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Ganoderma lucidum il Miracoloso Fungo Reishi
Ganoderma lucidum, meglio conosciuto come Fungo Reishi, il “miracoloso fungo dell’immortalità”, vegeta anche in Italia. Ecco come riconoscerlo, dove cercarlo, proprietà medicinali vere o presunte e tante altre curiosità
GANODERMA LUCIDUM (Curtis) P. Karst., Revue mycol., Toulouse (1881)
INDICE
- 1 GANODERMA LUCIDUM (Curtis) P. Karst., Revue mycol., Toulouse (1881)
Il miracoloso fungo Reishi
Sinonimi obsoleti:
Agarico-igniarium trulla Paulet, Traité champ. (Paris) 2: 95 (1793)
Agaricus lignosus Lam., Encycl. Méth. Bot. (Paris) 1(1): 51 (1783)
Boletus castaneus Weber, Suppl. Fl. hols.: 13 (1787)
Boletus crustatus J.J. Planer, Ind. Pl. erfurt. Fung. add.: 23 (1788)
Boletus flabelliformis Leyss., Fl. halensis: 219 (1761)
Boletus laccatus Timm, Fl. Megapol. Prodr.: 269 (1788)
Boletus lucidus Curtis, Fl. Londin. 1: 72 (1781)
Boletus ramulosum var. flabelliformis (Leyss.) J.F. Gmel., Syst. Nat., Edn 13 2(2): 1435 (1792)
Boletus rugosus Jacq., Fl. austriac. 2: 44 (1774)
Boletus supinus J.F. Gmel., Syst. Nat., Edn 13 2(2): 1433 (1792)
Boletus verniceus Brot., Fl. lusit. 2: 468 (1804)
Boletus vernicosus Bergeret, Phytonom. univ. 1: tab. 99 (1783)
Fomes amboinensis var. japonicus (Fr.) Cooke, Grevillea 13(no. 68): 118 (1885)
Fomes japonicus (Fr.) Sacc., Syll. fung. (Abellini) 6: 156 (1888)
Fomes lucidus (Curtis) Sacc., Syll. fung. (Abellini) 6: 157 (1888) + altre 4 varietà: badius, exquisitus, nicotianae, resinosus,
Fomes resinaceus var. martellii (Bres.) Sacc., Syll. fung. (Abellini) 11: 90 (1895)
Ganoderma japonicum (Fr.) Sawada, Rep. Govt Res. Inst. Dep. Agric., Formosa 51: 76 (1931)
Ganoderma laccatum (Timm) Pat., Ann. Jard. Bot. Buitenzorg, suppl. 1: 114 (1897)
Ganoderma lucidum f. alneum Bourdot & Galzin, Bull. trimest. Soc. mycol. Fr. 41(2): 183 (1925) + altre 7 forme: annulatum, boninense, hemisphaericum, martelli, naiae, noukahivense, rubellum,
Ganoderma lucidum var. badium Pat., Bull. Soc. mycol. Fr. 15(3): 199 (1899) + altre 6 varietà: Japonicum, nicotianae, orbiformis, resinaceum, resinorum, typicum,
Ganoderma mongolicum Pilát, Annls mycol. 38(1): 78 (1940)
Ganoderma nitens Lázaro Ibiza, Revta R. Acad. Cienc. exact. fis. nat. Madr. 14(7): 457 (1916)
Ganoderma ostreatum Lázaro Ibiza, Revta R. Acad. Cienc. exact. fis. nat. Madr. 15(1-3): 110 (1916) + var. hemicycla,
Ganoderma pseudoboletus (Jacq.) Murrill, Bull. Torrey bot. Club 29: 602 (1902)
Ganoderma resinaceum var. martellii Bres., Fung. trident. 2(8-10): 31 (1892)
Grifola lucida (Curtis) Gray, Nat. Arr. Brit. Pl. (London) 1: 644 (1821)
Phaeoporus lucidus (Curtis) J. Schröt., in Cohn, Krypt.-Fl. Schlesien (Breslau) 3.1(25–32): 491 (1888) [1889]
Placodes lucidus (Curtis) Quél., Fl. mycol. France (Paris): 399 (1888)
Polyporites lucidus (Curtis) Mesch., Syll. fung. (Abellini) 10: 747 (1892)
Polyporus japonicus Fr., Epicr. syst. mycol. (Upsaliae): 442 (1838) [1836-1838]
Polyporus laccatus (Timm) Pers., Mycol. eur. (Erlanga) 2: 54 (1825)
Polyporus laccatus subsp. semipatera Pers., Mycol. eur. (Erlanga) 2: 55 (1825)
Polyporus lucidus (Curtis) Fr., Syst. mycol. (Lundae) 1: 353 (1821) è subsp. japonicus e var. exquisitus, japonicus, nicotianae,
Pyrenium vernicosum (Bergeret) Paulet, Traité champ. (Paris) 2: 92, tab. 8, fig. 1-2 (1808) [1793]
Scindalma japonicum (Fr.) Kuntze, Revis. gen. pl. (Leipzig) 3(3): 518 (1898)
Ganoderma lucidum (Curtis)
Il Fungo Reishi o Lingzhi (Ling Zhi)
Divisione: | Basidiomycota |
Classe: | Agaricomycetes |
Ordine: | Polyporales |
Famiglia: | Ganodermataceae |
Genere: | Ganoderma |
Specie: | Ganoderma lucidum |
Nome italiano: | Fungo Reishi o Fungo Lingzhi |
Tipo nutrimento: | Saprofita su legno – Parassita |
Periodo vegetativo: | Tutto l’anno, preferibilmente in periodi moderatamente caldi e umidi |
Commestibilità o Tossicità: | Commestibile ma immangiabile perché durissimo |
Scheda illustrativa:

NOMI INTERNAZIONALI
- English: Lingzhi mushroom
- čeština: lesklokorka lesklá
- Cymraeg: ysgwydd gloyw
- Deutsch: Glänzender Lackporling
- Ελληνικά: Γανόδερμα
- eesti: Lakkvaabik
- euskara: Ardagai pipa
- suomi: lakkakääpä
- français: Ganoderme luisant
- hrvatski: Hrastova sjajnica
- magyar: Pecsétviaszgomba
- Bahasa Indonesia: Lingzhi
- íslenska: Blanksveppur
- 日本語: 霊芝
- Nederlands: Gesteelde lakzwam
- norsk: Lakkjuke, Lakk-kjuke
- polski: Lakownica żółtawa
- русский: Трутовик лакированный
- slovenčina: Lesklokôrovka hnedočervená
- slovenščina: Svetlikava pološčenka
- svenska: Lackticka
- Türkçe: Reishi mantarı
- Tiếng Việt: Nấm linh chi
- 中文: 赤芝
A livello internazionale il fungo Ganoderma lucidum è universalmente noto con i suoi nomi comuni cinesi e giapponesi.
Lingzhi è il nome cinese, mentre Reishi è quello giapponese.
Pochi altri nomi comuni sono stati adottati per chiamare informalmente questo fungo. Alcuni di questi nomi, adottati soprattutto nell’est europeo, fanno riferimento ad una delle caratteristiche peculiari del fungo, ovvero di sembrare laccato, da qua nomi come “Fungo laccato” oppure “Nano laccato” o “Fungo lucido“. Nella penisola Iberica invece il fungo è detto “Pipa” per via della sua forma e uno dei nomi più comuni è “Pipa laccata“.
Pochi altri nomi locali sono utilizzati e, dove ne esistono in forma dialettale locale, questi sono intraducibili.
In Italia, tra i pochi cercatori che davvero conoscono questo fungo, è semplicemente noto come Fungo Reishi. Molti cercatori distratti, a volte hanno visto ai piedi di latifoglie questo fungo parassita ma, non conoscendolo, lo hanno ignorato al pari di molti altri funghi lignicoli, che non suscitano alcun interesse nel comune cercatore di funghi Porcini.
I NOMI ASIATICI DEL GANODERMA LUCIDUM
Paese che vai, nome che trovi. Questo fungo vanta una buona varietà di nomi, che possono variare di molto da stato a stato.
In Cina è detto 灵芝/靈芝, língzhī (Lingzhi) oppure Ling zhi (stesso nome utilizzato anche in Tailandia) col significato di “Fungo dell’immortalità“. In Corea del Nord si chiama Yeongji. Nella Corea del Sud invece è noto col nome di Hangul. In Vietnam è detto Tien Thao, Longevity Mushroom, oppure Van Nien Velvet.
Interessanti i molti nomi con cui questo fungo è conosciuto in Giappone dove, ogni regione o distretto ha il suo nome comune.
I nomi giapponesi più noti a livello internazionale sono: Man-nen-také, 万年茸,マンネンタケ”il fungo dei diecimila anni“, o Reishi 霊芝 “Fungo della forza spirituale“. Questi gli altri nomi comuni:
- Kadodé-také (distretti di Yamaguchi, Kyôto) 門出茸, カドデタケ, “Fungo della partenza“, dall’usanza di appendere il fungo sulla soglia di casa quando un membro della famiglia parte per un viaggio, per augurargli buona fortuna.
- Kichijo-take (distretto di Mie) 吉祥茸, キチジョウタケ, “Fungo della felicità“. Se questo fungo è tenuto per la base del suo lungo gambo a testa in giù, mostrando la parte inferiore concava, la somiglianza con un mestolo è evidente. Da qui i molti nomi vernacolari giapponesi, che incorporano la parola mestolo. A livello esoterico, il Ganoderma lucidum ha una lunga reputazione e utilizzo come talismano o simbolo di buona fortuna.
- Mago-jakushi (distretti di Fukushima, Miyagi) 孫杓子, マゴジャクシ, “Mestolo Magico“.
- Neko-jakushi (Edo: vecchia Tokyo) 猫杓子, ネコジャクシ, “Mestolo dei Gatti”. Vedi a tal proposito, il gesto del mestolo del maneki-neko, la tradizionale statua giapponese in ceramica o porcellana, raffigurante un gatto seduto che alza la zampa all’altezza delle orecchie, e che si trova frequentemente nelle vetrine dei negozi, vicino alle casse dei centri commerciali, nelle sale da tè e che mi è stato più volte regalato come porta fortuna da cugini giapponesi.
- Otama-jakushi (distretto di Kanagawa) 御玉杓子, オタマジャクシ, “Mestolo da Minestra”.
- Reishi (distretto di Kyoto) 霊芝, レイシ, “Fungo Divino“, o “Fungo dello Spirito Santo“. Reishi è la traduzione giapponese della parola cinese 灵芝/靈芝, pronunciato ling chih [ língzhī ] in Cina.
- Saïwaï-také (distretti di Mié e Kumamoto) 幸茸, サイワイタケ, “Fungo della fortuna“.
- Tengu-jakushi (distretto di Kanagawa) 天狗 杓 子, テ ン グ ジ ャ ク シ, “Mestolo del folletto dal naso lungo“.
- Yama-no-kami no shakushi (distretto di Wakayama) 山 の 神 の 杓子, ヤ マ ノ カ ミ ノ シ ャ ク シ, “Mestolo del Dio della Montagna“.
LE ORIGINI DEL NOME GANODERMA LUCIDUM
Il nome Ganoderma deriva dalla parola greca “Gano derma“, “Ganòs” che significa lucente e “dèrma“che significa pelle, perciò: “pelle splendente“. L’epiteto Lucidum deriva invece dalla parola latina Lūcĭdus [lucidus], lucidă, lucidum, aggettivo I classe che significa: luminoso, brillante, splendente.
Questo taxon fu registrato per la prima volta nel 1781 da William Curtis che lo chiamò: Boletus lucidus. Il suo nome attuale, riconosciuto dall’Index Fungorum, gli fu dato nel 1881 da Petter Adolf Karsten che lo trasferì al genere Ganoderma.
Ad oggi, esistono oltre 60 sinonimi scientifici.
DISTRIBUZIONE
Ganoderma lucidum / Fungo Reishi è un fungo cosmopolita. Dove più ben presente, dove più raro, è rinvenibile ovunque vi siano foreste calde di latifoglie o sempreverdi, meno frequente tra le conifere/aghifoglie, che si trovino quindi in climi tropicali umidi o sub-tropicali/mediterranei, con scarsa presenza nei climi temperati, assente nei climi artici o di montagna.
La sua presenza è stata certificata in Europa, Asia, Americhe, incerta in Africa e Oceania.
In Europa è inserito nella Lista Rossa delle Specie a rischio estinzione in diversi stati settentrionali o orientali, ad esempio in Bielorussia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, ma la sua presenza sta diventando sempre più rara, a causa della massiccia raccolta che se ne fa in Asia (per la trasformazione in integratori medicinali) o nel resto del mondo, perché c’è chi crede di poterlo consumare quale fungo medicinale fai-da-te.
La sua fruttificazione è tipicamente estiva o tardivamente primaverile, precocemente autunnale. Dal momento che i carpofori sono durissimi ed assai resistenti alle intemperie, non è insolito trovare esemplari vecchi di mesi, anche di un anno, completamente ibernati ma ancora non in decomposizione.
In Europa predilige i boschi termofili perciò, dove gli ambienti termofili sono presenti, lo si può rinvenire fin nella Scandinavia meridionale; in Italia lo si rinviene di solito tra luglio e settembre, più raramente a ottobre, salvo in presenza di ottobrate molto calde, ma anche umide.
Per ovviare al rischio di estinzione della specie, in Asia, da molti anni a questa parte, si è sviluppata una ricca industria di coltivazione e trasformazione di questo fungo, come vedremo più avanti in un apposito capitolo.
HABITAT / ECOLOGIA
🌲🌿🍂🍁L’HABITAT del GANODERMA LUCIDUM / REISHI
L’habitat ideale per il fungo Reishi è il bosco termofilo, o comunque caldo-umido

Si tratta di un fungo tendenzialmente sapro-parassita, ovvero di fungo che si nutre comportandosi indifferentemente sia come saprofita che come parassita, trovando sul legno di alberi morti, o di alberi vivi indeboliti o danneggiati, il suo cibo ideale.
Spesso lo si rinviene ai piedi di alberi vivi (benché, come appena detto, indeboliti), raramente direttamente sul legno dell’albero, ma ben impiantato su radici superficiali di grandezza medio-piccola, quasi che fosse un fungo micorrizico ma, con la differenza che questo fungo non sfrutta le radici creando una simbiosi, ma le usa a senso unico, prendendo, senza dare in cambio nulla, se non l’indebolimento dell’intera pianta che potrebbe successivamente giungere a morte.
Personalmente ho rivenuto diversi esemplari ben distanti dalla pianta parassitata. Un esemplare si trovava ad almeno 2 metri da un Abete argentato presente in giardino, nel mezzo di un prato a tappeto erboso, dove una leggera erosione dovuta ad acqua piovana, aveva messo in luce una radice di medie dimensioni. Il carpoforo di questo fungo era ben ancorato sulle radici, che sono state completamente inglobate dallo stesso.
In altro luogo, 3 esemplari sono cresciuti sempre ai piedi di un albero, in questo caso di un Carpino bianco, ad una ventina di centrimetri dalla base del tronco, sempre ben ancorati su radici superficiali.
Quando eccezionalmente il fungo attacca invece direttamente il tronco dell’albero, questo provoca marciume bianco del legno che, si manifesta con uno scolorimento del legno che successivamente diventa giallastro, anche se, di norma, il marciume bianco viene indotto dal micelio che, attraverso le radici, inizia a colonizzare l’alburno sotto corticale della pianta.
L’attacco del micelio sulla pianta ospite
L’attacco da parte del fungo verso le piante malaticce, avviene per lo più attraverso ferite di varia natura, presenti sulla pianta o sulle radici venute alla luce dopo frane o semplice erosione del terreno.
Il micelio del Ganoderma inizia a colonizzare la porzione di legno al di sotto della corteccia. Pian pianino inizia ad “erodere” l’alburno, lo strato di legno che si trova al di sotto della corteccia e lo fa, comportandosi da parassita. Appena la porzione di legno colonizzata sarà morta, ecco che subentra il marciume bianco ed il cambio di metodo di nutrizione che diventa ora da saprofita, con lo sfruttamento appunto della sostanza organica oramai morta.
Dopo che il micelio del Ganoderma si sarà nutrito a sufficienza, ecco che, in periodi caldo-umidi, iniziano a spuntare i primi carpofori (necessari per la produzione e dispersione delle spore), che frequentemente possono nascere anche riuniti al piede, in gruppo, smilzi, allungati o anche di grandi dimensioni, a forma di cornucopia, di cono gelato, o anche di mensola, a seconda della disponibilità di nutrienti presenti nel substrato di crescita.
La dimensione ed il numero di carpofori presenti, sono ottimi indicatori dello stato di salute del bosco. Più ce n’è, e maggiori sono le dimensioni dei carpopfori, e peggiori saranno le condizioni di salute degli ospiti.
Durante lo sviluppo del carpoforo, non è affatto insolito che questo possa inglobare tutto ciò che gli cresce attorno, ramoscelli, foglie, fili d’erba e quant’altro e, come accennato, il fatto di trovarlo in mezzo ad un prato, non deve ingannarci e farci credere che si tratti di fungo prettamente prativo.
L’attacco da parte del micelio, può avvenire su una gran varietà di piante, principalmente caducifoglio, ma a volte anche su sempreverdi e aghifoglie.
Di solito i carpofori si possono trovare su legno di Querce (incluso il Leccio), Castagni, Carpino, ma anche Acero, Ontano, Betulla, Pioppo, Pioppo tremulo, più sporadicamente anche su Abete o altre conifere.
💥 Le aree urbane son uno degli habitat preferiti dal Ganoderma lucidum, perché è in questi ambienti che si verificano più spesso microclimi adatti alla sua vegetazione, con buona disponibilità di calore ed umidità. Parchi, ma soprattutto giardini, possono ospitare questo fungo, soprattutto in presenza di prati non concimati e non trattati, che ospitano nel circondario piante adatte ad esser colonizzate💥.
💥🔥 Errori da evitare💥
Benché molti cercatori di funghi conoscano il G. lucidum per via delle sue vere o presunte qualità medicinali, se ti capita di trovare questo fungo, non illuderti di poterlo raccogliere e cucinare, al fine di beneficiare delle sue proprietà “miracolose”, perché non potresti beneficiarne affatto, in quanto il fungo di per sé non è commestibile perché durissimo, ed i suoi principi attivi vanno estratti con processi non casalinghi.
In tutta Europa questo fungo è considerato specie rara perciò, anche dove non protetto, a seguito di un ritrovamento, limitati a fotografarlo o al più a prelevarne un esemplare per poterlo studiare da vicino a casa ma, evita di raccoglierne più esemplari, così da scongiurarne l’estinzione.
⛔🖐️ Quasi quotidianamente, al nostro indirizzo email, nei nostri canali Social o presso le nostre chat Telegram (pubbliche o private) riceviamo fotografie di funghi (spesso assai poco chiare, con colori falsati o mosse, a riprova dell’ulteriore superficialità con cui molti cercatori affrontano la ricerca dei funghi), da parte di inesperti cercatori che ci chiedono se i funghi raccolti sono commestibili e, solo in pochi ci chiedono esclisivamente il nome del fungo fotografato per pura conoscenza.
In tutti i casi, funghimagazine o chi per esso, attraverso i Social, non può e non deve dare opinioni di commestibilità; neppure un micologo professionista può farlo limitandosi a guardare delle fotografie.
Funghimagazine NON darà mai opinioni di commestibilità e, gli utenti che attraverso le nostre chat o canali Social (Facebook, Instagram o altri) si prendono o prenderanno la libertà di farlo, saranno immediatamente bannati-cancellati-esclusi.
LA COLTIVAZIONE DEL GANODERMA LUCIDUM / REISHI

Ganoderma lucidum (Curtis : Fr.) P. Karst. e G. applanatum (Pers.: Wallr.) Pat., sono conosciuti in oriente da oltre 4mila anni.
Il Ganoderma che cresce allo stato selvatico, sta diventando globalmente sempre più raro ed i cambiamenti climatici non aiutano di certo la sua diffusione, dal momento che, molti climi continentali si stanno progressivamente facendo sempre più secchi e, questo fungo non ama di certo la siccità.
Nel passato, soprattutto in Asia, lo si è raccolto così massicciamente da fargli rischiare l’estinzione. Per fortuna nel 1970, un tecnico dell’Istituto di scienze alimentari dell’Università di Kyoto, di nome Yukio Naoi, mise a punto un metodo di coltivazione, partendo dalla raccolta delle sue spore. Il metodo è stato via-via affinato fino ad arrivare ad un risultato soddisfacente nel 1975, quando in Asia è iniziata la sua coltivazione su ampia scala.
Va subito detto però, che la gran parte dei funghi prodotti come “Lingzhi” o “Reishi” (soprattutto in Asia, e si parla del 93% dei casi, quindi della maggioranza delle confezioni immesse sul mercato internazionale), non sono il vero Ganoderma lucidum ma varietà simili, che hanno le proprie caratteristiche distintive, addirittura identificabili come una specie separata di Ganoderma lingzhi.
Nel famoso libro cinese di agricoltura e piante medicinali (considerato il più antico testo cinese), Shennong Bencao Jing (in lingua cinese 神農本草經T, 神农本草经S, Shénnóng Běncǎo JīngP, Shen-nung Pen-ts’ao Ching), si dice che: «Ganoderma lucidum è “Dio della vita” (essenza spirituale), ha un potere incredibile, perciò si può usare per nutrire il corpo e la mente, come elisir per allungare la vita e ottenere la longevità. Può far risplendere la pelle e può anche curare un’ampia varietà di malattie».
Nel libro in questione, il Ganoderma lucidum è diviso in sei tipi, a seconda del colore: rosso, giallo, bianco, verde, nero e viola. Oggi, in Cina si coltivano per lo più Ganoderma rosso = Chizhi ( Ganoderma lucidum (Leyss. ex. Fr.) Karst. ) e Ganoderma viola = Zǐ mógū Fungo viola ( Ganoderma japonicum (Fr.) Lloyd ), gli altri sono principalmente selvatici.
Questi funghi possono esser coltivati indifferentemente seguendo il metodo naturale, direttamente su tronco, oppure seguendo il metodo intensivo su substrato in sacchetto.
Il metodo naturale è il più complesso e meno redditizio, poiché il processo di inoculazione del micelio su di un tronco è piuttosto complicato, richiede molto tempo e non sempre si riesce a far formare un micelio in grado di produrre buone quantità di corpi fruttiferi. Ovviamente il metodo artificiale, che utilizza segatura al posto del legno, da risultati più soddisfacenti.
Per l’inoculazione del micelio di solito si utilizzano Querce, Castagni o Albicocchi.
Coltivazione su legno-tronchi (metodo naturale)
Le piante scelte per l’inoculo devono esser abbattute a inizio autunno quando presentano il maggior accumulo di riserve nutritive in previsione dell’imminente inverno. Si lascia riposare l’albero abbattuto per la durata dell’inverno, proteggendolo adeguatamente dal possibile attacco di altri funghi poi, con l’aiuto di un trapano, vengono effettuati diversi fori di diametro di 1,5-2 cm all’interno dei quali verranno inseriti “innesti”, rametti inoculati, a loro volta protetti, con paraffina liquida, da altri funghi, batteri, lieviti o seccume.
I tronchi inuculati vengono mantenuti nel bosco coperti da teli protettivi e non è insolito che vengano anche interrati per poter mantenere l’umidità. Da questi tronchi inoculati si possono ottenere corpi fruttiferi fino a 4 o 5 anni di seguito.
Si possono ottenere corpi fruttiferi anche attraverso l’utilizzo di sezioni di legno (sezioni di tronchi), inoculate sempre con innesto però poi, l’incubazione del micelio si protrarrà per circa sei mesi ad una temperatura controllata di +25°C ed umidità relativa prossima al 70% con scarsissima ventilazione. Per favorire la crescita del micelio si usa anche inserire i tronchi in sacchetti di plastica, con un’elevata concentrazione di anidride carbonica. Una volta che il micelio avrà colonizzato l’intero tronco, e quindi potrà iniziare a produrre i primi carpofori, questi verranno interrati direttamente in lettiera o in vasi riempiti di terra per la fruttificazione.
Contivazione in sacchi

Per la coltivazione in sacchi, si utilizza la segatura di piante solitamente utilizzate per l’inoculo; questa segatura viene mescolata con farina di riso, grano o soia, nella misura del 10-20% del peso totale, l’umidità del composto regolata, anche in questo caso, al 70% circa e, dopo averla omogeneizzata viene versata in sacchi o bottiglie di plastica, quindi sterilizzata al fine di far morire eventuali altri funghi, lieviti, batteri.
Dopo che il sacchetto si sarà raffreddato, il composto verrà inoculato, sempre in condizioni rigorosamente sterili, inserendo all’interno anche anidride carbonica, che favorirà la rapida crescita del micelio prevista in circa tre settimane, ad una temperatura costante attorno ai +25°C (rimanendo sempre entro un range compreso tra +20 e +27°C), in assenza di luce. Dopo altre due settimane circa potranno iniziare le prime fruttificazioni.
Una volta che i primi “bastoncini” o “stecchetti” (giovani carpofori) saranno visibili, è necessario fornire fino a 12 ore di luce al giorno. Nella parte superiore del sacchetto si crea un’apertura attraverso la quale potranno uscire i corpi fruttiferi, che potranno crescere in maniera disomogea, a seconda del livello di CO2 presente nell’aria. Se il livello è alto, con un valore prossimo al 2-4% sul totale, il fungo cresce in lunghezza, diversamente crescerà maggiormente in larghezza. Una volta che i carpofori si troveranno all’aria fresca, o gli verrà fornita aria nuova, il fungo inizierà a crescere a spiegarsi a forma di ventaglio, mentre sul suo imenoforo compariranno i pori per l’espulsione delle spore.
Nelle coltivazioni intensive, si tende a preferire la fruttificazione con scarso arieggiamento e maggior concentrazione di Anidride Carbonica, così da favorire la formazione di molti più “stecchetti” che saranno più lunghi e più facilmente raccoglibili “a mazzetti”.

SEGNI DISTINTIVI / CARATTERISTICHE
COME RICONOSCERE IL GANODERMA LUCIDUM
💥Una caratteristica pecularie di questa specie è la cosiddetta tipica “laccatura”, sia del gambo che della superficie del cappello💥.
A differenza di altri funghi lignicoli/parassiti, comunemente visibili direttamente sulle piante, questo fungo, come già accennato, preferisce vegetare su radici o legno interrato, ed i suoi carpofori (corpi fruttiferi), si distinguono da altre specie, per non essere vellutati, opachi, ornati da scaglie o altri ornamenti, ma lucidi e ad effetto laccato, “verniciato con lacca”.
Corpo fruttifero

Il cappello, se cresciuto all’aria aperta, e non forzatamente in ambiente controllato con elevata concentrazione di Anidride Carbonica, è solitamente semicircolare o reniforme (a forma di rene). Ha dimensione media di 1,5-3 cm di spessore e 4-10 cm di diametro ma, la sua grandezza può anche superare questi valori, facendo però attenzione a non confondere G. lucidum con G. applanatum, cugino primo piuttosto simile, ma con cappello di assai più ampie dimensioni.
La superficie è composta da una crosta assai corrugata che fa un po’ pensare a vari strati sovrapposti, più larghi sotto e più chiari, e più piccoli sopra e più scuri. É assai dura, spessa e ben lucida, come se fosse laccata di vernice o lacca marrone dalle tonalità più o meno scure, tendenti anche al bruno con zonature più chiare verso il margine che è biancastro. In gerer il cappello è piatto-appianato, inizialmente giallo limone, poi gradualmente striato di giallo-rosso, quindi solo di rosso-mogano, marrone-violaceo-brunastro o bruno-nerastro.
La carne è durissima, all’inizio ad effetto sughero leggermente spugnosa, poi diventa sempre più dura, legnosa, dapprima biancastra poi bruna, quasi testa di moro, da sub-lucida ad opaca con odore e sapore sub-nulli.
L’imenoforo è composto da tubuli e pori piccolissimi, quasi invisibili ad occhio nudo, rotondi, biancastri poi color crema-grigiasto ed infine ocra scuro con tendenza a macchiarsi di bruno scuro al tocco.
L’ impronta sporale è marrone-brunastra. Le spore sono ovaloidi-ellittiche a base tronca, verrucose, misurano 7-11 x 6-8 micron.
Il gambo misura mediamente 5-15 x 2-3 cm ma queste misure vanno prese col beneficio d’inventario, dal momento che il fungo si può presentare con svariate forme, a forma di cono gelato-cornucopia, con cappello poco ampio e gambo di poco scentrato rispetto al cappello, o anche con gambo lungo o corto, talvolta addirittura assente o appena abbozzato, talvolta cilindrico e laterale (eccentrico) rispetto al cappello.
COMMESTIBILITA’
TRATTASI DI FUNGO NON COMMESTIBILE
Come già accennato nel paragrafo precedente, la carne di questo fungo è talmente dura da renderlo immangiabile poiché sarebbe come mangiare direttamente il legno. Se la gran parte dei funghi contiene infatti all’incirca il 90% di acqua, questo ne contiene solamente il 75%.
Ciò non significa che il fungo contanga tossine che possano renderlo pericoloso o tossico.
Non è comunque possibile pensare di cucinarlo per poter beneficiare delle sue vere o presunte proprietà curative.
PROPRIETA’ MEDICINALI
Il fungo Ganoderma lucidum / Reishi / Lingzhi, in Estremo Oriente è considerato un vero e proprio fungo medicinale.
NELLA CULTURA, TRA LEGGENDA E REALTA’
In Oriente, con i funghi Ganoderma essiccati, si fabbricano talismani che dovrebbero proteggere il proprietario e la sua casa dalla sfortuna. In Giappone questi talismani sono spesso abbinati al tradizionale gatto porta-fortuna, il maneki neko (招き猫 letteralmente: “gatto che chiama”), anche noto come “gatto della fortuna”; la massima protezione si otterrebbe fabbricando il maneki neko direttamente con Ganoderma essiccati.
A proposito di porta-fortuna, il Ganoderma lucidum possiede un cappello ad anelli sovrapposti, motivi circolari che ricordano una nuvola. Questi motivi sono detti in Cina: “Ruizheng” o “Qingyun“, considerati, sin dall’antichità, di buon auspicio. Motivi “Qingyun” si trovano perciò dipinti sui capitelli e sotto alle grondaie di molti palazzi antichi, così come sullo Huabiao, la tradizionale colonna cinese posta di fronte a Piazza Tiananmen.
Si narra che in Cina, quando questo fungo non veniva ancora coltivato, perciò divenuto assai raro e costoso, chi possedeva uno di questi carpofori, lo custodiva come fosse un autentico tesoro, tanto da inserirlo nella dote dei propri figli, costringendo addirittura alcuni imperatori ad emanare decreti che ne impedivano il possesso e la riconsegna all’erario.
Questo fungo nella cultura cinese, supera per popolarità, persino il suo già elevato status che possiede in medicina. Oltre alla medicina ha infatti influenzato molte discipline come la religione, la letteratura, l’architettura e l’arte.
Secondo lo “Shan Hai Jing” 山海經, il grande libro dei monti e dei mari, il Ganoderma lucidum si sarebbe trasformato in Bai Shao Yao “erba Yao” preziosissima radice di Peonia, o in spirito di “Yao Ji”, la giovane figlia dell’imperatore Yan.
Nel folklore Hakujaden “La leggenda del serpente bianco”, Bai Suzhen ha rubato il Ganoderma lucidum della fata antartica per salvare Xu Xian e tornare al sole. Il Ganoderma lucidum è citato in Cina in un gran numero di antichi romanzi o altre opere letterarie. In oriente è considerato simbolo d’immortalità.
UN FUNGO ADATTOGENO
Ganoderma lucidum oggi è considerato un fungo dalle proprietà adattogene (adattogena è considerata qualsiasi sostanza in grado di aumentare in maniera aspecifica la resistenza dell’organismo a stress di varia natura, sia fisica che psichica), infatti alcuni anni fa si trovavano in commercio anche in Italia, capsule a base di polvere di Ganoderma, consigliate per attenuare gli stati d’ansia e di stress psicofisico, poi ritirate dal commercio perché non rispettavano gli standard qualitativi imposti dalla CEE.
Queste capsule, oltre che per sedare ansie e stress, venivano consigliate per rafforzare la forza, rafforzare il coraggio, favorie il sonno ed aumentare la memoria.
Nella medicina tradizionale cinese, questo fungo lo si decanta per le sue infinite e miracolose proprietà curative.
Consigliato per curare l’ittero cronico, l’ipertensione, l’asma bronchiale, il raffreddore, l’insonnia, disturbi di stomaco, infiammazioni articolari e renali, per ridurre il peso corporeo, migliorare la fertilità e, in tempi più moderni, per rafforzare la forza del corpo aiutando anche a curare il cancro.
PROPRIETA’ DELLE VARIE SPECIE DI GANODERMA
Esistono vari tipi di Ganoderma (forme o varietà), che in oriente vengono classificate per colore prevalente. Ogni varietà avrebbe le proprie specifiche proprietà medicinali-curative, così come riportato di seguito dai testi tradizionali orientali:
Thanh chi (G. verde) ha un gusto leggero. Aiuta la vista, la sedazione, è un tonico che, se usato per un lungo periodo, renderà il corpo sano e leggero;
Red chi (G. rosso), ha un sapore amaro ma dà gran benefico alla mente, aumenta l’intelletto e la saggezza;
Il chi nero (G. nero) aiuta il funzionamento dei reni, rende la mente fresca, chiara e libera da brutti pensieri;
Bach chi (G. bianco) aiuta a liberarsi dai gas interni, rafforza il quoziente intellettivo e rende la memoria più persistente;
Hoang chi (G. oro) è utile per liberarsi dai gas, neutralizza gli ossidanti, è un sedativo;
Zizhi (G. rosso porpora) protegge lo spirito, rafforza i tendini e le ossa, rende la pelle più bella.
Il Ganoderma rosso (Zizhi) è il fungo medicinale più potente tra tutti perciò, più comunemente commercializzato nel Nord America e in tutto l’oriente.
STUDI RECENTI SUI GANODERMA
Test effettuati sugli animali hanno dimostrato che questi funghi hanno proprietà oncostatiche, immunomodulatori, antiossidanti, antibatteriche, epatoprotettive, adattogene e altre preziose proprietà terapeutiche e preventive (Wasser, Weis, 1999; 2007; Wasser et al., 2002; Chang, Miglia, 2004).
Nel corso degli ultimi anni sono stati effettuati approfonditi studi su questi funghi, in particolar modo su G. lucidum e G. applanatum, che hanno permesso di isolare più di 400 composti biologicamente attivi di diversa natura chimica, con svariate proprietà farmacologiche (Mizuno, Sakamura 1995; Wasser, Weis, 1997), i principali dei quali sono: polisaccaridi e triterpenoidi.
PRINCIPALI PRINCIPI ATTIVI
Questi di seguito sono alcuni tra gli oltre 400 principi attivi con diverse proprietà medicinali, individuati nei funghi Ganoderma:
- Polisaccaridi, tra cui: Beta-D-Glucano, FA, F1, F1-1a, D-6, A, B, C-2, D, GA;
- Betaglucano, GZ;
- Germanio, in rapporto di 6.000 parti per milione, 18 volte superiore a ginseng che contiene 325 parti per milione;
- Antiossidanti (concentrazioni molto elevate – circa 24.000 UI);
- Adenosina;
- Vitamine: B e C;
- Minerali: calcio, ferro, magnesio, potassio, rame, selenio, zinco;
- Acidi grassi essenziali ed enzimi;
- Proteine e Glicoproteine;
- 110 tipi di aminoacidi inclusi tutti gli aminoacidi necessari all’organismo;
- 137 tipi di Triterpeni e Triterpenoidi, inclusi sei tipi di triterpeni che eliminano le cellule infiammatorie (triterpeni citotossici). Alcuni agiscono come antibiotici o contro alcuni virus;
- Acido Ganoderico: B, D, F, H, K, MF, R, S, T-1o, Y; Ganodermadiolo, Ganoderiolo F, Ganodosterone; Ganodermanontriol, acido ganoderico B, Ganodermadiol; Ganodelan A e B, Lanostan; Lucidadiolo, acido lucidenico B, acido applanossidico G;
- Steroli, ergosterolo, alcaloidi, nucleotidi, uridina, urasil, acido pantotenico
- Cantaxantina;
- Grassi;
- Fibre;
- Olio Volotile; Acido oleico;
- Riboblavina, Cumarina, Mannitolo;
- Alto contenuto di sostanze fitochimiche complesse, inclusi ergosteroli, ergosteroidi, acido fumarico, aminoglucosio e lattoni.
EFFETTI TERAPEURICI NOTI NELLA LETTERATURA MEDICA ORIENTALE
- Cura contro l’ipertensione;
- Tratta il dolore, la fatica e l’artrite;
- Aiuta la sedazione, combatte ansia e stress, previene l’ esaurimento nervoso prolungato e combatte l’insonnia;
- Cura l’anoressia;
- Combatte l’obesità, aiutando a perdere peso in modo efficace;
- Ha proprietà Anti-cancro e anti-virali;
- Offre un buon supporto cardiaco, anti-aterosclerosi;
- Migliora l’attività della cisti surrenale;
- Tratta le malattie legate allo stomaco e al duodeno; cura malattie del fegato, epatite cronica, fegato grasso, nefrite;
- Trattamento del diabete;
- Cura la bronchite;
- Previene il processo d’invecchiamento con effetti antiossidanti; elimina i radicali liberi;
- Ringiovanisce il corpo, aumenta la longevità, combatte le malattie comuni nella vecchiaia.
L’estratto di Ganoderna può essere utilizzato per preparare il tè, oppure bevande alcoliche ad effetto medicinale.
Esistono moltissime preparazioni commerciali contenenti estratti dei corpi fruttiferi o del micelio di questo fungo. Altri effetti curativi citati sulle varie confezioni in commercio, e non ancora citati, sarebbero: azione antitumorale (in alcuni studi già confermati, in altri ancora da confermare), lotta al virus dell’AIDS, lotta ai batteri Aspergillus niger, Escherichia coli, Candida albicans e Bacillus cereus.
Insomma, un autentico toccasana che potrebbe quasi esser considerato come la panacea di tutti i mali.
Lasciamo al singolo lettore il compito di approfondire l’argomento e decidere se sia effettivamente il caso di sperimentare qualche preparato commerciale a base di Ganoderma, tra le migliaia di prodotti presenti sul mercato internazionale.
Vanta proprietà medicinali anche il fungo Grifola frondosa. Scopri questo fungo nell’apposita scheda → Grifola frondosa – Maitake – Funghi commestibili.
Nell’articolo dedicato al Fungo Parassita del videogame e Serie TV “The Last of Us”, puoi scoprire che Ganoderma lucidum non è il solo fungo ad esser considerato in oriente “mircoloso” poiché, effetti davvero sorprendenti, vengono attribuiti anche al fungo della forza fisica, della virilità, antiossidante-antibatterico, curativo e preventivo Yarsagumba ovvero il Cordiceps sinensis, il fungo killer di The Last of Us.
Scopri tutto su questo fungo, il Yarsagumba/Cordiceps, già divenuto fungo superstar grazie al videogioco e relativa serie tv in questo articolo → Cordyceps, il fungo parassita di The Last of Us .
SPECIE SIMILI
Il Ganoderma lucidum ha molti sosia che vanno principalmente ricercati all’interno del proprio genere, tra le tante specie coltivate, o le meno numerose specie selvatiche.
In genere oltre ai funghi del genere Ganoderma, potrebbero somigliare a questo fungo anche alcuni altri funghi lignicoli la cui caratteristica principale è però quella di vegetare direttamente sulle piante, sul legno, vivo o morto che sia, anche ad alcuni metri di altezza dal suolo.
G. lucidum invece vegeta ai piedi delle piante, anche fino alcuni metri di distanza dalla pianta ospite, al punto da farlo sembrare un fungo saprofita prativo o di lettiera.
Tra tutti i funghi lignicoli che hanno una somiglianza più o meno accentuata con questa specie, il più somigliante tra tutti è senza dubbio Ganoderma applanatum.
Quasi gemello, sosia quasi perfetto, cugino primo, anche lui dalle mille proprietà mecinali.
G. lucidum è più piccolo, ha la caratteristica di esser lucido-laccato.
G. applanatum ha colori meno vivaci, più opachi e tendenti al marrone-violaceo, non ha il cappello lucido, tanto meno laccato, e raggiunge dimensioni ragguardevoli, formando durante la crescita un ampio ventaglio a forma di rene. Questo fungo ha l’abitudine di fruttificare sempre nel medesimo posto per alcuni anni.
FOTOGALLERY DI GANODERMA LUCIDUM
IL “MIRACOLOSO” FUNGO REISHI
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Ganoderma lucidum / Reishi ©funghimagazine.it