.

Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021
Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – Funghi Porcini delle Alpi occidentali di Settembre 2021 – PH Giuseppe Giamblanco
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Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – Funghi Porcini delle Alpi occidentali di Settembre 2021 – PH Riccardo Spagnoli
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Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – Funghi Porcini dell’Appennino settentrionale di Settembre 2021 – PH Nicholas ligori

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Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 @funghimagazine.it

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Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – Porcino edulis delle Alpi occidentali – PH Alex Finotti
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Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – Porcini edulis delle Alpi occidentali – PH Angelo Giovinazzo
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Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – Porcino edulis in habitat – PH@mirellinagiovi
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Aggiornamento meteofunghi 18-09-2021 – Porcino edulis in habitat – PH@mirellinagiovi

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