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Leccinum duriusculum, Porcinello del Pioppo tremulo
Il Leccinum duriusculum o Porcinello grigio/nero è un fungo che ama gli ambienti igrofili di pianura, dove ci sono frequenti ristagni d’acqua piovana e i propri simbionti preferiti: i Pioppi. Scopriamolo in questo articolo
LECCINUM DURIUSCULUM (Schulzer ex Kalchbr.) Singer (1947)
INDICE
- 1 LECCINUM DURIUSCULUM (Schulzer ex Kalchbr.) Singer (1947)
- 1.1 NOMI INTERNAZIONALI
- 1.2 Nomi comuni italiani
- 1.3 DISTRIBUZIONE
- 1.4 HABITAT / ECOLOGIA
- 1.5 SEGNI DISTINTIVI / CARATTERISTICHE
- 1.6 COMMESTIBILITA’
- 1.7 ⚠️⛔🖐️ ATTENZIONE ⚠️
- 1.8 ⚠️⛔🖐️ ATTENZIONE ⚠️
- 1.9 SPECIE SIMILI
- 1.10 FOTOGALLERY DI LECCINUM DURIUSCULUM
- 1.11 ARGOMENTI CORRELATI A LECCINUM DURIUSCULUM
- 1.12 Condividi:
- 1.13 Correlati
Porcinello grigio del Pioppo Tremulo
Sinonimi obsoleti:
- Boletus duriusculus Schulzer ex Kalchbr., in Fries, Hymenomyc. eur. (Upsaliae): 515 (1874)
Boletus duriusculus var. niveus Hlaváček, Mykologický Sborník 66(3): 87 (1989)
Boletus duriusculus var. populinus Hlaváček, Mykologický Sborník 66(3): 87 (1989)
Boletus duriusculus var. populinus Hlaváček, Mykologický Sborník 68(3-4): 71 (1991)
Boletus populinus Smotl., Mykologický Sborník 19: 19 (1939)
Boletus rufus subsp. duriusculus (Schulzer ex Kalchbr.) Maubl., Les Champignons Comestibles et Vénéneux, Ed. 2 2: 156 (1928)
Boletus rufus var. duriusculus (Schulzer ex Kalchbr.) Bataille, Bull. Soc. Hist. nat. Doubs 15: 32 (1908)
Boletus scaber var. duriusculus (Schulzer ex Kalchbr.) Jacz., Opredielitel’ Gribov, Ed. 2. Tom I, Sovershennye Griby: 593 (1913)
Gyroporus duriusculus (Schulzer ex Kalchbr.) Quél., Fl. mycol. France (Paris): 425 (1888)
Gyroporus rufus var. duriusculus (Schulzer ex Kalchbr.) Quél., Enchir. fung. (Paris): 161 (1886)
Krombholzia aurantiaca f. duriuscula (Schulzer ex Kalchbr.) Vassilkov, Notul. syst. Sect. cryptog. Inst. bot. Acad. Sci. U.S.S.R. 11: 138 (1956)
Krombholzia aurantiaca subsp. duriuscula Maire, Treb. Mus. Ciènc. nat. Barcelona, sér. bot.: 43 (1933)
Krombholzia duriuscula (Schulzer ex Kalchbr.) E.-J. Gilbert, Les Livres du Mycologue Tome I-IV, Tom. III: Les Bolets: 118, 185 (1931)
Krombholziella duriuscula (Schulzer ex Kalchbr.) Imler, Bull. trimest. Soc. mycol. Fr. 54: 61 (1938)
Leccinum aurantiacum subsp. duriusculum (Schulzer ex Kalchbr.) Hlaváček, C.C.H. 34: 64 (1958)
Leccinum duriusculum f. robustum Lannoy & Estadès, Docums Mycol. 24(no. 94): 18 (1994)
Leccinum duriusculum f. tenerum Estadès & Bidaud, Bull. Soc. mycol. Fr. 122(4): 368 (2007) [2006]
Leccinum duriusculum var. salicinum Wichanský, C.C.H. 37: 86 (1960)
Suillus duriusculus (Schulzer ex Kalchbr.) Kuntze, Revis. gen. pl. (Leipzig) 3(3): 535 (1898)
Leccinum duriusculum (Schulzer ex Kalchbr.) Singer
Il Porcinello Grigio del Pioppo Tremulo
Divisione: | Basidiomycota |
Classe: | Basidiomycetes |
Ordine: | Boletales |
Famiglia: | Boletaceae |
Genere: | Leccinum |
Specie: | Leccinum duriusculum |
Nome italiano: | Porcinello (Porcinello grigio dei Pioppi), Leccino |
Tipo nutrimento: | Micorrizico |
Periodo vegetativo: | Dalla tarda estate a fine autunno |
Commestibilità o Tossicità: | Ottimo commestibile Gambo coriaceo da scartare/da non consumare crudo |
Scheda illustrativa:

NOMI INTERNAZIONALI
- čeština: kozák topolový
- Deutsch: Pappel-Raufuß
- eesti: paplipuravik
- suomi: ruskopunikkitatti
- français: bolet des peupliers
- magyar: Nyárfa érdestinóru
- lietuvių: Kietasis raudonviršis
- latviešu: Brūnā apšubeka
- Nederlands: Harde populierboleet
- polski: Koźlarz topolowy
- română: Pitărcuță dură, pitarcă zgrunțuroasă, burete de plop
- русский: Подберёзовик жестковатый
- svenska: Brun aspsopp
- ślůnski: Brun aspsopp
- українська: Підберезник твердуватий
- 中文: 皱皮疣柄牛肝菌
Nomi comuni italiani
LECCINUM DURIUSCULUM o Porcinello Grigio (Leccino) è un fungo tipicamente autunnale che vegeta e fruttifica prevalentemente in ambienti molto umidi (ambienti igrofili) di pianura, in prossimità di corsi d’acqua o terreni argillosi su cui può ristagnare l’acqua piovana.
Ambienti questi che non sono particolarmente diffusi in Italia, pertanto i nomi comuni-vernacolari-dialettali risentono della presenza o meno di questo fungo nei boschi.
I nomi vernacolari più diffusi a livello nazionale sono quelli tipici di tutti i Leccini: Porcinello, Boleto grigio, Porcinello grigio o nero, Leccino/Piopparello.
Nomi vernacolari/locali/dialettali dei Leccini in genere: Albarei nigher, Albarèla, Albarel, Albarelo, Albarello, Ampolín, Arbarín, Arbarín negar, Bedolín, Bédolit, Beola, Betullino, Biolette, Boleo albarelo, Brédol, Brisa, Brisa de caora, Brisa d’alborela, Brisot, Brugarol nighèr, Bruareul, Brugaroel, Capparolo, Caponero, Caprino, Cerrino, Corédo, Crava, Crava nera, Crave, Cravetta, Cravetta grisa, Cravette, Cravitte grise, Donna, Donne grigie o Donne nere, Fàlchero, Falchetto, Funge ‘raspignoús, Funci di viddudda, Funciu di vitudda, Func’i vitudda, Gambarello, Gambarella, Gambagrisa, Gambe grise, Gambe silvin’e, Gambeta, Gambetta, Gambetto, Gambette grise, Gambilotto, Gamberotto, Gambotte, Gamgaltieri, Gattarello, Gattero, Ginestrino, Leccino, Legoratt, Leguratt, Levrin, Nisciulin, Pecorino, Porcinèlo, Porcinello di Ginestra, Porsinella, Puti, Pütí, Serulin, Scrulin, Scopatolo, Sillu, Sillu ‘e pucchiu, Sörla, Sörlo, Spinarolo, Sürla, Sürlèc, Surlo, Sürlo negher, Taverné, Termulin’e, Vachêta grisa.
Come per tutti i Leccini, in Piemonte sono diffusissimi i nomi: Crava, Cravetta, Caprino e simili, in questo caso con l’aggiunta di grigio o nero. Nel Nord Piemonte i Leccini di qualsiasi tipo sono detti Donna/Donne/Donnette, in questo caso: Donna/Donnetta grigia o nera o Donna dei Pioppi.
Traduzioni in italiano dei nomi internazionali
Leccinum duriusculum è quasi ovunque noto come Porcino dei Pioppi o come Porcino ruvido/Porcino a gambo ruvido.
Il suo epiteto latino deriva dal termine dūrĭuscŭlus [duriusculus], duriusculă, duriusculum – aggettivo I classe accusativo, nominativo, vocativo – il cui significato è: piuttosto rude, alquanto duro.
Nel caso del Leccinum duriusculum, l’epiteto fa riferimento alla durezza in generale del fungo ed alla ruvidezza del gambo.
Noto in Italia come Porcinello, all’estero non esiste un simile vezzeggiativo, pertanto viene comunemente detto ‘Porcino’, Cap in inglese.
- In lingua Slovacca è detto il Cosacco dei Pioppi, inteso come Boleto dei Pioppi;
- Nel Galles è detto il Porcino dal cappello asciutto;
- Germania è detto Pappel-Raufuß, ovvero Fungo/Porcino ruvido del Pioppo;
- In Finlandia è detto Cincia fulva;
- Porcino dei Pioppi in Francia;
- In Ungheria è detto il Liuto ruvido del Pioppo, ovviamente la parola ‘liuto’ è una variante di Boleto;
- In Lettone è detto Porcino marrone;
- Nei Paesi Bassi è detto Boleto ruvido dei Pioppi;
- Porcino dei Pioppi in Polonia;
- Boleto dei Pioppi, Picchio duro, Picchio ruvido in Romania;
- Boleto duro o Boleto ruvido in Russia;
- Fungo fulvo del pioppo in Norvegia;
- In Cina è detto Porcino rugoso, Porcino ruvido o Porcino dalla pelle rugosa.
DISTRIBUZIONE
Leccinum duriusculum o Porcinello grigio/nero è un fungo simbionte/micorrizico che si lega quasi esclusivamente ai Pioppi, in particolar modo al Pioppo tremulo (Populus tremula), pertanto la sua distribuzione è strettamente legata alla presenza o meno di queste piante.
Assai comune in Europa oceanica e continentale, meno comune negli ambienti mediterranei e comunque nei luoghi caldi/asciutti in cui i Pioppi tremuli stentano a vegetare. Ovviamente assente negli ambienti termofili.
L’aerale di distribuzione di questo fungo è strettamente legato alla presenza del Pioppo tremulo che è assai comune in tutta Europa, tranne che negli ambienti tipicamente mediterranei.
Poco presente, o del tutto assente nella Penisola Iberica, tranne che nei Paesi Baschi-Cantabria-Pirenei ed in piccole colonie nei fondovalli fluviali della Castiglia.
Assente anche nella Linguadoca-Rossiglione nella Francia meridionale, in molte zone d’Italia, in particolar modo nella Pianura Padana centro-orientale, in Maremma e Agro Pontino, in Sicilia e Puglia, tranne che sul Gargano. Poco presente in Sardegna, Corsica, Grecia e sui Carpazi e coste del Mar Nero.
Il Pioppo tremulo, oltre che in Europa è ben presente anche nella Russia asiatica, ad eccezione delle zone artiche, nel Caucaso ed in alcune zone della Turchia settentrionale e meridionale, nella Cina settentrionale e centrale, in Corea, Isola di Hokkaidō in Giappone e più sporadicamente nel settentrione del Nord America.
Dove c’è il Pioppo tremulo vegeta anche il Leccinum duriusculum.
HABITAT / ECOLOGIA
🌲🌿🍂🍁L’HABITAT del Porcinello del Pioppo tremulo
L’habitat ideale per il Leccinum duriusculum è l’ambiente igrofilo
Questo fungo non ama il caldo, il sole pieno, gli ambienti termofili o i caldi balconi delle vigne e dell’ulivo.

Il suo albero simbionte preferito, il Pioppo tremulo, predilige infatti ambienti meno soleggiati, freschi-umidi, con suoli spesso umidi e inondati dall’acqua piovana.
Il Pioppo tremulo è anche un albero colonizzatore degli incolti e delle radure, pertanto il suo fungo simbionte preferito, il Leccinum duriusculum, si adatta perfettamente agli ecosistemi ed alle fitocenosi che questa pianta crea.
In Pianura Padana, nonostante la possibilità che si creino frequenti ambienti igrofili fluviali selvaggi, l’urbanizzazione, la pressione antropica, con infrastrutture, industria e soprattutto agricoltura, hanno praticamente fatto estinguere gli ecosistemi adatti alla vegetazione del Pioppo tremulo e di conseguenza anche di questo fungo.
Piccoli relitti di ecosistemi umidi costituiti da steppe erbose inframezzate da boschetti di Carpino, con all’interno Pioppi e Pioppi tremuli, sopravvivono lungo l’Adda, lungo alcuni fiumi del varesotto-milanese, lungo il Ticino e sulle alte pianure piemontesi.
Proprio le alte pianure piemontesi sono i luoghi ideali per la vegetazione del Pioppo tremulo. Qua molto spesso si formano vere e proprie steppe-savane erbose in cui vegeta la Betulla, in buona compagnia con esemplari di Pioppo tremulo, Pioppo bianco, Noccioli e sporadiche Querce farnia. Stiamo parlando di Brughiere che in Piemonte sono dette Vaure oppure Baragge; particolari ecosistemi oggi per lo più protetti dopo che, nel corso degli ultimi decenni dello scorso secolo, sono stati diffusamente sottratti per l’espansione dell’agricoltura, in particolar modo per la coltivazione del riso di Baraggia, frumento e cereali.
Il Pioppo tremulo in Italia lo si può tuttavia trovare anche in collina e sui monti, con distribuzione alpina fino ad un’altezza media dei 1.500/1.600 mt mentre, sull’Appennino si spinge fin verso i 1.800 mt.
Per avere però fruttificazioni di Leccinum duriusculum degne di nota, non basta la presenza del solo Pioppo tremulo o di altri Pioppi, occorre infatti che i suoli siano argillosi, poco permeabili. Che la lettiera di foglie sia costantemente umida, meglio se zuppa d’acqua a causa di ristagni d’acqua piovana o per la presenza di risorgive,
Insomma, questo fungo predilige i terreni un po’ pantanosi che in Piemonte sono detti le ‘moje’, non solo ma, per la fruttificazione, è necessario che non faccia eccessivamente caldo, infatti questo fungo è spesso del tutto assente in estate, con prime fruttificazioni all’indomani dei primi temporali freddi di metà agosto e che si protraggono fino a fine ottobre-metà novembre.
💥🔥 Una piccola curiosità
Leccinum duriusculum e Boletus edulis assai frequentemente si contendono la micorrizazione degli stessi alberi di Pioppo tremulo. Non tutti lo sanno ma, il Pioppo tremulo è un discreto simbionte del Porcino edulis.
La presenza contemporane di Leccinum duriusculum e di Porcini edulis è però un evento abbastanza raro perché, il primo preferisce vegetare su terreni assai bagnati, viceversa il secondo pretende di avere il ‘piede asciutto’ quindi una lettiera umida ma mai zuppa d’acqua. Se trovi una colonia di Pioppi tremuli in montagna, tienila ben d’occhio perché, al momento giusto, terminate le nascite di questo leccino, ci potresti trovare belle nascite di Porcini edulis, non appena il clima più secco avrà de-umidificato la lettiera.
⛔🖐️ I funghi detti Leccini/Porcinelli sono tutti commestibili, tuttavia la possibilità di confonderli con altri funghi con la spugna, tossici, è sempre molto elevata. Si raccomanda perciò di raccogliere sempre soltanto funghi noti e facilmente riconoscibili.
⛔🖐️ Quasi quotidianamente, al nostro indirizzo email, nei nostri canali Social o presso le nostre chat Telegram (pubbliche o private) riceviamo fotografie di funghi (spesso assai poco chiare, con colori fasulli o mosse, a riprova dell’ulteriore superficialità con cui molti cercatori affrontano la ricerca dei funghi), da parte di inesperti cercatori che ci chiedono se i funghi raccolti sono commestibili e, solo in pochi ci chiedono esclisivamente il nome del fungo fotografato per pura conoscenza.
In tutti i casi, funghimagazine o chi per esso attraverso i Social, non può e non deve dare opinioni di commestibilità, neppure un micologo professionista può farlo, limitandosi a guardare delle fotografie.
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SEGNI DISTINTIVI / CARATTERISTICHE
COME RICONOSCERE IL PORCINELLO del Pioppo tremulo / LECCINUM DURIUSCULUM
Distinguere le varie specie di Leccini non è cosa semplice, sono molto simili tra loro, alcuni persino quasi identici, tant’è che solo un occhio assai esperto può riconoscerli già di primo acchito. Alcuni poi, non si riconoscono affatto tant’è che, per riconoscerli occorre anzitutto sapere in quali habitat sono nati e cresciuti, oppure occorre ricorrere a particolari segni distintivi.
In particolar modo sono 3 i Leccini che presentano forme e colori molto simili tra loro, perciò facilmente confondibili sono: Leccinum scabrum, Leccinum pseudoscabrum e Leccinum variicolor, tutti più o meno grigiastri-marroncini-bruni.
Per fortuna, a metterci sulla buona strada per il corretto riconoscimento è il già descritto habitat di crescita, che prevede sempre la presenza del Pioppo ed in particolar modo del Pioppo tremulo, non della Betulla o di altre latifoglie, e la contemporanea presenza di suoli ben umidi.
Corpo fruttifero
Il corpo fruttifero ha l’aspetto generale di un Porcino dal gambo smilzo, ricoperto da scagliette scure, come tutti i Leccini.
Il cappello ha la forma di un fungo Porcino, il cui diametro medio è di 8-15 cm, ma talvolta anche fino a 18-20 cm. É dapprima globoso, convesso, poi largamente convesso.
La superficie del cappello è opaca-vellutata di colore bruno-ocraceo, marroncino-rossiccio, beige-grigiastro, ma anche grigio-nerastro, tant’è che nel linguaggio vernacolare è anche detto Porcinello grigio oppure Porcinello nero.
Ha margine sinuoso, spesso debordante.
La carne è bianca ma grigio-biancastra in età avanzata. Al taglio diventa rosa, poi rossastro-violaceo ed infine color ardesia, tendenzialmente azzurrognola alla base del gambo.
Il sapore è delicato, dolce, leggermente di fungo Porcino. Odore lieve o persino assente in esemplari cresciuti in contesto molto umido.
L’imenoforo è una ‘spugna’ composta da tubuli arrotondati al gambo, spessi fino a 2-3 cm, di colore inizialmente biancastro, poi giallognoli-grigiastri con pori piccoli e concolori, che tendono a divenire brunastri alla pressione.
L’impronta sporale è grigio-brunastra in massa; le spore misurano 14-20 x 4,5-6 micron, fusiformi, liscie con frequenti gattule.
Il gambo misura 8–15 cm di lunghezza per 2–4 cm di diametro. Solitamente ben slanciato-cilindrico, progressivamente ingrossato al centro ma nuovamente attenuato alla base. Può esser dritto come ricurvo, sempre ricoperto da fini squamette grigiastre che in età avanzata diventano grigio-nerastre o nere.
Un segno distintivo caratteristico di questo fungo è la tendenza ad avere la base del gambo maculato di azzurro-verde-bluastro, tanto all’esterno, quanto all’interno.
Come ogni altro Leccino, anche il Leccinum duriusculum ha un gambo fortemente fibroso che di solito si scarta in toto perché non digeribile a causa della ricca presenza di cellulosa-lignina o altre sostanze non digeribili. Volendo si può cucinare giusto la parte più prossima al cappello degli esemplari più giovani.
Una caratteristica tipica di questo fungo è di non esser facilmente attaccabile dalle larve. Molto spesso quando i Porcini sono infestati da vermetti, il Porcinello grigio, viceversa ne risulta del tutto immune. Vedi → Funghi con le larve, quali pericoli per la salute?
COMMESTIBILITA’
TRATTASI DI OTTIMO FUNGO COMMESTIBILE, CHE PERO’ NON PUO’ ESSER CONSUMATO CRUDO
La carne del Leccinum duriusculum ha un’ottima consistenza da giovane, diventa più molliccia negli esemplari adulti. Molto fibrosa nel gambo, che va gettato perché coriaceo-indigesto, ricco di fibra-cellulosa non digeribile dallo stomaco umano.
Questo fungo è assai apprezzato in tutte le regioni del Nord Italia dove, in molti casi viene preferito al più blasonato Porcino, per via della sua consistenza più carnosa e della minore tendenza a diventare molliccia-limacciosa in cottura, se si raccolgono esemplari giovanissimi o giovani. Ideale come contorno per polente, spezzatini ed arrosti.
Tende ad annerire durante la cottura, perciò in alcune culture è stato a lungo considerato un fungo da evitare, sospetto.
Nei paesi dell’Est anche il Leccinum duriusculum è ingrediente essenziale del ‘ciulama‘ un piatto d’origine turca, tipico della cucina rumena e moldava, che si prepara con carne (solitamente pollame) e/o funghi Leccini o Porcini, in salsa bianca (una sorta di besciamella fatta di farina con panna), con cipolla, prezzemolo e carote.
In Francia, come altri Leccini, anche L. duriusculum viene utilizzato per la realizzazione delle ‘salsa Duxelles’, una tipica salsa francese utilizzata come ripieno o contorno per preparazioni anch’esse definite duxelles, preparata facendo saltare in padella funghi e scalogno col burro, può anche contenere del prosciutto tritato. Nei paesi dell’est la salsa duxelles si prepara con funghi, scalogno, burro e salsiccia.
Adatto per esser consumato sia da fresco che congelato o essiccato. In Russia lo si conserva anche in salamoia, oppure salato, marinato o sott’aceto.
Grazie alla buona consistenza degli esemplari giovani, questo fungo è adatto alla preparazione di cibi cotti al vapore, insieme con le verdure.
É stato constatato che il consumo da crudo di questo fungo può causare incompatibilità, in particolar modo, alcuni studi effettuati nel 2009 negli Stati Uniti d’America, suggeriscono di prestare particolare attenzione al consumo da crudo, soprattutto nei bambini, così come in persone dall’apparato digerente sensibile, a causa dell’insorgenza di lievi disturbi gastrointestinali. Un elevato contenuto di Trealosio può provocare disturbi digestivi in persone sensibili.
⚠️⛔🖐️ ATTENZIONE ⚠️
ANCHE SE POTRA’ CAPITARTI DI TROVARE, LOCALIZZATE MA VASTE COLONIE DI QUESTO FUNGO, CIO’ NON SIGNIFICA CHE LA SPECIE SIA FLORIDA ED IN OTTIMA SALUTE. Frequentemente una massiccia ‘bollata / buttata‘ non è sinonimo di floridità ma, un semplice tentativo da parte della colonia fungina di riprodursi il più massicciamente possibile al fine di garantire la sopravvivenza della specie.
La raccolta di questo fungo in Italia, è equiparata a quella dei funghi Porcini pertanto, se il regolamento regionale di riferimento indica che si possono raccogliere al massimo 2 kg di funghi, la raccolta di Porcinelli/Leccini, concorre al raggiungimento dei 2 kg stessi.
⚠️⛔🖐️ ATTENZIONE ⚠️
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SPECIE SIMILI
Il Porcinello grigio-nero / Leccino / Leccinum duriusculum ha, come già accennato, 3 principali sosia che sono: Leccinum scabrum, Leccinellum pseudoscabrum e Leccinum variicolor.
Naturalmente il cercatore di funghi più superficiale-distratto potrà confondere questo fungo con tutti i vari Leccini o Boleti (funghi con la spugna di forma vagamente porcina).
Leccinum scabrum, è il sosia perfetto. Molto simile, quasi identico per forma e colori, si distingue per il suo habitat di crescita che prevede la micorrizazione delle Betulle.
Puoi scoprirne le caratteristiche ed i segni distintivi per un facile riconoscimento leggendo la specifica scheda LECCINUM SCABRUM su Funghimagazine.
Leccinellum pseudoscabrum (ex Leccinum carpinii), è un buon sosia del Leccinum scabrum.
Ugualmente simile per forma e colori, lo pseudoscabrum ha il cappello sempre caratterizzato da specifiche ‘ammaccature‘ simili a micoscopici ‘martellamenti‘, colori tendenzialmente più chiari, meno grigi ma più giallognoli-marroncini, tendenti al bruno in età avanzata, con carne virante al rosa-violaceo nell’immediato, poi rapidamente annerente. É simbionte privilegiato dei Carpini e Noccioli, non ama il sole diretto e la troppa luce ma pretende l’ombra. Meglio se il bosco è molto umido ed assai scuro.
Scopri tutto sul Leccinum pseudoscabrum leggendo la specifica scheda LECCINUM PSEUDOSCABRUM su Funghimagazine.
Leccinum variicolor è altro sosia dal cappello grigio-bruno-nerastro.
Ha gambo ricoperto da scaglie concolori col cappello, perciò tendenzialmente grigiastro, macchiato di verde-blu alla base.
La carne bianca vira al rosa pallido al taglio, verde-blu alla base del gambo. Il suo habitat ideale è la torbiera molto umida-paludosa-acquitrinosa con frequenti ristagni d’acqua piovana in contesto caratterizzato dalla presenza di Betulle e vari tipi di Pioppi.
Ugualmente simili per la forma ma, completamente diversi per i colori sono:
- Leccinum aurantiacum, dal caratteristico cappello color rosso-aranciato, prevalentemente associato a Betulle e Pioppo Tremulo;
- Leccinum quercinum, anch’esso dal cappello color rosso-mattone, spesso associato alle Querce o in alternativa a Faggi e Castagni;
- Leccinum holopus, raro, cresce in luoghi umidi-acquitrinosi-torbiere, spesso associato alle Betulle, è caratterizzato dal cappello color biancastro, grigio-bianco-olivastro, sempre molto pallido con cappello eccedente;
- Leccinum versipelle, cresce in montagna tra i Mirtilli o nei misti con Betulla e Faggio, ha il cappello aranciato con sfumature rosse più o meno accentuate e tendenza più all’ocra-mattone. Ha il gambo riccamente ornato da scaglie nere, la carne vira al grigio-violaceo;
- Leccinum vulpinum, ha i colori tipici dei Leccini rossi ma si distingue per il suo habitat che è quello dell’Abete rosso;
- Leccinellum crocipodium, poco diffuso al Nord, salvo in caldi boschi termofili di Quercia, ben più comune tra centro e sud Italia, in particolar modo negli ambienti mediterranei, si riconosce per il suo cappello color ocraceo chiaro, per il gambo che tende ad esser ventricoso e per il viraggio della carne, dapprima rosa, poi lilicina, infine violacea-nerastra. Poco apprezzato in cucina per il facile spappolamento della carne durante la cottura. Quasi simili i mediterranei Leccinellum corsicum e Leccinellum lepidum.
FOTOGALLERY DI LECCINUM DURIUSCULUM
IL PORCINELLO GRIGIO-NERO / PIOPPARELLO / LECCINO DEL PIOPPO TREMULO
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