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Tylopilus felleus, il Porcino amaro
Se lo vedi da lontano, sei convinto di aver trovato un bel Porcino, poi lo osservi da vicino e ti accorgi che ci sono alcuni precisi segni distintivi che ti dicono che hai davanti un ‘falso porcino’ ma a volte, per esser sicuro si tratti proprio del Porcino del Fiele, devi assaggiarne un pizzichino
TYLOPILUS FELLEUS (Bull.) P. Karst.
INDICE
Porcino del Fiele / Porcino amaro o Falso Porcino
Sinonimi obsoleti:
- Boletus alutarius Fr., Observ. mycol. (Havniae) 1: 115 (1815)
- Boletus alutarius Rostk., in Sturm, Deutschl. Fl., 3 Abt. (Pilze Deutschl.) 5(23/24): 131 (1844)
- Boletus felleus Bull., Herb. Fr. (Paris) 8: tab. 379 (1788) [1787-88]
- Boletus felleus f. albiceps Kauffman & Snell, in Wolfe, Mycologia 78(1): 24 (1986)
- Boletus felleus f. plumbeoviolaceus Snell, Mycologia 28(5): 465 (1936)
- Boletus felleus f. rubrobrunneus Snell, in Wolfe, Mycologia 78(1): 24 (1986)
- Boletus felleus var. alutarius (Fr.) J. Blum, Bull. Soc. mycol. Fr. 80(3): 297 (1965) [1964]
- Boletus felleus var. minor Coker & Beers, The Boletaceae of North Carolina: 17 (1943)
- Boletus felleus var. obesus Peck, Bull. N.Y. St. Mus. 2(no. 8): 154 (1889)
- Boletus felleus var. roseus Pers., Mycol. eur. (Erlanga) 2: 136 (1825)
- Dictyopus felleus (Bull.) Quél., Enchir. fung. (Paris): 159 (1886)
- Rhodoporus felleus (Bull.) Quél., Fl. mycol. France (Paris): 421 (1888)
- Suillus alutarius (Fr.) Kuntze, Revis. gen. pl. (Leipzig) 3(3): 535 (1898)
- Suillus felleus (Bull.) Kuntze, Revis. gen. pl. (Leipzig) 3(3): 535 (1898)
- Tylopilus alutarius (Fr.) Henn., in Engler & Prantl, Nat. Pflanzenfam., Teil. I (Leipzig) 1(1**): 190 (1898) [1900]
- Tylopilus felleus var. alutarius (Fr.) P. Karst., Bidr. Känn. Finl. Nat. Folk 37: 3 (1882)
- Tylopilus felleus var. fuscescens P. Karst., Bidr. Känn. Finl. Nat. Folk 37: 2 (1882)
- Tylopilus felleus var. minor Coker & Beers ex Pilát & Dermek, Hribovité Huby [Boletaceous Fungi]: 132 (1974)
- Tylopilus felleus var. uliginosus A.H. Sm. & Thiers, Boletes of Michigan (Ann Arbor): 114 (1971)
Tylopilus felleus (Bulliard) P. Karsten, 1881
Ex Boletus felleus / Porcino del Fiele
Divisione: | Basidiomycota |
Classe: | Basidiomycetes |
Ordine: | Boletales |
Famiglia: | Boletaceae |
Genere: | Tylopilus |
Specie: | Tylopilus felleus |
Nome italiano: | Porcino del Fiele, Porcino Amaro, Falso Porcino |
Tipo nutrimento: | Micorrizico (similmente saprofita) |
Periodo vegetativo: | Dalla tarda primavera a metà autunno, più tipicamente estivo |
Commestibilità o Tossicità: | NON commestibile / Tossico / amaro |
Scheda illustrativa:

NOMI INTERNAZIONALI
- English: bitter bolete, bitter tylopilus
- čeština: hřib žlučník
- Cymraeg: cap tyllog chwerw
- Deutsch: Gemeiner Gallenröhrling
- español: boleto amargo, chupasangre
- euskara: Onddo mingots
- suomi: sappitatti
- français: Bolet amer, Bolet de fiel
- magyar: Epeízű tinóru
- Nederlands: Bittere boleet
- norsk: Gallerørsopp
- polski: Goryczak żółciowy
- română: Fierea pădurii, hrib amar
- anarâškielâ: säppitatti
- svenska: Gallsopp
Nomi comuni italiani
TYLOPILUS FELLEUS è un fungo a larga diffusione, ben presente in tutt’Italia, che però non gode di una grande varietà di nomi vernacolari/dialettali.
Tutti i nomi locali partono comunque dalla sua caratteristica peculiare di essere un ‘falso Porcino’ o ‘Falso Boleto’ e, soprattutto di essere un fungo amaro come il fiele, da qua il nome comune di Porcino del Fiele.
D’altra parte il suo nome latino fellĕus [felleus], felleă, felleum (aggettivo I classe), significa proprio → di fiele, relativo al fiele.
Traducendo il suo nome latino, andrebbe chiamato Porcino di Fiele ma, nessuno usa chiamarlo così, piuttosto: Porcino del Fiele o al più Porcino amaro.
Traduzioni in italiano dei nomi internazionali
Tylopilus felleus anche nel resto del pianeta è chiamato comunemente Porcino amaro, Porcino del Fiele o Porcino della Bile.
Curiosamente in paesi russofoni è anche detto Fungo/Boleto di Lupo.
In lingua spagnola, oltre che Boleto amaro è anche detto Succhiasangue oppure Camaleonte / Camaleonte rosso, per via del suo mimetismo con il comune fungo Porcino.
In Finlandese è sbrigativamente detto Sappitatti = Cistefellea. In Georgiano è detto: il Fiele.
DISTRIBUZIONE
Tylopilus felleus o Porcino del Fiele è un fungo piuttosto comune ma, limitatamente alle foreste temperate quindi, lo si può trovare in Europa, Asia, Nord e Centro America, con maggior predilezione per i boschi freschi, ma mai freddi, quindi non eccessivamente caldi.
In Scandinavia e Russia per esempio, è presente solamente nelle regioni meridionali mentre, in aree mediterranee calde risulta del tutto assente.
Sicuramente presente in Pakistan ed Himalaya, Tibet e alcune altre regioni della Cina, oltre che in Corea. Qua però ad occhio nudo risulta impossibile distinguere la specie tipo T. felleus dal consimile T. neofelleus. Quest’ultimo ha un aereale più ampio che include anche la Nuova Giunea, Taiwan e Giappone.
In Australia sono presenti funghi considerati a tutti gli effetti come T. felleus, ma le cui spore hanno però dimensioni decisamente più piccole rispetto alla specie tipo. Questo taxon è oggi registrato come T. brevisporus.
Nel Nord America convivono invece alcune specie di Tylopilus non presenti in altre parti del pianeta. Alcune sono commestibili, altre no perché amare o amarissime.
Tra gli amari ci sono: T. rhoadsiae, vegeta negli Usa sudorientali, ha un cappello di colore più chiaro e piccola. T. rubrobrunneus, si trova tra le latifoglie statunitensi orientali, ha un cappello marrone-violaceo ed è amarissimo. T. variobrunneus infine, ha un cappello bruno-rossastro ed è uno meno amari.
I commestibili sono invece il T. ferrugineus e T. indecisus, entrambi molto simili alla specie tipo ma con gambi meno reticolati.

🍄⚡⚡ ATTENZIONE: da diverso tempo, alcuni nostri lettori ci segnalano che sono presenti anche in Italia funghi del Fiele (Tylopilus felleus) non amari. Alcuni lettori riferiscono, non solo di averli assaggiati, ma più e più volte regolarmente consumati. Oggi la globalizzazione è un fenomeno che interessa l’intero pianeta. Attraverso navi ed aerei, oltre che sulle ali del vento viaggiano spore ovunque, senza più barriere. Così come in Italia sono già presenti altri funghi considerati alieni, per lo più provenienti da Asia ed Oceania, anche i Tylopilus dolci del Nord America potrebbero ugualmente già esser arrivati nel nostro Paese.
Se ti capita di rinvenire funghi apparentemente identificabili come Funghi del Fiele ma, al micro assaggio questi risultano dolci, puoi inviarci la segnalazione, con tanto di fotografie che li documentino, tramite chat Telegram.
In Italia il Fungo del Fiele è comunissimo sulle Alpi ed Appennino Settentrionale.
Diventa via-via meno comune scendendo verso Sud, rimanendo tuttavia presente in alcune zone di alta montagna, con buona presenza in Calabria tra Sila-Serre-Aspromonte e netta discriminante tra presenza ed assenza, in base al tipo di terreno infatti, questo fungo non vegeta su terreni calcarei ma solamente su suoli acidi.
Per trovarlo in luoghi in cui sono presenti calcari, occorre vi sia una spessissima lettiera di foglie o aghi, resi saturi d’acqua da una vicina sorgente.
HABITAT / ECOLOGIA
🌲🌿🍂🍁L’HABITAT del Fungo del Fiele
L’habitat ideale per il Tylopilus felleus è il bosco con fresco e ricco substrato acido
Come tutte le boletacee, anche T. felleus è un fungo simbionte-micorrizico.
Sulle Alpi lo si può trovare principalmente nei boschi di conifere, con particolare predilezione per i freddi, folti e bui boschi di Abete rosso. Come seconda opzione, nei boschi di Faggio; decisamente meno comune ma talvolta presente anche tra altre conifere o latifoglie tra cui: Pini, Castagni, Querce.
Non è un fungo che ama il secco, semmai questo è considerato un fungo igrofilo.
Clima secco e suoli asciutti determinano la loro prolungata assenza ma, se viene a piovere come si deve, per un giusto periodo in cui piogge non effimere si ripetono nel corso di più giorni, con lettiere ben zuppe d’acqua, allora la loro fruttificazione diventerà abbondante, se non del tutto sovrabbondante.
I corpi fruttiferi possono vegetare sia singolarmente che a gruppi. A noi è capitato di trovare un gruppo composto da una dozzina di esemplari, tra grandi e piccini, riuniti al piede e, variamente concresciuti con gambi storti per poter farsi spazio tra i concorrenti.
Pur trattandosi di specie micorrizica, non è raro trovare questi funghi direttamente su legno morto e persino su vecchissimi ceppi.
Le spore di questo fungo attecchiscono facilmente dove c’è abbondanza di lignina (legno morto quasi pronto a trasformari in humus), in luoghi costantemente umidi, dove non batte mai il sole.
Vecchie ceppaie di conifere, legno marcio e spessi depositi di rami-aghi di abete soddisfano le necessità di questo fungo, avido di azoto ricavato dalla scomposizione di amminoacidi e proteine, e di chitina, importantissimo componente delle pareti cellulari fungine.
Il periodo di fruttificazione va da agosto ai primi di ottobre sulle Alpi, da giugno ai primi di novembre sulle Prealpi ed Appennino.
💥🔥 Una piccola curiosità
Quando all’indomani di una fase temporalesca estiva o autunnale, deciderai di andare in un bosco di montagna alla ricerca di funghi Porcini ma, all’arrivo nei boschi noterai subito una ricca presenza di Funghi del Fiele, posticipa pure di almeno altri 3 o 4 giorni la prossima uscita perché, ciò che questo fungo ti potrà suggerire, è che la lettiera è ancora troppo bagnata. Felleus e Porcini difficilmente potranno convivere nello stesso bosco in contemporanea ma, se ciò accadrà, sarà perché i Felleus sono nati già da molti giorni ed una rinfrescata atmosferica ne ha rallentato i tempi di maturazione.
Più facile invece trovare in contemporanea, T. felleus e Neoboletus erythropus, oppure Imleria badia.
⛔🖐️ Se ti capita di trovare degli pseudo Porcini dal cappello vellutato, dal gambo reticolato e dalla spugna bianca o bianco-rosato, fermati ad osservare bene i segni distintivi del fungo che hai sotto mano, prima di metterlo inavvedutamente ed alla leggera nel cesto, perché potresti portarti a casa il sosia non commestibile che potrebbe rendere amarissimo il piatto che hai cucinato.
⛔🖐️ Quasi quotidianamente, al nostro indirizzo email, nei nostri canali Social o presso le nostre chat Telegram (pubbliche o private) riceviamo fotografie di funghi (spesso assai poco chiare, con colori fasulli o mosse, a riprova dell’ulteriore superficialità con cui molti cercatori affrontano la ricerca dei funghi), da parte di inesperti cercatori che ci chiedono se i funghi raccolti sono commestibili e, solo in pochi ci chiedono esclisivamente il nome del fungo fotografato per pura conoscenza.
In tutti i casi, funghimagazine o chi per esso attraverso i Social, non può e non deve dare opinioni di commestibilità, neppure un micologo professionista può farlo, limitandosi a guardare delle fotografie.
Funghimagazine NON darà mai opinioni di commestibilità e, gli utenti che attraverso le nostre chat o canali Social (Facebook, Instagram o altri) si prendono o prenderanno la libertà di farlo, saranno immediatamente bannati-cancellati-esclusi.

SEGNI DISTINTIVI / CARATTERISTICHE
COME RICONOSCERE IL PORCINO DEL FIELE / TYLOPILUS FELLEUS

Tra tutti i funghi dall’aspetto di un Porcino, il Fungo del Fiele (Porcino del Fiele / Tylopilus felleus) è senz’altro il sosia perfetto per trarti in inganno.
Esistono tuttavia alcuni canonici segni distintivi che ti aiutano a renderlo meglio riconoscibilie e che ti descrivo di seguito:
Corpo fruttifero
Il corpo fruttifero ha l’aspetto generale di un normale Porcino.
Chissà a quanti fungaioli è già capitato di precipitarsi frettolosamente a raccogliere un Porcino che però, ci lasciava perplessi e delusi perché aveva il gambo un po’ troppo reticolato e la spugna troppo bianca.
Il cappello è praticamente identico per forma a quello di un comune Porcino ma, risulta di colore più chiaro, uniformemente color crema, grigio-giallognolo-marroncino, ocra-nocciola tendente anche al noce.
Inizialmente leggermente vellutato, poi progressivamente meno lanuginoso, liscio con lucentezza opaca; si screpola facilmente con clima asciutto.
La forma è convessa, tendente ad appianarsi con l’età, il diametro varia tra i 5 e 15 cm ma, ne sono già stati trovati anche di dimensioni maggiori. Ha un margine leggermente eccedente.
La cuticola del cappello è asciutta e non si stacca, o lo si fa con estrema difficoltà.
Carne e commestibilità
La carne è meno compatta-soda rispetto ai funghi Porcini, decisamente più morbida, tendente a diventare spugnosa con la maturazione. Il colore è bianco, bianco-cremoso o rosata, soprattutto in prossimità del cappello. Vira al rosa-rossiccio se compressa o al taglio.
Ha un odore piacevole, ingannevole da porcino. Il sapore però ti sbatte in faccia la realtà, gridando a pieni polmoni: non sono un Porcino!
Come suggerisce il suo nome comune, Porcino del Fiele o Fungo del Fiele, la caratteristica peculare di questo fungo è la sua estrema amarezza, che ti lascia un bocca un caratteristico retrogusto dolce-amaro.
Conoscenti che li hanno raccolti scambiandoli per Porcini, ci hanno riferito che i cibi avevano lo stesso sapore che lascia in bocca il vomito di bile. Esiste tuttavia qualcuno che, sfidando libri e micologi, afferma di consumarlo regolarmente perché non trova che il suo sapore amaro sia così sgradevole.
Altri affermano invece di raccoglierne e consumarli regolarmente perché non amari. La distinzione tra specie dolci e specie amare starebbe negli habiat di crescita. Amari se cresciuti tra gli Abeti o le Querce, dolci se cresciuti tra i Pini o tra i Faggi. Affermazioni da prendere col beneficio d’inventario.

Altri segni distintivi
L’imenoforo è una ‘spugna’ composta da tubuli smarginati, assai più lunghi rispetto al cappello, se questo infatti può avere uno spessore di 1-2 cm, i tubuli, nel punto più centrale del cappello possono raggiungere i 2-4 cm con tendenza a formare una ‘spugna’ guancialiforme-arrotondata anziché piatta.
I pori sono inizialmente bianchi, di un color bianco-neve che diventa rosato e poi rosa con l’età, sono attaccati al gambo (imenio adnato) e si ‘gonfiano’ verso il basso formando, come appena detto, una ‘spugna’ a forma decisamente concava e non maggiormente piatta come i Porcini.
L’intera ‘spugna‘ si macchia di rosso carminio o brunastro con l’età.
L’ impronta sporale è brunastra con sfumature in varie tonalità del rosa-rosso. Le spore sono subfusiformi, liscie, rosa e misurano 11-15 x 3.5-5 micron.
Il gambo misura 4–10 (raramente 15) cm di lunghezza per 2–4 cm di diametro. E’ robusto, clavato, da giovane obeso poi slanciato con evidente assottigliamento in corrispondenza dell’attaccamento al cappello.
E’ leggermente più chiaro rispetto al cappello, ma più facilmente concolore, ornato da un grossolano e prominente reticolo nerastro.
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SPECIE SIMILI
Il Porcino del Fiele / Tylopilus felleus ha un sosia che è quasi identico: Boletus reticulatus.
La differenza tra le due specie può esser minima. Entrambe posseggono un reticolo, anche se quello del Felleus è più scuro e meglio marcato. Il Porcino estivo o Porcino estatino (B. reticulatus / aestivalis) non possiede però una spugna bianca che si macchia di rosa.
Sicuramente considerabile un buon sosia anche il Porcino autunnale (Boletus edulis) ma, questo ha un cappello decisamente più lucido, mai vellutato.
Confusione può esser fatta anche con i Porcinelli, in particolar modo con i Porcinelli grigi o neri (Leccinum o Leccinellum).
In particolar modo potrebbero esser scambiati per Felleus giovani esemplari di Leccinum scabrum, Leccinum holopus, Leccinum diurisculum, Leccinum pseudoscabrum e Leccinellum crocipodium, quest’ultimo è il più papabile ad esser confuso per via della forma generale, del gambo frequentemente curvo-ricurvo e dei colori crema-ocracei del cappello.
Meno facile far confusione tra il Felleus ed i comuni Funghi Badius (Imleria badia).
In generale, il cercatore di funghi distratto e superficiale, che va a raccogliere funghi senza una adeguata conoscenza sui funghi, verrà tratto in inganno da molte altre specie appartenenti alla famiglia delle Boletaceae.
La cattiva abitudine di molti cercatori di funghi italiani, di raccogliere funghi Porcini immaturi, li porta a sperimentare lo sgradevolissimo sapore del Porcino del Fiele, perché ingannati da funghi in cui non sono ancora visibili i classici segni distintivi.
FOTOGALLERY DI TYLOPILUS FELLEUS
IL PORCINO DEL FIELE / BOLETO DEL FIELE / FUNGO DEL FIELE
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