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I FUNGHI DI NOVEMBRE – Ultimi Porcini e molti altri funghi
Funghi di Novembre – Nonostante la stagione dei funghi volga al termine, non è però ancora ora di appendere il cesto al chiodo grazie anche ai Cambiamenti Climatici che ci daranno una buona mano
I FUNGHI DI NOVEMBRE – Calendario dei Funghi
INDICE
- 1 I FUNGHI DI NOVEMBRE – Calendario dei Funghi
- 1.1 NUOVI REGIMI CLIMATICI – NOVEMBRE MESE DI TRANSIZIONE
- 1.2 I FUNGHI DI NOVEMBRE – GLI ULTIMI PORCINI DI STAGIONE
- 1.3 I FUNGHI DI NOVEMBRE – BOOM DI FAMIGLIOLE / CHIODINI
- 1.4 I FUNGHI DI NOVEMBRE – FUNGHI DI TERRA
- 1.5 FUNGHI IMBUTIFORMI
- 1.6 LE RAMARIE O DITOLE / MANINE
- 1.7 CASTANELLI, PINAROLI E LARICINI
- 1.8 I FUNGHI DI NOVEMBRE – ALTRI FUNGHI DI TERRA
- 1.9 RUSSULE/COLOMBINE, HYGROPHORUS, CIMBALLI, LARDAIOLI
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I Funghi di Novembre – Il Calendario dei funghi @funghimagazine
Il mese di Novembre, fino agli inizi degli anni ’80, era considerato un mese già tipicamente invernale. Al Nord e sugli Appennini cadeva la prima neve, non solo in montagna, ma pure in collina e le brinate notturne imbiancavano già le zone pianeggianti, soprattutto in prossimità di valli e fiumi.
Dai primi anni ’80, il clima dell’intero Pianeta è però repentinamente cambiato. Niente più nevicate precoci, ondate di calore che si attardano fin tutto il mese di Ottobre, con frequenti giornate di mite tepore anche durante l’intero mese di Novembre.
Se un cenno di calore fuori stagione può favorire le gite fuori porta ed il protrarsi del periodo vegetativo delle piante, un eccesso di calore diventa invece pericoloso perché, lo scontro di masse ancora calde con l’aria più fredda che giunge dal Nord, innesca necessariamente fenomeni meteo estremi che vedono, da una parte l’eccessivo protrarsi della siccità estiva, dall’altro, l’arrivo di violente tempeste in cui è concentrata tutta la forza e la pioggia di settimane o mesi di continui rinvii a data da destinarsi.
NUOVI REGIMI CLIMATICI – NOVEMBRE MESE DI TRANSIZIONE
Sulla scorta di quanto appena detto, nel corso degli ultimi quarant’anni, anche il mese di Novembre è diventato un periodo più ad influenza tardo estiva che non pre-invernale.
Il caldo si attarda ancora ovunque, mentre il freddo si limita a raffreddare quasi esclusivamente le ore notturne, naturalmente perché manca il calore del sole.
Quel che balza agli occhi è soprattutto la concentrazione delle masse d’aria entro determinate aree d’influenza.
Dove fa ancora caldo e non vuol saperne di piovere, prosegue senza sosta la temperata siccità. Viceversa, dove si aggregano masse d’aria fresca ed umida, si creano vortici Perturbati in grado di degenerare in Cicloni Mediterranei forieri di fenomeni meteo violenti e continuativi.
Il Ciclone Mediterraneo Apollo, in procinto di mutarsi in Uragano Mediterraneo, ne è un brillante esempio.
Cambia il clima e quindi cambiano anche i cicli vegetazionali di piante e funghi
💡 Ricorda: fin tanto che sugli alberi ci saranno foglie verdi o ingiallite, che non vogliono saperne di cadere, i funghi simbionti delle piante potranno beneficiare della fotosintesi clorofilliana e quindi della trasformazione delle sostanze estratte dalla lettiera, o dal terreno, in zuccheri e altri nutrienti utili alla formazione dei Carpofori → i funghi che noi raccogliamo.
I FUNGHI DI NOVEMBRE – GLI ULTIMI PORCINI DI STAGIONE
I funghi di Novembre – Il Calendario dei funghi @funghimagazine
Dopo la metà del mese di Ottobre, per me diventa una consuetudine ricevere messaggi da parte di lettori che mi domandano se sia già giunta l’ora di appendere il cesto al chiodo.
La risposta che naturalmente do è: “perché fare il funerale al nonno ancor prima che muoia?”
Di sicuro i “raccoglitori seriali di funghi Porcini” potranno certamente trovare attività più redditizie o soddisfacenti ma, per gli amanti dei boschi e dei funghi in genere, Novembre ha ancora molte munizioni a disposizione.
Come detto, i Cambiamenti Climatici rendono il clima meno freddo, talvolta persino ancora mite, o del tutto caldo, e la presenza di foglie sulle piante ne è la riprova.
Ne approfittano i funghi Porcini che, dove più e dove meno, possono ancora deliziarci con la loro gradita presenza.
Naturalmente i primi boschi ad entrare nel sempre meno lungo letargo invernale, sono quelli di montagna.
Le faggete sono le prime ad andare a riposo, a volte lo fanno in concomitanza con le abetaie montane ma, altre volte si contendono il primato.
Non esiste una data standard, oltrepassata la quale tutti i boschi smettono all’unisono di produrre funghi Porcini. Questa data è strettamente legata all’andamento climatico ed all’eventuale protrarsi delle ondate di calore fuori stagione.
Naturalmente però, perché i funghi Porcini continuino a fruttificare anche a Novembre, è indispensabile che piova, adeguatamente e mai eccessivamente, perché un eccesso di pioggia potrebbe inibirne le nascite.
Le zone che più facilmente potranno ancora deliziarci con ritrovamenti di funghi Porcini sono ovviamente quelle termofile, ovvero quei balconi, pianori, pianetti o versanti ben esposti al sole del mezzogiorno e del pomeriggio, con alle spalle un colle, un monte, una parete rocciosa, insomma un ostacolo che ripari dal vento e che al tempo stesso possa immagazzinare il calore dei raggi solari, che poi verrà rilasciato durante la notte, impedendo così le eventuali gelate notturne.
Anche le zone mediterranee potranno ancora regalare ottime sorprese porcine.
Eriche arboree, Brughi, Cisti, e qualunque altro sempreverde, potrà ancora ospitare profumatissimi Porcini Neri / Bronzini (Boletus aereus) ed ultimi Porcini Estivi (Boletus reticulatus).
Naturalmente, i sempreverdi più noti per essere ottimi alberi da funghi Porcini invernali sono i Lecci, le Querce da Sughero ed il Corbezzolo.
→ Puoi approfondire la conoscenza degli habitat più adatti per i funghi Porcini invernali, e tutti gli altri funghi di stagione, leggendo la scheda: ► Andar per funghi in inverno – I funghi Invernali.
🤔 Un consiglio furbo: Novembre potrebbe essere il mese giusto per andare a cercar funghi Porcini tra le Querce del genere Roverella. La Roverella è una Quercia che ama vegetare su suoli sassosi-rocciosi-pietrosi altamente drenanti → che non trattengono umidità, perché possa produrre funghi Porcini in quantità, occorre dunque che vi sia un clima frequentemente piovoso, non ancora esageratamente freddo ma neppure caldo-secco, in modo che la lettiera possa rimanere costantemente umida nonostante il fondo drenante, ed il mese di Novembre si candida ad essere il miglior periodo dell’anno in cui si verifichino queste condizioni.
Ci sono poi i funghi Porcini Rossi (Boletus pinophilus) che, come tutti sanno, sono detti i Porcini del freddo, perché temono il caldo e necessitano di un clima necessariamente fresco-umido.
Da alcuni anni a questa parte assistiamo però ad un drastico calo di nascite di questi funghi che, completamente disorientati dalla crisi climatica, nascono sempre più disordinatamente, addirittura schizofrenicamente, a volte persino in piena estate, a seguito di una pioggia fredda, mancando poi del tutto tra fine autunno ed inizio inverno.
Capire come evolveranno le future nascite di questa varietà di fungo Porcino non è assolutamente facile né scontato.
Per ora sappiamo che le maggiori probabilità di fruttificazione autunnale, di norma, avvengono appena prima della cascola delle foglie. Quando sulle piante di Castagno o Faggio si iniziano ad intravvedere i primi segni di ingiallimento fogliare, quello dovrebbe essere il momento giusto per cercare questi funghi che, invece tra i Pini possono fruttificare indisturbati fin tanto che le gelate notturne sono si fanno più robuste e ben presenti, o fin tanto che non cadrà la prima neve.
Infine i Porcini edulis, croce e delizia, soprattutto dei cercatori del Nord Italia ed Appennino settentrionale. Croce perché sembrano essere i Porcini più delicati e più schizzinosi, delizia perché per molti cercatori di funghi sono i più ambiti.
Nonostante siano funghi assai esigenti, durante il mese di Novembre, o comunque fin tanto che la neve non imbiancherà il suolo e la brina notturna non diventerà consueta ed abbondante, potranno continuare a fruttificare in ambienti con microclimi ancora tiepidi ed in special modo tra le Conifere.
Abeti rossi, Abeti bianchi, Abeti di Douglas, Pino Strobo, Abete argentato da giardino e persino Tuje o Pseudo thuje, Cipressi e Cedri del Libano oltre che alcuni Pini a due o tre aghi, in questo periodo possono regalare gradite sorprese in parchi e giardini.
🚫 Naturalmente va sempre ricordato che, funghi Porcini nati e cresciuti in habitat urbano vicino a strade trafficate con forte concentrazione di sostanze inquinanti, vanno sicuramente fotografati ma non raccolti e consumati, perché potrebbero risultare un ricettacolo di sostanze pericolose per la nostra salute.
Il mese di Novembre, o comunque l’arrivo dei primi freddi invernali, segna l’entrata in letargo dei funghi detti Porcinelli, ma non tutti.
Fin tanto che sugli alberi ci sono le foglie, è ancora possibile trovare i Leccinum scabrum, L. pseudoscabrum, L. duriusculum e L. variicolor, caratterizzati dal cappello di colore scuro, grigiastro-marroncino, così come i Porcinelli rossi: Leccinum aurantiacum, L. versipelle, L. quercinum ed il Leccino dei Pecci, Leccinum vulpinum.
C’è però un Porcinello che in inverno non va’ in letargo poiché vive in simbiosi con alberi sempreverdi quali la Quercia Leccio e la Quercia da Sughero. Si tratta del fungo Leccino invernale (Leccinellum lepidum), un fungo dalle spiccate sembianze di un Porcino ma con cappello più morbido e gambo coriaceo-fibroso giallognolo, provvisto di scagliette concolori.
Molto simile e tipico degli ambienti di Macchia Mediterranea il Leccinellum corsicum, quasi identico, se non per la taglia leggermente inferiore e gambo più slanciato e meno paffuto e per esser simbionte esclusivo del Cisto.
Cresce quasi esclusivamente in Corsica e Sardegna.
I FUNGHI DI NOVEMBRE – BOOM DI FAMIGLIOLE / CHIODINI
I funghi di Novembre – Il Calendario dei funghi @funghimagazine
Prima che il clima diventi gelido, le ultime settimane d’autunno sono il periodo ideale per la ricerca e raccolta dei funghi Chiodini o Famigliole (Armillaria mellea, Armillaria ostoyae, Armillaria gallica).
Nel Nord Italia sono tradizionalmente i funghi più ricercato dopo i Porcini, sia perché indispensabili per la preparazione di stufati che serviranno per condire carni e polente, sia per la loro abbondanza e facilità di ritrovamento.
Proprio grazie alla loro generosa abbondanza, stanno diventando funghi molto apprezzati anche al Centro-Sud, quale fungo consolatorio per chi desidera fare un pasto a base di funghi, ma non riesce a trovare i più rari funghi Porcini.
☠️☠️💀 Ti ricordo a proposito dei funghi del genere Armillaria, che i funghi Chiodini non vanno assolutamente consumati crudi o poco cotti, ma solo dopo pre-bollitura, quindi dopo adeguata cottura, ma soprattutto che, secondo affermata consuetudine, non vanno mai raccolti se durante la notte hanno subito una brinata, o sotto la neve, perché il gelo fissa le tossine termolabili che, non svaniranno più neppure cuocendoli a lungo. Secondo la recente “Guida alla commestibilità Sitta&Co” → «il congelamento domestico di Armillaria allo stato crudo è certamente sconsigliabile, ma mancherebbero evidenze scientifiche a conferma di una teoria da taluni sostenuta e ormai abbastanza diffusa nella popolazione».
Le Famigliole o Chiodini, risulteranno più abbondanti su tronchi o alberi vivi, a seguito di periodi molto umidi e sufficientemente piovosi, viceversa fruttificheranno scarsamente in un periodo prevalentemente secco o privo di piogge.
Molti simili ai funghi Chiodini sono i Pioppini o Piopparelli → scoprili nell’apposita scheda, molto apprezzati in Pianura Padana dove abbondano Pioppi e piante degli ambienti igrofili, rinvenibili per lo più tra golene e zone fluviali.
I Piopparelli non amano affatto il freddo e ancor meno il gelo ma, in caso di tepore tardivo, possono ancora fruttificare abbondantemente fino alle porte dell’inverno.
Gli habitat degli ambienti igrofili sono anche i più adatti alla fruttificazione di un altro fungo lignicolo assai apprezzato per le sue qualità curative anti-colesterolo: il Pleurotus ostreatus o fungo Gelone, anche detto fungo Orecchione.
Questo è un fungo che può vegetare durante l’intero anno in presenza di clima adeguatamente umido e piovoso, ma è durante l’inverno che dà il meglio di sé. Il suo vero nemico non è il freddo ma è il vento e di conseguenza anche il secco.
Un altro fungo lignicolo può diventare particolarmente comune in questo periodo dell’anno, purché però il freddo faccia sul serio, con frequenti brinate/gelate o prime nevicate.
Si tratta del fungo dell’Olmo, anche detto Flammulina velutipes.
Per chiudere il capitolo dedicato ai funghi lignicoli (funghi Parassiti), a Novembre, freddo, gelo e vento permettendo, si attardano ancora i lignicoli tipicamente autunnali quali la Grifola Frondosa o Fungo reale e la Lingua di Bue (Fistulina epatica). Naturalmente con l’avanzare del freddo diverranno sempre più rari.
Ibrido invece il fungo Cardoncello (Pleurotus eryngii), ibrido perché non vegeta su legno d’albero, ma comunque su residuo legnoso alla base di cespugli quali la Ferula e l’Eringio.
I FUNGHI DI NOVEMBRE – FUNGHI DI TERRA
Il Calendario dei funghi @funghimagazine
Spostiamoci ora sul terreno tra terra scoperta, lettiera di foglie ed erbe o prati, partendo proprio da questi ultimi.
A fine autunno, prima che la brina notturna imbianchi costantemente prati e pascoli, dopo una discreta pioggia, non mancheranno ancora le Mazze di Tamburo che però, temono assai il freddo e ancor di più il vento freddo che le fa disidratare rapidamente. A Novembre potrebbero scomparire rapidamente andando a riposo fino al prossimo mese di Giugno.
Su prati ben concimati, tra depositi di materiale legnoso/segatura/sfalci in via di decomposizione, non mancheranno poi i funghi Coprini (Coprinus comatus o Fungo dell’inchiostro), da ora in avanti però sempre meno comuni o persino assenti con freddo persistente.
FUNGHI IMBUTIFORMI
I funghi di Novembre – Il Calendario dei funghi @funghimagazine
Decisamente più resistenti al freddo sono invece i Fiammiferini o Finferle (Cantharellus lutescens) la cui fruttificazione è sempre legata al binomio freddo e umido.
Questi ottimi e profumatissimi funghetti possono a tutti gli effetti esser considerati i Finferli o Galletti invernali. Se ancora non li conosci ti perdi una autentica delizia che puoi approfondire leggendo l’apposita scheda dedicata ai Cantharellus lutescens ex Craterellus lutescens.
Per raccoglierti devi recarti in prossimità di Conifere di qualunque genere ma, preferibilmente tra quelle ad ago lungo, aguzzando bene la vista perché a volte sono ben nascosti dalla fitta lettiera di aghi. Nascono molto volentieri anche tra il muschio, in mezzo a cespuglietti di Brugo, pungenti cespuglietti di Ginepro ma occasionalmente anche su terreno nudo, purché assai ricco di sostanza organica in decomposizione.
Benché prediligano le Conifere, non è raro trovarli anche in mezzo agli Ornielli e talvolta anche tra Castagni o Faggi, meglio se in bosco misto con Conifere.
Tra le latifoglie però, soprattutto in mezzo al muschio o in prossimità di fonti d’acqua, molto spesso, al posto dei veri Fiammiferini si potranno rinvenire i simili Cantharellus tubaeformis che si differenziano dalle Finferle per avere gambi di un giallo smunto e non brillante o aranciato, con pseudo lamelle assai evidenti e spesso ramificate (→ queste ultime, nelle finferle si presentano come semplici nervature).
Ad ogni modo, i Cantarelli tubaeformis risultano assenti in Italia, a Sud dell’Appennino settentrionale.
Un altro fungo imbutiforme tipico del periodo è la Trombetta Cornucopioidale → a forma di Cornucopia, ovvero la Trombetta dei Morti o Trombetta da Morto (Craterellus cornucopioides).
Si tratta di un ottimo fungo commestibile, anche detto il Tartufo dei poveri, il cui unico spregio è di avere un colore nerastro spesso troppo mimetico per poter esser visto dai cercatori più distratti, o di esser stato a lungo ignorato perché da sempre il colore nero è associato a non commestibilità ma, in questo caso, a torto.
La Trombetta dei Morti sarebbe così chiamata perché, in teoria dovrebbe fruttificare proprio a ridosso della ricorrenza della celebrazione dei Morti. In realtà le prime fruttificazioni si verificano sulle Alpi sin dal mese di Agosto in luoghi ombrosi, assai umidi, meglio se con sgocciolamenti d’acqua e preferibilmente su humus molto scuro e persino torba. Tra Centro e Sud Italia diventa assai comune con l’arrivo dei primi freddi novembrini, non solo nelle Faggete di montagna, ma anche tra i Castagneti di collina e poi persino nelle Querce.
Nei boschi termofili mediterranei può fruttificare durante l’intero inverno, in assenza di neve al suolo e gelate ricorrenti.
Infine, a proposito di funghi imbutiformi, in questo periodo dell’anno non mancano ancora di fruttificare i Cantarelli per eccellenza, ovvero i Finferli o Galletti / Gallinacci (Cantharellus cibarius) che, fino all’inizio dell’inverno, possono risultare ben presenti nei boschi mediterranei, soprattutto tra Querce da Sughero, Lecci e Corbezzoli ma persino tra il Lauro, Agrifoglio, Cipressi e Cedri del Libano, oltre che tra i Pini.
A Nord dell’Appennino Tosco-Romagnolo i Finferli in questo periodo vanno in letargo ma, qua e là, prima della completa caduta delle foglie, si possono ancora rinvenire minuscoli Galletti di un colore giallognolo-aranciato-rosato detti Cantharellus friesii, ugualmente commestibili ma di cui se ne sconsiglia la raccolta, primo, perché troppo piccini per poterli gustare, secondo, perché considerati funghi mediamente rari.
LE RAMARIE O DITOLE / MANINE
Se non hai frequentato almeno un corso base di Micologia, o se non raccogli le Manine sin da quand’eri piccino, perché ti ha insegnato a riconoscerle a menadito un adulto che ti accompagnava, ti sconsiglio vivamente di intraprendere l’irta ed intricata via delle Ramarie.
Facilmente confondibili tra di loro, alcune sono ottime commestibili ma, molte di più sono fortemente tossiche.
A titolo didattico posso dirti che sono commestibili la Ramaria aurea (tossica da cruda), la Ramaria botrytis, Ramaria flava (solo individui giovani), Ramaria flavescens. Tossica invece la Ramaria subbotrytis, quasi identica alla R. botrytis così come la Ramaria fennica, la Ramariopsis kunzei di colore bianco, la Ramaria pallida, la Ramaria formosa, la Ramaria largentii (solo in boschi di conifere).

Simili alle Ramarie anche Artomyces pixidatus, non commestibile, Calocera viscosa (Corallino arancio, tossico), Clavaria zollingeri (non commestibile, viletto), Clavulina coralloides (minuto Corallino bianco).
Per tutto il mese di Novembre, in assenza di gelate continue o neve al suolo, le Ramarie possono fruttificare anche in vaste colonie, sia su terra nuda che in lettiera.
CASTANELLI, PINAROLI E LARICINI
I funghi di Novembre – Il Calendario dei funghi @funghimagazine
Se il freddo non si fa ancora pungente, anche a Novembre è possibile trovare ulteriori esemplari, talvolta anche abbondanti di Imleria badia o Badius / Castanelli / Pinaioli.
La loro presenza è sempre soggetta all’assenza di neve al suolo e/o gelate costanti, oltre che di foglie vive sulle piante, pertanto, dopo la caduta delle foglie, li si potrà continuare a trovare solamente tra le Conifere.
Molto spesso la distinzione tra le varie specie di Imleria e Xerocomus o Xerocomellus non è facile ed immediata, non a caso nella tradizione popolare vengono indifferentemente definiti come Pinaroli, Pinaioli, Castanelli o Castagnini.
La loro caratteristica principale è di esser molto simili a dei funghi Porcini smilzi, con spugna più grossolana e carne che tende a virare tra l’azzurro ed il verde al taglio.
Ci sono poi i funghi Laricini, così detti perché quasi sempre simbionti esclusivi dei Larici, ma alcune di queste specie si possono associare anche ad altre Conifere.
I più noti sono i Suillus grevillei, esclusivi del Larice e facilmente riconoscibili per esser dei simil-porcini con cappello leggermente conico, dai toni aranciati-giallognoli e dalla caratteristica calza-velo che negli esemplari giovani protegge la spugna che, in età adulta diventa grossolana. E’ un buon commestibile dopo aver eliminato dal cappello la cuticola vischiosa.
Simile e simbionte dei Pini il Suillus luteus, ugualmente commestibile con cappello convesso e vischioso marrone e spugna giallognola, inizialmente protetta da un velo biancastro che col tempo si spacca lasciando scoperto l’imenoforo che contiene i tubuli.
Commestibile, ma di poco pregio perché spesso molle, soprattutto dopo una abbondante pioggia che assorbe rapidamente, il Suillus placidus è facilmente riconoscibile per esser un simil-porcino biancastro con gambo fine e ricoperto da scagliette-granulazioni brunastre-rossicce, senza anello.
Ha un unico pregio: non lo si può confondere con altre specie, perché unico nel suo genere. Cresce tra i Pini a 5 aghi (Strobo e Cembro) anche da rimboschimento.
Nei boschi di Pino a 2 aghi (Silvestre, Montano e Mugo) ma talvolta anche in quelli a 5 aghi, fruttifica il Suillus granulatus, dal cappello convesso poi appianato negli adulti, vischioso brunastro-giallastro-fulvo, è un discreto commestibile.
Infine Suillus cavipes, altro simbionte esclusivo dei Larici, lo riconosci immediatamente per il suo cappello muschiato-feltrato, marrone scuro, bruno rossastro ma spesso con sfumature ocra-giallastre. E’ provvisto di un rudimentale anello.
Altro segno di riconoscimento la sua spugna giallognola, caratterizzata da tubuli decorrenti e disposti a raggiera con pori ampi, poligonali e concolori ai tubuli. Non mutano di colore alla pressione. Buon commestibile.
Tutti i Suillus, sia gli otto privi di anello, che gli altri che ne sono provvisti, sono funghi tipici degli ambienti boschivi montani assai umidi, preferibilmente ombrosi, freschi o freddi e vegetano tra fine estate e l’intero periodo autunnale, con fruttificazioni che si attardano fino all’inizio dell’inverno.
I FUNGHI DI NOVEMBRE – ALTRI FUNGHI DI TERRA
Non commestibili invece Lactarius blennius, L. chrysorrheus, L. pallidus, L. picinus, L. piperatus, L. porninsis, L. quietus, L. subdulcis, L. torbidus, L. turpis, L. vellereus. Infine L. rufus e L. torminosus sono anche tossici. Non tutti questi Lattari crescono esclusivamente tra Conifere, molti di loro sono tipici anche delle latifoglie.
Ci sono poi i funghi del genere Tricholoma
Alcuni sono assai apprezzati, diffusamente raccolti e ben conosciuti ma, in varie zone d’Italia non subiscono lo stesso fascino, risultando spesso ignorati e dai soliti imbecilli persino bastonati.
I commestibili più noti sono le Morette (Tricholoma terreum) ed i Cicalotti (Tricholoma portentosum). E’ commestibile anche il Tricholoma columbetta.
E’ invece tossico il Tricholoma equestre. Non commestibili i Tricholoma saponaceum, Tricholoma sciodes, Tricholoma sulphureum, Tricholoma ustale.
RUSSULE/COLOMBINE, HYGROPHORUS, CIMBALLI, LARDAIOLI
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Per concludere, i funghi lamellari per eccellenza.
La gran parte delle Russule, con l’arrivo dei primi freddi invernali va in letargo al Nord, rimanendo però ancora ben presente al Centro-Sud.
In ambienti mediterranei le Russule non smettono di fruttificare fin tanto che il gelo non diventa intenso e costante, ma ce ne sono alcune che si fanno addirittura più comuni, tanto da risultare persino abbondanti tra fine autunno ed inverno.
Hygrophorus russula ed Hygrophorus penarius non sono realmente delle Russule (ma Hygrophorus) ma molti le considerano come tali.
La prima H. russula è anche detta Agrico vinato, Russula vinata o anche Lardaiolo rosso.
La seconda H. penarius è anche detta Lardaiolo bianco.
Entrambe amano vegetare a fine autunno soprattutto nella Macchia Mediterranea o al più nel rado Bosco Mediterraneo. Sconosciuti a Nord della Liguria, dove per ora risultano assenti, tranne che nell’Alessandrino, sono anche noti col nome di Scimunin, Giandulin, Sanguinelli → Scoprili nella scheda dedicata ai funghi invernali ► ANDAR PER FUNGHI IN INVERNO.
► Ad inizio inverno si preparano a vegetare anche i funghi Dormienti o Marzuoli (Hygrophorus marzuolus). Non è affatto facile poterli trovare già a Novembre, soprattutto se tra i faggi di montagna o tra gli Abeti bianchi montani è già caduta la prima neve. Tuttavia è bene segnalare che sin dai primi freddi invernali, questi ricercatissimi funghi di nicchia, iniziano già a vegetare dentro al terreno.
Un altro fungo invernale assai apprezzato tra Centro e Sud Italia (ma sconosciuto in parte del Nord dove risulta assente) è il Cimballo o Ordinale / Cardinale (Clitocybe geotropa).
E’ un fungo dall’ottima resa, assai apprezzato in cucina, forma spesso i cosiddetti Cerchi delle Streghe. Grazie ai cambiamenti climatici nel mese di Ottobre 2021 è stato rinvenuto, per la prima volta, anche nelle alte pianure del Novarese-Vercellese-Biellese. Risulta tutt’ora assente in Valle d’Aosta, Verbano-Cusio-Ossola, Canton Ticino, Torinese e parte del Cuneese, oltre che nel Sottoceneri, Lario, Valtellina, Orobie ed Alto Adige. Storicamente presente invece nel Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia e Lombardia orientale, dov’è conosciuto con diversi nomi dialettali.
Infine ti segnalo alcuni altri funghi che, al Nord possono anche scomparire col mese di Novembre, risultando però ancora ben presenti al Centro-Sud:
- Lo Steccherino dorato è ancora ben rinvenibile, con ultimissime fruttificazioni fin tanto che ci sono foglie sugli alberi, anche sui colli del Nord Italia.
- I funghi del genere Lepista risultano assai comuni ad Ottobre, ma diventano meno comuni a Novembre, per poi scomparire con l’arrivo dei primi geli. I più noti sono la Lepista nuda o Agarico Violetto / Fungo di Santa Caterina, comuni tra i Pini, e la Lepista sordida, comune tra prati e parchi.
Dal momento che il mese di Novembre è considerato il primo dei mesi invernali, se ancora non lo hai fatto, ti consiglio di leggere il mio articolo: Andar per funghi in inverno. I funghi invernali.
Altre schede simili già pubblicate @funghimagazine.it
Ciao, innanzitutto auguro a tutti una buona domenica voglio dirvi che stavo mangiando un goole e ho visto che parlavate di funghi e voglio dirvi che sono cubano e quest’anno sono andato con mio padre -cognato a cercare funghi non sapevo cosa fosse perchè a Cuba non lo sa e io sono qui da mesi e mio suocero mi ha detto che quest’anno andiamo ai funghi e io gli ho detto che è quello e mi ha detto che mangiano e ballano molto in Italia per non prolungare la cosa, è arrivato il giorno e siamo andati ai funghi ed è stato per la foresta di Santana che c’era dove ho incontrato i funghi quel giorno Ho preso 20 e molte persone 0 da quel giorno sono diventato un lanciatore di funghi poi sono andato di nuovo ma per il Bosco di Muonzzone e ho raccolto 35 funghi poi siamo passati di nuovo e ne ho presi 26 poi siamo andati di nuovo e ne ho presi 25 e poi abbiamo sono andato di nuovo e ho preso 15 e ieri siamo andati e ho preso 20 … ho tutti i video qui e voglio mostrarli al mondo per vedere Sono il primo cubano Casador de Funghi e vivo a Fiorano. Voglio mostrarvi i video e le foto e ho 400 grammi di funghi che ho preso.